fonte:Diritto di critica
Scritto da Sirio Valent il 16 giugno 2011
Eni e Shell si dividono 1,5 miliardi di euro di profitti l'anno sul petrolio lucano, la Regione incassa solo il 7% di royalties
Petrolio e tumori in Basilicata. La Val d'Agri paga con la salute dei suoi cittadini l'estrazione di 70mila barili di greggio al giorno; i casi di malattie respiratorie e infettive sono più del doppio della media nazionale. In cambio, la Regione incassa il 7% dei profitti che Shell e Eni accumulano: è la più bassa royalty d'Europa, meno dei diritti pretesi da Russia, Angola e Messico per le trivellazioni. Che in Lucania "bucano" il Parco Naturale.
Acqua e petrolio si mischiano nei ruscelli della Val d'Agri. Tra Monte Enoc e il paese di Tramutola, scorre un torrente giallastro con le rive nere e unte, attraversato dai tubi metallici dell'oleodotto. Portano il greggio alla raffineria di Viggiano, dove la torcia del metano brucia giorno e notte i fumi di scarico dell'impianto. Qui si estrae petrolio pari al 6% del fabbisogno italiano di carburante: gli esperti dell'Eni dicono di poter arrivare al 10%, circa 100mila barili al giorno, se gli si lascia mano libera su tecnologie e permessi.
Permessi che già ora abbondano. Il 70% della Regione Basilicata è "affittata" ai petrolieri, che vi lasciano appena il 7% dei loro guadagni: una briciola, rispetto al miliardo e 560 milioni di euro guadagnati, in media, da Eni e Shell in un anno di attività . La maggior parte delle trivellazioni si concentra in un fazzoletto di terra di pochi chilometri quadrati, nella Val d'Agri: è Parco Nazionale dal 2007, ma gli interessi dei petrolieri hanno vinto su tutto e i pozzi aumentano. Due mesi fa ne è stato fermato uno che sarebbe dovuto sorgere a 1.400 metri di altitudine, in pieno Parco: la Regione sta contrattandone i diritti con l'Eni.
Intanto i lucani si ammalano. Respirano un'aria densa di zolfo, anidride carbonica e metalli pesanti. Il numero dei casi di malattie infettive e respiratorie cresce costantemente, e già oggi supera del doppio la media nazionale. Scoperta antica: già nel 1996 i medici segnalarono l'incremento di decessi e casi di tumore ai polmoni nella zona, legati anche agli incidenti legati alle attività estrattive (su molti dei quali nessuno ha mai svolto un'indagine). Il rischio di contaminazione delle falde acquifere è elevatissimo, data la vicinanza tra i pozzi e i corsi d'acqua: e nessun sistema di monitoraggio è attivo nella zona.
Tutto questo si svolge in silenzio in fondo allo Stivale. Fa comodo a tutti, perchè a pagare sono due paesini che insieme non contano più di 3000 abitanti. Ma non tutto è silenzio. Oggi, davanti al Ministero della Salute a Roma, i radicali hanno organizzato un sit in di protesta contro il "lassez faire" di Governo e Regione: porteranno al ministro Fazio il video-denuncia "La Valle dell’Agip", realizzato dal segretario Radicali lucani Maurizio Bolognetti, che documenta gli effetti ambientali e sulla salute dei cittadini delle estrazioni petrolifere nella Val d’Agri. La richiesta è semplice: vigilate. Istituite una commissione di monitoraggio e vegliate sulla Basilicata. Non lasciatela affogare nel petrolio.
Ho seguito tanto la vicenda " basilicata Petrolio " ho amici e annualmente scendo in questa bellissima tera che amo !!!
RispondiEliminaGrazie del post .
Una specie di micro Nigeria. Ci dà l'esempio di quello che facciamo per il mondo: Qualche altro esempio lo abbiamo a Priolo in Sicilia.
RispondiEliminanamastè
Purtroppo siamo dipenti da queste fonti "sporche"... Finchè non troveremo un sostituto per tutto (energia, riscaldamento, movimento, ecc...) sarà dura.
RispondiEliminaLa stessa cosa che succede in africa, e non solo,
RispondiEliminahttp://www.ecologiae.com/petrolio-disastro-ambientale-nigeria/33413/
la sacralità della vita ha lasciato il posto alla sacralità dell'interesse.
che amarezza ma continuo a sperare che prima o poi ci rendiamo conto di quello che siamo diventati.
un abbraccio
@ Valerio, mani libere e deregulation...il vangelo dei petrolieri in tutto il mondo e dovunque vanno portano morte per garantirsi guadagni miliardari...per quanto ancora faremo i loro interessi anzichè quelli dei popoli?
