lunedì 31 gennaio 2011

Mohamed ElBaradei: il Pifferaio Magico globalista della rivolta egiziana

tratto e tradotto da: ilupidieinstein.blogspot 
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di Paul Joseph Watson
Prison Planet.com

Vi presento il nuovo boss, uguale al vecchio boss: Soros e Brzezinski si preparano a dirottare la rivoluzione
La rivolta in Egitto è un movimento di persone organicamente guidato  per cacciare un dittatore, ripristinare le libertà universali, e lottare per liberare il paese dalle grinfie del complesso militare-industriale, ma l'uomo che ora si dispone a formare un nuovo governo è un pifferaio magico che lavora per gli stessi globalisti  e per le stesse ONG che l'autocrate leader Hosni Mubarak ha diligentemente servito per quasi 30 anni.
Non ingannatevi, sotto il regime attuale l'Egitto è uno stato vassallo del nuovo ordine mondiale. Sotto Mubarak, il paese riceve circa 2 miliardi di dollari di aiuti ogni anno dagli Stati Uniti, secondo solo a Israele. Inoltre, l'Egitto paga 1,1 milioni di dollari ogni anno al Gruppo Podestà , un'organizzazione strettamente legata all'amministrazione Obama, che agisce come "agenti stranieri" per il regime di Mubarak.

Un giorno di guerra o un anno di cure?

di Alessandro Ingaria
 
Lettera aperta di un operatore Emergency in Afghanistan sul rifinanziamento della missione militare italiana.

Due milioni di euro al giorno il costo della missione militare italiana in Afghanistan. E' questo l'ultimo rifinanziamento della guerra approvato per ora dalla Camera dei Deputati, verosimilmente composta da persone che probabilmente non sanno nemmeno con quali Stati confina l'Afghanistan o se sia bagnato dal mare.
Due milioni è anche il costo annuo di un ospedale di Emergency in Afghanistan (ce ne sono tre: a Kabul, ad Anabah e a Lashkargah). In un anno, con gli stessi soldi spesi dall'Italia per la guerra, si potrebbero far funzionare trecentosessantacinque ospedali, tutti di alto livello e completamente gratuiti per la popolazione. Con quei soldi, forse si potrebbe passare alla storia per aver cambiato il destino di un Paese.
L'Italia, con i suoi due milioni di euro al giorno, non passerà alla storia: questa scelta verrà probabilmente ricordata, un giorno, solo come un errore, una violazione dell'articolo 11 della Costituzione, qualcosa che si poteva evitare. Forse in questo sta la differenza tra la civiltà e l'ignoranza: saper spendere i soldi nel modo giusto.

UN ANNO RISCHIOSO DA VIVERE


DI MICHAEL T. KLARE
tomdispatch.com

L'aumento dei prezzi delle merci e gli eventi metereologici estremi minacciano la stabilità globale.

Prepariamoci ad un anno difficile. D'ora in avanti, è probabile che l'aumento dei prezzi, le forti tempeste, gravi siccità e inondazioni e altri eventi inaspettati sconvolgeranno la struttura della società globale, originando caos e tensione politica. Iniziamo con un semplice fatto: i prezzi degli alimenti di base stanno già raggiungendo o superando i loro picchi del 2008, anno in gravi tumulti scoppiarono in dozzine di Paesi in tutto il mondo.

Non c'è da stupirsi, quindi, che gli esperti alimentari ed energetici stiano cominciando a metterci in guardia del fatto che il 2011 potrebbe essere una anno rischioso da vivere - - e potrebbero esserlo il 2012, il 2013, e avanti così. Aggiungiamo all'impennata del costo del grano, che offre sostentamento a molte persone povere, un analogo aumento del prezzo del petrolio - - che si avvicina nuovamente a livelli che non si vedevano dal picco del 2008 - - e si potranno già avvertire i primi segnali dell'imminente pericolo di crollo in cui si trova la debole ripresa economica. E poi pensiamo agli aumenti dei prezzi dell'energia, che non fanno altro che incrementare il discontento globale.

domenica 30 gennaio 2011

Paragonare...Osho

Paragonare è una malattia, una delle più grandi. Sin dal principio ci insegnano a fare confronti. Tua madre ti paragona ad altri bambini, e così anche tuo padre. L’insegnante dice: “Guarda Johnny quanto è bravo, e tu non combini nulla!”.

Sin dall’inizio ci dicono di paragonarci agli altri. È la malattia più grave; è come un cancro che distrugge la tua anima. Ogni individuo è unico, i confronti non sono possibili. Io sono me stesso e tu sei te stesso. 
Non c’è nessuno al mondo con cui ci si possa paragonare. Paragoni forse una margherita con una rosa? Non lo fai. 
Paragoni un mango con una mela? Non lo fai. Sai che sono diversi e il confronto non è possibile.

L’uomo non è una specie; ogni uomo è unico. Non è mai esistito un individuo come te prima d’ora e non esisterà mai. 
Sei del tutto unico, questo è il tuo privilegio, la tua prerogativa, la benedizione della vita: ti ha fatto unico.
 

