Tale impegno è stato inserito in una comunicazione sulla revisione del sistema di tassazione dell’energia dal nuovo commissario alla tassazione Algirdas Semeta. La proposta di Semeta contiene la possibilità di introdurre una tassa pari a 20 euro su ogni tonnellata di emissioni di CO2. L’idea, come’era lecito attendersi, ha provocato diverse reazioni da parte degli Stati membri. A capeggiare il fronte del no la Gran Bretagna l’Irlanda, la Polonia e la Germania per ragioni diverse.
L’Irlanda, nello specifico, sarebbe d’accordo a far ricorso ad una tassa sulla CO2 applicata ai combustibili soltanto a livello locale e non europeo, mentre Germania e Polonia, Paesi produttori di carbone, si dichiarano in forte disaccordo alla proposta in quanto risulterebbero fra i più penalizzati dall’introduzione della carbon tax. In accordo alla questione è invece la Francia che già in passato ha tentato invano di legiferare a livello nazionale sull’introduzione di una simile tassa.
L’Italia? Come suo solito defilata agli angoli in attesa di cavalcare la decisione che al momento opportuno si dimostrerà essere la meno peggio, in perfetta sintonia con la propria politica energetica tutta da interpretare.
Via | Lanuovaecologia.it
Foto | Flickr
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