fonte: SU LA TESTA!
di
Gianni Lannes
Sciroppi all’antigelo, antibiotici
senza principi attivi, falsi viagra e pseudo antiretrovirali per l’Hiv. Ogni
dieci farmaci uno è fasullo. Radiografia del mercato ufficiale e clandestino
che mette a rischio anche l’Italia
Di farmaci
fasulli, privi dei principi attivi o inquinati da sostanze nocive, confezionati
senza rispetto per gli esseri umani e per l’ambiente, ci si ammala. E spesso si
muore. Lo attestano le cronache correnti.
Quasi
tremila persone stroncate in Nigeria da
una meningite dopo l’inoculazione di vaccini contraffatti; 30 bambini uccisi in
India da uno sciroppo per la tosse che conteneva antigelo invece che
paracetamolo. Senza contare le silenti e incalcolabili scomparse di chi nel
Sud-est asiatico con uno dei 40 antimalarici in commercio senza principi
attivi. Per l’Organizzazione mondiale
della Sanità la quantità di medicinali falsi presenti sul mercato mondiale
varia dal 7 al 10 per cento: uno su dieci è fasullo. E la tendenza tende
lievitare. Infatti, in un anno i farmaci artefatti sono aumentati del 40 per
cento, per un volume d’affari di circa due miliardi di dollari. «E’una minaccia
alla salute mondiale» tuona l’Oms, che scomoda dalla poltrona i ministri
dell’Ue, solo ora che il problema non è più circoscritto alle vendite nei paesi
in via di sviluppo, masi è diffuso nel Vecchio continente e nel Nord America,
aree fino a oggi ritenute sicure. Gli fa eco l’allarme lanciato oltreoceano dal
Comitato internazionale per il controllo dei narcotici in seno alle Nazioni
Unite (Incb) riguardo agli Usa, dove il traffico e l’abuso di farmaci
contraffatti sono secondi solo a quelli della cannabis. «La mappa della
contraffazione vede oltre 90 paesi coinvolti, ma si tratta di una sottostima»
dichiara Haward Zucker, vicedirettore
generale dell’Oms. In Africa, Asia e America del Sud il mercato è contaminato
per oltre il 30 per cento, in alcuni paesi addirittura per il 50 per cento.
Inevitabilmente nei Paesi del Terzo mondo dove i filtri doganali, gli strumenti
di verifica e i sistemi di stoccaggio sono debolissimi, l’entrata è più facile.
Ma lo scandalo scoppiato in Germania degli antitumorali importati illegalmente
con la compiacenza di farmacisti tedeschi; i sequestri di statine contraffatte
nelle farmacie del Regno Unito; così come la scoperta del traffico di falso
viagra con epicentro a Londra, confermano che l’Europa non gode di immunità. In
vetta alla classifica dei produttori di cattive medicine figura la Cina,
tallonata da India, Russia e Ucraina; a seguire Perù, Colombia Messico. Ma sono
soprattutto le multinazionali farmaceutiche del crasso Occidente, dietro uno
schermo di apparente legalità, a mettere a repentaglio la vita di milioni di
persone, sperimentando direttamente nel Sud del mondo. Per tutti funziona internet
quale rete di distribuzione: arriva ovunque e senza rischi. Prodotti non
tracciabili, aziende senza sedi legali, merce che viaggia in migliaia i
pacchetti per giungere comodamente a casa nostra con la posta. Solo una quota
residua di questi preparati passa confini dell’Asia nelle valigie di sedicenti
medici immigrati cinesi e indiani, per
rimpolpare gli scaffali dei loro ambulatori abusivi all’estero. Il viagra è in
testa alla lista dei farmaci più contraffatti destinati ai paesi occidentali,
naturalmente insieme a tutti i suo fac-simile curativi di disfunzioni erettili.
