martedì 31 gennaio 2012

Il furto del nostro oro

di Nicoletta Forcheri

Dopo lo spostamento fisico di parte del nostro oro in 'gentile' concessione come pegno di chissà quale traffico nei caveaux di BIS, Bank of England e Federal Reserve, dopo la diatriba tra Tremonti che rivendicava l'oro d'Italia come proprietà dello Stato italiano e Trichet che ne attribuiva la proprietà alla Banca d'Italia (e quindi anche parzialmente a Francia e Germania, attraverso le sue azioniste) ecco adesso arrivare la ciliegina: dovremmo regalare l'oro alla Germania (ma penso anche alla Francia) per cancellare parte di un debito fraudolento fatto di carta straccia abusiva. Non vi ricorda il furto dell'oro delle banche del Meridione che all'Unità d'Italia fu forzosamente scambiato con la carta straccia della banca d'Italia perché i Savoia ne avevano bisogno per rimborsare il loro debito ai Rotschilds? A me ricorda anche un furto d'oro più recente, quello  della guerra alla Libia che voleva istituire una valuta d'oro per l'Africa e la vendita del petrolio. Insomma vi siete mai chiesti come mai il Nord frega sempre il Sud, e non viceversa?

lunedì 30 gennaio 2012

Tav Torino-Lione in formato ridotto. La fregatura (scritta in piccolo) c’è sempre

Maria Ferdinanda Piva

Oggi Italia e Francia hanno firmato l’accordo, i politici annunciano che la Tav Torino-Lione si farà parapà parapà. In realtà le loro parole sono come una di quelle polizze assicurative contenenti la fregatura scritta in caratteri piccolissimi.
Primo elemento che normalmente è in sordina: Italia e Francia si sono accordate per la versione mignon della Tav (sostanzialmente, il tunnel sotto le Alpi), che verrà raccordata alla linea attuale e che avrà il modico prezzo di 8,2 miliardi.
In base all’accordo, il resto dell’opera verrà iniziato dopo il 2023 (notare: dopo il 2023, ma non si dice quando) rottamando contemporaneamente il raccordo (che ora si va a realizzare) con la linea ferroviaria attuale.
Il progetto originario e completo avrebbe consentito di risparmiare un’ora nel viaggio da Torino a Parigi. Non riesco ad immaginare quanto tempo sarà risparmiato con la Tav mignon, un quarto d’ora? E cosa me ne frega di quel quarto d’ora, quando aspetto mesi per effettuare visite ed esami medici. Non solo.

SARDEGNA, PATTUMIERA DELLA NATO E DEL COMPLESSO MILITARE-INDUSTRIALE

DI CARLA GOFFI E RIA VERJAUW
Mondialisation.ca

Il suo paesaggio di cartolina attira i turisti più fortunati. Le stelle del jet set vengono a bagnare gli yacht lungo le sue coste paradisiache. Ma la Sardegna nasconde una realtà davvero triste.
Sui bordi incantati del Mediterraneo, dietro la cortina invisibile delle radiazioni nucleari emesse dopo l’utilizzo di armi all'uranio, c'è un immenso paesaggio desolato, pieno di segreti maligni. Piantiamo lo scenario. È in Sardegna. Un territorio della superficie pari a 35.000 ettari è stato affittato alle installazioni militari. Sull'isola si trovano poligoni di tiro (Perdasdefogu), tratti di mare per le esercitazioni (capo Teulada), poligoni per le esercitazioni aeree (capo Frasca), aeroporti militari (Decimomannu) e depositi di carburante (nel cuore di Cagliari, alimentati da una conduttura che attraversa la città), senza contare le varie caserme e sedi di comando militare (Aeronautica, Marina). Si tratta di infrastrutture delle forze armate italiane e della NATO.

domenica 29 gennaio 2012

Dove la mente non conosce paura

 
Dove la mente non conosce paura e la testa è tenuta ben alta; 
dove il sapere è libero; 
dove il mondo non è stato frammentato entro anguste mura domestiche; 
dove le parole sgorgano dal profondo della verità; 
dove lo sforzo incessante tende le braccia verso la perfezione; 
dove il limpido fiume della ragione non ha smarrito la via nell’arida sabbia del deserto delle morte abitudini; 
dove tu guidi innanzi la ragione verso pensieri e azioni sempre più ampi; 
in quel cielo di libertà, Padre, fa che il mio paese si desti.

Rabindranath Tagore

sabato 28 gennaio 2012

L’Italia aderisce all’Acta: a rischio libertà della rete

Enrico Piovesana

“Immagina il tuo internet provider che controlla tutto ciò che fai online. Immagina farmaci generici, che potrebbero salvare delle vite, messi al bando. Immagina semi che potrebbero nutrire migliaia di persone tenuti bloccati nel nome dei brevetti? Tutto questo diventerà realtà con Acta: l’accordo commerciale anti-contraffazione negoziato in segreto da 39 Paesi”.
Dal 26 gennaio questa inquietante prospettiva, descritta in un video di denuncia che circola in rete*, da giovedì ha iniziato a tradursi in realtà. Giovedì scorso a Tokyo i rappresentanti di 22 Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno firmato l’adesione all’Acta, che dovrà essere ratificata l’11 giugno dal Parlamento europeo. Usa, Cana, Giappone, Australia e altri hanno già aderito lo scorso ottobre. Per l’Italia, a nome del ministro degli Esteri ‘tecnico’ Giulio Terzi, la firma è stata apposta dall’ambasciatore Vincenzo Petrone.
Di questo ‘monstrum’ legislativo internazionale si è parlato molto poco (il testo dell’accordo è rimasto segreto per un anno e mezzo, inaccessibile perfino al Parlamento europeo) nonostante le pesanti limitazioni che, una volta in vigore, esso avrà sulla privacy e la libertà degli utenti di internet e sul diritto alla salute e al cibo: diritti fondamentali che verranno sacrificati in nome della tutela dei diritti d’autore e dei brevetti gestiti dalle multinazionali dell’industria musicale, cinematogarfica, farmaceutica e agroalimentare. In una parola, in nome del profitto.

