"Se ve ne state seduti in silenzio senza avere alcun motivo
per farlo, oppure se ve ne andate a camminare tranquillamente, da soli o in
compagnia, guardando gli alberi, gli uccelli, il fiume, le foglie illuminate dal
sole, vi troverete ad osservare anche voi stessi. Non starete lottando, non
farete sforzi tremendi per ottenere qualcosa. Quelli che si sono abituati a
praticare qualche sistema di meditazione, trovano poi molto difficile metterlo
da parte, perché la loro mente ne é stata troppo condizionata; sono andati
avanti per tanti anni con le loro pratiche e ormai ci sono attaccati.
[...] La mente non è mai in silenzio, insegue sempre un pensiero dietro l'altro, una sensazione dietro l'altra. Per cercare di porre fine a questo chiacchierare ininterrotto, imparate a concentrarvi; vorreste imporre il silenzio alla mente; ma così il conflitto ricomincia. È questo che fate: chiacchiere su chiacchiere, un continuo parlare a proposito di niente. Ma se volete osservare qualcosa, un albero, un fiore o il profilo delle montagne, dovete guardare standovene in silenzio.
[...] La mente non è mai in silenzio, insegue sempre un pensiero dietro l'altro, una sensazione dietro l'altra. Per cercare di porre fine a questo chiacchierare ininterrotto, imparate a concentrarvi; vorreste imporre il silenzio alla mente; ma così il conflitto ricomincia. È questo che fate: chiacchiere su chiacchiere, un continuo parlare a proposito di niente. Ma se volete osservare qualcosa, un albero, un fiore o il profilo delle montagne, dovete guardare standovene in silenzio.
A voi però non interessano le montagne, la bellezza delle colline e delle valli, o lo scorrere dell'acqua; voi volete arrivare da qualche parte, volete ottenere qualcosa di spirituale.
Non è possibile starsene quieti in modo naturale. Guardare una persona, ascoltare una canzone, o stare a sentire con calma quello che qualcuno sta dicendo, senza opporre la minima resistenza, senza mettersi a dire: «Devo cambiare, devo fare questo, devo fare quello». Starsene semplicemente quieti, capite? Evidentemente questa è la cosa più difficile. E così vi mettete a seguire dei sistemi per arrivare alla quiete. Ma non vedete l'inganno che si nasconde in questo modo di fare? Praticate un metodo, usate un sistema qualsiasi, stabilite una routine quotidiana che regolarmente si ripete, perché pensate di riuscire alla fine a calmare la mente. Ma la mente non sarà mai quieta; perché si è ridotta a uno strumento meccanico; imprigionata in uno schema che continua a ripetersi, è diventata insensibile, si è intorpidita. Ma voi non vi accorgete di tutto questo. Volete qualcosa, un'iniziazione! Oh, è così purile!
Se voi ascoltate con calma, senza preoccuparvi di dire a chi vi parla che ha ragione o torto, senza dire a voi stessi: «Ormai mi sono impegnato, ho promesso di non smettere; io sono questo o quell'altro»; se ascoltate quello che viene detto senza opporre resistenza, allora comincerete a scoprire voi stessi. E la vostra mente, in questo movimento di scoperta, diverrà quieta.
Così noi, che siamo persone come tutte le altre, con tutti i nostri tormenti e le nostre difficoltà, possiamo metterci quieti ad ascoltare il rumore dei nostri pensieri? Possiamo starcene a sedere o in piedi, o andare a fare una tranquilla passeggiata, senza bisogno che qualcuno ci suggerisca di farlo, senza aspettarci una ricompensa, senza desiderare di avere chissà quali straordinarie esperienze ultrasensoriali? Solo quando si comincia dal livello più semplice e razionale si può andare molto lontano"
(Da Domande e risposte, pp. 91-92).
... la miglior meditazione la fai in una metropoli. Mi credi? Se riesci in mezzo al casino a trovarti sempre, beh, sarà poi un gioco da ragazzi. Sembra facile ma non lo è ... come sempre serve allenamento e pratica.
RispondiEliminaCerto se la gente fosse in grado di vivere bene con se stessa non avremo i problemi che abbiamo oggi
Ciao Rosa, bientornada
Hai ragione, non è impossibile meditare camminando, vivendo normalmente, molti adducono come scusa la mancanza del Tibet o dell' Ashram, che certamente aiutano, ma che non sono indispensabili. Si può anche senza e si può anche in una metropoli, basta riservasi uno spazio, la meditazione è cibo per l'anima e non per il corpo, la salute e la lucidità sono conseguenze e non fini.
EliminaUn abbraccio caro Dioniso :))
Namastè
questo è proprio il mondo che vorrei, e che sarà (in realtà è già qui, ma ci vorrebbero gli occhi per vederlo).........
RispondiEliminaEsattamente Yogi, non servono grandi cose basterebbero occhi per vedere ed orecchie per sentire...o decidere di non ascoltare.
EliminaCoscienza di quello che c'è!
Ti abbraccio caro :))
Namastè
Grazie per questo post. Ora che ho più tempo per me, sto veramente cercando di seguire le indicazioni elencate sopra. Avevo letto qualcosa in un libro, ed il difficile veramente è "mettere semplicemente la mente a riposo, non forzarla, lasciare che i pensieri come piccole onde arrivino a me, senza chiedere nulla".
RispondiEliminaOsservare è, secondo me, il termine giusto, imparare a viversi, lasciandosi fare, lasciare scorrere.
EliminaIl silenzio è una meta, l'osservazione è la strada. Non c'è bisogno di scelte di vita, non in questa fase, che sono una conseguenza della meditazione e non il suo motore.
Il cambiamento è una conseguenza, ritrovare se stessi ed il senso di quello che si sta facendo è l'importante.
Un abbraccio cara Viola :))
Namastè
Un grande saggio, unico...
RispondiEliminaGrazie.
Namstè.
Senza dubbio alcuno, Rossland! :))
EliminaNamastè