fonte: Ecco Cosa Vedo
di Gianpaolo Marcucci
L’economia, ovvero la gestione razionale delle
risorse, esiste, è un fatto, un qualcosa di reale. Ma, quando oggi
parliamo di economia, cosa intendiamo? Quando vediamo i media parlare di
spread, di bot, di mercati finanziari; quando sentiamo esperti,
professori e giornalisti riempirsi la bocca di formule matematiche
incomprensibili a sostegno di fantomatici modelli di crescita, siamo
proprio sicuri che stiamo parlando di qualcosa che riguarda la gestione razionale delle risorse del pianeta?
L’articolo 25 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo recita così: “Ogni
individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la
salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare
riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure
mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in
caso di disoccupazione, malattia, invalidità vedovanza, vecchiaia o in
ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze
indipendenti dalla sua volontà.” Tuttavia oggi è universalmente risaputo che se un uomo non possiede sufficiente denaro non può assolutamente nutrirsi ne avere una casa o curarsi in maniera adeguata. L’unica
legge che governa il mondo oggi e che permette di decidere chi può
morire di fame e chi di obesità è solo la legge del profitto.
Non solo tale legge non è equa, ma sta letteralmente causando il folle disfacimento delle risorse ecologiche ed umane del nostro pianeta; si, umane, perché l’uomo è una risorsa, una parte dell’organismo mondo che dovrebbe vivere in sintonia con l’ambiente che lo ospita.
Ma allora che razza di modello economico è
questo? Tale inespugnabile fortezza economico-finanziaria, non sembra
piuttosto l’emblema dell’anti-economia? Spogliamoci dei preconcetti
appresi dai media e talvolta purtroppo anche dai cattivi docenti di
scuole e università: Economia non è sinonimo di finanza!
La finanza è un astrazione, un gioco, una bolla di sapone. L’economia
non ha a che fare con lo spostamento di enormi somme di denaro,
l’economia ha a che fare con le risorse. Facciamo uno sforzo, apriamo
gli occhi, ricominciamo a comprendere cosa in questa terra ha un valore
reale e cosa invece è solo un effimero castello di sabbia. L’agricoltura
ad esempio produce valore, è definita settore primario non solo perché
viene prima degli altri in ordine cronologico, ma perché è il
settore più importante e lo è per tutte le economie in termini di spazio
e tempo. Oggi un’infinità di persone aspirano a lavorare ai piani alti
di multinazionali che operano nei settori della finanza. Un dipendente
Goldman Sachs guadagna anche 600.000 dollari l’anno. Ma questi lavori
hanno per caso più dignità e meritano più rispetto del lavoro del
contadino? Io credo di no, e anzi ritengo che se un manager smette di
fare il suo lavoro, al massimo ci potranno essere meno entrate da parte
di un gruppo finanziario, ma se un contadino smette di coltivare la terra, il manager non mangia e non mangiamo neanche noi!
“Diveniamo consapevoli e saremo protagonisti dell’economia: un’economia antropocentrica, un’economia ecologica, un’economia a misura del nostro pianeta”
Gianpaolo Marcucci
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