giovedì 29 luglio 2010

Onu, Assemblea generale sancisce diritto umano all'acqua

PeaceRepoerter

Non hanno votato la risoluzione Usa, Gran Bretagna, Israele e altri paesi ricchi

Dopo oltre 15 anni di dibattiti sulla questione, ieri sera l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato un documento documento che consacra l'accesso all'acqua come un diritto umano universale. A favore di una risoluzione in tal senso (presentata dalla Bolivia) hanno votato 122 Paesi, mentre altri 41 si sono astenuti: tra questi Stati Uniti, Gran Bretagna, Israele, Giappone, Olanda, Grecia, Irlanda, Islanda, Lettonia, Lituania, Polonia, Nuova Zelanda, Romania, Turchia, Ucraina.
Il testo dichiara che "l'accesso a un'acqua potabile pulita e di qualità, e a installazioni sanitarie di base, è un diritto dell'uomo, indispensabile per il godimento pieno del diritto alla vita". La risoluzione ha preso spunto dal fatto che 884 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all' acqua potabile, e che più di 2,6 miliardi di persone, per lo più bambini, non dispongono di postazioni mediche di base. Secondo le organizzazioni umanitarie, sono circa due milioni i bambini che ogni anno nel mondo muoiono di sete o in seguito a malattie contratte per aver bevuto acqua non potabile e che non possono essere curate per la mancanza di servizi sanitari accessibili. Il testo invita gli Stati e le organizzazioni internazionali ad adoperarsi per fornire aiuti finanziari e tecnologici ai Paesi in via di sviluppo e li esorta a "aumentare gli sforzi affinchè tutti nel mondo abbiano accesso all'acqua pulita e a installazioni mediche di base".

Un taglio ai più deboli

Rossella Anitori

DENUNCIA. La manovra anti crisi non prevede risorse per i servizi sociali. Le cooperative non hanno più fondi per garantire l’assistenza. A rischio asili nido, comunità terapeutiche e centri per immigrati.
A rimetterci saranno i più deboli, soprattutto coloro che vivono nel bisogno. Nella manovra anti-crisi non sono previste risorse aggiuntive per il welfare. Né per il finanziamento del Fondo sociale nazionale 2011, le cui cifre verranno quantificate nella prossima finanziaria di ottobre, né per le politiche per la non autosufficienza. E la lista dei servizi territoriali a rischio si fa ogni giorno più lunga: asili nido, comunità di recupero, strutture per l’infanzia, centri socio-educativi e di inserimento lavorativo, assistenza agli anziani, trasporto dei disabili e sportelli per immigrati.

«Se non verranno rifinanziati il Fondo sociale nazionale o quello per la non autosufficienza - dice Lorena Rambaudi, coordinatrice nazionale degli assessori regionali al Welfare - i comuni correranno il rischio di non riuscire più a garantire i servizi sociali di base». Ed è polemica nel mondo delle cooperative messe a dura prova da una logica miope che continua a tagliare.

«Spesso ci si dimentica quanto sia importante il tema dell’uguaglianza - dice don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele -. Senza diritti e uguaglianza anche il benessere è a tempo determinato. Se si tagliano le risorse si riduce l’attenzione verso gli ultimi e anche chi vive nei privilegi corre dei rischi».

Chi vive il mondo delle cooperative da dentro, può testimoniare che il taglio delle risorse fa parte di un trend ormai collaudato: «Ogni anno si sottraggono soldi a chi si occupa di chi ha bisogno - sostiene Achille Saletti, presidente dell’associazione Saman, rete laica di comunità terapeutiche -. Senza pensare che le cooperative sociali soffrono già un altro problema: lavorare con le pubbliche amministrazioni che significa attendere pagamenti anche per anni. Dentro le cooperative c’è una sorta di malessere diffuso, di precariato assoluto che la finanziaria non farà che aggravare. Non so quante imprese riusciranno a resistere».

«Da qualsiasi punto la si guardi è chiaro che questo taglio di risorse avrà degli effetti devastanti sulla nostra attività». Non ha dubbi Tito Ammirati, presidente del gruppo Abele, associazione che lavora da anni nell’ambito del reinserimento lavorativo -. L’accesso al credito promette di diventare sempre più difficile. Inoltre il numero degli appalti al massimo ribasso sta crescendo a vista d’occhio e, se un servizio non viene tagliato, si tenta di mantenerlo in vita a scapito dei principi fondamentali. Fare razionalizzazioni in un settore già molto povero non ha senso. A Torino il fenomeno della cooperazione sociale aveva una tradizione importante, ma anno dopo anno è finito tutto nei cassetti. E la logica è diventata una sola: cercare di arrivare alla fine dell’anno. L’Italia è vittima di uno strano virus: quello della visione ridotta, dell’incapacità di pensare costruire e investire nel futuro e sempre a scapito dei più deboli».

www.terranews.it


I migranti nel Tir a Messina, interviene il Circolo Arci


Sabato 24 luglio, durante alcuni controlli della polizia stradale di Giardini Naxos, è stato bloccato un Tir sull'autostrada Catania-Messina con a bordo un centinaio di migranti senza titolo di soggiorno. Stipati dentro il tir, respiravano a fatica per il gran caldo e la mancanza di spazio. Durante l'operazione di polizia una ventina sono riusciti a fuggire. L'autista è stato arrestato.

Martedì 27 luglio si è proceduto al trasferimento in Egitto di una sessantina di migranti, molti dei quali palestinesi e quindi, come sottolinea il Circolo Arci "Thomas Sankara", "stranamente trasferiti in un Paese terzo, a causa degli accordi diplomatici tra Italia ed Egitto, senza ulteriori verifiche". A Messina sono rimasti una quindicina di minori, di cui l'Arci si sta occupando.

Il documento del Circolo Arci "Thomas Sankara" di Messina

Il tir fermato sull’autostrada A18 carico di vite umane Pagamento a consegna avvenuta. Questi erano i patti con i trafficanti egiziani: le famiglie dei giovani migranti, stipati come stoccafissi sul tir che gli avrebbe condotti a Roma e poi forse a Milano, avrebbero pagato subito dopo l’annuncio telefonico ai propri familiari: siamo arrivati in Italia e siamo liberi. “Per favore, telefonate ai miei genitori dite di non pagare” le richieste pressanti dei ragazzi trattenuti alla Caserma Calipari di Messina. I ragazzi, giovani i più, dentro uno stanzone e fuori i poliziotti.

