Sulla cronaca di Roma di una grande testata della capitale, oggi 31 ottobre 2010, un'intera pagina è dedicata alla situazione disastrosa di alcune scuole romane dopo i tagli agli organici e la conseguente diminuzione del numero di collaboratori scolastici. Il titolo scelto dal quotidiano è illuminante "Mancano i bidelli e il Preside diventa portiere". La sicurezza degli alunni è compromessa dal rapporto tra numero di "bidelli" in organico (mille in meno quest'anno), numero di classi, di piani e/o plessi sui quali svolgono le funzioni di sorveglianza, ausilio alla didattica e igiene degli ambienti. Tanto più che vige il divieto per le scuole di chiamare il supplente in caso di assenza inferiore ai 30 giorni. Quest'ultima circostanza la dice lunga su quante possibilità di lavoro abbiano i collaboratori scolastici rimasti disoccupati e inseriti nelle cosiddette graduatorie di priorità del famoso "decreto salvaprecari". La situazione nelle scuole che viene raccontata dai media di questi ultimi giorni fa semplicemente rabbrividire perchè la diminuzione del personale si ripercuote sui diritti degli alunni disabili, sul regolare svolgimento di un servizio pubblico e, cosa ancor più grave, sulla sicurezza di ogni singolo alunno. Il preside della scuola elementare Vittorio Alfieri, zona Balduina, ha chiesto all'ufficio scolastico regionale un'ispezione. Il preside dell'Istituto tecnico Hertz riferisce di dover a volte fare il portiere perchè nove bidelli su tre turni coprono circa ottomila metri quadri di superficie interna e altrettanta esterna. Al 115° circolo didattico "le maestre costrette a controllare più classi perchè non ci sono abbastanza collaboratori scolastici". Di fronte a questi disservizi in cui vi sono bagni inagibili, studenti disabili non supportati, ambienti non adeguatamente igienizzati, e di fronte a possibili infortuni e incidenti, le famiglie e i cittadini hanno diritto a poterne individuare le precise responsabilità penali e civili. Perchè nessuno possa dire un domani "non sapevo", appare opportuno un accorato appello al Prefetto di Roma e a tutte le organizzazioni sindacali della Scuola perchè si adoperino con tutti gli strumenti previsti dalle leggi, e, ove necessario, con il coinvolgimento delle Procure, per sanare questa abnorme lesione del diritto. Ai cittadini spetta un servizio pubblico degno di un paese civile.
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