QUELLE EMOZIONI CHE DISTURBANO GLI ORGANI E LA NOSTRA SALUTE


Dati i tempi presenti , piuttosto tesi e cupi, non dovrà sorprendere se la serie di emozioni nel seguito elencate saranno piuttosto sperimentate. Questo non significa che debbano essere sollecitate o provocate, anzi varrà la pena di considerare che bisogna fare il possibile per evitare di esserne prigionieri e non per un fine meramente "virtuoso" o filosofico, ma proprio per la propria salute fisica.

Un (il...) mezzo piu' autonomo e potente per non restare prigionieri di emozioni distruttive è usare la mente, ma non per negarle o giustificarle o vezzeggiarle, ma per trasformare le informazioni che mandiamo al subcosncio. Nelle parole e nella mente c'è potere, ma le parole non sono la mente: semplicemente la attraversano. 

venerdì 27 gennaio 2012

Banca del cibo? No, cibo della banca!


di Roberto Marrocchesi

Ogni volta che un qualche “vip” è visto mangiare un po’ di tofu, subito scrosciano gli applausi. Senz’altro si può affermare che le vecchie rockstar in cerca di mantener la linea o gli ex presidenti USA che hanno capito che c’è un nesso tra dieta e prevenzione dell’infarto, costituiscano un buon esempio da imitare, almeno che c’è chi ci tiene e ci pensa se non altro per sé (“We care”).
Al di là di queste belle notizie però, la situazione alimentare moderna mondiale è alquanto seria. Le vendite oggi dei cibi “Bio” in Europa ammontano solo al 2% dei consumi UE (26 paesi). In pratica, 21 M di € contro ad esempio 24 M di € in merendine confezionate. La realtà è ben altra cosa, ed è che la grande industria alimentare è la causa numero uno dello squilibrio alimentare, in pratica della fame, nel mondo odierno. Vediamo ora come il capitalismo finanziario dei disastri tragga vantaggio solo per il denaro in se’ dalla produzione di alimenti scadenti, purché altamente industrializzati.

Chi non l’avesse ancora fatto, si legga il libro del 2007 di Naomi Klein “Shock Economy, l’ascesa del capitalismo dei disastri”. In esso l’Autrice sostiene che fenomeni sociali straordinari come la guerra in Iraq e disastri naturali come i grandi terremoti, alluvioni ecc. siano sempre un’opportunità usata dalla grande industria attraverso i politici al potere da lei sostenuti per far passare nuove leggi straordinarie che mai sarebbero state accettate in situazioni normali.

giovedì 26 gennaio 2012

L’Italia dei figli di papà e l’Italia degli sfigati


Se non fosse stato per la sua infelice battuta il suo curriculum sarebbe passato inosservato. Se non fosse stato per quella “sciocchezza” detta alla “Giornata sull’apprendistato” organizzata dalla Regione Lazio, i riflettori su di lui non si sarebbero mai accesi e il cosiddetto popolo dei social network, forse, non avrebbe cominciato a postare online il suo curriculum. Se non fosse per quella battuta infelice il viceministro al Lavoro e al welfare Michel Martone probabilmente sarebbe rimasto un anonimo sottosegretario figlio di papà, il più giovane del governo Monti, ma perfettamente in linea con l’establishment politico culturale italiano. È anagraficamente giovane, ma culturalmente e politicamente vecchio. E vecchi sono i modi di far carriera dei figli di papà in questo paese. Figlio d’arte, il padre, il Giudice Martone, era un frequentatore dello studio Previti ed è balzato agli onori della cronaca per quel pranzo a casa Verdini, venuto fuori durante le indagini sulla cosiddetta P3. Ma non è questo il punto. E il punto non è nemmeno che sia stato raccomandato dai vari Brunetta, Montezemolo e Sacconi. Non è neanche questo il punto. La cosa che, da precario della ricerca mi fa male, è vedere la sua fulminante carriera universitaria. È troppo facile definire sfigato chi non si è laureato entro 28 anni, per chi a 23 anni fa già il dottorato e a 26 anni vince il concorso da ricercatore e dopo neanche un anno il concorso da associato.

martedì 24 gennaio 2012

Blocchi dei TIR in tutta Italia, ma in strada dovrebbero esserci i cittadini

Marco Cedolin

La rivolta dei Forconi siciliani sembra avere contaminato anche il resto d’Italia, almeno così sembrerebbe dal momento che da Nord a Sud non si contano i blocchi stradali creati dagli autotrasportatori e il traffico sta andando in tilt in larga parte della rete autostradale e delle tangenziali italiane. Così come documentato (questa volta) anche dai media mainstream che in prima pagina danno ampio spazio all’accaduto e alle accorate parole della Cancellieri, braccio poliziesco dell’usura al governo, che si manifesta preoccupata perché a suo avviso la protesta potrebbe degenerare.
In verità i blocchi degli autotrasportatori sono figli illegittimi della rivolta dei Forconi, poiché interpretano solo parzialmente lo spirito con cui è partita la contestazione siciliana, limitandosi a protestare contro tutto ciò (prezzo dei carburanti alle stelle, nuovi aumenti dei ticket autostradali e dell’irpef) che sta mettendo in ginocchio la categoria, ma senza spaziare su temi di più ampio respiro, sovranità monetaria, ripudio dell’illegittimo governo Monti e di una classe politica imbolsita e decotta e via discorrendo, come accadeva invece nell’ambito del movimento primigenio.