Osho, Excerpted from: From Darkness to Light, chapter 5

Neonati africani cavie del vaccino di US Army Africa e Glaxo


scritto da A.Mazzeo
 
Per lo sviluppo del programma sono già stati investiti più di 500 milioni di dollari e lavorano fianco a fianco i ricercatori di un colosso mondiale del settore farmaceutico e i migliori medici delle forze armate USA. Sponsor, l’onnipotente padrone delle nuove tecnologie informatiche. Si tratta della sperimentazione di un nuovo vaccino contro la malaria, nome in codice “RTS,S/ASO2”. Una speciale unità dell’esercito statunitense in Kenya (USAMRU-K) e la multinazionale britannica GlaxoSmithKline (GSK) stanno eseguendo decine di migliaia di test su bambini e neonati in alcuni dei villaggi più poveri del continente africano. Il tutto sotto l’occhio vigile di US Army Africa, il comando delle forze militari terrestri in Africa istituito a Vicenza che tra gli scopi annovera il “supporto delle missioni mediche di US Army nel continente nero”.

Sud Africa: più di uno "stupro correttivo" al giorno

 Foto: Gayrights

Il Sud Africa, la nazione vetrina dei primi mondiali di calcio nella storia dell’Africa, rispettato in tutto il mondo per il suo impegno post apartheid e contro le discriminazioni è in queste settimane alle prese con la storia di Millicent Gaika: legata, strangolata, torturata e stuprata per cinque ore di seguito da un uomo che sosteneva di "curarla" dalla sua omosessualità. Nonostante la patria di Madiba sia stato il primo paese ad aver dichiarato fuorilegge nella sua Costituzione la discriminazione su base sessuale, solo a Città del Capo l'organizzazione locale Luleki Sizwe ha registrato più di uno "stupro correttivo" al giorno, e l'impunità su questa vile pratica regna ancora sovrana.
Lo “stupro correttivo”, l'orrenda pratica di stupro delle lesbiche nel tentativo di “curare” la loro omosessualità, sta drammaticamente riportando il Sud Africa, dopo la vetrina dei mondiali di calcio, all’attenzione delle cronache internazionali. A provare a far conoscere una delle tante storie di questo crimine è il network Avaaz che in queste settimane ha lanciato una campagna, sostenuta da una raccolta di firme internazionale partendo dal drammatico caso di Millicent Gaika: legata, strangolata, torturata e stuprata per cinque ore di seguito da un uomo che sosteneva di “curarla” dalla sua omosessualità.

sabato 29 gennaio 2011

Pakistan, a sei mesi dal monsone 90 mila bambini soffrono ancora la fame

Lo ha riferito l'Unicef che, in collaborazione con il governo federale del Sindh, è impegnata a fronteggiare il problema.
 

Dopo sei mesi dalle inondazioni che hanno devastato il Pakistan, quasi un quarto dei bambini della provincia del Sindh è vittima della malnutrizione. Lo riferisce l'Unicef, secondo cui le stime del governo del Sindh parlano di circa 90 mila bambini, tra i 6 mesi e i tre anni, che versano in difficili condizioni di alimentazione.
In un comunicato, l'agenzia Onu ha espresso il suo sconcerto e ha riferito della sua collaborazione con il governo provinciale e federale al fine di arginare il problema. Il monsone che ha colpito nel luglio e agosto scorsi il Pakistan ha coinvolto 20 milioni di persone, distrutto 1.7 milioni di abitazioni e danneggiato 5.4 milioni di acri di terra coltivabile.

http://it.peacereporter.net/articolo/26584/Pakistan%2C+a+sei+mesi+dal+monsone+90+mila+bambini+soffrono+ancora+la+fame

Russia, il vento fa il suo giro

 
Exxon Mobil e Bp, ostili fino a qualche anno fa, oggi entrano nel mercato energetico russo dalla porta principale.

 Il vento fa il suo giro, nella Russia di Putin. Ciò che non riuscì a Khodorkovski otto anni fa riesce oggi alla Rosneft di Igor Sechin. L'accordo per lo sfruttamento dei giacimenti del Mar Nero, raggiunto a Davos tra il colosso petrolifero russo e la Exxon Mobil, è l'usurpazione di un sogno. Quello di entrare nei mercati energetici occidentali attraverso il lasciapassare delle risorse. Un'intesa che fa il paio col contratto milionario siglato da Rosneft con Bp venti giorni fa, e rappresenta l'esempio di come il mercato, e la volontà bruta del Cremlino, in Russia non conoscano ostacoli. La Exxon, tramite la costituzione di una società con Rosneft (33 percento la prima, 66 la seconda) avrà accesso all'esplorazione offshore a Tuapse Trough, pari a 11.200 chilometri quadrati, lungo la costa del Mar Nero che costeggia la regione di Krasnodar.

venerdì 28 gennaio 2011

Egitto, il giorno più atteso

 
Rania, 30 anni, racconta paure e speranze in vista della grande manifestazione contro Mubarak.