In seconda battuta l’occidente consuma anabolizzanti,
steroidi e corticosteroidi, nonché prodotti
per il dimagrimento e sedativi, quasi sempre acquistati online bypassando
le ricette mediche onde evitare imbarazzi e difficoltà. Diverse invece le
esigenze e le richieste dei Paesi in via di sviluppo, dove finiscono pseudo antiretrovirali contro l’Hiv, vaccini
letali, acquosi antimalarici e antibiotici fasulli. Il mercato
dell’illecito invade la rete conglobale con confezioni apparentemente identiche
all’originale, con minuscole differenze che le foto sul web camuffano
abilmente. «Pur trattandosi di falsi sofisticati - ha spiegato Zucker- la
contraffazione non richiede mezzi tecnologicamente all’avanguardia, né una rete
criminale particolarmente complessa: i contraffattori lavorano spesso in garage
o in casa». Kit fac-simili Johnson&Johnson per la diagnosi del diabete e
dentifrici alterati con il letale glicol dietilenico.
Fabbricazione cinese - I casi internazionali più eclatanti portano il
marchio made in Cina. Niger e Arabia Saudita hanno reagito con una specie di
protezionismo alle importazioni del colosso asiatico. Pechino teme il danno
all’immagine e tenta di recuperare di fronte al mondo con una severità nelle
punizioni direttamente proporzionale alla morbidezza dei controlli che avrebbe
dovuto attuare preventivamente. Vale da esempio l’esecuzione di Zheng Xiaoyu, il direttore dell’agenzia
connesse per i controllo sui farmaci e gli alimenti, accusato di aver accettato
mazzette per certificare medicinali di scarsa qualità e contraffatti. Tra le
altre accuse, Xiaoyu era ritenuto responsabile della morte di 12 bambini che
erano stati alimentati con latte in polvere privo di nutrienti. L’allarme si
allarga anche alla vendita di preparati della medicina tradizionale cinese
(Tmc) che vanta l‘uso di 20 mila piante e 200 specie animali, molte di queste
protette dalla Cites (Convenzione di Washington sul commercio internazionale
delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione). Il danno alla
biodiversità del pianeta è enorme. Secondo l’Oms, l’80 per cento della
popolazione mondiale usa medicinali a base naturale: una richiesta che stimola
un prelievo massiccio e indiscriminato nell’ambiente di materie prime. Basti
pensare che negli ultimi tre anni sono state sequestrate 79 mila spedizioni di
prodotti Tmc e altre 30 mila negli ambulatori europei di abusivi medici cinesi,
cifre che disegnano solo la punta dell’iceberg. La novità: in passato in Europa
e nel Nordamerica erano le comunità immigrate asiatiche a farne richiesta (80
per cento); adesso più del 70 per cento degli sono occidentali. Queste
apparentemente innocue tisane, pastiglie e creme, sotto l’etichetta
rassicurante “naturale” contengono farine ossee di tigre, denti, code e
ghiandole di cervi, corni di rinoceronte, peni di alligatori, cavallucci marini
essiccati, scaglie di pangolino, sangue di cobra.
Feti malformati - Una giuria del Tribunale di
Philadelphia ha condannato Glaxo SmithKline
a risarcire 2,5 milioni di dollari alla famiglia di un bambino di tre anni, Lyam Kilker, nato con gravi
malformazioni cardiache, dopo che durante la gravidanza, la madre aveva
utilizzato l’antidepressivo Paxil in
seguito ad attacchi di panico. La nota multinazionale farmaceutica è stata
ritenuta responsabile di non aver informato adeguatamente medici e donne
incinte sui rischi del farmaco, che è stato giudicato una “causa fattuale”
delle malformazioni del nascituro, che ha già subito due interventi chirurgici
a cuore aperto e ne dovrà subire altri. E’ la prima volta che un tribunale Usa
afferma che Gsk conosceva i rischi di malformazioni ma li ha tenuti nascosti
per incrementare i profitti. Quello di Philadelphia è il primo processo di
questo tipo e altre 600 denunce attendono di andare in dibattimento. Secondo
l’avvocato della donna, Sean Tracey, Gsk ha ignorato di proposito gli indizi
secondo cui l’antidepressivo poteva causare malformazioni, non dando seguito
agli studi su questo pericolo per timore di danneggiare le vendite che hanno
sfiorato i mille milioni di dollari, pari al 2,1 per cento del totale della
multinazionale britannica. I legali della donna hanno sostenuto con prove che,
alla metà degli anni ’90, Gsk organizzò una campagna di marketing per convincere
i dottori a prescrivere maggiormente il Paxil alle donne incinte affette da
ansia, proprio mentre la casa farmaceutica non rendeva pubbliche le segnalazioni di malformazioni
fetali che stava ricevendo dai medici.