lunedì 23 gennaio 2012

Madri attenzione: allattare fa male

di Massimo Mazzucco

Ormai siamo alla pura follia: una ricerca scientifica del CDC (Center for Disease Control) ha stabilito che il latte materno impedisce ad un certo vaccino di funzionare al meglio nel corpo del neonato, e quindi… suggeriscono di evitare l’allattamento al seno.

Non stiamo scherzando. La ricerca si intitola “Inhibitory effect of breast milk on infectivity of live oral rotavirus vaccines” (Effetto inibitorio del latte materno sulla infettività del vaccino orale rotavirus vivo) e la trovate qui.
Una ricerca simile si domanda se il latte materno possa interferire con il vaccino rotavirus, mentre una terza conferma che la madre passi al bambino gli anticorpi per combattere il rotavirus tramite l’allattamento.

In altre parole, ci si lamenta che il latte materno impedisca di immunizzare il bambino, infettandolo intenzionalmente con il rotavirus, quando il bambino è già perfettamente in grado di distruggere il virus per conto suo.La differenza, naturalmente, è che il latte materno non costa nulla, mentre il vaccino te lo vende la casa farmaceutica.

Non vi ricorda niente, questo strano meccanismo perverso? Pensateci bene...

domenica 22 gennaio 2012

Decreto Liberalizzazioni, Clamoroso: art. 44, arrivano le carceri private

fonte: Crisis

Carceri affidate ai privati, con obbligo di partecipazione delle banche. Ecco cosa si nasconde nell'art. 44. La mafia ringrazia: finalmente potranno gestirsi le carceri da soli.

Mentre eravamo tutti intenti a preoccuparci di tassisti, crociere e forconi, guarda guarda cosa ti infilano nel decreto "liberalizzazioni" i nostri amici seduti al governo. Una ventina di righe all'articolo 44, mica niente di che, che ancora nessuno ha letto e di cui nessun giornale ha fatto ancora parola.
Il provvedimento si chiama Project financing per la realizzazione di infrastrutture carcerarie, ed in sintesi realizza un sogno da tempo coltivato: quello di affidare le carceri ai privati. Si sa, le carceri son piene, mica vorremo un indulto al giorno con tutti i delinquenti che ci sono oggidì.
Leggetelo, lo trovate qui.
 Non solo si permette ai privati costruire le carceri, ma si scrive nero su bianco che
al fine di assicurare il perseguimento dell'equilibrio economico-finanziario dell'investimento, al concessionario è riconosciuta, a titolo di prezzo, una tariffa per la gestione dell'infrastruttura e per i servizi connessi, ad esclusione della custodia.

IL RISCATTO DEL SUD

fonte foto


di Pino Aprile

Ogni volta che il Sud protesta, e vi assicuro che ha tonnellate di ragioni per farlo, si trova sempre qualche motivo per infamare le ragioni della protesta. Io a questo movimento ho dedicato un capitolo del mio ultimo libro Giù al sud, quando non ne parlava nessuno. Li avevo incontrati alla scuola di politica di Filaga sui monti Sicani, creata da padre Ennio Pintacuda, e avevo scoperto un mondo di cui l’Italia non sa nulla, perché se il Sud non è mafia, non è camorra, non è notizia.

Mi raccontarono che in 3 anni, su 200 mila aziende agricole, 50 mila erano state sequestrate, messe all’asta; mi raccontarono di gente che da generazioni coltivava quelle terre, che era scomparsa dall’oggi al domani in silenzio per pudore; tragedie vissute nel silenzio, all’interno delle famiglie. Qualcuno mi si avvicinò e mi disse: noi siamo alla disperazione, pronti alle armi, ci manca solo un leader e io risposi: guardate che non ho fatto neanche il militare.

sabato 21 gennaio 2012

Dritto per la sua strada, non c'è forcone che tenga


Se c'è una cosa che non può essere contestata all'usuraio Mario Monti, è la propensione a lasciarsi condizionare da quello che accade intorno a lui. Anzi si percepisce nettamente la sensazione che al sapienziale professore non importi assolutamente nulla di tutto ciò che prescinde dalla certosina applicazione dei comandamenti impartiti dalla BCE.
Mentre i Forconi paralizzano la Sicilia e la protesta inizia a dilagare anche fuori dall'isola, mentre i tassisti scendono sul piede di guerra, i benzinai minacciano una serrata di 10 giorni, gli autotrasportatori sono in fermento, i commercianti mugugnano, gli edicolanti si arrabbiano.......
perfino gli avvocati annunciano 2 giorni di sciopero e probabilmente i farmacisti seguiranno a ruota, lui non si scompone assolutamente e forte dell'armatura garantitagli dal consenso, non elettorale (che conta poco) ma della congrega dei burattinai di Bruxelles, vara in sole 8 ore di Consiglio dei ministri il nuovo pacchetto di liberalizzazioni.

venerdì 20 gennaio 2012

Nevica merda, che il Signore sia lodato


Di una cosa ormai sono certo: il vero scopo del NWO non è di arrivare a comandare il mondo con la forza e con la repressione, ma di portare la popolazione ad un tale livello di rimbecillimento collettivo da desiderare essa stessa di sottomettersi al loro controllo, senza nemmeno accorgersi di quello che stanno facendo.
E a giudicare dagli eventi più recenti, questa strategia sta dando ottimi risultati.

