giovedì 9 dicembre 2010

Contro i tagli forze dell’ordine in piazza

 (foto: Google immagini)
fonte: Terra

PROTESTE. Oggi i principali sindacati della polizia di stato, della polizia penitenziaria, del corpo forestale dello stato e dei vigili del fuoco manifesteranno in tutte le regioni e le città italiane con un volantinaggio «contro i tagli alla sicurezza...».

Oggi i principali sindacati della polizia di stato, della polizia penitenziaria, del corpo forestale dello stato e dei vigili del fuoco manifesteranno in tutte le regioni e le città italiane con un volantinaggio «contro - si legge in una nota del Sap - i tagli alla sicurezza e contro le ultime decisioni del Parlamento che ha bocciato una norma fondamentale per salvaguardare le indennità specifiche per i servizi di polizia». Alla protesta prenderanno parte numerose sigle tra le quali Siulp, Sap, Siap-Anfp, Silp-Cgil, Ugl-polizia, Coisp, Sappe, Sinappe, Uil-Penitenziari, Fns-Cisl, Fp-Cgil, Ugl-Polizia penitenziaria, Sapaf, Ugl-federazione nazionale corpo forestale dello Stato, Fns-Cisl, Fp-Cgil, Conapo, Confsal, Fp Cgil Vvf, Fns-Cisl, Ugl-vvf, Uil-Pa.
 A Milano il volantinaggio si terrà ad Arcore, davanti all’abitazione del presidente del Consiglio. La mobilitazione proseguiraà il 13 dicembre con un presidio permanente a Roma, davanti a Montecitorio, alla vigilia della votazione sulla fiducia.
«La maggioranza, durante la conversione in legge del pacchetto sicurezza alla Camera - spiega Nicola Tanzi, segretario generale del sindacato di polizia Sap - ha davvero perso la faccia nei confronti del personale delle forze dell’ordine, presentando e poi ritirando un emendamento frutto dell’impegno del ministro Maroni e dell’appoggio fondamentale di Fli. Una scelta che rafforza la nostra convinzione di manifestare il 13 dicembre davanti a Montecitorio e di avviare in tutta Italia una campagna di mobilitazione che parte il 9 dicembre con un volantinaggio in tutte le regioni e città italiane».

«Ci chiediamo - prosegue il segretario del Sap - quale credibilità possa avere un Governo e soprattutto una maggioranza che concordano con le parti sociali una norma che recepisce ordini del giorno approvati più volte, salvo poi all’ultimo momento ritirare tutto? Il problema non è solo di natura economica, come si vuole far credere. La questione è squisitamente politica e la politica deve trovare una soluzione. Il Parlamento deve convertire entro il 12 gennaio il pacchetto sicurezza in legge ed è teoricamente possibile che il Senato modifichi il testo approvato alla Camera, come ha promesso il ministro Maroni. Ma vogliamo fatti perchè il tempo delle chiacchiere è davvero finito».

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