Siamo entrati nella caserma con acqua, latte e biscotti e abbiamo cercato di dare ai ragazzi stanchi, assonnati, confusi, disperati, diffidenti informazioni sulla loro condizione giuridica e sul diritto d’asilo. Ai migranti egiziani e palestinesi e magrebini non era stata data alcuna informazione in lingua araba anche se quasi nessuno di loro conosceva una lingua straniera. Tutto questo perché il Ministero dell’Interno non ha rinnovato la convenzione con gli interpreti. In arabo, una nostra dirigente madrelingua ha spiegato che la loro è una condizione di irregolarità che non permette la possibilità di rimanere legalmente in Italia, il sistema dei controlli nell’area Schengen, l’iter per l’accesso alle protezioni internazionali ai richiedenti asilo. Abbiamo spiegato che al loro arrivo al Centro di detenzione di Sant’Anna, all’interno dell’ex base dell’aeronautica nel comune di Isola di Capo Rizzuto (Crotone ) potranno contattare gratuitamente il numero verde dell’Arci 800 905 570 realizzato per dare supporto giuridico ed informazioni sull’asilo.

Dalle risposte alle nostre domande è emerso che il loro viaggio è durato 6 giorni e 5 notti, dall’Egitto sino alle coste agrigentine dove li aspettava il tir insieme ai trafficanti egiziani. Potrò studiare oppure potrò andare a Milano a lavorare? Abbiamo riscontrato la presenza di un numero elevato di minori “non accompagnati”, tra cui un curdo già identificato dalla polizia , ed un ragazzino di appena dodici anni.

Si è deciso, solo per evitare ai migranti l’ulteriore reato di false generalità, reato la cui pena è stata inasprita dal pacchetto sicurezza, di tradurre le generalità dei migranti per favorirne una corretta identificazione. Abbiamo potuto verificare che la questura ha segnalato alla magistratura la presenza dei minori, che dovranno essere collocati in comunità per minori. Sembrerebbe, comunque, che quest’ultimi abbiano trascorso la notte in Caserma, su una sedia, insieme agli adulti in attesa di trasferimento a Crotone. Crotone il centro più grande d’Europa gestito dalle Misericordie e considerato il peggiore d’Europa. Una recente rivolta nel centro ha costretto il Ministero dell’Interno ad una chiusura provvisoria dello stesso ed il segretario del sindacato di polizia Coisp ha invitato il ministro a chiuderlo definendolo”un mostro” che non dovrebbe esistere in un Paese civile.

Ragazzi, giovani, vittime dello smuggling, ovvero del contrabbando di esseri umani, traffico diventato sempre più lucrativo a causa del divieto d’immigrazione che di fatto esiste in Italia, dove le possibilità di ingresso legale sono state quasi soppresse.

Inoltre, la vittima del traffico di esseri umani, che ha già pagato l’organizzazione criminale, giunto in Italia, viene incriminato del reato di “immigrazione clandestina” la cui pena consiste in una sanzione pecuniaria che va dalle cinquemila ai diecimila euro!!!

Infine, la politica criminale dei respingimenti indiscriminati adottata dal governo italiano, condannata persino dalle Nazioni Unite, produce e produrrà altre vittime, il moltiplicarsi degli annegamenti in mare, la deportazione in Libia con la conseguente violazione dei diritti umani.

A cura del Circolo Arci “Thomas Sankara” di Messina

www.ilcarrettinodelleidee.com

ELETTROSMOG RADIO VATICANA. QUELL'ESTREMISMO DENTRO IL CORRIERE DELLA SERA

I cittadini di Cesano e dintorni che da anni chiedono a gran voce di essere tutelati dall'inquinamento elettromagnetico sarebbero "abitanti irregolari", "gente che si era costruita la propria casa a ridosso degli impianti di Radio Vaticana a dispetto di ogni legge urbanistica..". Quegli "abitanti irregolari" sarebbero stati "sobillati a lungo e a tappeto da comitati ad hoc creati dai Verdi più estremisti e da gruppi anticlericali". Un "ambientalismo catastrofista" unito a "propaganda anticattolica di un certo radicalismo": Sembra la requisitoria di un pubblico ministero che sta per chiedere al giudice una condanna esemplare contro chi ha osato "attaccare il Vaticano". E invece no! Si tratta di una piccola parte del lungo e aggressivo articolo scritto sul corriere della sera da Vittorio Messori. Da un pulpito molto più potente di quello dei comitati cittadini, l'opinionista del "Corriere" snocciola una sua faziosa e violenta analisi della questione elettrosmog rompendo il dignitoso silenzio estivo deciso dalla Radio Vaticana. Ci sembra quasi una sorta di "guardia svizzera" che si è autoarruolata per forza e senza il lasciapassare pontificio e che ha deciso di imbracciare l'arma di Gutemberg in una posizione di privilegio mediatico per sparare contro tutte e tutti i presunti nemici del Vaticano. Non importa se in mezzo a quella "gente" ci siano sofferenze reali per lutti e malattie, non importa se i tribunali, il Gip Zaira Secchi, i periti forensi stiano svolgendo un accurato lavoro procedimentale di ricerca scientifica e statistica. No!, per Messori sarebbe tutto un calderone costruito sul nulla allo scopo di attaccare il Vaticano. Manca in questo superficiale assunto giornalistico il pudore deontologico della mediazione e della prudenza. Manca, cioè, ogni traccia di umano dubbio in un argomento così delicato e complesso. La tesi infantile di un complotto anticattolico (sigh!) viene trasferita all'interno di una tragedia e i termini della questione della nocività o meno delle onde vengono spostati con un'assurda forzatura dal piano della precauzione e della pacificazione tra le parti al piano del conflitto ideologico religioso dove chi colpevolizza radio vaticana è un brutto e un cattivo.

Nel rituale scontato non poteva mancare il riferimento agli uomini di scienza rassicuranti come, ad esempio, il senatore e oncologo Umberto Veronesi. L'insigne professore-parlamentare si è già schierato per l'innocuità delle onde elettromagnetiche. Con la stessa determinazione si è anche schierato per la scelta nucleare dove -asserisce- che il fattore rischio sarebbe vicino allo zero. Tanto che alla veneranda età di 85 anni non esclude la sua candidatura come Presidente dell'Agenzia per la Sicurezza nucleare. Sull'argomento "atomico" ha dato un'articolata risposta sul Corriere della Sera Milena Gabanelli. La conduttrice di "Report", purtroppo, è stata messa in taglio basso, mentre avrebbe meritato la stessa identica visibilità in pagina data dal quotidiano milanese all'oncologo.

Non sazio di tanta faziosità, Messori, alla fine del suo articolo, ipotizza l'interesse di molte grandi aziende verso una "commessa epocale, da molti miliardi" qualora, in una futura conclamata dannosità dell'elettrosmog, si dovessero interrare tutte le linee elettriche di alta tensione che attraversano il paese sui grandi tralicci.