Quando leggi che c’è stato a Torino un “episodio pseudo nevoso", ma che si trattava in realtà di "neve chimica”, e nessuno si preoccupa minimamente di chiedere maggiori chiarimenti su quello che è successo, vuole dire che siamo quasi pronti per la bollitura finale.

Fra un pò ci racconteranno che ci conviene rifugiarci tutti in prigione, perchè è il posto migliore per nascondersi da una invasione imminente degli alieni, e tutti correranno verso il carcere più vicino ringraziando i secondini che li attendono a braccia aperte.

mercoledì 18 gennaio 2012

Ricordate questo discorso ogni volta che guardate la TV ed ogni volta che sfogliate un quotidiano!

letto su: Stampa Libera

Quello che segue è il discorso che John Swinton, l’allora redattore-capo del New York Times, pronunciò in occasione di un banchetto con i suoi colleghi presso l’American Press Association:
In America, in questo periodo della storia del mondo, una stampa indipendente non esiste. Lo sapete voi e lo so pure io.
Non c’è nessuno di voi che oserebbe scrivere le proprie vere opinioni, e già sapete anticipatamente che se lo facesse esse non verrebbero mai pubblicate. Io sono pagato un tanto alla settimana per tenere le mie opinioni oneste fuori dal giornale col quale ho rapporti. Altri di voi sono pagati in modo simile per cose simili, e chi di voi fosse così pazzo da scrivere opinioni oneste, si ritroverebbe subito per strada a cercarsi un altro lavoro. Se io permettessi alle mie vere opinioni di apparire su un numero del mio giornale, prima di ventiquattr’ore la mia occupazione sarebbe liquidata.
Il lavoro del giornalista è quello di distruggere la verità, di mentire spudoratamente, di corrompere, di diffamare, di scodinzolare ai piedi della ricchezza, e di vendere il proprio paese e la sua gente per il suo pane quotidiano. Lo sapete voi e lo so pure io. E allora, che pazzia è mai questa di brindare a una stampa indipendente?
Noi siamo gli arnesi e i vassalli di uomini ricchi che stanno dietro le quinte. Noi siamo dei burattini, loro tirano i fili e noi balliamo. I nostri talenti, le nostre possibilità, le nostre vite, sono tutto proprietà di altri. Noi siamo delle prostitute intellettuali.
[Fonte: Richard O. Boyer e Herbert M. Morais, Labor's Untold Story, United Electrical, Radio & Machine Workers of America, NY, 1955/1979]
John Swinton pronunciò queste parole nel 1880 e la speranza che nell’ultimo secolo la situazione possa essere migliorata può derivare solo dall’affinamento delle tecniche di propaganda che, attraverso i giornali e l’ancora più potente televisione, fanno credere al popolo che esista libertà di stampa, di espressione e di informazione.

Vi preghiamo di ricordare questo discorso ogni volta che accendete il televisore ed ogni volta che sfogliate un quotidiano e vi preghiamo anche di farlo leggere a quante più persone possibili perché solo la consapevolezza ci può aiutare a migliorare la situazione.

I Forconi siciliani sono l'emblema di un mondo che cambia

di Marco Cedolin

Non so quanta “fortuna” avrà la protesta dei Forconi che sta paralizzando la Sicilia, così come non conosco le prospettive di una movimentazione che sembra manifestarsi (per la prima volta in Italia) realmente trasversale, abiurando i partiti e tentando di mettere nel cassetto le divisioni settarie fra “rossi e neri” che da sempre minano alla radice qualsiasi battaglia in questo disgraziato paese, conducendola ogni volta sul binario morto della diffidenza e dei distinguo.
Ma la protesta dei Forconi mi piace, non solamente perché da l’impressione di un movimento di popolo che si ritrova nella difesa del proprio futuro e sputa in faccia alle differenze, ma anche perché rompe profondamente con un passato fatto di manifestazioni in piazza con le varie bandierine di partito……

martedì 17 gennaio 2012

SCORIE TOSSICHE NELL'ARCIPELAGO TOSCANO

 Morti due pescatori e una tartaruga marina. Il contrammiraglio Dell’Anna tace… ma spunta fuori il chiacchierato ministro dell’Ambiente

Mediterraneo, delfini.
fonte: SU LA TESTA!
di Gianni Lannes 

Parole, parole, soltanto parole. L’allarme rosso delle istituzioni parte in notevole ritardo. Tranquilli: ora arriva il chiacchierato ministro Clini, un discutibile esperto che in passato ha avuto le mani in pasta coi rifiuti. «Individuarli e recuperarli è una questione di carattere nazionale e non bisogna perdere altro tempo» taglia corto il governatore Rossi. L’individuazione e il recupero dei bidoni contenenti sostanze pericolose persi nel santuario marino lo scorso 17 dicembre dal cargo Venezia dell’armatore Grimaldi Lines, devono «diventare una questione di carattere nazionale» e «non bisogna perdere altro tempo». E’ la richiesta avanzata dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. «Serve un’autorità di carattere nazionale - ha sottolineato - una commissione tecnico-politica, che possa usare tutti i mezzi necessari. Non vorremo che rimpalli di responsabilità o lentezze nel finanziamento bloccassero l’operazione». Siamo alla punta dell’iceberg. Col beneplacito dello Stato al largo della Toscana sono stati inabissati rifiuti pericolosi d’ogni genere per decenni. Lo studio scientifico - Rifiuti a galla - consegnato mesi fa da Greenpeace ai governatori della Liguria e Toscana è inequivocabile. Burlando e Rossi da allora, però, non hanno mosso un dito.

