venerdì 23 dicembre 2011

L’Argentina in dieci anni dal collasso al rinascimento. Come liberarsi del Fondo Monetario Internazionale e vivere felici

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Oggi, esattamente dieci anni fa, tra il 19 e il 20 dicembre 2001, l’Argentina esplodeva. Fernando de la Rúa, ultimo presidente di una notte neoliberale durata 46 anni, appoggiato da una maggioranza nominalmente di centro-sinistra, sparava sulla folla (i morti furono una quarantina) ma era costretto a fuggire dalla mobilitazione di un paese intero. Le banche e il Fondo Monetario Internazionale gli avevano imposto di violare il patto con le classi medie sul quale si basa il sistema capitalista: i bancomat non restituivano più i risparmi e all’impiegato Juan Pérez, alla commerciante María Gómez, all’avvocato Mario Rodríguez era impedito di usare i propri risparmi per pagare la bolletta della luce, la spesa al supermercato, il pieno di benzina.
Il cosiddetto “corralito”, il blocco dei conti correnti bancari dei cittadini, era stato l’ultimo passo di una vera guerra economica contro l’Argentina durata quasi cinquant’anni.
L’FMI era stato il vero dominus del paese dal golpe contro Juan Domingo Perón nel 1955 fino a quel 19 dicembre 2001. Attraverso tre dittature militari, 30.000 desaparecidos e governi teoricamente democratici ma completamente sottomessi al “Washington consensus”, l’Argentina era passata dall’essere una delle prime dieci economie al mondo all’avere province con il 71% di denutrizione infantile, dalla piena occupazione al 42% di disoccupazione reale, da un’economia florida al debito pubblico pro-capite più alto al mondo. Con la parità col dollaro, e con la popolazione addormentata dalla continua orgia di televisione spazzatura dell’era Menem (1989-1999), il paese aveva dissipato un’invidiabile base manifatturiera e tecnologica. Nulla più si produceva e si spacciava che oramai fosse conveniente importare tutto in un paese che aveva accolto, realizzato e poi infranto il sogno di generazioni di migranti e da dove figli e nipoti di questi fuggivano.
In quei giorni, in quello che per decenni il FMI aveva considerato come il proprio “allievo prediletto”, salvo misconoscerlo all’evidenza del fallimento, non fu solo il sottoproletariato del Gran Buenos Aires ridotto alla miseria più nera a esplodere ma anche le classi medie urbane. Queste, che per decenni si erano fatte impaurire da timori rivoluzionari e d’instabilità, blandire da promesse di soldi facili e convincere che il sol dell’avvenire fosse la privatizzazione totale dello Stato e della democrazia, si univano in un solo grido contro la casta politica e finanziaria responsabile del disastro: “que se vayan todos”, che vadano via tutti. Era un movimento forte quello argentino, antesignano di quelli attuali, e solo parzialmente rifluito perché soddisfatto in molte delle richieste più importanti.
I passi successivi al disastro furono decisi e in direzione ostinata e contraria rispetto a quelli intrapresi nei 46 anni anteriori. Quegli argentini che a milioni si erano sentiti liberi di scegliere scuole e sanità private adesso erano costretti a tornare al pubblico trovandolo in macerie. Al default, che penalizzava chi speculava -anche in Italia- sulla miseria degli argentini, seguì la fine dell’irreale parità col dollaro. Le redini del paese furono prese dai superstiti di quella gioventù peronista degli anni ’70 che era stata sterminata dalla dittatura del 1976. Prima Néstor Kirchner e poi sua moglie Cristina Fernández, appoggiati in maniera crescente dagli imponenti movimenti sociali, con una politica economica prudente ma marcatamente redistributiva, hanno fatto scendere gli indici di povertà e indigenza a un quarto di quelli degli anni ‘90. Al dunque l’Argentina ha dimostrato che perfino un’altra economia di mercato è possibile e dal 2003 in avanti il paese cresce con ritmi tra il 7 e il 10% l’anno.
