lunedì 20 dicembre 2010

Iran: in pericolo Nasrin Sotoudeh, attivista per le donne

Come Sakineh, aumentano gli appelli alla mobilitazione in difesa dell’avvocato per i diritti umani.


da: Giornalettismo
di Donato De Sena

L’Iran terra di morte per i difensori di diritti, libertà, democrazia. La storia di una donna condannata a morte per adulterio, Sakineh, a favore della cui liberazione tutto l’occidente si è mobilitato, istituzioni, associazionismo, cittadini, media, ha portato alla ribalta della cronaca in quest’altra parte del mondo la violazione dei diritti umani.
NASRIN SOTOUDEH – Ma la storia di Sakineh, purtroppo, non è l’unica donna ad essere vittima del regime di Ahmadinejad. Aumentano gli appelli per la liberazione di Nasrin Sotoudeh, avvocato e difensore dei diritti umani, attivista per i diritti delle donne in Iran, arrestata dalle autorità iraniane il 4 settembre scorso per le attività in favore dei diritti umani. Ora è in grave pericolo. Nasrin è stata incarcerata con l’accusa di aver svolto attività propagandistiche contro il regime e la sicurezza nazionale, di essersi riunita e aver complottato per danneggiare la sicurezza dello stato, di aver cooperato con un’organizzazione per i diritti umani, il Centro per i dIfensori dei diritti umani (Chrd).

CONTRO IL REGIME – Secondo il codice iraniano, i capi di imputazione devono essere formulati entro un massimo di 7 giorni dalla conclusione delle indagini preliminari. E’ illegale, inoltre, tenere il detenuto in cella d’isolamento una volta formulati i capi di imputazione e dopo l’inizio del processo. Ma la donna si trova in cella d’isolamento fin dal primo giorno di detenzione, da tre mesi e mezzo. “Le ripetute richieste della stessa e del suo avvocato diffensore, affinché venga rispettata la legge, sono state ignorate: di conseguenza – si legge in un appello per la liberazione e la mobilitazione firmato da alcune donne che si definiscono “attiviste per i diritti delle donne” - Nasrin Sotoudeh, sin dal quattro dicembre scorso, sta effettuando lo sciopero della fame e della sete per protesta contro la non applicazione della normativa vigente. Purtroppo, le autorità giudiziarie, ignorando le sue richieste, hanno mosso nuove accuse contro di lei, come il reato di non aver rispettato il codice di abbigliamento islamico”.
L’APPELLO DELLE ATTIVISTE – “Noi – hanno scritto Shirin Ebadi, Mansoureh Shojaee, Sahadi Sadr, Parvin Ardalan, Asieh Amini e Mahboubeh Abbasgholizadeh –  gruppo di attiviste per i diritti delle donne, firmatarie di questo comunicato, che da anni abbiamo l’onore di collaborare con questa coraggiosa avvocatessa dalla quale, in passato, alcune di noi sono state difese, per esprimerLe la nostra solidarietà e in segno di protesta contro la violazione dei suoi diritti, cominceremo un sit-in davanti alla sede dell’Onu di Ginevra a partire da lunedì 20 dicembre prossimo venturo”. Nasrin Satoudeh ha ricevuto la visite dei suoi bambini il 3 novembre. I figli hanno detto di averla trovata in pessime condizioni, con molti chili in meno, e “con una faccia più nera”. Nasrin ha avuto modo anche di incontrare il marito, in una stanza piena di funzionari. Nasrin – ricorda Amnesty International  -ha difeso molti imputati minorenni condannati a morte, nonchè il premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, firmataria dell’appello di questi giorni. prima del suo arresto la donna ha denunciato i limiti dell’amministrazione della giustizia in Iran. I tribunali iraniani calpestano sistematicamente gli standard internazionali per un equo processo.
PALADINA DEI DIRITTI UMANI – Sul caso è intervenuta anche la deputata Souad Sbai. “Chiediamo – ha fatto sapere la parlamentare del PdL – di non lasciare morire un’altra donna, paladina della umanità, che ha lavorato attivamente per la difesa dei diritti umani e contro ogni forma di estremismo, come il velo islamico, simbolo di prevaricazione di genere sulle donne iraniane. Non ci stancheremo mai di urlare la terribile situazione in cui si trovano migliaia di persone in Iran, vittime di soprusi e lesioni dal punto di vista umanitario e non solo. Esempi di vita, come Nasrin e San Suu Kyi, che anzicchè ricevere onori, subiscono l’indifferenza del mondo politico e istituzionale, anzicchè vincere su tutto, restano rinchiuse nelle carceri e lasciate morire, come animali”. “Contro tutto questo – ha detto la Sbai – chiedo al ministro Frattini e alle associazioni dei diritti umani di intervenire sulla vicenda di Nasrin Sotoudeh, prima che le sue condizioni di salute peggiorino e che la sua voce non possa più diffondere al mondo la speranza di libertà del popolo iraniano”.

http://www.giornalettismo.com/archives/105466/nasrin-sotoudeh-iran/

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