Il miele e gli altri prodotti dello sfruttamento delle api


L‘Apis mellifera possiede un sistema nervoso sviluppato, la capacità di provare dolore e un’intelligenza che le permette, ad esempio, di costruire celle basandosi sulla percezione dei campi gravitazionale e magnetico terrestri.  Comunica mediante i suoni prodotti dalle vibrazioni delle ali, l’emissione di feromoni e un complesso linguaggio basato su danze, tramite il quale è in grado, fra le tante cose, di dirigere l’intera colonia verso il cibo specificandone qualità, distanza ed esatta locazione.

Capita spesso, a noi vegani, di essere interrogati sul perché non mangiamo il miele poiché, inspiegabilmente, questa nostra scelta viene interpretata come un’esagerazione molto più di altre.
Ci sono ovviamente svariate ragioni per cui un vegano non consuma miele, chiaramente perché la sua produzione implica sfruttamento e sofferenza delle api.
Proveremo a tracciare un elenco delle motivazioni, essendo il più sintetici e precisi allo stesso tempo.
Prima di uccidere questi animali, l’industria li sottopone a manipolazioni continue, regimi alimentari forzati e innaturali, inseminazione artificiale, trasporti spossanti e vivisezione.
Gli apicoltori non si limitano, come invece molti credono, a sottrarre alle api il miele prodotto in eccesso; al contrario, spesso si estrae tutto quello immagazzinato nel periodo estivo e si nutrono le colonie con sciroppo di zucchero per tutto l’inverno.

LA NASA "scopre" la fusione fredda?

di Massimo Mazzucco

Se un giorno il governo americano annunciasse di avere messo a punto una nuova tecnologia per produrre energia con una reazione nucleare pulita, si presume che la notizia uscirebbe su tutte le prime pagine del mondo.
Finchè sono due “emeriti sconosciuti” come Rossi e Focardi a fare un annuncio del genere, si può anche comprendere che fatichino ad ottenere l’attenzione dei grandi media, ma le stesse affermazioni fatte dalla NASA avrebbero un peso ben diverso.

Eppure questo annuncio, fatto quasi in sordina dall’ingegnere della NASA Jozeph Zawodny, è passato del tutto inosservato.


Sembra quasi che termini come “polaritoni plasmonici di superficie” siano stati messi lì apposta per confondere le idee, ma il titolo stesso del video parla chiaramente di “reazione nucleare a bassa energia”, che è semplicemente il nome con cui è stata ribattezzata la “fusione fredda”.

Gli stessi Rossi e Focardi commentano la notizia con un misto di entusiasmo e di rabbia malcelata, … 
… facendo chiaramente capire che siamo di fronte ad un caso di concorrenza commerciale.

lunedì 16 gennaio 2012

Concordia Costa, affiora il combustibile. E servono 15 giorni per svuotare i serbatoi

fonte foto

Ecco, purtroppo ci siamo: cominciano ad affiorare le prime chiazze in mare, anche se il ministro Clini rassicura e dice che la situazione non è preoccupante. Come se non bastassero i morti e i dispersi, le 2380 tonnellate di carburante contenuto nei serbatoi della nave Concordia Costa incagliata davanti all’isola del Giglio – Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano – sono una gran brutta grana ambientale.
Avete idea di cosa vogliono dire 2380 tonnellate di carburante? Recentemente la nave Rena è finita sui giornali di tutto il mondo per aver sversato davanti alla costa della Nuova Zelanda 390 tonnellate di combustibile, ossia meno di un sesto di quelle che sono nella Concordia. La marea nera a Porto Torres e in Sardegna, poi, al confronto diventa un’inezia: “solo” 50.000 litri, sufficienti però a lordare pesantemente la Gallura.

La Sicilia alza la testa

Stella Spinelli

E’ scattato a mezzanotte ‘bisonte selvaggio’ in Sicilia, la protesta nata “per libera iniziativa del popolo siciliano che con orgoglio alza la testa perché non è più possibile andare avanti così”. Queste le parole di Onofrio Carubo Toscano, allevatore palermitano e portavoce del Movimento agricolo dei Forconi, che assieme agli autotrasportatori dell’Aias, agli agricoltori, ai pescatori e ai semplici cittadini riuniti sotto la sigla “Forza D’ Urto” bloccheranno l’isola da oggi al 20 gennaio. Un’agitazione contro i partiti e la politica “cialtrona”. “Non faremo entrare, né uscire nulla. Non è uno sciopero è un vero e proprio blocco per far rinascere la speranza che ci sta annientando. Da oggi c’è l’alba siciliana. Venite numerosi, il momento sarà gioioso. La politica deve smettere di giocare con il popolo siciliano e meridionale, sfruttati da sempre. Questo non sarà più consentito. Scendete in strada, per dire che non siete più disposti a essere schiavi di nessuno. Questa sarà una ribellione sociale pacifica”.

Dualità e conflitto - Jiddu Krishnamurti

Qualsiasi conflitto, che sia fisico, psicologico o intellettuale, è uno spreco di energia. 
E’ straordinariamente difficile rendersene conto e liberarsi da ogni conflitto, perché quasi tutti noi siamo stati educati a lottare, a fare sforzi.

