martedì 25 maggio 2010

Il bavaglio non lo vogliamo

Ha passato il vaglio della Commissione Senato e si avvicina al voto parlamentare la legge che imbavaglia la stampa e pregiudica il regolare svolgimento delle indagini giudiziarie.

All’appello contro la legge bavaglio sulle intercettazioni hanno già aderito quasi 220.000 persone, gruppi, sindacati e associazioni. Hanno dato il loro sostegno alcuni tra i maggiori costituzionalisti italiani, i direttori dei principali giornali nazionali, intellettuali e personaggi di rilevanza pubblica.
Per approvare il disegno di legge è stata impressa una vistosissima accelerata ai lavori parlamentari. Sono previste sedute mattutine, pomeridiane e notturne della Commissione Giustizia del Senato per concludere l’esame di un testo dall’impianto proibizionista e punitivo.
Nella notte la commissione senato, dopo una dura battaglia, ha detto sì. Il ministro Alfano ha fatto trasparire segnali di apertura e di compromesso. Ma a questo punto la sua comunicazione mediatica non può essere vista se non come un ennesimo specchietto per le allodole.
A diciotto giorni dalla pubblicazione, l'appello "Libertà è partecipazione informata" continua a raccogliere adesioni. E la protesta nata sul web ha già dato vita a manifestazioni, dibattiti e discussioni. Coinvolgendo associazioni, sindacati, editori, giornalisti, partiti e tanti cittadini. Per il comitato promotore dell'appello "è tempo di passare dal clic all'azione". Banchetti. Speaker's corner. Volantini. Seminari. "Qualsiasi cosa per far sentire al Parlamento e a Napolitano che non ne possiamo più". La petizione puo' anche essere firmata in tutte le librerie Feltrinelli.
In molti fanno proprie le parole di Stefano Rodotà al sit-in organizzato venerdì scorso in Piazza Montecitorio a Roma: "Dobbiamo renderci conto che quello che sta accadendo è un cambiamento di regime". Un iscritto alla pagina Facebook di "Libertà è partecipazione informata" scrive: "Senza libertà d'informazione precipitiamo in un regime. Per tutelare la privacy basta punire gli abusi. Non vogliamo gossip, ma sapere chi truffa, chi è corrotto".

Per firmare l'appello clicca qui

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