E sta succedendo qui, dietro casa.
Il razzismo stolto e becero produce il suo figlio peggiore: l'apartheid. Lo produce nella scuola, fra i bambini, nel posto peggiore dove possa avvenire. E non è solo la stupidità di un sindaco o di un assessore, ma il banco di prova di un progetto che vorrebbe essere nazionale e che deriva, purtroppo, da un pensiero globale.
Il fatto in sé è semplice: si usa un cavillo burocratico, ovvero una dichiarazione patrimoniale, ma in patria, cioè effettuata nel paese natio, ma questo pare non essere sufficiente. Essa deve avere misteriose ma precise caratteristiche, infatti alcuni che pure si sono sottoposti alle “forche caudine” alla fine non hanno avuto, comunque, il riconoscimento del documento (spesso irrealizzabile) pur avendo speso 1500 euro per il viaggio. L'iniziativa non va a colpire solo gli irregolari, ma anche e soprattutto, i regolari occupati e aventi diritto.
Un gioco assurdo e crudele, pensato e studiato apposta per creare tutto lo scandalo ed il subbuglio che ha creato. Un'azione voluta e calcolata per dimostrare disprezzo e rimarcare la differenza, per accontentare il ventre di coloro che si nutrono di odio e che hanno fisicamente l'esigenza di un nemico da detestare e perseguitare.
Purtroppo il disegno, come dicevo, è globale ed il ritorno alla coltivazione delle differenze e delle distanze appare realizzarsi su scala mondiale. Diciamocelo, quindi, sino a chè l'odio nutrirà in qualche modo i nostri bisogni, beh nulla potrà davvero cambiare in meglio.
Rosa Bruno