Questa è la prima cosa che ci insegnano a scuola: fare sforzi. Così continuiamo a lottare e a sforzarci per tutta la vita. Per essere buoni è necessario lottare; bisogna combattere il male, bisogna essere capaci di resistere, di controllarsi.

Così, in qualsiasi campo, da quello dell’educazione a quello sociologico o religioso, agli esseri umani si insegna a lottare.


Vi dicono che per trovare Dio dovete lavorare, dovete sottoporvi a una disciplina, dovete praticare degli esercizi, dovete torturare la vostra anima, tormentare la vostra mente e il vostro corpo; dovete rifiutare, reprimere; non dovete guardare certe cose; dovete lottare, lottare sempre per ottenere qualcosa al cosiddetto livello spirituale, che in realtà non è affatto spirituale!

domenica 15 gennaio 2012

Naufragio Costa Concordia: stranieri e al nero, sulle navi da crociera?

Lavoratori stranieri e impreparati sulla Costa Concordia. Ce ne sono, tra i dispersi? E la sicurezza dei passeggeri, è sacrificata al risparmio?
 
fonte: Crisis 

Ci si chiede come mai non si sia ancora riusciti a venire a capo del mistero dei dispersi sulla Costa Concordia appena affondata al Giglio (foto: infophoto). Possibile che una grande compagnia come la Costa non abbia liste chiare e pronte su passeggeri ed equipaggio? Possibile che la Capitaneria non riuscisse ad averle, che 24 ore dopo il disastro ancora non si sappia come stanno le cose?
Una risposta, francamente agghiacciante per le sue implicazioni, l'ha data un sopravvissuto a La7. Ha detto più o meno questo: "I marinai erano tutti stranieri. Non sapevano parlare né l'italiano né l'inglese, e soprattutto non avevano idea di come funzionassero le scialuppe. Gliel'ho dovuto spiegare io insieme ad altri. Erano più terrorizzati di noi". Se ne parla anche qui.

sabato 14 gennaio 2012

La tragedia della Costa Concordia. Come le navi da crociera nuocciono all’ambiente

fonte: Blogeko
di Maria Ferdinanda Piva

Le navi da crociera nuocciono all’ambiente. La Costa Concordia naufragata all’isola del Giglio richiama alla mente la nave da carico Rena incagliata sulla barriera corallina e poi spezzatasi in due davanti alla Nuova Zelanda (ne uscirono 390 tonnellate di combustibile, che contaminarono un ambiente naturale ancora intatto), ma richiama anche il rapporto pubblicato dai Friends of the Earth sull’inquinamento legato alle navi da crociera e l’ironico premio “Dinosauro dell’Anno” che un’associazione ambientalista tedesca ha assegnato all’intero comparto.
Di fronte alla Costa Concordia, il primo pensiero va ovviamente alle tre vittime e alle decine di dispersi, ma il secondo è per la natura.
L’isola del Giglio fa parte del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e del Santuario dei Cetacei, dove pochi giorni fa durante una tempesta una nave da carico ha perso 198 fusti pieni di veleni.
Sulla Costa Concordia ci sono 2380 tonnellate di gasolio. Neppure una goccia è finita in mare, però…

Proposta per una nuova categoria diagnostica: sindrome del “Cuore di Pollo” – di Silvia Salese e Luca Bertolotti

fonte: Spaziomente blog  
 
Da psicologi, ma soprattutto come abitanti di questo pianeta che condividono spazi, lavoro e relazioni con altri terrestri, ci siamo resi conto che nei manuali diagnostici (così come nella consapevolezza popolare riguardo alle più particolari condizioni umane) manca il riferimento ad un aspetto mentale e comportamentale ben preciso e molto presente nel nostro ecosistema, al punto tale che sarebbe un peccato non prenderlo nella dovuta considerazione.
Si tratta di una caratteristica facilmente rintracciabile dentro se stessi (già, perché è molto, molto difficile non esserne affetti) e che può essere sinteticamente ed efficacemente definita con la seguente espressione: “Cuore di Pollo”. Ora vi elenchiamo le peculiarità, e vedrete che la metafora risulterà subito molto chiara.
Gli individui marcatamente affetti dalla sindrome del “Cuore di Pollo” – ai quali ci riferiremo nel testo con CdP – sono persone che, tutto sommato, appaiono “buone”. Si, buone, proprio buone, spesso affabili, con un pizzico di atteggiamento preoccupato sullo sfondo, ma tutto sommato fiduciose, tanto che quando chiedono a qualcuno “come stai?” sperano che la risposta sia “eh… potrebbe andare meglio”.

venerdì 13 gennaio 2012

Tornare al reale. L'umanità scollegata ai tempi di Internet

Oggi viviamo quasi sempre in ambienti artificiali e in isolamento, comunicando poco e male con chi abita i nostri spazi, passando molte ore davanti allo schermo di un computer, tutti collegati e allo stesso tempo "scollegati". Ma la realtà è un'altra, come tornarci dentro?

cavifonte: Il Cambiamento

di Sonia Savioli  

 

Oggi passiamo molte ore davanti allo schermo di un computer, tutti collegati e allo stesso tempo 'scollegati'

