Ignorate gli allarmisti anti soia
La bufala anti-soia smascherata nei dettagli: diffidate da chi la diffonde!
Riportiamo questo interessante articolo della dottoressa Justine Butler pubblicato il primo luglio 2010 sul quotidiano inglese The Guardian, che va ad analizzare nel dettaglio la famigerata "bufala anti-soia" che ormai da anni ci perseguita. Diffidate dunque da tutti coloro che la diffondono, sia che si tratti di siti che si occupano genericamente di "salute" senza in realtà saperne molto, sia di siti o associazioni vegetariane.
La dottoressa Butler è la responsabile del settore salute presso la Vegetarian & Vegan Foundation (Regno Unito).
Buona lettura!
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Ignorate gli allarmisti anti soia
Non c'è alcuna prova che la soia sia dannosa per gli esseri umani. Al contrario, sia noi che il pianeta trarremmo enormi benefici se ne consumassimo di più
L'ultima volta che sono stata intervistata a Radio London della BBC, il presentatore mi ha chiesto se i cibi a base di soia fossero sicuri, e poi è scoppiato a ridere dicendo che non voleva che gli crescesse il seno. Mi è stato chiesto se la soia è sicura per i bambini piccoli, se può interferire con la tiroide, se contribuisce alla deforestazione, alcuni pensano addirittura che possa causare il cancro...
La soia divide gli animi, o si è a favore, o si è contro. Questo umile legume è davvero un fagiolo infernale, o è la brigata anti-soia che usa storie spaventose e pseudoscienza per sostenere i propri interessi? Se si cerca bene tra le fonti, appare chiaro che la maggior parte delle storie anti-soia si possono far risalire a un unico gruppo statunitense, chiamato Fondazione Weston A Price (WAPF).
La WAPF sostiene di avere come scopo la promosione di una nutrizione corretta, reinserendo nella dieta prodotti animali "densi di nutrienti" - in particolare il latte crudo non pastorizzato. Questa fondazione sostiene che i grassi saturi animali sono essenziali per una buona salute e che l'introduzione di grassi animali e alti livelli di colesterolo non hanno alcuna correlazione con le malattie cardiovascolari e il cancro. Dichiarano che i vegetariani hanno un'aspettativa di vita inferiore a quella dei carnivori e che storicamente gli esseri umani hanno sempre mangiato grandi quantità di grassi animali. Tutto questo, naturalmente, contraddice le affermazioni di tutte le maggiori istituzioni per la salute esitenti al mondo, tra cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'Associazione dei Dietisti Americani, e l'Associazione Medica Britannica.
Questo gruppo estremista americano è solito citare studi senza solide basi scientifiche per promuovere il proprio punto di vista e ha influenzato un gran numero di consumatori, facendo credere loro che la soia sia una specie di paria dell'alimentazione.
Questa storia sulla soia risale ai primi anni novanta: in Nuova Zelanda un avvocato milionario, Richard James, contattò un tossicologo, Mike Fitzpatrick e gli chiese di investigare sulle cause della morte dei suoi costosi pappagalli (il tutto suona molto Monty Pythom, lo so). Comunque, Fitzpatrick concluse che era colpa della soia che mangiavano e da quel momento iniziò una decisa campagna contro la soia come cibo per gli esseri umani - il che non ha senso, perché le persone mangiano soia da 3000 anni.
Sono stata intervistata da Radio Nuova Zelanda assieme a Mike Fitzpatrick, che laggiù sta conducendo la sua campagna anti-soia. E' stato così agressivo che la radio non ha potuto mandare in onda l'intervista. Fitzpatrick è un sostenitore della fondazione sopra citata, la WAPF (è un membro onorario del direttivo).
Un altro sostenitore di questa organizzazione è un certo Dr Stephen Byrnes, che ha pubblicato un articolo su The Ecologist sostenendo che il vegetarismo non è salutare e che distrugge l'ambiente. Si vantava della sua dieta ad alto contenuto di prodotti animali e della sua robustissima salute - e, sfortunatamente, è morto di ictus a 42 anni. Nel suo articolo c'erano oltre 40 inaccuratezze scientifiche, comprese citazioni sbagliate di studi scientifici. Tra l'altro, il direttore della rivista, Zac Goldsmith, è anche lui un membro onorario del direttivo della WAPF.
Un altro sostenitore dell'organizzazione, il medico dr. Kaayla Daniel, che fa parte del consiglio direttivo, ha scritto un intero libro contro la soia (La storia completa della soia). E' curioso che questo gruppo passi più tempo ad attaccare la soia che a promuovere i cibi che secondo loro dovremmo mangiare (latte crudo, panna, formaggio, uova, fegato, ecc.).
