Maria Ferdinanda Piva
La marea nera bis del Golfo del Messico prosegue, ed è davvero una cosa ben strana: se ne preoccupano infatti gli arabi di Al Jazeera, ma non gli americani.
I media statunitensi, dopo un’iniziale moderatissima attenzione, non degnano più gli eventi di un’occhiata. Le autorità statunitensi – e qui si sfiora il comico – dicono di non aver notato nulla, ma proprio nulla, durante i sorvoli sull’area.
Le associazioni di volontariato continuano a fornire ulteriori documentazioni dell’abbondante petrolio nella zona del pozzo Bp Macondo, che un anno fa ne vomitò 5 milioni di barili, la peggior catastrofe del genere nella storia industriale. Le uniche analisi finora effettuate (a cura dei giornalisti, appunto) hanno evidenziato che il greggio è fresco e corrisponde esattamente a quello di Macondo.
Adesso la marea nera bis è stata appunto notata da Al Jazeera, che le dedica un ampio e preoccupato servizio più una galleria di foto.
Un giornalista di Al Jazeera ha sorvolato pochi giorni fa la zona di Macondo sull’aereo di Bonny Schumaker, dell’associazione On Wings of Care.
Il volo si è svolto dopo diverse giornate di cattivo tempo, uragano compreso. Se gli affioramenti di petrolio fossero stati un episodio isolato, le onde avrebbero spazzato via tutto. Invece no. C’è sempre petrolio fresco in prossimità di Macondo: una scia lunga circa 7 chilometri e larga 10-50 metri si trova a circa 19 chilometri a Nord Est del pozzo.
Può trattarsi di una perdita naturale di idrocarburi dal fondale? Nel Golfo del Messico succede spesso, il sottosuolo è pieno di petrolio…
La risposta è no. Almeno nel senso che una perdita naturale di petrolio così corposa non si è mai vista, dicono gli esperti intervistati dall’emittente araba.
Piuttosto, dalle loro parole prende corpo un vecchio fantasma. Che cioè il petrolio del giacimento di Macondo si stia aprendo una strada approfittando sia delle crepe naturali del sottosuolo sia le ulteriori crepe causate dalle affannose e complicate operazioni per turare il pozzo fuori controllo.
Il giornalista di Al Jazeera ha notato, durante il sorvolo, due navi della Bp, intente – dice il portavoce della società – a studiare le perdite naturali di idrocarburi.
La Bp smentisce qualsiasi perdita da Macondo. Un video della bocca del pozzo girato da un robot subacqueo e mostrato alle autorità statunitensi (non è stato tuttavia reso pubblico) non ha evidenziato alcuna perdita.
Il servizio di Al Jazeera sottolinea la necessità di investigare urgentemente sulla questione e di esplorare accuratamente il fondale.
Casomai qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla bontà di questa idea, posso citare l’esempio domestico del rubinetto che perde. Comincia con una gocciolina cui si può rimediare facilmente e con poca spesa. Finisce con una chiamata urgentissima all’idraulico. Se viene.
Su Al Jazeera non finiscono gli avvistamenti di petrolio sul Golfo del Messico e la galleria fotografica
Da On Wings of Care il sorvolo delle chiazze di petrolio insieme al giornalista e al fotografo di Al Jazeera
La BP mente. A prescindere.
RispondiEliminaQualunque cosa dica la BP, è falso in toto.
Provate a cercare con google: BP lies. Bugie BP.
Ciao Rosa :)
Sono d'accordo LAV, la BP mente, a prescindere...e ci prende per fondelli.
RispondiEliminaIl problema è serissimo e nessuno va a fargli pagare le sue malefatte...e che invece alla fine le pagheremo tutti.
Buona serata ;-)
Namastè
Ormai sembra che quello che accade nella distruzione della nostra bellissima Terra interessa solo a poche persone al mondo. Tutto questo mi rende triste.
RispondiEliminaCiao Rosa a presto
Sì è davvero triste I am, l'indifferenza e la mala informazione contribuiscono alla distruzione...e l'ignavia è corresponsabilità.
RispondiEliminaMolti si danno toni da "sensibili" ma poi nella pratica e nei comportamenti invece, "sensibilità" ne dimostrano ben poca.
Hai ragione, purtroppo, coloro che "davvero" si interessano alle sorti del pianeta sono sempre troppo pochi.
Un abbraccio cara I am ^^
Namastè
Da quello che ho letto, decine e decine di piccoli, al confronto di quello di cui si parla, drammi, hanno afflitto negli anni quelle zone, a significare la profonda insensibilità delle autorità locali statunitensi.
RispondiEliminaCiao Rosa, oltre all'ecosistema stanno distruggendo anche i colori, di questo passo avremo mari tutti neri, i cieli sono già bianchi e il rosso tra carestie e guerre. Il quadro è da buttare via in questo mondo da ridipingere.
RispondiEliminaBuona giornata
Sì è vero Adriano, ci rendiamo conto dei disastri solo quando hanno dimensioni epiche, ma mille piccoli guai ne fanno uno grosso...e forse sono persino peggio perchè dimostrano tutto il disinteresse e l'indifferenza.
RispondiEliminaNotte Adriano.
Namastè
Hai ragione Krommino, questo quadro così com'è ha assunto un aspetto inguardabile...è tutto da ridisegnare e ridipingere.
RispondiEliminaCacciamo via questi "artisti" e ridipingiamolo noi con i meravigliosi colori della natura!
Una buona giornarta a te Andrea!
Un abbraccio ^^
Namastè
La natura è satura, non ne può più, tra l'indifferenza di chi dovrebbe porre ripari...
RispondiEliminaEh sì, Gianna cara, questo pianeta è al limite e chi dovrebbe porre riparo è troppo occupato ad arricchirsi sempre più!
RispondiEliminaIo credo che noi in massa, dovremmo non solo indignarci ed alzare la voce, ma reagire in maniera concreta a questo stato di cose, ne va della nostra sopravvivenza...
...ammesso che non sia già troppo tardi!
Un abbraccio cara e buon fine settimana.
Namastè