Quando si cominciò a parlare degli organismi geneticamente modificati e, di conseguenza, delle turpi vicende legate alla multinazionale Monsanto, mi domandai chi fossero le persone che potevano lavorare per una simile azienda e che cosa provassero sapendo ciò di cui anch’esse erano, se pure più o meno involontariamente, responsabili. Non pensavo ai dirigenti: su quelli non c’era bisogno di farsi troppe domande. Pensavo a uscieri, impiegati, operai.
Al tempo in cui lavoravo come fotografa della Camera del Lavoro di Milano, mi capitò di fare un servizio fotografico alla fabbrica Agusta. Quella degli elicotteri da guerra. Era una fabbrica metalmeccanica, ovviamente. Fui accompagnata da un sindacalista della FIOM e accolta cordialmente da operai e tecnici che mi fecero visitare i reparti, spiegandomi mansioni e lavorazioni, agevolando il mio lavoro. Erano compagni, lottavano per i diritti degli operai e per una maggiore giustizia sociale. Costruivano macchine da guerra per un paese “dominatore”. Un paese capitalista e imperialista, anche se di “seconda fila”, e che ha ben dimostrato in questi anni di volerle usare per assoggettare altri popoli, altri lavoratori. E "assoggettare” con le armi significa uccidere, mutilare, distruggere.
Eppure operai, sindacalisti, compagni continuano a lavorare per l’Agusta. Come per la Monsanto, per la Coca Cola, per la Mc Donald’s…

Perché siamo vegetariani? Ovvero, qual è il messaggio che vogliamo trasmettere?

Franco Libero Manco - Associazione Vegetariana Animalista, in collaborazione con A.B.I.N. (Associazione Bergamasca di Igiene Naturale)
www.vegetariani-roma.it; www.universalismo.it; www.medicinanaturale.biz
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 Se decidi di essere migliore stai già modificando l'universo 
Tratto da: Disinformazione.it

Siamo vegetariani perché riteniamo sia il mezzo più semplice e potente per rendere migliore questo mondo.
Siamo vegetariani perché riteniamo sia lo strumento che consente all’essere umano di vivere in buona salute fisica, di ritrovare la propria intelligenza positiva, ampliare la sensibilità della coscienza umana, favorire lo sviluppo della nostra dimensione spirituale.
Riteniamo che solo attraverso i principi che animano la filosofia universalista è possibile risolvere i grandi problemi della società attuale; infatti se una persona rifiuta la violenza su una specie diversa dalla sua non può essere incline all’ingiustizia verso il suo simile; se una persona si alimenta secondo la sua natura di essere fruttariano ritrova la salute, allunga la sua vita, risparmia sofferenza e risorse finanziarie; se una persona sceglie di non sostenere l’esistenza degli allevamenti di animali e dei mattatoi non contribuisce all’inquinamento dell’ambiente, alla distruzione del patrimonio boschivo, allo sfruttamento delle terre fertili adibite a pascolo, dello spreco di risorse alimentari ed energetiche e non si rende complice della fame nel mondo.
L’adesione alla filosofia universalista risiede nella volontà di non causare violenza e morte ad esseri viventi e quindi richiede il rinnovamento del proprio modo di relazionarsi con gli esseri umani e non umani e con nostro contesto naturale.

giovedì 12 gennaio 2012

erboristatutticonsigli: FUSIONE FREDDA, FATE GIRARE

erboristatutticonsigli

 fusione fredda, fate girare 

E' incredibile! La scoperta del secolo non ha ancora raggiunto la propria notorietà e.......

continua QUI

 

I casi di leucemia nei bambini raddoppiano vicino alle centrali nucleari francesi

tratto da: Blogeko
di Maria Ferdinanda Piva

L’atomo odia le femmine e odia anche i bambini. In Francia quelli che abitano vicino alle centrali nucleari si ammalano di leucemia con una frequenza doppia rispetto ai coetanei che vivono in altre parti del Paese.
Lo dice uno studio condotto dall’Inserm, Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale.
La ricerca su leucemie nei bambini e centrali nucleari francesi sta per essere pubblicata sull’ International Journal of Cancer. Per ora si conoscono solo le anticipazioni fornite da un articolo dell’agenzia Reuters.
E cioè: tra il 2002 e il 2007 si sono ammalati di leucemia 14 bambini con meno di 15 anni residenti nel raggio di 5 chilometri dalle centrali nucleari. E’ un tasso doppio rispetto al resto della Francia, dove nello stesso periodo sono stati diagnosticati 2.753 casi.

mercoledì 11 gennaio 2012

Nove Semi (Navdania) - La Biodiversità di Vandana Shiva


Un documentario ma anche un racconto per conoscere questa straordinaria esperienza maturata in poco più di dieci anni e che oggi è sicuramente tra le più significative del mondo. Le immagini, le testimonianze, i racconti, dei contadini, delle donne, dei protagonisti. I luoghi in cui con un rispetto quasi sacrale si conservano i semi. I progetti per il futuro, la commercializzazione, lo sviluppo.

martedì 10 gennaio 2012

I saldi, la crisi e il mese senza acquisti

 Lo vado ripetendo in continuazione: decrescere inizia dai comportamenti e, fortunatamente per noi e per questo pianeta, alcuni giovani li stanno elaborando. 