Mi chiamo Rania Aala, ho trent'anni, e da quando sono nata ho sempre visto Mubarak al governo, sempre. E' frustrante per la mia generazione. Il partito al governo, l'Npd pensa che siccome ci sono quaranta milioni di poveri in questo Paese, allora siamo tutti ignoranti, politicamente incompetenti, senza leadership. Anche i capi della cosiddetta 'opposizione' si sono comportati come se noi non esistessimo. Ci hanno lasciato fuori dall'equazione e sono diventati tristi, ridicolmente oppressivi. Il picco della nostra frustrazione si è verificato in occasione di due fatti: le dichiarazioni di Gamal Mubarak, che vuol correre per la presidenza dopo il padre, uccidendo così tutte le nostre speranze per un futuro democratico e facendoci sentire impotenti e sconfitti, e i colossali brogli elettorali alle scorse parlamentari, che hanno dato un sonoro schiaffo alla nostra dignità.

giovedì 27 gennaio 2011

Spagna, denuncia contro la scomparsa di 261 bambini durante il franchismo

 
Di fronte alla Procura di Madrid oggi si sono radunate circa duecento persone per chiedere che sia fatta giustizia.

Ducentosessantuno bambini sarebbero scomparsi durante gli anni del regime franchista in Spagna. E' questa la denuncia lanciata oggi dall'Associazione nazionale delle vittime delle adozioni irregolari (Anadir), che chiede al procuratore generale dello stato l'apertura di una inchiesta.
Di fronte alla Procura di Madrid oggi si sono radunate circa 200 persone per chiedere che sia fatta giustizia e che le indagini consentano loro di ricongiungersi con i loro figli, fratelli o con i veri genitori. Il procuratore dello stato Candido Conde-Pumpido non ha voluto però ricevere la delegazione dell'associazione delle vittime.
Nella denuncia si legge che esistono indizi di reati di traffico di bambini, falsificazione di documenti, simulazione di parto, sequestro e detenzione che non cadono in prescrizione, oltre a prove dei reati, come certificati di nascita falsi e testimonianze di svariate persone.
Questi furti vennero commessi all'inizio dal regime e ai danni delle famiglie repubblicane, ma continuarono poi indistintamente negli ospedali fino agli anni Ottanta.

http://it.peacereporter.net/articolo/26554/Spagna%2C+denuncia+contro+la+scomparsa+di+261+bambini+durante+il+franchismo

Egitto: verso la fine della “dittatura morbida” del faraone Mubarak?

Si allarga come una macchia d’olio anche all’ombra delle piramidi l’onda delle proteste che nei giorni scorsi hanno scosso Tunisia, Algeria e Libano. Nella giornata di martedì, al Cairo, migliaia di persone, (10mila secondo il ministero dell’Interno, 25mila secondo gli organizzatori), sono scese in strada per protestare contro il presidente Hosni Mubarak. Al grido “fuori, fuori, fuori” e “vattene, vattene”, i manifestanti hanno attraversato le principali arterie della capitale in modo pacifico, finché, nella centrale piazza Tahrir, le forze dell’ordine sono intervenute in maniera massiccia. Nella confusione degli scontri un poliziotto è morto calpestato sul grande vialone che costeggia la sede del Parlamento e sfocia sulla grande spianata, dove i manifestanti si erano dati appuntamento.

Fortezza Davos

da PeaceReporter
di Enrico Piovesana
 
Completamente militarizzata la località sciistica svizzera che ospita il World Economic Forum

Cinquemila soldati armati di fucili di precisione, sci e motoslitte in pattuglia tra i boschi innevati, radar militari che spuntano tra le cime imbiancate degli abeti, lunghi rotoli di filo spinato distesi nella neve, elicotteri che sorvegliano dall'alto con telecamere e rivelatori termici. Cartelli con sagome di soldati con su scritto ''Stop. State entrando in una zona sorvegliata militarmente. Fermarsi all'alt e seguire gli ordini della truppa, che dispone di poteri di polizia e in caso estremo aprirà il fuoco''.
In questi giorni la località sciistica di Davos, in Svizzera, sembra una zona di guerra. O il set cinematografico di uno di quei film di 007 in cui James Bond affronta tra i boschi alpini l'agguerrito esercito privato dispiegato dalla malvagia Spectre a protezione del suo bunker segreto.

8 TEORIE COMPLOTTISTICHE SULLA SALUTE

CHE I MEDIA MAINSTREAM SONO STATI OBBLIGATI AD AMMETTERE ESSERE EFFETTIVAMENTE VERE


FONTE: ENDOFAMERICANDREAM.COM

Chi ne sa di più sulla salute - i media mainstream o quelli che credono nelle "teorie della cospirazione"?

Bene, la verità è che dopo tempo e tempo, quelli dei "media alternativi" e quelli delle "teorie cospirative" hanno dimostrato di essere molto più avanti di quelli dei media principali su questioni di salute. Purtroppo i media mainstream ricevono così tanti finanziamenti e così tanti dollari in pubblicità provenienti dall' industria farmaceutica, da quella medica, dalle grandi compagnie chimiche, e dal business delle assicurazioni sanitarie, che sono diventati estremamente cauti nel riportare qualsiasi informazione che possa risultare dannosa per loro. Così, per anni, i principali media si sono generalmente rifiutati di parlare dei pericoli provenienti da cose come: il floruro, l' aspartame, i farmaci da prescrizione, le colture geneticamente modificate, e i telefoni cellulari. Ora che i media alternativi stanno facendo così tanto rumore, da così tanto tempo, su questi fatti di salute, il mainstream è stato forzato ad ammettere che alcune di queste "teorie complottistiche" sono effettivamente vere.
Non che i media mainstream di colpo abbiano voltano le spalle ai giganti della finanza, che gli pompano nelle tasche miliardi di dollari, ma la verità è che stiamo cominciando a vedere un briciolo di onestà in più nei report sui problemi di salute da parte del mainstram in questi giorni.

sabato 15 gennaio 2011



Sto traslocandooooooooo......per qualche tempo non sarò on-line, per cui eventuali commenti verranno moderati non appena mi sarà ripristinato il collegamento ADSL, mi hanno garantito pochi giorni sarà vero?????
Speriamo di sì....mi mancherete!!!!!
Un abbraccio forte a tutti....a prestissimooooooo.....

