Pur essendo impossibile darne una mappatura esatta, si stima che ogni anno tra le 700.000 e le 900.000 le persone (di cui circa il 20% sono minorenni, la quasi totalità (94%) donne) siano vittime del traffico di esseri umani che, stando ai dati del Copasir, è il secondo crimine dopo il narcotraffico.
Uno dei principali modi con cui le criminalità organizzate - che solo da questo traffico ricavano qualcosa come 32 miliardi di dollari (26 miliardi di euro) - reiterano questo traffico è basato sulla stipula di veri e propri contratti di debito o vincoli di altra natura (in alcuni casi sfruttando anche credenze e tradizioni culturali, come nel caso dell'uso del ju-ju in Nigeria).
Tra le attività principali a cui le vittime sono destinate ci sono forme di lavoro forzato - quali l'impiego in Messico come braccianti agricoli nelle aziende statunitensi o lo sfruttamento di donne cinesi e vietnamite come manodopera nei laboratori clandestini - l'uso dei bambini nelle guerre o la tratta (anche minorile) a scopo sfruttamento sessuale.
Nonostante la gravità del problema, i governi e le legislazioni nazionali non sono ancora in grado di arginare il fenomeno (tanto meno di debellarlo). L'unica risposta che dalle istituzioni nazionali viene data è spesso di mero spirito repressivo, andando a colpire le vittime e non chi gestisce traffici e tratte. Si pensi, ad esempio, all'applicazione della legge Bossi-Fini usata come deterrente dai trafficanti in quanto qualora le vittime trovassero il coraggio di denunciare verrebbero quasi sicuramente rinchiuse in qualche C.I.E. in quanto clandestini
Uno dei principali modi con cui le criminalità organizzate - che solo da questo traffico ricavano qualcosa come 32 miliardi di dollari (26 miliardi di euro) - reiterano questo traffico è basato sulla stipula di veri e propri contratti di debito o vincoli di altra natura (in alcuni casi sfruttando anche credenze e tradizioni culturali, come nel caso dell'uso del ju-ju in Nigeria).
Tra le attività principali a cui le vittime sono destinate ci sono forme di lavoro forzato - quali l'impiego in Messico come braccianti agricoli nelle aziende statunitensi o lo sfruttamento di donne cinesi e vietnamite come manodopera nei laboratori clandestini - l'uso dei bambini nelle guerre o la tratta (anche minorile) a scopo sfruttamento sessuale.
Nonostante la gravità del problema, i governi e le legislazioni nazionali non sono ancora in grado di arginare il fenomeno (tanto meno di debellarlo). L'unica risposta che dalle istituzioni nazionali viene data è spesso di mero spirito repressivo, andando a colpire le vittime e non chi gestisce traffici e tratte. Si pensi, ad esempio, all'applicazione della legge Bossi-Fini usata come deterrente dai trafficanti in quanto qualora le vittime trovassero il coraggio di denunciare verrebbero quasi sicuramente rinchiuse in qualche C.I.E. in quanto clandestini
(la storia di Joy è lì ad insegnarcelo...)
This is quite a problem in our days..If nobody will take action this trend will continue!
RispondiEliminaHello Benny!
RispondiEliminaYou're right, unfortunately, but we hope for a turnaround soon.
Namaste