Organizzare a Napoli il compostaggio d’emergenza a costo zero dei rifiuti organici anche in assenza di impianti. Trasformare in concime inodore gli scarti di cucina (il 40% della monnezza) sfruttando cassonetti e furgoni finora adibiti alla raccolta indifferenziata.
La città lasciata sola dal Governo forse può giocare un asso per uscire dall’emergenza rifiuti.
L’idea è di un esperto: Antonio Cavaliere, docente all’Università di Napoli, membro di svariate commissioni sui rifiuti. Quindi non è affatto un’idea balzana. Cavaliere l’ha descritta in un articolo pubblicato un tot di emergenze fa, nel 2008. Semplicissimo. Attualissimo.
Cerco di sintetizzare, e in fondo trovate il link all’originale. I rifiuti organici, dalle bucce di banana alle lische di pesce, sono quelli che puzzano.
Se dati in pasto ai microrganismi aerobici (quelli che hanno bisogno di ossigeno) diventano compost, cioè concime. Il compost non puzza. E non produce puzza, ripeto non puzza, neanche il processo di compostaggio: basta che i microrganismi ricevano la giusta dose di ossigeno e che il materiale venga rivoltato periodicamente per arearlo.
Per questo Cavaliere suggeriva (nel 2008, ma vale tuttora) di organizzare subito a Napoli la raccolta differenziata a tappeto dell’organico (la si fa dal 2002, ma solo per mense, negozi e simili: in fondo il link), adibendo a questo scopo una parte dei cassonetti e dei furgoni già in uso per l’indifferenziata.
Dopodichè in teoria questo materiale andrebbe portato in un grande (e assente) digestore aerobico. In pratica – e nell’emergenza – Cavaliere dice che si potrebbe portarlo in discariche differenziate, che diventerebbero esse stesse compostiere:
Nel caso malaugurato che queste non funzionino bene come compostiere sarebbero comunque delle discariche in cui bisogna recuperare un percolato senza sostanze inorganiche velenose
Di mio aggiungo che il compostaggio si può fare in giardino (il mio Consorzio rifiuti fa un consistente sconto a chi rinuncia alla raccolta differenziata dell’organico e fa il compost nell’orto) o addirittura sul balcone, senza neanche ricorrere alla raccolta differenziata e alla discarica-compostiera.
Certo, nel caso del compostaggio urbano dopo un po’ si pone il problema di cosa farsene del compost. Ma si pone dopo un bel po’: i rifiuti organici contengono una notevole percentuale d’acqua, durante il compostaggio la perdono e si riducono in peso e in volume.
il compost non inquina, il compost è un ottimo concime. Prima che la quantità di compost proveniente dai rifiuti organici diventi un problema per la città e prima che diventi indispensabile una filiera per il reimpiego in agricoltura ci sono da concimare tutti i vasi e tutti i giardini. Tutte le aiuole spartitraffico e tutti i parchi urbani.
Ma a quel punto l’emergenza rifiuti sarà anche superata. E Napoli, che ora è in ginocchio, tornerà ad essere in piedi.
L’articolo scritto dal professor Antonio Cavaliere nel 2008 la raccolta differenziata dell’organico. Uscì su Repubblica ma è irreperibile sul sito del giornale
L’appello pubblicato qualche giorno fa dal Wwf realizzare subito a Napoli impianti di compostaggio
Dal sito internet del Comune di Napoli le regole ora in vigore per la raccolta differenziata dell’organico
Grazie a Rachele
Foto Phlegrean
ciao rosa
RispondiEliminacercavo di capire un problema che il sistema di compostaggio condominiale può avere: non si riempe troppo velocemente un bidone?
poi che si fa, una volta riempito?
Ciao Piero, a questo proposito ti consiglio la lettura di un articolo interessante di Italo Romano, che tratta questo argomento e che avevo postato circa un anno fa.
RispondiEliminaQuesto il link: http://eliotroporosa.blogspot.com/2010/08/tratto-da-oltre-la-coltre-di-italo.html
Sono sicura che con un minimo di organizzazione si possa compostare tranquillamente anche nei condomini, magari utilizzando più di una compostiera.
Un saluto e un abbraccio
Namastè