I recenti fatti di Napoli hanno fatto emergere tanta, ma tanta aridità, durezza e miseria morale.
Ma, mi chiedo, possibile che non capiate e vi sentiate autorizzati al giudizio? Forse la ragione sta nel fatto che non avete mai provato a perdere tutto, o anche solamente a correre il rischio che vi succeda. A me è successo, e forse per questo comprendo la rabbia, la frustrazione, il bisogno di urlare e di piangere. E se anche a qualcuno di voi fosse successo, lo ha di sicuro dimenticato o peggio rinnegato.
In ogni caso avete permesso che questo vi incarognisse, avete sprecato così un'occasione di "crescita". Come i migranti italiani diventati razzisti dopo aver mangiato, per anni, pane e xenofobia.
Esprimete giudizi, generalizzate, vi fermate su ipotetiche bandiere, omettete strumentalmente il ruolo della provocazione pre-organizzata. Ignorate il bisogno, la disperazione e vi permettete l'insulto, il disprezzo. Non capite, non volete capire.
E mi fa male, mi dilania questo perchè avviene anche nel raggio delle mie conoscenze, dove supponevo esistessero persone gentili, empatiche, che avevano iniziato a capire.
Non è così. É morta la compassione, l'accoglienza dell'altro, empatia non pervenuta; resta solo paura, giudizio e, intanto, il mondo degenera in una sorta di linciaggio morale reciproco.
La guerra di tutti contro tutti, se fossi religiosa mi spaventerei, ma sono solo spirituale e soffro dell'incapacità assoluta di comprendere che l'altro siamo noi.
Certo si moraleggia, ora sul un migrante, ora sul clochard. Ci si riempie la bocca di buone intenzioni, ma al primo momento di prova si manifesta solo egoismo e visione ristretta.
La disperazione degli altri è sempre merda e quella persona che mi sembrava avere sensibilità e disponibilità all'ascolto, alla comprensione... niente, improvvisamente si trasforma in un conservatore impaurito e mascherato, che dal balcone è disposto a spiare nella casa del vicino per denunciarlo. E così piccoli delatori crescono e l'ombra cupa della follia antisemita rispunta, stesso modello, anche se cambiano i protagonisti della tragedia.
E però non è solo Napoli, non è solo questo momento, non è solo questa fase storica; la degenerazione è totale e colpisce le qualità umane, dividendo il mondo in fazioni e tifoserie diverse ed uguali nella miseria morale, nel vuoto cosmico delle rispettive anime. Aridi, miserabili, cattivi. Pronti ad augurare la morte, a negare la cura, a chiudere tutti in un campo di detenzione. Pronti a seguire vocianti e festosi l'uomo forte di turno.
Ragazzi, così ci prepariamo da soli la fossa, ipotechiamo il futuro, lo rendiamo cupo, pesante. Non vi va di capire, non volete ascoltare, non leggete, non ammettete dissenso ed opinione, per voi esiste solo la vostra paura, spesso immotivata, che vi fa odiare chi non l'ha, che vi fa morire prima di essere morti.
Alla fine non ascoltate più nemmeno quella che vi piace chiamare scienza, se non dice quel che volete sentire, se non ripete le frasi della televisione e del potere.
Ma alla fine che mi frega, anche queste sono solo parole. In fondo siete, come lo sono io, parte di questo gioco al massacro, in questa Matrix dove ognuno decide quale pillola scegliere. Io ho scelto la mia.
Rosa Bruno
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