Potremmo ribaltare una tale deduzione e dire che molte aziende di telecomunicazioni che investono milioni di euro ogni anno in pubblicità su giornali e televisioni contano e sperano in un attivo indirizzamento dell'opinione pubblica verso un comodo e tranquillo disinteresse.

La triste storia degli effetti occultati per anni dell'amianto non sembra aver indotto per nulla ad una certa cautela.

fonte: Domenico Ciardulli

Segretario Coordinamento Comitati Roma Nord

pensiero del giovedì 29 luglio 2010

"Chi fra voi non ha nella cerchia delle sue conoscenze, o anche nella sua famiglia, qualche persona che trova difficile da sopportare? Invece di lamentarvi e recriminare, dovete considerare quelle persone insopportabili come altrettante buone occasioni per fare degli sforzi e imparare ad amare. Sì, si tratta di un apprendistato.
Un giorno, quando lascerete la terra e vi presenterete dinanzi alle entità celesti, queste ve ne chiederanno conto. Vi diranno: "Perché non avete avuto amore per i vostri simili? - Perché erano sgradevoli, antipatici... - No, non è una buona ragione. Il Cielo vi aveva dato grandi ricchezze: avevate ricevuto braccia, gambe, orecchie, bocca, occhi, e soprattutto un cervello, ma invece di servirvene per rendervi utili agli altri, vi siete accontentati di criticarli, di disprezzarli. - Ma erano talmente miserabili! - Ebbene, era appunto una ragione in più per agire verso di loro con maggior generosità". Niente potrà giustificarvi."

Omraam Mikhaël Aïvanhov

EDITIONS PROSVETA



mercoledì 28 luglio 2010

Agire a deliberazione totale

L’esistenza di un essere umano è ciò che fa. L’esistenza di un essere umano sono le sue azioni. Non le sue parole, ahimè, finché dorme. Non i suoi pensieri, ahimè, non finché dorme. Finché dorme, la quasi totalità di quelli che chiama i suoi pensieri non sono suoi. E non sono deliberati.

Le nostre azioni non possono che riflettere ciò che siamo. E dato che ciò che siamo è generalmente disunito, è il sempre mutevole punto mediano tra i molteplici io che parlano in noi e le voci interiori che le incoraggiano, le nostre azioni ci esprimono. Mancano di unità, di coesione. Mancano di deliberazione totale. Non c’è mai il nostro 100%. Beh, di fatto noi non ci siamo mai. Il Padrone non è mai in casa.

Ecco un bell’esercizio di Consapevolezza da praticare per renderci conto da noi stessi, con estrema chiarezza, di tutto ciò: agire a deliberazione totale.

La sua pratica è molto semplice. Mettiamo il 100% della nostra attenzione, di quella che riusciamo a pilotare, in ogni più piccolo gesto della nostra esistenza. Vogliamo pensare a qualcosa? Attiviamo il 100% delle nostre risorse mentali pilotabili su questa cosa. Dobbiamo camminare? Mettiamo il 100% di attenzione disponibile su questa azione, e solo su questa, fino al suo compimento. Stiamo per parlare ad un conoscente? Vedi sopra. Attenzione totale. Deliberazione piena. Sono in questa azione, ne sono consapevole e lo ricordo, la compio al 100% della mia deliberazione, metto in essa il 100% della mia focalizzazione. Non importa quanto sia questo 100%, se poco, molto. Mettiamocelo, nella sua interezza.

E poi, cerchiamo di mantenere questa focalizzazione sulla azione compiuta più a lungo che possiamo, non solo nei brevi momenti dell’inizio. Non permettiamo alla Mente di Superficie di tornare a divagare, di fatto di tornare a prendere il sopravvento su di noi. Sforziamoci per mantenere la nostra attenzione attiva e focalizzata esclusivamente sulla nostra azione, fino al suo compimento; cioè a dire, sforziamoci di usare la Mente di Superficie in accordo ad una delle sue meravigliose peculiarità, che in potenza sa esprimere magnificamente, se opportunamente allenata. Non camminiamo pensando a ciò che mangeremo stasera. Non mangiamo stasera pensando a dove andremo a camminare domani.

E’ per questo che si chiama Lavoro Interiore, non gita fuori porta tra le chiacchiere del Risveglio.

Un esercizio meraviglioso. Il fulcro dello Zen. Non c’è limite alle cose che la sua pratica costante ci mostra e ci insegna.

All’inizio riusciremo a resistere non più di pochi secondi, prima di lasciare di nuovo ai veicoli il loro funzionamento automatico e inerziale sonnambolico. E’ normale, ed è anche una valvola di sicurezza, da non combattere, ma da spostare sempre più avanti nella sua attivazione. Il Padrone si desta con lo Sforzo, non con le chiacchiere. Non ha Energia, sulle prime, per sedere costantemente sul ponte di comando. Lo Sforzo lo alimenta. La deriva inerziale lo addormenta. Osservarlo da sé stessi vale milioni di parole come queste.

Una azione a deliberazione totale ne vale letteralmente migliaia compiute casualmente come sciocco che dorme. E’ una azione che ricordiamo. E’ una azione che lascia in noi un sapore differente. E’ una azione che onora la Vita. Persino raccogliere qualcosa da terra diventa una preghiera all’Infinito. Altro che racconti sui libri! Dopo settimane, ancora ricorderemo con chiarezza un nostro semplice gesto compiuto con deliberazione totale.

La sua pratica costante ci insegnerà a distinguere da noi stessi, ed oltre ogni dubbio, quando siamo desti e quando invece navighiamo nell’oblio, perché il sapore dell’esperienza, e non ho altro modo per usare le parole, è totalmente diverso. Letteralmente, la Consapevolezza modifica l’automatico senso del tempo creato dalla Mente di Superficie. Letteralmente, l’afflusso di nuove Emanazioni inonda il nostro Campo di Consapevolezza. Emanazioni di cui nemmeno sospettavamo l’esistenza. Emanazioni che prima non potevamo notare, placidamente addormentati.

Agire a deliberazione totale significa entrare naturalmente nella magia del Silenzio Interiore, perché la Mente di Superficie viene saturata di informazioni, gentilmente diretta, e non ha modo di lasciarsi andare al dialogo interiore associativo che ne rappresenta il suo funzionamento inerziale. Agire a deliberazione totale significa risvegliare, onorare e rendere sacra la nostra Presenza, perché di questo si tratta. Onorare e rendere sacra la meraviglia di ciò che siamo realmente.