Secondo la
testimonianza di David Healy, docente
all’università di Cardiff nel Galles, sino a che i numeri di malformazioni
erano piccoli, Gsk forniva ai medici il numero esatto dei casi segnalati ma
poi, quando le segnalazioni sono aumentate, a metà degli anni ’90, ha dato solo
percentuali. Healy che ha svolto anche una consulenza per Gsk, ha detto che la
company inglese ha pure pagato alcuni medici affinché apponessero la loro firma
come autori di articoli scientifici, scritti dal altri, da pubblicare su
riviste mediche per aiutare il mercato del Paxil nelle donne incinte. Al
processo l’avvocato della querelante ha detto che sino al 1997 Gsk aveva
ricevuto 50 segnalazioni di aborti o di morti intrauterine e, quando indagarono
il possibile legame con il Paxil, i suoi scienziati definirono il tasso di
incidenza riscontrato come una “scoperta allarmante”. Nel rapporto che Gsk
consegnò alla Fda, però il linguaggio utilizzato fu rassicurante.
Esperimenti militari in Asia - Gli Usa ne sanno qualcosa, anzi vantano
la maggiore responsabilità. Il Vietnam ha chiesto aiuto all’Organizzazione
mondiale della sanità per identificare una malattia misteriosa che ha già
causato 19 morti nel Paese. Le autorità sanitarie locali non sarebbero in grado
di trovare la cura. Una patologia misteriosa sta seminando il panico al punto
che le autorità del Paese asiatico hanno deciso di chiedere aiuto all’Organizzazione
mondiale della sanità. Si tratterebbe di una misteriosa malattia cutanea che
negli ultimi dodici mesi avrebbe già provocato 19 morti in una povera regione
centrale. Le autorità sanitarie locali non sono ancora riuscite a individuare
la causa e la cura del male, e la stampa statale ha riferito che l’infezione si
manifesta con eruzioni cutanee alle mani e ai piedi, accompagnate da febbre
alta. Se non trattata in tempo, la malattia potrebbe portare al blocco delle
funzioni epatiche e successivamente di altri organi, causando la morte.
L’infezione fino a questo momento ha colpito 171 persone, di cui almeno una
decina si trovano ancora in gravi condizioni di salute. Tutti i casi, dal primo
riportato nell’aprile 2011, si sono verificati nel distretto di Ba To, nella
provincia di Quang Ngai.
In Europa - Italia compresa, il Paxil assume il nome di Seroxat: è in vendita - come si legge
su qualsiasi informatore farmaceutico - in due soluzioni (“20 mg di compresse
rivestite e 2 mg/ml sospensione orale”). Il principio attivo è la paroxetina
(cloridrato emidrato). I manuali tecnico e scientifici ad uso e consumo dei
farmacisti fanno riferimento ad episodi “depressione maggiore”, “disturbo ossessivo
compulsivo”, “disturbo da attacchi di panico”, “disturbo d’ansia sociale/fobia
sociale”, “disturbo d’ansia generalizzata”, “disturbo da stress post
traumatico”. Non è indicato alcun effetto collaterale e non ha alcuna avvertenza
o controindicazione per le donne gravide.
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