La crescita economica è stata favorita da una serie di fattori propri del nostro tempo, dall’aumento dei prezzi dell’export agricolo all’arrivo della Cina come partner economico. Soprattutto però i governi kirchneristi sono stati, con Brasile e Venezuela, i grandi motori dell’integrazione latinoamericana, una delle principali novità geopolitiche mondiali del decennio. Le date chiave di tale processo sono due: Nel 2005 a Mar del Plata, soprattutto la sinergia Kirchner-Lula stoppò il progetto dell’ALCA di George Bush, il mercato unico continentale che voleva trasformare l’intera America latina in una fabbrica a basso costo per le multinazionali statunitensi mettendo un continente intero a disposizione degli Stati Uniti per sostenere la competizione con la Cina. Nel 2006 l’Argentina e il Brasile, con l’aiuto di Hugo Chávez, chiusero i loro conti col FMI: “non abbiamo più bisogno dei vostri consigli interessati” dissero mettendo fine a mezzo secolo di sovranità limitata. Per anni i media mainstream mondiali hanno cercato di ridicolizzare il tentativo del popolo argentino di rialzare la testa, l’integrazione latinoamericana e la capacità del Sudamerica di affrancarsi dallo strapotere degli Stati Uniti e dell’FMI. A dieci anni di distanza, tirando le somme, ci si può levare qualche sassolino dalla scarpa su chi disinformasse su cosa. Ancora un anno fa, nel momento della morte di Néstor Kirchner i grandi media internazionali –quelli autodesignati come i più autorevoli al mondo- avevano di nuovo offeso la presidente, con un maschilismo vomitevole, descrivendola come una marionetta incapace di arrivare a fine mandato. Il popolo argentino la pensa diversamente e il 23 ottobre 2011 l’ha confermata alla presidenza al primo turno con il 54% dei voti.
Cristina, e prima di lei Néstor, ad una politica economica che ha permesso all’Argentina di riprendere in mano il proprio destino, affianca una politica sociale marcatamente progressista dai processi contro i violatori di diritti umani alle nozze omosessuali. Perfino nei media l’Argentina è oggi all’avanguardia nel mondo nella battaglia contro i monopoli dell’informazione: non più di un terzo può essere lasciato al mercato, il resto deve avere finalità sociali e culturali perché non di solo mercato è fatta la società.
A dieci anni dal crollo l’Argentina sta vincendo la scommessa della sua rinascita. I paradigmi neoliberali sono sbaragliati e dall’acqua alle poste alle aerolinee molti beni sono stati rinazionalizzati per il bene comune dopo essere stati privatizzati durante la notte neoliberale a beneficio di pochi corrotti. I soldi investiti in educazione sono passati dal 2 al 6.5% del PIL e… la lista potrebbe continuare. Basta un dato per concludere: dei 200.000 argentini che nei primi mesi del 2002 sbarcarono in Italia (tutti o quasi con passaporto italiano) alla ricerca di un futuro, oltre il 90% sono tornati indietro: “meglio, molto meglio, là”.