Non occorre null’altro per entrare nella Dimora del Drago. Null’altro serve, per raggiungere ed accrescere la nostra essenza immortale. Solo la pratica. Solo la pratica. Solo la pratica. Incessante, inflessibile, inesorabile. E’ possibile che trascorrano anni prima di cristallizzare, dunque mettetevi da subito, come dire, nel giusto spirito.

Semplice, bello, come tutto ciò che è Vero. Bello, semplice, come tutto ciò che è Reale.

Giulio Achilli

fonte: www.marenectaris

A letto con il nemico


Quattro violenze su cinque avvengono all’interno di una relazione sentimentale mentre solo una su 100 a opera di sconosciuti.

A subirle sono soprattutto donne tra i 35 e i 44 anni (32%), sposate (50%) con figli (79%), diplomate (53%) e di professione impiegate (21%). Ammettono di patire ricatti, insulti e minacce (44%), violenza fisica, anche con corpi contundenti come martelli o altri oggetti taglienti (26%), economica (13%) e sessuale (7%). Ma vogliono venirne fuori: dal 2008 al 2009 la percentuale delle donne che ha subito violenza per mano del proprio compagno e’ diminuita dal 64 al 55%, mentre sono aumentate le vittime aggredite dagli ex (dal 18% al 25%).
Lo rileva la ricerca ‘Le voci segrete della violenza’, condotta da Swg su un campione di 1.782 casi trattati dall’Osservatorio del Telefono Rosa e presentata oggi a Roma.
Il 61% delle volte la violenza e’ invisibile, si consuma all’interno delle mura domestiche. Anche se il 30% delle donne straniere in Italia afferma di averla subita anche in luoghi pubblici. Solo nel 7% dei casi si tratta di episodi isolati, nel 78% i comportamenti violenti sono invece reiterati, un’abitudine. Il 24% delle persone che si sono rivolte all’associazione Telefono Rosa ne e’ vittima da oltre un anno, il 18% da un periodo tra i 5-10 anni, il 13% da 10-20 anni, mentre l’11% da oltre 20 anni.
Guardando alle informazioni sulla professione delle vittime, in cima alla sfortunata classifica, sottolinea Telefono Rosa, ci sono le impiegate (21%), in particolare le italiane in relazione alle quali la percentuale raggiunge il 24%. Seguono le casalinghe, che tra le straniere raggiungono il 24% delle vittime, e le disoccupate (16%). Riguardo alle vittime straniere c’è anche un 30% di colf e badanti.

In lieve incremento le testimonianze di donne vittime di violenza tra le separate o le nubili soprattutto italiane ma resta comunque predominante la violenza subita dalle coniugate: nel 2009 questa percentuale raggiunge il 50% dei casi tra le italiane e il 55% delle straniere.

Nel 2009 aumenta la percentuale delle coniugate che hanno optato per il regime della separazione dei beni, pari al 39%. Ma, sottolinea Telefono Rosa, il 40% delle donne vittime di violenza non gode di indipendenza lavorativa. Tra queste il 32% ha lasciato il lavoro dopo il matrimonio, per seguire i figli oppure occuparsi della famiglia. Un altro elemento che non lascia molto margine di ribellione e’ il fatto che il 79% delle donne che si sono rivolte spontaneamente a Telefono Rosa dichiara di avere figli che, nel 66% dei casi, non hanno raggiunto la maggiore eta’.

via: www.gliitaliani.it

Discariche abusive e rifiuti tossici: Operazione "Triangolo delle Bermuda" - IMMAGINI ESCLUSIVE



http://www.youtube.com/user/igvwebtv


Tre arresti della Guardia Costiera e della Polizia di Stato tra Boscoreale e Poggiomarino in una operazione denominata "Triangolo delle Bermuda" (Boscoreale, Poggiomarino, Striano) frutto di un anno di indagini che hanno permesso di accertare l'esistenza di una associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale che attraverso l'interramento di rifiuti tossici, ha avvelenato la falda acquifera e frutta e verdura destinate al consumo umano.

CON IMMAGINI ESCLUSIVE DELL'INTERVENTO DELLE FORZE DELL'ORDINE

A cura di GiACoMo Acunzo e Gennaro Cirillo

Chi manda al macero il pianeta?


Con il nuovo rapporto "Pulping the planet. Come Sinar Mas manda al macero il pianeta" Greenpeace mostra come alcuni marchi internazionali quali Walmart, Auchan, Kentucky Fried Chicken, Burger King e Shiseido stiano contribuendo ad accelerare i cambiamenti climatici e a portare verso l'estinzione le tigri di Sumatra e gli oranghi.
Questi marchi, infatti, intrattenendo rapporti commerciali con il "campione della deforestazione" Sinar Mas e con le aziende collegate a quest'ultima, si rendono responsabili di gravi crimini ambientali.Nel rapporto decine di immagini e prove documentali mostrano il drenaggio delle torbiere e il taglio a raso delle ultime foreste pluviali in Indonesia.

Abbiamo svolto un'accurata indagine in particolare su due aree forestali nell'isola di Sumatra, scoprendo che Sinar Mas ha fatto una vera e propria ecatombe ambientale in entrambe. Le aree forestali di Bukit Tigapuluh e Kerumant sono, tra l'altro, tra gli ultimi rifugi della tigre di Sumatra.
Questi preziosi depositi di carbonio e biodiversità sono stati distrutti illegalmente da APP, la longa manus di Sinar Mas per la produzione di carta: APP esporta poi i propri prodotti cartacei anche nel nostro Paese.

Moltissime aziende hanno già reagito alle prove che abbiamo fornito delle attività illegali e controverse di Sinar Mas. Carrefour ha annunciato proprio oggi di aver già interrotto gli acquisti da APP, e Tesco si è impegnata a farlo entro la fine dell'anno. Già da tempo questa scelta è stata fatta anche dal gruppo italiano Gucci e aziende come Kimberly Clark, Kraft e Unilever stanno implementando nuove politiche di acquisto volte ad escludere carta pericolosa come quella di APP dalle proprie filiere.

Negli ultimi anni l'Italia ha incrementato esponenzialmente le proprie importazioni di carta dall'Indonesia fino a diventare il più importante acquirente europeo di carta indonesiana. APP è un'azienda in forte espansione. In Europa si moltiplicano gli uffici commerciali di APP che in Italia ha sede a Verona.

Le aziende del gruppo Sinar Mas sono colpevoli di abusi ambientali gravissimi e i loro rapporti di sostenibilità ambientale non valgono più della carta su cui sono scritti. Anche in Italia da diversi mesi stiamo monitorando la filiera della carta italiana e considereremo corresponsabili, proprio come Sinar Mas, tutte le aziende italiane che continueranno a vendere sui nostri mercati la distruzione e i cambiamenti climatici.