NAMASTÈ



Liberati 36 beagle da Harlan-Interfauna in Spagna


Fonte: Coordinamento Fermare Green Hill

Riportiamo con grande gioia (a distanza di pochi giorni dalla pubblicazione della liberazione dei 5 cani beagle che subivano esperimenti alla Recordati, cliente di Green Hill) la notizia della liberazione di ben 36 cani beagle da un allevamento di Harlan-Interfauna situato in Spagna, realizzata la notte del primo gennaio 2011.
L’azione è stata rivendicata da attivisti simpatizzanti di Igualdad Animal, associazione spagnola abolizionista molto attiva sia a livello nazionale che internazionale. Nel comunicato diffuso dagli attivisti c’è anche una menzione a Green Hill e a Marshall, a sottintendere quanto anche a livello internazionale sia talmente importante e sentita la battaglia che stiamo portando avanti in Italia.
Auspicando che possano avvenire sempre più azioni del genere che portino al recupero di animali il cui destino sembra segnato, dobbiamo continuare a lottare perchè la vivisezione e qualsiasi forma di sfruttamento animale cessino totalmente, fino a quel giorno ameremo poter sapere di animali che vengono portati in salvo, con immagini e suoni simbolo anche di coloro che purtroppo non possono essere ancora salvati.


E’ probabile che nei prossimi giorni sia possibile visionare il video con sottotitoli in italiano, nel frattempo vi invitiamo a visionare quello originale in spagnolo.

Traduzione del comunicato:

venerdì 14 gennaio 2011

Cozze e ostriche alla diossina, allarme a Taranto


Dopo i mangimi, le uova e la carne suina contaminata scoperti in Germania, scatta ora l'allarme diossina anche per i molluschi di Taranto. Come rilevato dalle analisi commissionate dal Fondo antidiossina del capoluogo jonico al laboratorio Inca (Consorzio Interuniversitario Nazionale di chimica per l'ambiente) di Venezia, cozze e ostriche prelevate dai fondali del Mar Piccolo presentano una concentrazione di diossina e policlorobifenili che raggiunge i 13,5 picogrammi per grammo quando la legge fissa un limite di 8. E' stato riscontrato quindi uno sforamento del +69%.
Tali risultati sono stati resi noti ieri durante una conferenza stampa dal presidente del Fondo Antidiossina, Fabio Matacchiera e Alessandro Marescotti, presidente provinciale di Peacelink, che affianca la onlus tarantina nella ricerca.

Diossina, l’emergenza continua


LO SCANDALO. Il ministro dell’Agricoltura tedesco, Ilse Aigner, annuncerà oggi controlli più rigidi sui prodotti alimentari e sui mangimi animali in seguito allo scandalo delle uova alla diossina. 

Il ministro dell’Agricoltura tedesco, Ilse Aigner, annuncerà oggi controlli più rigidi sui prodotti alimentari e sui mangimi animali in seguito allo scandalo delle uova alla diossina. Secondo indiscrezioni, il piano conterrà standard più stringenti per i produttori. Intanto, in Italia, il ministro della Salute Fazio rassicura: «Attualmente non risulta alcuna positività». Il ministro ha precisato che sulle derrate alimentari tedesche i Nas hanno avviato controlli sul latte in polvere e ora ci saranno verifiche sui prodotti derivati dalle uova e sui suini vivi. I consumatori intanto si chiedono come identificare quelle non inquinate. 

L’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori (Aduc) consiglia di «sospendere l’acquisto di uova timbrate DE in questi giorni» e spiega cosa significa il codice. Un esempio: 2 IT 573 FC 001. Il numero 2 indica il tipo di allevamento, che può essere 0 (biologico), 1 (all’aperto), 2 (a terra) e 3 (in gabbia). La sigla IT (Italia) indica il Paese di produzione; 573 è codice Istat del Comune di produzione; FC la Provincia di produzione e 001 il codice dell’allevamento.

http://www.terranews.it/news/2011/01/diossina-l%E2%80%99emergenza-continua

Punta Arenas: sciopero contro l'aumento del gas

 
Il racconto di una protesta massiccia e pacifica che blocca in parte anche lo stretto di Magellano.
 
Da Punta Arenas
Stanislao Cuzzocrea

Piove a Punta Arenas, Cile. Alle 22:30, dopo un giorno di viaggio, l'autista del bus che ci porta da Ushuaia alla città cilena entra dalla porta della cabina riservata al conducente e ci dice che più di così non si può, "non è possibile andare avanti". La strada che porta al centro è bloccata da camion parcheggiati di traverso.
Da quattro giorni la regione di Magallanes è bloccata da uno sciopero generale per l'aumento del gas e del combustibile:  a protestare sono camionisti, pescatori, operai, da quattro giorni per strada a bloccare ogni accesso alle città di Punta Arenas, Puerto Natales oltre che l'aeroporto. Incuranti dell'acqua, del freddo e della fame non hanno intenzione di muoversi e non lasciano passare né turisti né locali. Piccoli fuochi accesi per strada riscaldano gli scioperanti e illuminano i picchetti. Decine di turisti e abitanti del posto camminano per chilometri dal blocco stradale verso il centro, a piedi, sotto la pioggia.

