Prof. Giuseppe Casarrubea
Mentre nel mondo si
sviluppano sempre più gli spazi di libertà nella comunicazione, quelli,
per intenderci, che hanno consentito la cosiddetta rivoluzione della
primavera araba, o quegli altri di alcuni Paesi, come l’Islanda, che
stanno cercando di favorire il libero e gratuito accesso alle più
svariate forme di comunicazione internet, in Italia, ancora oggi, si
mandano sotto processo i blogger con il pretesto che sono proprietari di
testate giornalistiche e, pertanto, vanno soggetti alle leggi sulla
stampa. Quelle, che risalgono all’epoca
fascista e che a suo tempo, nel 1948, furono fatte proprie dal nascente
Stato democratico e repubblicano. Se così dovesse essere – come sta
succedendo in questi giorni al nostro amico Carlo Ruta - la libertà di
informazione verrebbe gravemente lesa e l’Italia rischierebbe di tornare
ad essere un Paese sottoposto a censura, con una pesante limitazione
dei diritti, costituzionalmente sanciti. (GC)
Questo giovedì (10 maggio 2012), la
Cassazione deciderà della sorte di gran parte dei blog italiani. I
giudici chiariranno se ogni sito di informazione periodica (a
prescindere dall’impostazione formale: dunque, tanto i portali quanto i semplici blog)
debba essere soggetto alla legge sull’editoria (1): con il conseguente
obbligo di registrazione in Tribunale e della nomina di un direttore
responsabile. In caso di mancato rispetto di tali regole, si verrà
processati per il reato di stampa clandestina, con pene detentive fino a
due anni.
Sembra uno scenario apocalittico, frutto di un allarmismo che spesso, ex post,
per vicende simili, è risultato ingiustificato. Ma, per quanto
incredibile possa sembrare, le libertà del web e del 90%
dell’informazione online potrebbero essere definitivamente spezzate da questa sentenza.
Una minaccia tutt’altro che improbabile,
atteso che già i due precedenti gradi di giudizio avevano condannato
Carlo Ruta (il giornalista coinvolto in questa vicenda) per non aver
registrato il proprio blog “accadeinsicilia.
Cosa cambierà, dunque, se la Suprema Corte dovesse accogliere l’interpretazione già data in primo e secondo grado?
Ogni blog che venga aggiornato
periodicamente (ossia, non necessariamente ogni giorno, ma comunque in
modo continuo e senza lunghe interruzioni) dovrebbe nominare, pagandolo,
un direttore responsabile; quindi, dopo aver corrisposto i relativi
balzelli allo Stato, registrare la “testata” in tribunale.
La conseguenza immediata potrebbe essere
l’autocensura di gran parte dell’informazione o, addirittura, la
chiusura di un gran numero di blog, costruiti solo con il lavoro
personale del blogger, e senza alcuna finalità di lucro. I costi e i
rischi diverrebbero infatti ingiustificati per tutta la piccola utenza
di internet.
Mi tranquillizza solo il fatto che, già
in passato, la Cassazione aveva rifiutato l’equiparazione tra carta
telematica e carta stampata. Ciò perché, nel nostro ordinamento, non è
possibile far ricorso all’analogia (nel caso di specie, analogia tra un
giornale online e uno tradizionale) per colmare delle lacune normative,
qualora da ciò ne derivi una condanna dell’imputato. I giudici
dovrebbero riconoscere che la legge, nell’imporre la registrazione in
tribunale, non parla esplicitamente di blog; né potrebbero considerare
tale previsione come implicita nella norma. Infatti, ogni decisione
sfavorevole all’imputato non può fondarsi su un’interpretazione
analogica della legge, ma deve trovare una esplicita previsione.
Un altro scenario che si potrebbe
profilare è quello di una assoluzione per prescrizione. In tal caso, la
Cassazione salverebbe capra e cavoli, rinviando la patata bollente ai
rappresentanti del popolo.