Il Lido di Venezia diventa anti-nucleare

www.greenpeace.org

Venezia, Italia — I nostri attivisti hanno trasformato il Lido di Venezia in una spiaggia “anti-nucleare”. Da questa mattina all’alba hanno piantato centinaia di ombrelloni gialli e striscioni per formare un enorme messaggio contro il nucleare.

Diversi cartelli e attrazioni turistiche con il ‘grido nucleare’ ricordano che in Italia il nucleare è un rischio anche per il turismo. Il messaggio anti-nucleare - firmato insieme da Greenpeace Italia, Greenpeace Austria, Greenpeace Germania, Greenpeace Svizzera e Greenpeace Slovenia stato consegnato al Governatore della Regione Veneto, Luca Zaia.

Zaia durante la campagna elettorale dello scorso inverno aveva dichiarato che nella sua regione il nucleare non sarebbe mai passato, ma in quattro mesi non ha fatto assolutamente nulla per scongiurare le ipotesi - ampiamente circolate nei mesi scorsi - di una centrale nucleare ENEL a Chioggia o in provincia di Rovigo.

Ora ci aspettiamo passi concreti della Regione Veneto per scongiurare un incubo nucleare in laguna che potrebbe avere effetti negativi anche sul flusso dei turisti.

Oltre al rischio sanitario e ambientale, il nucleare del Governo Berlusconi è un vero e proprio attentato al portafoglio degli italiani: ogni centrale ci costerebbe probabilmente sui 6-7 miliardi di euro, invece dei 4 dichiarati da Enel.

Il progetto del prototipo della centrale stessa – l’EPR, della francese Areva - non è ancora stato definito per i ritardi accumulati dai due cantieri aperti (uno in Francia e uno in Finlandia). Per il reattore finlandese le perdite già accertate sono di 2,7 miliardi di euro oltre al costo di 3,2 miliardi stabiliti dal contratto, e mancano ancora tre anni alla data prevista per completare la centrale.

Non esiste un rinascimento nucleare. Il nucleare è soltanto una bufala che impedisce una decisa virata della nostra economia verso fonti di energia pulita. Dobbiamo svincolarci con urgenza da fonti energetiche pericolose, come petrolio, carbone e nucleare, anche per risolvere l’emergenza climatica che incombe su noi tutti.

Il nucleare è una pericolosa perdita di tempo e proprio l’area della laguna veneta, che sprofonda in media di 3 cm l’anno, è quella in Italia più esposta agli impatti del cambiamento climatico che ha già effetti sugli ecosistemi terrestri, marini e costieri.

Parlamentari, il taglio di mille euro era un bluff

di Dario Ferri

L’ufficio della presidenza sella Camera avrebbe già cominciato a studiare come raggirare la riduzione dello stipendio a deputati e senatori. L’aumento del gettone di presenza in Commissione sembra la via più semplice per mitigare la perdita in busta paga

Fatta la legge trovato l’inganno“, è il caso di dire. La riduzione dello stipendio dei parlamentari di 1.000 euro potrà essere raggirata. A raccontarlo è il Fatto Quotidiano, che parla di un successo del partito della casta su quello del rigore finanziario e dei tagli alla spesa. Secondo il giornale di Travaglio e Padellaro l’ufficio di presidenza della Camera dei deputati, annusata l’aria dei tagli in vista, avrebbe già cominciato a studiare come mitigare il rigore annunciato dai presidenti delle Camere.

GETTONI DI PRESENZA – “Il trucco – si legge stamane – è stato trovato quasi subito: introdurre un meccanismo di gettoni di presenza per la partecipazione ai lavori delle commissioni. Ora, quasi tutti i parlamentari sono incardinati in almeno due commissioni che svolgono lavoro diverso e hanno una diversa frequenza di riunione. Per questo, “in prospettiva – si legge in un comunicato ufficiale della Camera – si dovrà definire una disciplina per rilevare le presenze in commissione”. E anche per stabilire una cifra corrispondente ad un giorno di lavoro del parlamentare in commissione, nonché i meccanismi tecnici dell’operazione“. Insomma, si toglierebbe da una parte per rimettere dall’altra. Et voilà: i 1.000 euro scomparsi dalla busta paga, 500 alla voce “diaria di soggiorno” e 500 sottratti ai compensi per i “collaboratori” rientrerebbero dalla finestra.

E’ IL MIGLIORE ESCAMOTAGE – “La questione del gettone è venuta fuori – scrive il Fatto – come l’unica possibilità sul campo per restituire ai parlamentari quanto lasciato sul fronte della manovra. Il gettone, infatti, aggira l’ostacolo posto dal fatto che la retribuzione dei parlamentari per legge è “onnicomprensiva” ed è difficilissimo poter intervenire diversamente sulle varie voci che compongono lo stipendio senza un’apposita legge“.

via www.giornalettismo.com

martedì 27 luglio 2010

Silenzio---Osho

Impara il silenzio. Almeno quando sei con i tuoi amici, con le persone che ami, con la tua famiglia, quando sei qui con i tuoi compagni di viaggio, siedi a volte in silenzio. Non continuare a parlare, a fare pettegolezzi. Smetti di parlare, e non solo all’esterno – ferma anche il discorso interiore. Rimani in un intervallo, stai seduto senza far nulla, e sii solo presente per l’altro. Vedrai che presto scoprirai un nuovo modo di comunicare, che è il modo giusto.

Inizia qualche volta a comunicare tramite il silenzio. Tenendo per mano il tuo amico, siedi in silenzio. Guardando la luna, sentite la luna, e fatelo entrambi in silenzio. Vedrai che avviene una comunicazione, anzi una comunione. I vostri cuori inizieranno a battere allo stesso ritmo, sentirete lo stesso spazio, la stessa gioia. I vostri esseri cominceranno quasi a sovrapporsi: questa è comunione. Hai parlato senza dire nulla, e non ci saranno mai fraintendimenti.

Osho

Islanda per la libertà d’espressione: per legge ogni documento segreto può esser messo online


Birgitta Jonsdottir

Mentre in Italia il disegno di legge Alfano contro le intercettazioni vuole mettere il bavaglio anche ai blog, dall’estremo nord Europa arriva una ventatà di libertà: proprio la scorsa notte l’Islanda ha approvato una legge che garantisce una protezione quasi totale a chi mette in rete segreti giudiziari, militari, societari e di Stato che siano di pubblico interesse.