Scuola: 8 euro per fare tutto.

tratto da : Megachip

di Anna Angelucci. Una lettera a MicroMega.

Spulciando tra le circolari e i documenti in sala professori, prima di Natale gli insegnanti potevano leggere la lettera aperta inviata dal segretario generale della FLC CGIL, Domenico Pantaleo, sul ripristino dei fondi per il finanziamento ordinario delle scuole: 120 milioni di euro, che il MIUR si è impegnato a erogare per il funzionamento didattico e amministrativo dell’anno scolastico in corso. Perché un ripristino? Ripercorriamo brevemente la storia.

Con il D. M. n. 21 del 1 marzo 2007, l’allora ministro Fioroni decretava l’assegnazione di una dotazione finanziaria annuale alle istituzioni scolastiche statali autonome, indicandone criteri e parametri in apposite tabelle allegate. Tuttavia negli ultimi due anni, il 2008/9 e il 2009/10, i fondi per il funzionamento didattico e amministrativo alle scuole statali non sono mai arrivati, coerentemente con il taglio di circa otto miliardi di euro decretato dal governo Berlusconi con la legge 133 del 2008, in corso di realizzazione attraverso il triennale piano programmatico attuativo.

CONSULTA: SI' A 2 REFERENDUM SU ACQUA E 1 SU NUCLEARE


da yaku.eu

Sì della Consulta, adesso la parola ai cittadini

La Corte Costituzionale ha ammesso due quesiti referendari proposti dai movimenti per l'acqua. A primavera gli uomini e le donne di questo paese decideranno su un bene essenziale. La vittoria dei “sì” porterà ad invertire la rotta sulla gestione dei servizi idrici e più in generale su tutti i beni comuni.
Attendiamo le motivazione della Consulta sulla mancata ammissione del terzo quesito, ma è già chiaro che questa decisione nulla toglie alla battaglia per la ripubblicizzazione dell'acqua e che rimane intatta la forte valenza politica dei referendum.
Il Comitato Promotore oggi più che mai esige un immediato provvedimento di moratoria sulle scadenze del Decreto Ronchi e sull'abrogazione degli AATO, un necessario atto di democrazia perché a decidere sull'acqua siano davvero gli italiani.
Il Comitato Promotore attiverà tutti i contatti istituzionali necessari per chiedere che la data del voto referendario coincida con quella delle elezioni amministrative della prossima primavera.
Da oggi inizia l'ultima tappa, siamo sicuri che le migliori energie di questo paese non si tireranno indietro.

Brasile, inondazioni causano 500 vittime e decine di migliaia di sfollati


Le piogge torrenziali che hanno devastato la regione dello Stato di Rio de Janeiro hanno causato più di 500 morti, una situazione definita "molto drammatica" dalla stessa presidente Dilma Rousseff, che ha sorvolato la regione per vedere personalmente l'entità del disastro. Secondo l'ultimo bilancio della Protezione Civile, la tragedia ha lasciato oltre 10mila senzatetto e una cifra ancora non precisata di dispersi. Secondo i media brasiliani, la tragedia della regione di Serrana è "il piu' grande disastro nella storia del Paese", peggiore della colata di fango che, nel 1967, travolse una cittadina costiera, Caraguatatuba, uccidendo 436 persone. I soccorritori sono finalmente arrivati in molti dei villaggi travolti dal fango e che erano finora rimasti tagliati fuori a causa dei ponti crollati e degli smottamenti sulle strade; e il timore è che il bilancio sia destinato a salire. Gli sforzi per trovare i superstiti sono ostacolati dalle ulteriori frane perché la pioggia continua a cadere sulla regione rendendo il terreno molto instabile. Rousseff, che ha sorvolato l'area in elicottero, ha detto di aver visto una situazione "devastante" e che le scene sono "scioccanti". Solo le tempeste di mercoledì mattina hanno scaricato sull'area in poche ore, prima dell'alba, l'equivalente di un mese di pioggia, distruggendo case, strade, ponti e abbattendo linee telefoniche ed elettriche. Le città più colpite sono state Nova Friburgo, Teresopolis e Petropolis. Chiese e stazioni di polizia sono state trasformate in obitori improvvisati.

http://it.peacereporter.net/articolo/26310/Brasile%2C+inondazioni+causano+500+vittime+e+decine+di+migliaia+di+sfollati

“Tanto voi che la pensate così siete in minoranza. Per fortuna.”