Certo è che il web, in questo assurdo
caso di censura, ne risulterebbe vincitore solo in caso di una
assoluzione piena: un’assoluzione dovuta, se si tiene conto delle
inaccettabili argomentazioni fornite dalla Corte di Appello di Catania.
Quest’ultima ha affermato che il sito di Ruta aveva “un preciso valore e contenuto giornalistico ed informativo” in quanto denominato “giornale di informazione civile”
(equiparabile ad una testata giornalistica). Secondo la Corte di
Appello, dunque, il nome dato a un documento prevale sulla sua sostanza,
circostanza invece che ogni testo universitario del primo anno di
giurisprudenza smentisce sin dalla prima pagina. Come a dire che, se sto
mangiando pane e prosciutto, e invece lo chiamo “tiramisù”, allora
bisogna ammettere che effettivamente sto addentando un dolce…
Ancora – secondo la Corte di Appello – il
blog di Ruta era un “giornale tradizionale” in quanto caratterizzato da
una “diffusione, a carattere periodico e con struttura e tipologia
grafica proprio della carta stampata a carattere giornalistico”.
Anche in questo caso, bisognerebbe
spiegare ai magistrati che ogni sito internet ha già di per sé una
diffusione planetaria. Inoltre il carattere distintivo del web 2.0 è
proprio la sua interattività e dinamicità: così vengono aggiornati
quotidianamente non solo i blog, ma anche le bacheche di Facebook, i
canali YouTube, i post nei forum. Impedire ciò, vorrebbe dire riportare
la rete a oltre 15 anni fa.
Passaggi “logici” che si commentano da
sé e che non necessitano di altre spiegazioni per comprendere quanto le
aule dei tribunali abbiano bisogno di persone più a contatto con la
realtà informatica.
* Avvocato del Foro di Cosenza
(1) La Legge n. 47 del 1948.
L'ho pubblicata anche io sul blog di wordpress...Grazie per le informazioni sono più che utili. Baciobacio cara
RispondiEliminaCiao Anna Maria, grazie a te...!
EliminaUn baciotto.
Namastè
Preziosa informazione..Naturalmente ci tenteranno sempre, perchè i blog sono una voce libera!Ciao Rosa!
EliminaSì, continuano a provarci. Ed il fatto che siano, prevalentemente, i politici a richiedere l'applicazione di leggi fasciste e liberticide, dovrebbe preoccupare e dare il polso dell'immensa distanza che c'è fra loro e le persone vere.
EliminaUn abbraccio mr.Hyde!
Namastè
Il mio blog si chiama ... Volerevolare ... Dovrò chiedere alla torre di controllo il permesso?
EliminaCiao Rosa ... Sei forte!
ehehehe...mah sai Anto, avanti di questo passo temo proprio di sì! :)))
EliminaGrazie Anto, un abbraccio!
Namastè
La libertà di stampa nel nostro paese è solo una illusione costituzionale. Poi la costituzione fa riferimento alle leggi e le leggi la riservano solo all'Ordine dei giornalisti. La carta stampata è dominata dal controllo di una setta. I blog si sono salvati fino ad ora perché non erano carta stampata, erano una novità non prevista. In questo paese abbiamo avuto un referendum contro la legge liberticida sull'ordine dei giornalisti che purtroppo non raggiunse il quorum, abbiamo avuto anche un forte impegno di Grillo contro l'Ordine; se ne è parlato tanto ma la classe politica si è ben guardata dal mettere mano alla eliminazione di queste leggi; lo stesso Monti nel suo decreto per le liberalizzazioni non ha minimamente ricordato la libertà di stampa, era più importante per lui la libertà di taxi. Dobbiamo difendere la libertà dei blog e dobbiamo arrivare anche alla libertà di stampa.