Grazie alla legge della deputata anarchica Birgitta Jonsdottir, dal 16 giugno qualsiasi documento sottratto per pubblico interesse e messo in Internet da un server con base in Islanda, gli organi giudiziari dell’isola non potranno né impedirne la divulgazione, né tentare di scoprirne la fonte, e neppure eseguire condanne comminate da Paesi esteri. Inoltre, sottolinea Repubblica, nel caso in cui uno Stato o un cittadino si ritenga diffamato e faccia ricorso davanti a una corte straniera, il server islandese che ha immesso i documenti in questione potrà molto semplicemente rispondere con una contro-citazione davanti ad una corte dell’isola, dichiarandosi vittima di una minaccia alla libertà d’espressione.

Certo, per poter andare in Islanda a immettere in rete documenti scottanti bisognerà aspettare la normativa d’attuazione, prevista entro un anno. Nel frattempo la deputata Birgitta Jonsdottir ha fatto parlare di sé anche nel parlamento europeo, soprattutto tra le fila del gruppo liberale.

In ogni caso, già al momento attuale l’Islanda permette di poter aggirare i divieti del ddl intercettazioni: a chi volesse mandare in rete trascrizioni di intercettazioni basterebbe mandarne le fotocopie dell’originale ad un sito specializzato nella divulgazione di segreti, come Wikileaks. org, che ha ora la base ufficiale in Islanda

fonte : http://forumambientalista.wordpress.com

Iran: giovane blogger in sciopero della fame nel carcere di Evin

Hossein Ronaqi ha iniziato a non nutrirsi in segno di protesta alle pressioni e alle torture subite in cella di isolamento nel supercarcere di Teheran.

Lo riferisce oggi il sito riformista Kaleme. Ronaqi si trova recluso in cella di isolamento dallo scorso dicembre e, secondo quanto avrebbe raccontato alla propria famiglia, sarebbe stato sottoposto a continue pressioni e torture da parte dei responsabili del carcere affinchè partecipi a un’intervista televisiva dove il blogger dovrebbe dichiarare il falso sulle proprie attività politiche e sul suo coinvolgimento in movimenti antigovernativi. La madre di Ronaqi, che sta cercando di ottenere il permesso di vederlo in carcere, ha detto: “Sono riuscita ad avere una conversazione telefonica con mio figlio che mi ha spiegato di essere stato sottoposto a diverse pressioni per rilasciare un’intervista televisiva. Sono molto preoccupata per la sua salute fisica e mentale. Hossein ha iniziato lo sciopero della fame perché non riesce a comprendere perché si trova, dopo più di otto mesi, ancora in cella di isolamento e perché deve essere sottoposto a così tante pressioni in carcere”.

OLTRAGGIO ALLA REPUBBLICA ISLAMICA - Ronaqi, blogger e attivista per i diritti umani, era stato arrestato lo scorso dicembre per aver pubblicato sul proprio blog articoli considerati offensivi e oltraggiosi nei confronti della Repubblica islamica. Questi è anche accusato di aver svolto attività antigovernative.

fonte:http://www.giornalettismo.com/

Emergency a porto Marghera, il diritto alla salute fa discutere

Riccardo Bottazzo (Terra a Nordest)

IL CASO. Polemiche e difficoltà per l’ambulatorio che l’associazione fondata da Gino Strada aprirà a Venezia. Il Pdl si oppone alla concessione dei locali da parte del Comune. Il medico responsabile: «Molti migranti non hanno neppure servizi di base».

Emergency si prepara ad aprire un altro ambulatorio medico in un paese culturalmente arretrato dove l’accesso ai sevizi sanitari non è garantito a tutti: l’Italia. L’annuncio è stato dato dallo stesso Gino Strada in occasione di una manifestazione organizzata dalla rete veneziana “Tuttiidirittiumanipertutti”. «Il nostro poliambulatorio offrirà cure gratuite ai tanti migranti non solo che arrivano nel Veneto e non hanno la possibilità di accedere ai presidi sanitari pubblici - ha dichiarato il fondatore di Emergency - ma anche ai cittadini di questo nuovo paese del terzo mondo, l’Italia che sta svilendo i diritti e la dignità delle persone».

Il poliambulatorio sarà inaugurato a settembre e sorgerà a porto Marghera, nella palazzina comunale di via Varé, già sede del centro di salute mentale dell’asl. Questa sarà la seconda struttura che Emergency realizza in Italia dopo l’ambulatorio di Palermo, inaugurata il 3 aprile 2006 e che ha già erogato quasi 35 mila prestazioni. Responsabili dell’organizzazione della nuova struttura, sono i dottori Mimmo Risica e Guido Pullia. «Nel nostro ambulatorio saranno presenti, oltre ai medici, anche operatori culturali che aiuteranno il nostro personale sanitario a fare da tramite con quanti si rivolgono al nostro servizio – spiega Pullia -. Teniamo presente che molti migranti non hanno la cultura del servizio sanitario gratuito e continuativo. In casi come questi è indispensabile che oltre al medico, il paziente venga avvicinato da operatori culturali che gli spiegano come funziona il servizio sanitario». Il primo problema da superare, ha spiegato Pullia, è stato quello di accordarsi con gli ambulatori dell’Asl per garantire ai pazienti curati da Emergency di accedere agli esami medici necessari. Come comportarsi, ad esempio, se a un migrante irregolare occorre una radiografia? «La legge italiana in questi casi stabilisce la possibilità di avere un codice chiamato Stp, che significa straniero temporaneamente presente. Non è una possibilità riservata ai soli clandestini ma anche a quanti in regola col permesso di soggiorno provengono da paesi come ad esempio la Romania che non hanno stipulato accordi con il nostro ministero della sanità. Con questa tessera il migrante può accedere alle prestazioni sanitarie che i nostri medici vorranno prescriverli». L’iniziativa di Emergency ha immediatamente provocato una levata di scudi da parte del centro destra. Antonio Cavaliere, consigliere comunale del Pdl, ha inoltrato una piccata interrogazione al sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, in cui gli chiede di negare l’uso della palazzina sostenendo che la creazione di tale ambulatorio comporterebbe per le casse comunali una spesa eccessiva ed inutile in quanto le prestazioni mediche, in Italia, sarebbero già accessibili a tutti nelle strutture sanitarie pubbliche e private. In Friuli, ad esempio, la regione di centro destra ha già manifestato la propria contrarietà a strutture simili. «Non vogliamo e possiamo sostituirci all’Asl o al servizio sanitario nazionale – commenta Pullia – ma non possiamo far finta di non sapere che molti migranti non hanno neppure la possibilità di avere un medico di base. Il nostro ambulatorio fornisce questo servizio ed inoltre, grazie ai nostri operatori culturali possiamo fare da tramite, anche per una questione di maggiore fiducia e di disponibilità, tra i migranti e le strutture già esistenti».

http://www.terranews.it/

Greenpeace: «Affidereste un centro tumori a un ingegnere nucleare?»

Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia

ROMA. La probabile nomina del professor Umberto Veronesi a presidente per l'Agenzia per la sicurezza nucleare è evidentemente una scelta puramente di "immagine" ma totalmente priva di senso pratico. Crediamo che nessuno si farebbe operare di tumore da un esperto di sicurezza nucleare. Non vediamo, quindi, su quali competenze specifiche si basi tale scelta.

La statura nelle scienze mediche del professor Veronesi è indiscutibile e rappresenta un punto di riferimento nella cura dei tumori, in particolare al seno e all'utero. Distoglierlo dalla sua attività per un'operazione "vetrina", rappresenta una scelta sbagliata, con conseguenze negative immediate: per occuparsi di una materia a lui sconosciuta, dovrà sacrificare tempo che sarebbe meglio impiegato per curare e assistere i suoi pazienti. Se in questo Paese ognuno facesse il suo mestiere le cose andrebbero meglio.

Risibile, poi, il richiamo di Veronesi alla propria passione per la fisica e alla Laurea Honoris Causa ricevuta dall'Università di Milano, il livello di complessità di una centrale nucleare, che è più ingegneristico che fisico, è tale da sconsigliare la nomina di una persona non esperta. A meno che l'interesse del medico italiano non sia dettato da altre motivazioni: conoscendo le ricerche che in diverse parti del mondo connettono l'aumento dei casi di leucemia infantile alla presenza di centrali nucleari, Veronesi pensa forse così di poter dare un contributo nel campo in cui le proprie competenze non sono in discussione. Ma quello che gli verrà chiesto è autorizzare impianti e controllarne la gestione, che è un mestiere assai diverso.

www.greenreport.it

Nucleare, come si calcola un costo eterno?

di Giulietto Chiesa.

È cominciata in grande stile la campagna a favore del nucleare. Talmente grande, lo stile, che perfino un cardinale (che deve avere una grande esperienza nucleare) ha firmato un opuscolo, riccamente pagato, pare, dall’ENEL, per spiegare ai fedeli delle parrocchie, come è bello, utile e sicuro avere sotto casa una bomba a scoppio ritardato. Non so quanti milioni di copie siano state stampate dell’opuscolo aureo. Che misura comunque, prima di tutto, la potenza della scimmia impazzita che sta portando il pianeta alla catastrofe.

Non solo nucleare. Ce ne sono parecchie che si accumulano (climatica, energetica, ambientale in generale, finanziaria, dei rifiuti, dell’acqua etc). Ma quella nucleare è, in un certo senso, il riassunto della stupidità umana e dell’inganno nel quale viviamo.

Gli argomenti contro sono tanti. Ma, a proposito di stupidità e di irresponsabilità (verso i nostri figli, nipoti, discendenti): quanti si rendono conto, Sua Eminenza, che, costruendo una centrale nucleare si getta sulle spalle di tutte le generazioni future (tutte, proprio tutte) per il prossimi 150 mila anni, una serie di conseguenze imprevedibili, imparabili, mostruosamente costose, comunque certamente nocive?

Capisco, Eminenza, che lei vuole stare al caldo e con la luce accesa. Ma ha pensato a quelli che verranno dopo?

Anche Piero Angela, quello che ci racconta la scienza da decenni dagli schermi della Rai, è sceso in campo per illustrarci quanto è buono il nucleare. Ma non ha spiegato quanto costa una centrale nucleare. Perchè? Semplice: perchè non esiste nessuno al mondo in grado di calcolare quanto costa realmente. Visto che, una volta costruita, essa resterà per sempre sul groppone dell’Umanità, come calcolare spese “eterne”? Forse è qui che entra in campo Sua Eminenza, il cardinale che ha firmato l’opuscolo.

Aspettiamo lumi. Intanto facciamo un altro conto. Forse banale. Quando la prima delle centrali nucleari progettate dal governo italiano entrerà in funzione (ma scommetto mille contro uno che non riusciranno nemmeno a farla) il problema del riscaldamento climatico sarà già esploso con tutta la sua virulenza. Invece di buttare via 20 miliardi di euro per fare una cosa pericolosa, che non serve, potremmo stanziarli per produrre energie rinnovabili. Con quelle cifre ci sarebbero 100 mila nuovi posti di lavoro.

Ma tutto questo sarebbe logico. Invece noi abbiamo una scimmia impazzita al comando. Aspettarsi che prenda decisioni logiche è come attendersi che, trepestando sulla tastiera del computer, scriva la Divina Commedia.

Questo articolo è comparso sull'ultimo numero del periodico «Comunicare il Sociale».

www.giuliettochiesa.it

Usa: senza aria condizionata e felici


Deve essere davvero molto calda l’estate a Salina, Kansas, quando le temperature raggiungono i 105°F e ci si può cuocere sotto un sole rovente, ma per Stan Cox, scrittore e agronomo si può vivere bene e meglio anche senza l’utilizzo di climatizzatori.

Come riportato dal NYT, Stan Cox descrive questo tipo di temperature come “termicamente ostili” nel suo recente libro, “Losing Our Cool”, dove sostiene la necessità di una minore dipendenza dall’ aria condizionata per il bene dell’ambiente e per la salute in generale.

UNA QUESTIONE DI PRINCIPIO -In risposta alle estati da record, stiamo contando più sull’ aria condizionata, la quale produce emissioni di gas serra che fanno ancora più calda l’estate“, ha affermato . “E’ un ciclo che mi fa chiedere: “Quanto tempo può durare?” Per il signor Cox, 54 anni, il climatizzatore non è mai stato acceso dal 1977. Lui e sua moglie, Priti Gulati Cox, 42 anni, artista, il non utilizzare l’aria condizionata è una questione di preferenza personale e di principio – anche nei giorni più ostili. “Cerchiamo di stare fermi il più possibile“, spiega Cox, vestito con una camicia a maniche corte e pantaloncini. “E di non indossare poliestere, questo è sicuro“.

BE RELAXED - Giovedì si era intorno ai 91°F all’ora di pranzo, temperatura registrata da un termometro sul banco della cucina. Eppure sarebbe difficile trovare anche una gocciolina di sudore sulla fronte della coppia, perché una brezza di fresco viene spostata attraverso le sale, distribuita da ventilatori a soffitto e ventilatori box in alcune finestre. Le luci e gli apparecchi che generano calore sono spenti, fatta eccezione per il frigorifero. Tende di cotone svolazzano dalle finestre, Ms. Cox sembra essere a suo agio in canottiera e gonna a balze e serve freschi frullati di yogurt al mango. I Cox hanno l’abitudine di muoversi per la casa e il cortile in direzione opposta rispetto al caldo dei raggi del sole. Una delle fughe preferite è il fresco della cantina, o le sedie sotto i loro gelsi e gli alberi di pesco. “Ci si abitua ad esso, ci si adatta“, afferma Ms. Cox e Mr. Cox aggiunge: “Dipende tutto dal tuo stato d’animo e dalle aspettative. Il nostro è rilassato”. “Forse – ha aggiunto – se la gente spegnesse i condizionatori d’aria, si potrebbe star fuori e conoscersi”.