fonte: http://vegamami.altervista.org/

Animali umani, animali non umani…non c’è differenza.
Se i bambini avessero la pelliccia bianca da neonati li scuoierebbero? Perchè è questo che fanno ai cuccioli di foca. Proviamo a domandarlo a queste donne impellicciate che si vantano di pensare coma la “maggioranza” della gente normale.
Se il loro cane avesse la faccia di un maiale lo mangerebbero?
Se il loro gatto fosse una lepre lo cucinerebbero?
Finchè ci rifugiamo nelle mura protettive della “cultura” maggioritaria, che dice cosa si può e cosa non si può fare, cosa si può e cosa non si può mangiare…nulla cambierà mai. Dobbiamo abbattere queste mura e osservare con i nostri occhi: un uomo, un bambino, un gatto, un coniglio, una lepre, un visone. Quali le differenze? Respirano, pensano, amano. In realtà la cultura ci insegna che è “giusto” che l’uomo cacci la lepre, che il gatto e il bambino stiano protetti in casa, mentre il coniglio nel forno con le patate e il visone allevato in gabbia. Qualcuno denuncerà chi uccide una lepre, chi mangia un coniglio o chi compra una pelliccia? No.
Solo noi abbiamo il potere di vedere con i nostri occhi. E decidere.
Vedere fa male: vedere ti obbliga ad agire di conseguenza.

Boscimani, lotta per la vita

Il popolo africano, il 17 gennaio, davanti alla Corte per l'accesso all'acqua

La data è fissata: il 17 gennaio prossimo la Corte d'Appello dello stato africano del Botswana celebrerà la prima udienza per decidere se la popolazione dei Boscimani del Kalahari ha diritto all'acqua.
Questo antico popolo ha già dimostrato di saper lottare contro una modernità che per loro, troppo spesso, ha avuto solo il volto dell'abuso e della violenza. Nel 2002, infatti, i Boscimani hanno vinto un processo storico, ottenendo una sentenza favorevole al loro ritorno nelle terre ancestrali, quelle adesso occupate dalla Central Kalahari Game Reserve. La corte ha posto così fine agli sfratti forzati che i Boscimani hanno subito in questi anni.

Nel 2010, però, la Corte Suprema del Paese ha negato loro l'accesso al pozzo dove, da sempre, i Boscimani prendono l'acqua per vivere. Non si sono persi d'animo e, memori della vittoria del 2002, hanno presentato ricorso. Con ottime possibilità di vittoria, considerato che la sentenza che nega l'accesso al pozzo è arrivata una settimana prima che le Nazioni Unite - in colpevole ritardo - sancissero l'accesso all'acqua come un diritto umano.

giovedì 13 gennaio 2011

Assassinata in Messico Susana Chavez


È stata assassinata a Ciudad Juarez in Messico la poetessa e militante messicana per i diritti delle donne Susana Chavez, 36 anni, che aveva coniato lo slogan “nemmeno una morta in più”, in riferimento alle oltre 350 donne uccise negli ultimi anni a Ciudad Juarez, la città più violenta del Messico. Il suo cadavere, con una mano mozzata, è stato trovato con la testa avvolta in una borsa nera in un quartiere popolare della periferia. Lo hanno reso noto oggi i media. L’omicidio di Susana Chavez, molto nota per aver partecipato alla tante proteste contro l’uccisione (“feminicidio”) e la scomparsa di almeno 400 donne della sua città, risale al 7 gennaio, ma il suo corpo è stato identificato solo lunedì dai familiari. I tre presunti assassini, tre ragazzi di 17 anni, sono stati arrestati. Sui motivi del delitto la Commissione statale per i diritti umani (Cedh) e la procura della repubblica locale divergono. La prima sostiene che è stata strangolata dai ragazzi che, apparentemente, hanno tentato di violentarla. La Commissione riferisce che, secondo la madre, Susana era uscita di casa per andare a trovare delle amiche ed è stata uccisa durante il tragitto. Per contro, il locale procuratore delle repubblica, Carlos Manuel Salas, ha assicurato ad un canale tv che la donna era uscita di casa ubriaca e si era diretta in un bar dove si trovavano i tre ragazzi, ubriachi e drogati. Questi hanno finito per ucciderla e sono stati arrestati “in flagrante”. Con la morte di Susana Chavez salgono a 13 i militanti per i diritti umani uccisi dal 2009 a Ciudad Juarez. Una di loro, Marisela Escobedo, è stata assassinata lo scorso dicembre mentre si trovava davanti al Palazzo di giustizia, dove si era recata un’ennesima volta per protestare contro i tre giudici che avevano assolto un giovane che, nel 2008, aveva ucciso sua figlia. Secondo i media locali, con l’assassinio della poetessa sono già cinque le donne uccise a Ciudad Juarez dall’inizio dell’anno.


Italia, le famiglie rom prendono possesso degli alloggi popolari

Nella sentenza del 20 dicembre, il giudice Bichi ha accolto l'istanza dei nomadi contro il sindaco Moratti, il ministro Maroni e la prefettura milanese
Alcune famiglie rom del campo di via Triboniano si sono già sistemati negli alloggi popolari, che il comune di Milano aveva assegnato loro in un accordo che successivamente si era rifiutato di adempiere.
Il tribunale civile della municipalità, nella sentenza emessa il 20 dicembre, ha infatti obbligato l'amministrazione comunale ad osservare gli impegni presi. Come riferito in un comunicato dalla Casa delle Carità, il giudice Roberto Bichi ha accolto l'istanza promossa dai legali delle dieci famiglie rom contro il sindaco di Milano Letizia Moratti, il ministro dell'Interno Roberto Maroni e il prefetto del capoluogo lombardo. Due famiglie hanno già preso possesso delle abitazioni, si legge nel messaggio, altre due entreranno questo fine settimana mentre altre due ancora a fine mese.
In seguito alla decisione in primo grado del giudice Bichi, che ha lamentato l'atteggiamento discriminatorio della municipalità milanese, Armando Spataro, procuratore aggiunto a Milano, ha aperto un fascicolo penale per analizzare un eventuale profilo di discriminazione razziale. In risposta, gli avvocati Maria Rita Surano e Sabrina Maria Licciardo hanno ribadito "è assurdo che si parli di discriminazione, dal momento che l'amministrazione comunale sta realizzando progetti proprio a favore delle famiglie rom".