RispondiEliminaUn abbraccio
Namastè
@Francesco, sì vien da pensare alla Nigeria, ma quando si parla di interessi petroliferi il mondo è paese l'Italia l'ultima provincia dell'impero :-((
RispondiEliminaUn abbraccio
Namasè
@ Giulio, il sostituto c'è... nelle energie compatibili, nella geotermica, nell'eolico, basterebbe il coraggio di praticarlo, di applicare la nostra intelligenza in modo diverso, premettendo la vita, la compatibilità e la sostenibilità...anzichè il dividendo :-/
RispondiEliminaAbbraccione
Namastè
Sapevo di quante poche royalties tornassero sul serio sul territorio, massacrato da ogni punto di vista. Ma queste notizie, poi ...
RispondiElimina@ Zak, come dicevo a Francesco fa pensare alla Nigeria leggere questo articolo ed al disastro umano che si sta perpetrando in quelle terre.
RispondiEliminaSì il principio è il medesimo e la divinità assoluta è sempre il guadagno ed il dividendo azionario.
Ben misera divinità per un essere umano miserevole :-((
Un abbraccio
Namastè
Mah Adriano, a prescindere dalle royalties, qua ormai è una questione di modello di sviluppo e di cosa si intenda per progresso.
RispondiEliminaAbbraccio e buona serata :-))
Namastè
Ma che corruzione che c'è un po' dappertutto!Tutto viene fatto in sordina.Il nostro "bel paese"lo stiamo massacrando.La Basilicata poi...ormai faranno l'amaro lucano aromatizzato al petrolio.Buona giornata Rosa
RispondiElimina@Erborista
RispondiEliminaE' vero, basta pagare nel bel paese ed ogni cosa diventa possibile, pensa che il nostro ministro dell'ambiente vuol fare perforare un po' ovunque nel nostro mare...di bene in meglio no?
Buona serata -_-
Namastè
Certo che se dovessimo fare un menù di cibi e bevande contaminate ci sarebbe l'imbarazzo della scelta! Sdrammatizzo, ma la situazione è molto seria...
RispondiEliminaDomani è il 25 giugno, il giorno della campagna contro le scie chimiche, mi raccomando partecipate numerosi!
Ciao buona serata :)
Ciao Andrea, già... la situazione è seria davvero!!
RispondiEliminaSì domani è il 25, mandiamo valanghe di mail da intasargli i server ;-))
Buona serata anche a te :-)
Namastè
Ne aveva parlato Report in una delle prime puntate della stagione appena conclusa, alla fine di ottobre 2010. A parte quella fonte non mi pare che se ne parli, soprattutto non si parla dei danni.
RispondiEliminaCome giustamente dice Francesco quello che vediamo in Basilicata avviene (in proporzioni ancora maggiori) in Nigeria ed ovunque nel mondo si va ad estrarre petrolio.
Si dovrebbe PRETENDERE che non ci sia nessun costo per l'ambiente e per le popolazioni, nessuno. E se per ottenere questo i costi dovessero rendere non più redditizia l'operazione... pazienza.
Ancora dipendiamo dalle fonti fossili, ma più velocemente diminuiscono i guadagni che ci girano intorno, più velocemente si darà incentivo alle rinnovabili.
Deve cambiare la prospettiva, il guadagno non deve essere più al primo posto e non si deve più permettere che si esternalizzino i costi!
A loro i guadagni a noi di danni...
Ciao Obbie, sì assolutamente d'accordo!
RispondiEliminaSono convinta che l'estrazione petrolifera sia comunque deleteria e garantisca quadagni solo a chi la esercita.
Se solo applicassimo la nostra intelligenza in una direzione diversa, ne saremmo fuori rapidamente.
Gli esseri umani però continuano a vivere il rapporto con Gaia come un diritto alla rapina ed allo sfruttamento intensivo d'ogni risorsa. Tendono a non rendere nulla di ciò che prendono, vivono come parassiti sulla sua pelle.
Hai mille ragioni solo una profonda modificazione delle premesse, una prospettiva differente potrà garantirci la possibilità di continuare il nostro cammino...il pianeta non ha bisogno di noi...è vero semmai il contrario, nonostante tutta la nostra tracotanza...
Grazie della visita e del commento ;-)
Namastè
Cercate "E-cat Focardi - Rossi" e poi ne riparliamo di energia pulita ed a buon prezzo.
RispondiEliminawalter