Una delle preoccupazioni che sollevano sulla soia è che i fitoestrogeni (ormoni delle piante) che si trovano nei cibi a base di soia possano disturbare lo sviluppo sessuale e influire sulla fertilità. Se ci fosse una reale evidenza di questo problema, il governo britannico avrebbe vietato le forumalazioni per l'infanzia a base di soia o almeno diffuso degli avvertimenti.
Perfino dopo aver commissionato una investigazione - il cui dossier finale era un documento di 440 pagine - sulla sicurezza della soia, non hanno emesso questo avvertimento, semplicemente perché non vi è alcuna evidenza che la soia abbia effetti dannosi. Nel 2003, il rapporto del Comitato sulla tossicità del Dipartimento della Salute affermava che non c'era alcuna evidenza che le persone che consumavano regolarmente alte quantità di soia, come i cinesi e i giapponesi, avessero uno sviluppo sessuale alterato o problemi di fertilità. Occorre ricordare che la Cina è la nazione più popolosa del mondo, con oltre 1,3 miliardi di cittadini, e che da 3.000 anni consumano soia.
In realtà, dunque, non esiste alcuna prova scientifica che il consumo di soia sia dannoso per gli esseri umani. La maggior parte di quanto la WAPF afferma è semplice aneddotica (vale a dire sono racconti di singole persone, senza alcuno studio scientifico che le sostenga), oppure sono affermazioni false oppure basate su esperimenti su animali, quindi non scientifici. Prima di tutto, i fitoestrogeni si comportano in modo molto diverso nelle diverse specie, e quindi gli studi su animali non sono applicabili agli umani. In secondo luogo, l'intestino fa da barriera contro i fitoestrogeni, quindi aumentare a dismisura in modo artificiale i livelli di fitoestrogeni negli animali tramite iniezione, fornisce risultati irrilevanti. Infine, molti di questi esperimenti hanno esposto gli animali a livelli di fitoestrogeni molto molto più alti di quelli assorbiti dalle persone mangiando soia.
Ormai un numero sempre maggiore di medici e scienziati riconoscono che i risultati degli esperimenti sugli animali non dovrebbero essere usati come basi per le decisioni sulla salute pubblica. Il dr. Kenneth Setchell, professore di pediatria al Cincinnati Children's Hospital, afferma che topi, ratti e scimmie metabolizzano gli isoflavoni della soia in modo diverso dagli esseri umani e che l'unico modello appropriato per esaminare lo sviluppo riproduttivo umano è il lattante umano. Dato che il 25% dei lattanti negli USA sono nutriti con formule a base di soia e che molti di loro ormai sono intorno ai 40 anni, l'assenza di qualsiasi segnalazione di effetti nocivi suggerisce che non vi sia alcun problema, né biologico né clinico.
Al contrario, i fagioli di soia contengono un ampio spettro di nutrienti preziosi e sono una fonte eccellente di proteine. Le evidenze scientifiche dimostrano che le proteine della soia abbassano il colesterolo e proteggono dalle malattie cardiovascolari. I cibi a base di soia proteggono dal diabete, dalle vampate di calore della menopausa e da alcuni tipi di cancro. Ci sono buone evidenze che mangiare soia nell'adolescenza e nell'età adulta diminuisca il rischio di cancro al seno. Scoperte più recenti hanno mostrato che questo effetto protettivo della soia vale anche per le donne cui è già stato diagnosticato il cancro al seno. I cibi a base di soia possono inoltre aumentare la salute dell'osso e le capacità cognitive in alcune persone. Il numero di studi scientifici solidi (peer-reviewed) che riportano effetti benefici della soia è in continuo aumento.
Come ultima spiaggia, i detrattori della soia hanno tentato di condannarne il consumo citando l'impatto ambientale della coltivazione di soia nella foresta pluviale amazzonica. Hanno del tutto ragione a essere preoccupati, ma il problema non sono le persone che mangiano la soia: l'80% della soia prodotta nel mondo viene usata come mangime per gli animali d'allevamento per la produzione di carne e latticini.
Sia la foresta pluviale che la nostra salute trarrebbero enormi vantaggi se le persone passassero dai cibi animali ai cibi vegetali, soia inclusa.
La prossima volta che sentite una storia stupida sulla soia, che la accusa di creare problemi alla salute umana o all'ambiente, chiedete dove sono le prove.
Fonte:
Justine Butler, su The Guardian, Ignore the anti-soya scaremongers, 1 luglio 2010
Si ringrazia l'autrice, la dottoressa Justine Butler, per averci accordato il permesso per tradurre in italiano e pubblicare questo articolo.
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Societa' Scientifica di Nutrizione Vegetariana