mercoledì 20 ottobre 2010

Alle porte di Roma riaccesi dopo anni due piccoli reattori nucleari sperimentali dell’Enea


Il ritorno del nucleare in Italia, dopo il referendum del 1987, ha una data di inizio. Oggi. Sono stati infatti riaccesi i due reattori sperimentali presso il Centro di Ricerche Enea Casaccia, vicino Roma, che rappresentano di fatto il simbolo del ritorno del nucleare in Italia. I due reattori, chiamati Triga e Tapiro. La ripresa del funzionamento avviene in occasione dei 50 anni del centro della Casaccia.
Negli ultimi anni, in realtà, i reattori Triga Rc-1 (Training, Research, Isotopes, General Atomics-Reattore casaccia 1T) e Tapiro (Taratura Pila Rapida a potenza 0) non sono mai stati del tutto “silenziosi”. Sono stati infatti utilizzati in altri ambiti, come la medicina nucleare.

Il Centro di ricerche della Casaccia torna così ad essere il cuore della ricerca applicata sulle applicazioni pacifiche dell’energia nucleare in Italia, come lo era stato all’epoca della sua istituzione, nel 1960. In quello stesso anno era nato il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare (Cnen) con il compito di promuovere la ricerca sugli impianti nucleari. Il Cnen è diventato Enea all’inizio degli anni ’80, affiancando la ricerca sul nucleare a quella sulle energie alternative e sull’impatto ambientale della produzione energetica. Dopo l’incidente di Chernobyl il referendum del 1987 ha bloccato la produzione di energia nucleare in Italia, ma in questi 23 anni la ricerca sul nucleare in Italia non si è mai fermata e, nella Casaccia come in molte università e aziende italiane, molti esperti hanno continuato a lavorare in questo campo, anche a livello internazionale.
E intanto l’Ansa riporta delle proteste dei Verdi. Una “farsa”: così definiscono la giornata sui 50 anni del Centro di Ricerche Enea Casaccia, i Verdi che hanno indetto una protesta all’esterno del centro dove sono stati riaccesi i due reattori sperimentali Triga e Tapiro. Una quindicina in tutto, con le tute bianche, i Verdi hanno cartelli con le scritte “Sì al solare, no al nucleare” e “Solare, sì grazie”. C’é anche un cartello con una foto del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, colorato di verde e la scritta “Berlusconi radioattivo”. “Il governo si appresta ad avviare il nucleare, vedremo quando e dove, come un’economia di Stato finanziata con tasse che gli italiani pagheranno”, ha detto il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli. “E’ incredibile – ha aggiunto – che si faccia questo all’Enea, l’ente che doveva condurre la ricerca sulle energie alternative. Si riattivano vecchi reattori, ma l’Enea non dice che 63 chilogrammi di plutonio e 6.300 chilogrammi di scorie radioattive si trovano nei capannoni della Casaccia senza alcuna precauzione”.

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