40 commenti:

  1. Temo che da noi la storia sia un pò diversa.
    Hanno appena appena iniziato a mungere la mucca!
    I ladroni politici non molleranno mai l'euro.
    Per loro è una pacchia.
    In nome dell'euro e del debito pubblico continueranno a rubare, rubare, rubare.
    Hanno fatto la manovra proprio nel periodo natalizio mentre il popolo è impegnato a spendere gli ultimi soldi per i regali e le abbuffate.
    Ma tanto non se ne sarebbero accorti comunque.
    C'è solo da sperare nell'aiuto degli extraterrestri!
    Ti abbraccio fortissimamenteeeeeee!
    Ciao Rosa carissima.
    Ti auguro um mare di felicità.

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  2. Hanno avuto coraggio, e il coraggio a volte paga.
    Qui da noi è un'altra cosa, qui vige l'intrallazzo approfondito ad oltranza :)
    Ti abbraccio, ti faccio i miei auguri più sinceri di buone cose per tutto l'anno venturo, a te e alle persone che ti vogliono bene, quindi anche a me :)
    Buone feste!
    Namastè
    Paolo

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  3. Ineccepibile ricostruzione, confermatami oltrettutto dai post di un amico blogger argentino!

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  4. Ciao Rosa, ormai sono scettico (o meglio skeitos) per convinzione e non riesco più a fidarmi di nulla ... probabilmente è la LORO tecnica più subdola "tutto è falso tutto è vero" ... se si confronta questo articolo con quello pubblicato sul sito rassegna stampa anti nwo diventa complicato esprimere giudizi ... se penso poi al Canada - che credevo un paese civile e in cui pensavo di trasferirmi, ma che invece si è dimostrato essere uno stato "canaglia" come tutti gli altri e forse anche peggio - mi "cascano le braccia". Per finire sta arrivando, come ogni anno, il natale la festa più ipocrita del mondo e di cui non si sa nemmeno chi o cosa stiamo festeggiando. Comunque auguro a te e a tutte le persone di buona volontà di festeggiare ogni sera un "natale" con le persone più care. Namastè

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  5. Purtroppo Gianni caro, noi abbiamo intrapreso una stada completamente opposta e dove gli argentini hanno avuto il coraggio di liberarsi da lacciouli e ricatti li abbiamo accettati affidandoci ad un uomo dell'elite per venire fuori dal guano, dove loro hanno reciso ci siamo ingolfati ancora di più. ll popolo argentino però ha saputo ribellasi ed alzare la testa...ed ancora oggi questa "attenzione" è presente. Il percoso del Sud-America, Bolivia, Argentina, Perù, Venezuela, ma anche di parte del Centro America caraibico è estremamente interessante perchè contrappone la collaborazionne dei popoli la sovranit reale monetaria e politica con politiche di democrazia partecipata e diffusa agli imperi decadenti elitario-finanziari del Nord America e dell'Europa.
    Una strada interessante un riscatto da ricatti FMI, che noi siamo lontanissimi dal fare.
    Il nostro orizzonte infatti è la Grecia e la povertà diffusa, altro che la democrazia partecipata dei paesi sud-americani.
    Speriamo davvero negli extra-terrestri perchè noi, da soli, siamo solo molto bovini.
    Ricambio l'abbraccio, gli auguri di felicità, e soprattutto, l'affetto grande!
    Namastè

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  6. Si Paolo, purtroppo la differenza è abissale pur con culture molto simili. L'Argentina ha avuto il coraggio di iniziare una nuova strada, modificando le regole del gioco, mentre noi difettiamo persino del coraggio di difendere in nostri diritti all'esistenza. Sotto certi aspetti ricordiamo l'Argentina ai tempi di Menem...annichilita dalla TV spazzatura e prostrata, ma non vedo, per ora, alcuna vocazione al riscatto...e non mi piace il silenzio che mi circonda. Tu sai quanto io sia pacifista e non violenta, ma un poco di sana ribellione...beh, forse sarebbe necessaria!
    Ricambio di cuore gli auguri ed anche tutto l'affetto.
    Buone feste anche a te caro amico!
    Namastè

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  7. Beh Adriano, una strada completamente diversa dalla nostra, decisamente più coraggiosa e rivolta al futuro, non isolazionista, fra l'altro perchè le sinergie con gli altri paesi sud-americani sono aumentate.
    Quello che si può chiamare una modificazione delle premesse. Un punto di vista differente.
    Un abbraccio.
    Namastè