NON TUTTI LA PENSANO COSI’ - Mr. Cox comunque, non sembra essere il tipo di uomo che vorrebbe azzuffarsi sulle questioni, ma ha dovuto affrontare anche minacce di morte nel corso di una discussione sul ruolo dell’ aria condizionata nella vita contemporanea in un articolo d’opinione pubblicato questo mese sul Washington Post. Sessantasette pagine di messaggi seguiti da posta elettronica. “Idiota!” ha scritto una persona. E un altro ha minacciato di sparargli. “Forse il godimento degli sbalzi termici non è per tutti“, ha concluso Cox. Ma moglie e marito non hanno alcuna intenzione di cambiare il loro modo di essere. “L’aria condizionata interna – sostengono- rende solo più caldo l’esterno”.

di Teresa Scherillo (makia)
su: www.giornalettismo.com

Osho-Oltre il caos





"rubato" all'Ottimo sito
: IL POTERE DEL QUI E ORA grazie Alberto

lunedì 26 luglio 2010

Il pericolo offshore Bp nel Mediterraneo… ma 500 km dalla Libia sono più pericolosi di 5 miglia dall'Italia?

Umberto Mazzantini

LIVORNO. Il direttore generale della Bp, Tony Hayward, starebbe negoziando la sua munifica buonuscita dalla multinazionale, travolto finalmente dalla marea nera e dall'ecocidio nel golfo che ha cercato prima di minimizzare e poi di nascondere, gestendolo comunque sempre in maniera cialtronesca ed arrogante. Secondo la Bbc le dimissioni ufficiali sono imminenti, il Telegraph spiega che la partenza di Hayward verrà probabilmente annunciata ufficialmente prima della pubblicazione dei risultati trimestrali della Bp prevista per martedì.

La Bp ha messo non poco in imbarazzo il premier conservatore britannico David Cameron durante la sua prima visita ufficiale a Washington, sia perché la multinazionale britannica è ritenuta responsabile della marea nera nel Golfo, sia per il ruolo che il petrolio e gli interessi della Bp avrebbero giocato nella liberazione di Abdel Baset al-Megrahi, uno dei terroristi libici accusati di aver compiuto l'attentato di Lockerbie nel 1988 contro un aereo Usa della Pan Am che fece 278 morti. Cameron la settimana scorsa ha cercato di allontanare ogni sospetto: «La Bp è una società altrettanto importante sia per l'economia britanniche che per quella americana. Rappresenta migliaia di posti di lavoro sulle due coste dell'Atlantico. Per questo, è nell'interesse dei nostri due Paesi, come abbiamo convenuto, che questa società in futuro rimanga stabile».

Poi aveva annunciato di aver chiesto un esame dei documenti governativi sulla liberazione dell'autore dell'attentato di Lockerbie per determinare se pubblicare altre informazioni, dicendo che la liberazione era stata decisa dalle autorità scozzesi, non dal governo nazionale e che comunque aveva chiesto l'avvio di un'inchiesta.

La Bp è nella bufera dopo aver ammesso di aver fatto pressioni sul governo di Londra per la firma di un accordo di trasferimento di prigionieri con la Libia per sbloccare un accordo da 900 milioni di dollari stipulato nel 2007, ma il colonnello Gheddafi se ne frega evidentemente delle prudenti indagini di Cameron e delle assicurazioni date ad Obama e, forse per dare l'ennesimo schiaffo a tutti e due, ha voluto premiare la Bp annunciando che i contratti promessi alla multinazionale britannica sono pronti: la Bp potrà trivellare subito 5 pozzi offshore nel Golfo della Sirte, a profondità superiori a quelle della Deeopwater Horizon, la piattaforma petrolifera saltata in aria il 20 aprile nel golfo del Messico che con il suo affondamento ha causato la più grande catastrofe ambientale della storia degli Usa.

La cosa ha fatto molto preoccupare diversi giornali e politici italiani, allarmati dal fatto che le trivellazioni avverranno a "soli" 500 km dalle coste italiane ed in pieno Mediterraneo, moltiplicando il pericolo di un nuovo "Golfo del Messico" in un mare chiuso, che una tragedia come quella della Deepwater Horizon coprirebbe di petrolio. Tutto vero, ma è singolare che tra chi grida oggi al pericolo ed alla svendita della nostra sicurezza ad un dittatore amico di terroristi, ci siano anche quei giornali e quei politici di centro-destra che sostengono la necessità di consegnare agli aguzzini libici i migranti che tentano di arrivare sulle nostre coste e soprattutto coloro che prima hanno minimizzato gli allarmi lanciati da Legambiente sulle trivellazioni petrolifere offshore nei mari italiani, parlando di "necessità nazionale" e di competitività, e poi si sono sperticati in lodi verso il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo quando ha annunciato che non si potranno trivellare pozzi petroliferi entro 5 miglia dalla costa (esattamente la linea sulla quale si attesta la grande maggioranza delle richieste di concessione) e a 12 miglia dalle aree marine protette (alcune da istituire e in corso di istituzione e che potrebbero sparire sotto i tagli del 50% ai parchi previsto dalla Finanziaria tremontiana), in zone delicatissime come l'Arcipelago Toscano, le Egadi, Pantelleria, le Tremiti, la Sardegna e le coste abruzzesi.

L'allarme sullo sporco accodo Libia-Bp-Gran Bretagna è del tutto giustificato, ma facciamo sommessamente presente che 5 o 12 miglia sono molto meno di 500 km e che il pericolo della miriade di richieste di concessioni di trivellazioni petrolifere offshore, fatte da un'eterogenea truppa di compagnie multinazionali grandi, medie, piccole e a volte sconosciute, ci riguarda molto più da vicino e più urgentemente di quel che accadrà nel Golfo della Sirte, dove magari il nostro presidente del consiglio Silvio Berlusconi dovrebbe una volta tanto chiedere spiegazioni al suo amico Muammar Abu Minyar al-Qad Gheddafi non solo sul petrolio libico-britannico che minaccia il Mediterraneo, ma anche sugli scambi petrolio-terroristi e magari darci spiegazioni sugli accordi immigrati schiavizzati-contratti petroliferi-risarcimenti già fatti con noi italiani.

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