Questo post l'ho preso dal blog di mia figlia: Le (eco) idee tascabili
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scritto da Tascabile (Tatiana)

Che proprio in questo periodo in cui ho deciso di non effettuare acquisti, ci siano i saldi, è abbastanza ironico. Pare che io l’abbia fatto apposta, ma in realtà ho scoperto di essere nel mese dedicato alle spese folli da minimo e ho goduto molto nell’immaginare tutta quella gente accampata a Serravalle mentre io mi crogiolo nella mia disintossicazione da shopping compulsivo. Leggendo il post di minimo mi sono venute in mente una serie di domande. Quella che le riassume tutte è: perché?
Perché in un momento di crisi come questa, la gente prende d’assalto gli Outlet, come se la priorità in questo periodo fosse essere alla moda?
Dato che sono da sempre un po’ marzulliana, mi sono data anche una risposta: la gente non vuole ammettere che siamo tutti – chi più chi meno – con le pezze al culo. Ci sono le loro scarpe a dimostrarlo, i loro pantaloni griffati, le loro macchine che finiranno di pagare a crisi finita (cioè fra moltissimo tempo), i loro ipad, ipod et similia: i loro status symbol ci dicono chiaramente che con le pezze al culo saremo noi, non loro, che possono ancora permettersi lo stile di vita di prima.

Quanta confusione sulla decrescita

Marco Cedolin
Mai come in questi anni, vissuti all’insegna della crisi economico/finanziaria, creata scientemente da chi sta costruendo la “società del futuro”, globalizzata, massificata ed appiattita sul dorso del moribondo modello americano, accade sistematicamente di leggere i giudizi e le esternazioni più svariate concernenti la filosofia della decrescita.
Giudizi ed esternazioni esperite quasi sempre da chi, dopo avere letto sommariamente qualche testo che tratta l’argomento, manifesta il convincimento di poterne discettare dottamente, pur avendolo (nel migliore dei casi) compreso solamente in maniera parcellare, quando non equivocato completamente.
Sono tanti i genialoidi che affermano con adamantino convincimento che proporre la decrescita non avrebbe alcun senso, dal momento che la decrescita c’è già, incarnata dalla contrazione del pil che si sta attualmente verificando, con tutte le conseguenze, disoccupazione, impoverimento ed angustie assortite che stiamo sperimentando in questi giorni.

lunedì 9 gennaio 2012

Alimentare la fame nel mondo: come l'industria globale dei biocarburanti sta creando distruzione di massa

di Jean Ziegler e Siv O'Neall
Global Research
Axis of Logic


L'espansione globale dell'industria dei biocarburanti - in cui vengono utilizzati terreni agricoli e colture per produrre carburante per i veicoli da trasporto, piuttosto che cibo per gli esseri umani - è un fattore fondamentale per la drammatica escalation dei prezzi alimentari in tutto il mondo. [1]
In un nuovo libro, Massive Destruction [2], l'autore francese Jean Ziegler [3] mostra come l'industria dei biocarburanti e la più vasta agroindustria minacciano di provocare la fame nel mondo su una scala senza precedenti.
Non è un incidente involontario, dice Ziegler. E' il risultato intenzionale delle politiche attuate dai governi legati a potenti corporazioni agro-alimentari nella loro ricerca del profitto privato. In questo modo, il conseguente aumento dei livelli della fame nel mondo può essere descritto come una forma di "omicidio calcolato".

Ironia della sorte, l'industria dei biocarburanti viene promossa da società e governi come sostenibile, un'alternativa ai combustibili fossili "sicura per l'ambiente". In realtà, è solo un'altra forma dello sfruttamento sconsiderato di risorse che deriva dall'insaziabile profitto privato dell'elite nella produzione economica capitalista. L'industria dei biocarburanti nasce da un connubio delle multinazionali dell'agrobusiness e del petrolio che sanno benissimo che questa nuova impresa globale sta provocando una massiccia distruzione ambientale e sofferenza umana.

domenica 8 gennaio 2012

Mauro Biglino "Oh cielo, gli Dei erano Cosmonauti........


http://www.youtube.com/user/zeturbe

 Mauro Biglino traduttore di ebraico antico, racconta i suoi studi sull' Antico testamento durante una conferenza organizzata a Parma il 9 Dicembre 2011.
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sabato 7 gennaio 2012

uguale, superiore o inferiore

 Colui che si reputa uguale, inferiore o superiore ad altri è per questo stesso motivo coinvolto nelle dispute. 

Ma pensieri come uguale, inferiore e superiore non sono presenti in colui che non si paragona agli altri. 

Perché una persona saggia dovrebbe discutere con un altra, per dire “questa è una verità” e “questa è una menzogna”?
 
Se non intrattiene mai un pensiero di uguaglianza, inferiorità, o superiorità, con chi può mai discutere? 

Il saggio libero dalla dipendenza dall’opinione degli altri e dalle parole,
che non è più aggrappato alla conoscenza discorsiva, non rischia di soffocare la verità ingaggiando dispute con la gente.

 (Sutta Nipata)

Salvare il genere umano, non solo il pianeta

tratto da: Megachip
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di Lucien Sève - www.monde-diplomatique.it 

È più facile rimettere in discussione i nostri sistemi di consumo piuttosto che quelli di produzione? Se nessuno più ignora l’ampiezza della crisi ambientale che l’umanità sta affrontando, la crisi di civiltà, a cui questa si accompagna, rimane poco conosciuta. Non si può tuttavia uscire dall’impotenza se non la si diagnostica e non se ne misura l’effettiva gravità.
Il pianeta Terra, modo di dire per designare il nostro habitat naturale, peggiora a vista d’occhio, ne siamo largamente consapevoli e non c’è formazione politica che non includa, almeno nei suoi discorsi, la causa ecologica. Il pianeta Uomo, modo di dire per designare il genere umano, peggiora in maniera altrettanto allarmante, ma non si è consapevoli del livello di gravità raggiunto e non c’è formazione politica in grado non foss’altro di attribuire alla causa antropologica un’importanza pari a quella ecologica. Di questo contrasto sorprendente vogliamo dare conto in questa sede.