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  8. @Anonimo
    "Tutto e vero e nulla lo è"... hai ragione, è davvero difficile districarsi, un poco di sano scetticismo non può che fare bene.
    Anche rispetto all'Argentina il discorso è, ovviamente relativo, perchè poi il quadro ed il contesto sono, comunque, quelli internazionali, ma le esperienze che si stanno realizzando in tutto il sud-America sono davvero interessanti e si muovono nel senso giusto.
    Stiamo attenti anche con la diffidenza di non finire per non credere più a nulla, per non farci sommergere dalla confusione.
    Quindi scetticismo ma anche ascolto ed interesse per quello che succede attorno a noi.
    Ci sono strade più interessanti ed altre meno, da valutare con attenzione, ma se nulla vale la pena, se nulla ha in sè una scintilla di speranza e di intuizione...come potremmo tirare avanti e continuare nel nostro percorso?
    Sul natale sono d'accordo, festeggiare ogni sera ed ogni giorno con le persone più care mi pare la cosa più sensata da fare.
    E dunque questo è l'augurio che anche io, con affetto, ti rivolgo.
    Un abbraccio.
    Namastè

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  9. privatizzare è un po' come farsi i fatti propri in un momento in cui è necessaria la solidarietà; il FMI che propone tale ricetta vuole la fine dell'ammalato. Approfitto per il inviarti un caro augurio di buon Natale e buon 2012 (... senza fine del mondo)

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  10. Francesco, semplice e chiaro ed è l'unica spiegazione possibile, per un comportamento altrimenti inspiegabile...
    Un abbraccio forte e buone feste anche a te, caro amico!
    Namastè

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  11. Una bella favola quella argentina, forse noi non siamo ancora al livello della "notte liberale", nel senso che non credo ci sarà un moto di protesta pari a quello descritto. Resta tuttavia la consapevolezza che non esistono tabù, nemmeno se si chiamano FMI.
    Buona Natale Rosa e se vuoi sul mio blog c'è una letterina anche per te.
    Un caro saluto
    Namastè

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  12. Un abbraccione Ernest caro, auguri!
    Namastè

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  13. Wiska, no, decisamente non siamo a quel livello... eppure dovremmo e potremmo.
    Beh,non esistono tabù se non siamo noi a crearceli.
    A me sembra, però, che l'euro e l'Europa, per noi siano dei bei tabù.
    Un abbraccio e buone feste anche a te Wiska!
    Namastè

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  14. Tanti cari auguri di Buon Natale e che il 2012 possa esaudire tutti i tuoi desuderi. Un abbraccio virtuale da Galadriel e Legolas del Peccato Veniale. Buon proseguimento.

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  15. Grazie Galadriel e Legolas, ricambio davvero di cuore!
    Un abbraccio e buone feste cari amici.
    Namastè

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  16. Il problema è che la BCE ed il FMI stanno cercando di togliere ogni sovranità nazionale a favore di un'Europa che, politicamente, non esiste. L'Europa è un concetto astratto, una somma di stati con interessi e storie diverse e culture anche diversissime. La vicinanza geografica non costituisce nessuna garanzia di affinità. Quanto ai comuni intenti basta vedere quello che fa la Merkel per capire che ognuno tira l'acqua al suo mulino.
    L'unione non si fa nascere con il denaro ma con idee comuni ai cittadini. L'unione non la si disegna a tavolino, deve nascere spontaneamente, nel rispetto delle esigenze e delle differenze. Che senso ha poi una banca centrale europea che non può stampare denaro? Serve per ricattare e distruggere i paesi membri che sono in difficoltà, permettendo ai grandi capitali di far man bassa dei gioielli nazionali a prezzi di realizzo (enel, eni, finmeccanica). Quando il club Bilderberg avrà finito di "fare la spesa" ci diranno che la ripresa è in atto, ma noi avremo già perduto tutto.
    Un abbraccione!