RispondiEliminanamastè
Hai ragione, pretendono di applicare alla stampa i privilegi di una casta, ma di dividerne gli oneri anche con coloro che ne sono tenuti fuori. Stile Italy! Purtroppo è vero che la libertà di stampa è solo una dichiarazione piuttosto vuota della carta costituzionale, ma questo i giornalisti l sanno benissimo, ma lo denunciano solo molto parzialmente, in modo opportunistico e parcellizzato e solo quando conviene loro. La classe politica! Bah, permettimi di dire che mi danno nausea...loro non faranno proprio nulla, anzi cercheranno il più possibile di mettere a tacere un fenomeno che non capiscono e di cui hanno anche paura.
EliminaTi abbraccio caro amico.
Namastè
e ancora e ancora.....insistono con questa cosa...come se può bastare una loro legge per togliere la nostra volontà....non basterà comunque...anche se sarà davvero fastidioso...
RispondiEliminaSì, sono sempre lì, attorno a questa cosa...incattiviti contro la libertà di pensiero, oltre che di parola. Pronti a reprimere, controllare. Hanno un'idiosincrasia per la libertà ed una fortissima allergia per tutto quello che non possono manipolare.
EliminaUn abbraccione cara Lo!
Namastè
La risposta sarà disobbedienza civile e prepariamo a unire le forze.
RispondiEliminaSì speriamo nell'unità, ma alcuni che a suo tempo sembravano essere fra i disobbedienti oggi sono supporters del sistema. E questo, purtroppo va considerato.
EliminaUn abbraccio Cavaliere.
Namastè
"Tappa la voce ai blog e controlla la rete" per fermare la libertà di pensiero???
RispondiEliminaAnche! Esprimere il proprio modo di pensare e confrontarsi collettivamente crea i presupposti per unificarsi. Dal confronto nasce nuova elaborazione.
EliminaRendendo difficile, impossibile il confronto, si inaridiscono le fonti. Così come la rete funziona da volano e moltiplicatore può funzionare da deprimente e controllore.
Mantenerne o stabilirne, l'assoluto controllo per il potere è tremendamente importante.
Un abbraccio Max!
Namastè
ci tocca lottare ancora...come sempre!
RispondiEliminaGià, ancora! Sì, ma che fatica! :(
EliminaUn abbraccio Fabio caro.
Namastè
abbiamo sempre dato troppo fastidio ....
RispondiEliminaSì infatti... e non si rassegnano al fatto di non riuscire a controllarci.
EliminaUn abbraccio.
Namastè
aldilà delle sentenze giuridiche, sarei curioso di vedere cosa accadrebbe nel momento in cui ci si trovasse a dover procedere contro decine di migliaia di blogger... inventerebbero il processo di massa (una specie di class action al contrario)? quando si arriva a questi livelli di ridicolaggine c'è veramente di che stare poco allegri
RispondiEliminaCredo che l'applicazione delle nuove regole verrebbe affidata alla polizia postale, che già controlla la rete, anche se non si fa notare più di tanto...per ora. Si tratta di stabilire dei precedenti per potere poi dire che cosa sia vietato e quindi sanzionabile. Rendendo tutto più complesso, costoso e difficile stanno cercando di rendere antieconomica la libertà di informazione e di opinione.
EliminaAbbraccio.
Namastè
stiamo diventando un paese del terzo mondo grazie a sti tecnici
RispondiEliminaciao
Sì caro Michele, purtroppo da tempo, ci stanno facendo arretrare ogni giorno di più.
EliminaUn abbraccio!
Namastè
Posso pubblicare anch'io questo articolo sul mio blog http://vocedivento.blogspot.com ? Arrivo qui dal blog di Lara che seguo.
RispondiEliminaDopo averci tolto il denaro, tolgono la parola... mah!
Grazie.
Ciao Sari, benvenuta!
EliminaConosco l'impagabile Lara e mi fa piacere averti qui.
Certamente che puoi! Facciamo girare, ovviamente evidenziando la fonte originale.
Grazie a te, un abbraccio e a presto!
Namastè