fonte: www.gliitaliani.it
È guerra aperta in Tunisia tra il gruppo di hacker Anonymous – alleato del “guru” di Wikileaks Julian Assange – e il governo, mentre una canzone di protesta diffusa su web è costata cara ad un rapper locale che è stato arrestato. Il network Anonymous tre giorni fa ha lanciato”’Operation Tunisia” contro la “censura governativa” sul web e oggi ha sferrato un nuovo attacco informatico contro i siti istituzionali tunisini, tra cui quello del presidente Zine al-Abidine Ben Ali, anche se in giornata i siti coinvolti erano perfettamente raggiungibili dalla Tunisia. La questione ha destato l’attenzione degli Stati Uniti che hanno manifestato la loro “preoccupazione” convocando l’ambasciatore tunisino a Washington per chiedere “il rispetto delle libertà individuali, in particolare in materia di libertà di accesso a internet”. Secondo quanto riferito da una fonte americana, gli Usa hanno sollevato la questione di ciò che appare come una ingerenza delle autorità tunisine in internet, in particolare con Facebook. La stessa censura che, martedì scorso, ha scatenato la reazione di Anonymous:
il gruppo ha infatti annunciato attacchi contro i siti governativi tunisini accusando i funzionari governativi di violare blog e siti di informazione per censurarli e risalire a chi vi contribuisce. L’azione degli hacker è duplice: bloccare i siti istituzionali e, insieme, fornire agli utenti tunisini gli strumenti per aggirare la censura e comunicare via web. L’attacco di oggi, rivendica il movimento, avrebbe paralizzato vari siti istituzionali, tra cui quello del Governo e quello di Ben Ali. Tuttavia gli annunci del gruppo non hanno trovato riscontro e dalla Tunisia si poteva accedere regolarmente ai siti coinvolti. Intanto la protesta popolare che da giorni imperversa contro il governo tunisino ieri è costata cara a Hamed Ben Amor, il rapper che i suoi fan chiamano “Il generale”. Ben Amor, secondo quanto reso noto dai suoi familiari, è stato arrestato per aver scritto e diffuso sul web una canzone di protesta dal titolo provocatorio “Presidente, il tuo popolo sta morendo”. Il brano, che fa riferimento ai problemi dei giovani e alla piaga della disoccupazione nel Paese, è stato un successo ed è stato diffuso su Facebook e Youtube. Ma ieri, nella città di Sfax circa 30 poliziotti in borghese hanno portato via da casa il rapper e “quando abbiamo chiesto il motivo dell’arresto loro hanno risposto ‘lui lo sa’”, ha raccontato il fratello di Ben Amor, il cui fermo però non è stato ancora confermato dalle autorità.
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