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  17. Ciao Ruhevoll, l'inganno della crescita...l'inganno dell'Europa dei popoli che non esiste affatto e da inganno in inganno il tempo passa e mentre la cricca del Bilderberg è sempre più ricca e potente, noi per contro, siamo sempre più poveri e sempre meno sovrani.
    La stessa Europa nasce su una negazione di democrazia, con una commissione di non eletti ed una banca centrale che fa e rappresenta interessi privatistici e non solo agisce con moneta inventata, ma non rende conto agli stati del suo operato, agendo a volte addirittura contro i loro interessi e rivelandosi, in certi casi, il loro peggior nemico.
    Hai ragione l'Unione non doveva essere disegnata a tavolino, ma doveva nascere da un reale spirito di unità il che però non è stato e difficilmente sarà.
    Adesso, come giustamente dici tu, siamo una colonia Bilderberg e non sarà affatto facile uscire da questo tunnel.
    Abbraccione ricambiato.
    Namastè

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  18. Auguri di Buon Natale e felice anno nuovo :)

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  19. Sai, mi è capitato proprio in questi giorni di ripensare alla grave situazione economico-sociale dell'Argentina che hai giustamente rammentato...per non dimenticare che ci ha soltanto preceduto ....speriamo in un forte pensiero positivo e intanto ti auguro BUON NATALE!!!

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  20. Stavolta solo per lasciarti i miei più dolci, dolcissimi Auguri.
    Ti abbraccio, Amica carissima!!

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  21. Sì Arianna, ci ha preceduto ma ha agito diversamente.
    Loro non hanno accettato di affidare la ripresa agli stessi che avevano creato il disastro, noi invece ci siamo legati mani e piedi alla BCE e ci siamo affidati allo strapotere bancario...popoli molto simili, ma soluzioni diverse.

    Ricambio di cuore gli auguri Buone feste anche a te ;)
    Namastè

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  22. Memorie dimenticate o cosiderate come lontane di un mondo che non ci appartiene. Oggi quando parlo con il mondo, mi sembra di dialogare su di una banda di trasmissione diversa, sono distanti e pensano che cio' che li circonda sia vero. Siamo un'oocidente sbuffone ed egoista che ha impaurito con gli slogan del comunismo e del terrorismo, ha colonizzato silente con banche e multinazionali, ora che il miraggio è svanito si svegliano tutti con la paura sotto il culo. Scusa lo sproposito, ma non sarei io se non facessi cosi, sono istintivo...un bene o un male...non importa.
    Tanti Auguri.
    Buonavita

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  23. Grazie Max, che siano feste felici anche per te :)
    Namastè

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  24. Cara Gianna, tanti auguri e belle cose anche a te ed alla tua splendida famiglia!
    Namastè

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  25. Zio le tue visite fanno sempre un gran piacere.
    A prescindere!
    Auguri anche a te, ma tanti tanti ed un forte abbraccio.
    Namastè

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  26. Non è uno sproposito caro Mark, ma cruda realtà, magari descritta in modo sintetico e colorito (che comunque non disdegno) ma assolutamente realistico. L'occidente primo-mondista e superbo, è esattamente quello che tu hai descritto.
    Auguri tanti tanti anche a te, caro amico e un abbraccio.
    Namastè

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  27. tanti cari auguri anche a te cara Rosa!!! Sono con una pennetta e quindi vado di corsa, torno per leggere il tuo post!

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  28. Auguri profumati e soavi come il tuo bel nome!
    Sara

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  29. Corri corri Monica...e torna quando vuoi ;D
    Auguroni Tanti e un abbraccio.
    Namastè

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  30. Caspita Sara grazie...gli auguri più belli ;D
    Tanti cari auguri anche a te amica mia.
    Un abbraccio.
    Namastè

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  31. Ciao Rosa,buon natale e un ottimo 2012

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  32. Grazie Pietro, auguri a te!
    Un abbraccio.
    Namastè

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  33. Molto interessante questo tuo post.
    Speriamo in un 2012 migliore anche per la nostra Italia.
    Ricambio di cuore i tuoi auguri di Buon Natale e felice 2012,Costantino.

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  34. Grazie Astronauta, ricambio di cuore!
    Un abbraccio.
    Namastè

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  35. Costantino, per la nostra Italia la vedo dura, ma noi continuiamo a sperare.
    Un abbraccio e auguri!
    Namastè

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