martedì 11 gennaio 2011

Pane e speculazione

Enrico Piovesana
 
L'aumento dei prezzi dei generi alimentari, che ha scatenato sanguinose rivolte popolari in Tunisia e Algeria, è un fenomeno provocato da cause naturali o, come dimostrato per la crisi dei prezzi del 2007/2008, da ciniche speculazioni finanziarie?
 
La nuova crisi dei prezzi alimentari, secondo la Fao ancor più grave di quella del 2007/2008, rischia di scatenare sommosse popolari e carestie come accadde tre anni fa. In Tunisia e Algeria, l'impennata dei prezzi di farina, zucchero e altri generi alimentari - sommata alla crescente disoccupazione - ha innescato rivolte che hanno già causato decine di morti. Oggi sappiamo che queste crisi non sono naturali, ma frutto di ciniche speculazioni finanziarie e manovre commerciali.
Gli incendi in Russia, le inondazioni in Australia e la siccità in Argentina vengono ufficialmente indicati come cause della crisi: raccolti distrutti, crollo dell'offerta, boom dei prezzi. Ma le numerose indagini seguite alla crisi di tre anni fa hanno dimostrato che i fattori naturali sono solo pretesti usati per giustificare agli occhi dell'opinione pubblica fenomeni del tutto artificiali.
Nell'estate 2009 il 'Rapporto Levin-Coburn' della sottocommissione permanente d'indagine del Senato americano dimostrò, dopo un anno di studi, che il rialzo dei prezzi alimentari non aveva avuto nulla a che vedere con la scarsità delle scorte alimentari provocate da fattori naturali né con problemi nella catena dei rifornimenti: la causa andava ricercata in spregiudicate manovre finanziarie speculative.

Un anno dopo, nell'estate 2010, la prestigiosa rivista americana Harper's pubblicò un'approfondita inchiesta intitolata 'La bolla alimentare: come Wall Street ha affamato milioni di persone e l'ha fatta franca', nella quale venivano descritti nel dettaglio i fondi d'investimento speculativi messi appunto dai trader della Goldman Sachs assieme agli strateghi di multinazionali agroalimentari Usa come Cargill e ConAgra: miliardi di dollari di profitti al prezzo di carestie e rivolte.
Ulteriori inchieste, studi e documenti, hanno infatti rivelato che la crisi mondiale dei prezzi alimentari del 2007/2008 non fu solo frutto di speculazione finanziaria, ma anche di strategie commerciali volte a promuovere il business Usa degli Ogm nei paesi in via di sviluppo. Dopo la crisi, le corporation americane del settore fecero enormi profitti vendendo le loro sementi geneticamente modificate come soluzione al problema della sicurezza alimentare.
Una strategia portata avanti con il sostegno del governo di Washington, grazie all'intermediazione delle potenti lobby dell'industria agroalimentare americana. Un cablogramma di WikiLeaks rivela le pressioni del Dipartimento di Stato Usa sui governi africani affinché ''accettino l'importazione di cibo geneticamente modificato e la propagazione di coltivazioni geneticamente modificate''.
Le 'rivolte del pane' in Tunisia e Algeria sono ''l'effetto di una speculazione globale sui prezzi dei prodotti alimentari'', ha dichiarato lunedì alla stampa il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini. In queste parole c'è sicuramente la volontà del governo Berlusconi di sollevare dalle loro responsabilità - innegabili - i regimi 'amici' di Tunisi e Algeri, ma - visti i precedenti degli anni passati - forse c'è anche qualcosa di vero.

http://it.peacereporter.net/articolo/26229/Pane+e+speculazione

5 commenti:

  1. I danni del colonialismo europeo continuano a farsi sentire a gran voce; per restare in casa nostra, Etiopia e Eritrea sono allo sfascio da sempre.
    Quando parla Frattini, per cercare di capire il senso delle sue parole, faccio lo sforzo di pensare all'opposto di quello che dice.
    Il venticinque parto per Essaouira e mi hanno detto che anche in Marocco si temono contestazioni, sono leggermente preoccupato, ma la cittadina è un posto veramente tranquillo.
    abbracci, Namastè

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  2. Piccolo off topic, hai vinto il premio Sunshine 2011, leggi il post per i dettagli :-D

    http://wmusic668.blogspot.com/2011/01/sunshine-award-premio-2011.html

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  3. Già Paolo, anche io ho sentito che il Magreb potrebbe essere presto problematico.
    Qui però non si tratta solo di colonialismo ma di finanza selvaggia che privilegia il danaro rispetto all'uomo. Che usa la geografia mondiale come fosse un risiko. Che finisce con il determinare il crollo di intere nazioni e la fame di altre, oltre alla guerra ed ai colpi di stato.
    E tutto questo per garantire una ricchezza spropositata a pochi ed il potere economico-politico di alcune grandi famiglie dominanti.

    Un grosso abbraccio
    Namastè

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  4. Ciao Rosa, chi vuole imporre un nuovo ordine mondiale ha molte armi a disposizione una è la destabilizzazione, istigare la paura, come è successo dopo l'11 settembre dove sono state abrogati molti diritti civili, affamare le popolazioni come stà succedendo, se i morsi della fame ti lacerano scendi in piazzae allora hai la scusa per occupare militarmente le città, anzi verrà richiesto da chi ha paura, in germania lo scandalo della diossina ora esteso anche ai maiali e tutto nel giro di una settimana circa credo troppo veloce e in concomitanza di algeria, tunisia india pakistan, tutte coincidenze?
    non credo tutto pèianificato come da agenda n.w.o.
    un salutone e complimenti per il premio, meritatissimo.

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  5. Ciao Zak! È' senza dubbio possibile, quello che è certo è che ormai la speculazione passa per metodologie terrificanti che comprendono lo sterminio per fame è il medioevo prossimo venturo...in cui pochi, sempre meno trarranno enormi vantaggi dalla sofferenza dei molti. E' sicuramente vero che son tempi in cui è molto difficile distinguere quando e dove ti stiano usando e quanto sia artificiosamente istigato...sicuramente le rivolte oltremare, ad un passo da noi rischiano di modificare in modo molto consistente il quadro politico dei nostri vicini e non è assolutamente detto che sia in meglio.
    Grazie per i complimenti :-)))

    Un abbraccione
    Namastè

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