Il testamento di Shaban

Un contadino palestinese assassinato dall'esercito israeliano, appena dopo essere stato intervistato da una cooperante italiana
 
scritto per PeaceReporter
da Vittorio Arrigoni
da Gaza City


Un anziano contadino palestinese al lavoro nei campi. Una giovane cooperante italiana che si reca a intervistarlo.
Mentre anche ieri notte caccia F16 ci hanno tirato addosso i loro confetti di morte (tre bombardamenti a sud di Gaza City e uno a Kahn Younis) ho trascritto la registrazione audio dell'ultima intervista a Shaban, anziano contadino ucciso lunedi' da un cecchino subito subito dopo aver incontrato una cooperante italiana.
Il testamento di una vita dedicata all'amore per la sua terra, un amore che alla fine se l'è inghiottito dentro.
Non hai paura degli israeliani che sparano? ''No, non m'importa degli spari. Se succede qualcosa di brutto noi esseri umani moriamo una volta sola, e solo Dio sa quando arriverà la mia ora per morire. Io dormo qui alcune volte e non m' importa di morire, sento sempre i carri armati e bulldozer invadere la mia terra e non mi importa più quello che fanno''.
Cinque minuti dopo aver pronunciato queste frasi dinnanzi ad un registratore acceso, i due cordialmente si congedano.
Poi uno sparo, e la morte rioccupa la scena.

“Questa volta non ci sarà un’Arca di Noè”

Daniela Pastrana intervista lo scrittore e teologo brasiliano Leonardo Boff

fonte: http://ipsnotizie.it/ 
CITTÀ DEL MESSICO (IPS) - “Il mercato non risolverà la crisi ambientale”, sostiene il teologo ed ecologista Leonardo Boff, professore presso l’Università brasiliana dello Stato di Rio de Janeiro. La soluzione, insiste, è nell’etica, e nella battaglia dei popoli originari per cambiare la relazione dell’uomo con la natura.


Boff, che insegna etica, filosofia della religione ed ecologia, è uno dei principali rappresentanti della Teologia della Liberazione, corrente progressista della Chiesa cattolica in America Latina. Ha scritto più di 60 libri e ha dedicato gli ultimi 20 anni a promuovere il movimento verde. 
È stato uno dei 23 promotori della Carta della Terra nel 2000 e, un anno dopo, ha ricevuto il Right Livelihood Award, noto anche come “premio Nobel alternativo”, che viene concesso a personalità di rilievo nella ricerca di soluzioni ai problemi globali più pressanti.
“Se non cambiamo, andremo incontro al peggio... O ci salviamo o moriremo tutti”, ha detto Boff in un’intervista concessa a Tierramérica nella capitale messicana, dopo aver assistito come osservatore alla 16esima Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (COP16) celebrata lo scorso dicembre a Cancún.

mercoledì 12 gennaio 2011

Non solo Tunisi. 80 Paesi a rischio alimentare

tratto da Unimondo.it

L’esercito è schierato a Tunisi, e la “guerra del pane” continua anche in Algeria. Ma i movimenti di protesta scatenati dall’aumento dei beni di prima necessità non sono solo un problema del Nord Africa. Olivier de Schutter, relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all’alimentazione ha detto che sono 80 i Paesi in situazione di deficit alimentare e che «oggi viviamo l’inizio di una crisi alimentare simile a quella del 2008».
Il ministero dell’Agricoltura del Cairo ha giocato d’anticipo e ha cominciato a importare carne dal Kenya e mucche dall’Etiopia. L’Egitto teme di essere il prossimo Paese a esplodere, dopo le violente proteste contro il rincaro dei generi alimentari che da giorni stanno insanguinando Algeria e Tunisia. Il timore è giustificato. Secondo la Fao, in Egitto il prezzo del cibo ha raggiunto un livello record lo scorso dicembre, e l’inflazione sul pane e i cereali è salita almeno del 20 per cento. Con la disoccupazione arrivata al 10 per cento, gli ingredienti perché la “guerra del pane” scoppi anche all’ombra delle piramidi ci sono tutti.

Nigeria, inquinamento da piombo. L'Onu lancia un grido d'allarme

tratto da: Dazebao

ROMA - Ma cosa sta succedendo in Nigeria? Sono passati alcuni mesi quando, da Ginevra, un portavoce dell'Onu aveva annunciato la morte di centinaia di bambini per inquinamento da piombo e l'invio per accertamento di una squadra di tecnici in Nigeria che la stessa Onu, adesso, lancia un grido di allarme.
Sulla base di quanto emerso da un rapporto stilato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, OMS, Medici senza Frontiere e Unicef la situazione è più grave di quanto previsto. I casi di intossicazione sono altissimi (si stimano intorno ai 18mila) e le inchieste effettuate dall'Unep, il programma delle Nazioni Unite per l'ambiente e dall'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), hanno stabilito che la causa principale delle morti è dovuta ad avvelenamento da piombo.

Come nasce una merendina industriale


http://www.youtube.com/user/EmanueleBonin

Traccia audio tratta da una gag di Carla Signoris.La gag purtroppo è tratta dalla realtà. Basta informarsi un pò per capire che se non stiamo attenti avveleniamo i nostri figli con una marea di sostanze chimiche.
La soluzione è mettersi di buzzo buono cercare la qualità per noi e i nostri figli.

Effetti del picco. Guasto all’oleodotto dell’Alaska provoca l’aumento del prezzo del petrolio


Si è rotto un oleodotto nell’Alaska. E chissenefrega, direte. Errore. Perchè il petrolio sta aumentando di prezzo proprio sulla scia – dicono gli esperti – del tubo che perde in un remoto e gelido angolo del mondo.
Oggi a Londra il brent ha superato i 98 dollari al barile (91 dollari circa, tuttavia, sulle borse mondiali): il record da 27 mesi, ossia dai giorni (come sembrano lontani!) in cui il petrolio arrivò a 147 dollari il barile.
Unite questo fatto all’aumento del prezzo del carbone legato alle inondazioni in Australia e avrete un bel quadretto.
Peggio ancora, considerate l’oleodotto dell’Alaska alla luce del picco del petrolio (ovvero la fine dell’abbondanza) e avrete la perfetta immagine della coperta troppo corta. Ovvero di tutto ciò che ci costringe ad esporre al frescolino notturno le spalle o, a scelta, i piedi.
La Pipeline Trans Alaska trasporta circa 630.000 barili di petrolio al giorno dal Nord Alaska al porto petrolifero di Valdez, sempre in Alaska. Vi transita circa il 10% della produzione statunitense.
Ha cominciato a perdere – ed è stato chiuso – sabato 8 gennaio. Adesso pare che l’abbiano un pochino riaperto, ma nessuno sa dire esattamente quanto petrolio ci stia passando dentro (e si presume che sia ben poco) per evitare che il petrolio stesso geli nel tubo e che il guasto diventi molto più grave. La ripresa della completa funzionalità sembra lontana.

OSHO...

"Non sono qui per perpetuare il passato, perciò sono contrario a ogni tipo di conoscenza. 
 
Sono per l'imparare, ma imparare vuol dire innocenza, apertura, ricettività. 
 
Imparare vuol dire un approccio non egoistico alla realtà. 
 
Imparare vuol dire: "Non so, e sono pronto, sono pronto a sapere". 
 
Conoscenza vuol dire: "So già". 
 
La conoscenza è l'inganno più grande che la società crea nella mente delle persone."
 

QUEL MAIS OGM CHE RILASCIA IL SUO INSETTICIDA NEI FIUMI...


Le piante di grano OGM che producono pesticidi nelle loro fibre stanno contaminando le riserve idriche nel Midwest, questo dice uno studio condotto dai ricercatori del Cary Institute of Ecosystem Studies e pubblicato nel Proceedings of the National Academy of Science.

Lo studio è stato condotto sul grano OGM che porta un gene dai batteri del  Bacillus thuriengensis (Bt) che produce una proteina insetticida, la Cry1Ab. I ricercatori hanno testato 217 fiumi dell' Indiana per cercare tracce di Cry1Ab; la sostanza chimica è stata trovata nel 13 per cento di essi. Ogni fiume contaminato si trova  distante 500 metri da un campo di mais.

Nella "fascia di grano" degli stati del centro ovest,  Indiana, Illinois e Iowa, il 90 percento dei fiumi  e corsi d'acqua si trova a 500 metri da un campo di grano. Questo porta a 159,000 miglia di corsi d'acqua a rischio di contaminazione da BT.

Il lavoro è un diritto, banda di ladri

Sihem Bensedrine, scrittrice e giornalista tunisina esule per motivi politici, commenta i tumulti in Tunisia
Come sempre accade in questi casi, i media generalisti hanno scoperto - come d'incanto - che quella del presidente Ben Alì in Tunisia è una soffocante ragnatela nella quale restano impigliate tutte le forme di dissidenza. La rabbia della generazione tradita, per decenni tenuta davanti al bivio tra emigrazione e assenza di prospettive, è esplosa in questi giorni in dure proteste. Soffocate con violenza.
Sihem Benzedrine, giornalista e scrittrice a lungo perseguitata dal governo tunisino, per la sua lotta nella difesa della libertà di stampa e nella denuncia contro la violazione dei diritti umani, attraverso l'uso sistematico della tortura. Scrittrice di romanzi, redattrice di varie testate giornalistiche indipendenti, vive ora in esilio in Germania, sotto la protezione del Pen Club. Dirige un giornale in internet, Kalima, tutt'ora proibito in Tunisia. Due giornalisti che lavorano per Kalima sono stati arrestati in questi giorni. PeaceReporter riceve e pubblica un suo intervento sui drammatici fatti degli ultimi giorni in Tunisia.

di Sihem Bensedrine
Dal 17 dicembre, la Tunisia è teatro di scontri che sono scoppiati in una regione svantaggiata e che si sono diffusi in tutto il Paese con movimenti di protesta. Il potere reagisce con un giro di vite autoritario.