Negli ultimi otto anni una marea di rifiuti di ogni tipo hanno viaggiato e continuano a viaggiare illegalmente per l’Italia. Sono ben 152 e inchieste relative ai traffici illeciti con 992 ordinanze di custodia cautelare , 2.966 persone denunciate, 636 aziende coinvolte. Le procure che hanno indagato in questi anni sono 74, le regioni interessate 19 (unica eccezione la Val d’Aosta) e 13 gli stati esteri. Legambiente in occasione della giornata Ambiente e Legalità organizzata in collaborazione con Libera, che si svolgerà domani 11 agosto a Festambiente , la manifestazione nazionale dell’associazione in corso di svolgimento nel grossetano, presenta i numeri relativi al ciclo illegale dei rifiuti confermano la gravità e l’estensione del fenomeno. In Italia - denuncia - è in atto una vera e propria ‘guerra dei rifiuti’, fatta da uno stillicidio di attentati incendiari, minacce, intimidazioni, persino omicidi collegati alla spartizione di un affare, quello della ‘monnezza’, che fa gola ai clan e non solo. Chi tocca i rifiuti brucia, dalla Campania, alla Sicilia, dalla Calabria alla Puglia, dal Lazio alla Toscana, fino alla Lombardia. ‘Un paese a rischio- commenta Enrico Fontana, di Legambiente - per il disprezzo per l’ambiente e la salute dei cittadini di molte imprese produttrici di rifiuti e dei trafficanti senza scrupoli che li smaltiscono, ovunque e in ogni modo. A rischio per l’inerzia delle istituzioni cui spetterebbe il compito di provvedere alla bonifica dei territori contaminati dai veleni che invece continuano a inquinare aree agricole e falde idriche. Un’Italia a rischio, infine, per il cinismo barbaro dei boss che trasformano la devastazione delle stesse terre in cui vivono con le loro famiglie in un’inesauribile fonte di profitti illeciti. Un’Italia dei rifiuti che vede per numero di illeciti la Campania in prima posizione, seguita da Puglia, Calabria e Sicilia. La Toscana si colloca al quinto posto prima regione non del sud’. Per questo, conclude Fontana, ‘chiediamo di estendere a tutti i paesi dell’Unione quel delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti, diventato legge in Italia nel 2001 e che ha consentito di voltare davvero pagina nella repressione di questi gravi fenomeni illegale’. E raccomanda ‘al governo e a tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione’ di ‘adottare entro il dicembre del 2010, termine ultimo fissato dall’Unione europea, la direttiva che introduce i delitti contro l’ambiente anche nel nostro codice penale’, chiedendo, ‘vista la gravita’ di quanto sta emergendo dalle indagini giudiziarie e dagli accertamenti tecnici gia’ eseguiti’, ‘una chiara e netta assunzione di responsabilita’ da parte di Confindustria e degli ordini professionali: devono impegnarsi a espellere tutti coloro che figurano come protagonisti e complici di questa vergognosa attivita’ criminale, con la quale per bieche ragioni di profitto si mette a rischio la stessa vita dei cittadini’. (IMGPress)
martedì 10 agosto 2010
Legambiente snocciola le cifre del ciclo illegale dei rifiuti in Italia
tratto da: www.9online.it
Negli ultimi otto anni una marea di rifiuti di ogni tipo hanno viaggiato e continuano a viaggiare illegalmente per l’Italia. Sono ben 152 e inchieste relative ai traffici illeciti con 992 ordinanze di custodia cautelare , 2.966 persone denunciate, 636 aziende coinvolte. Le procure che hanno indagato in questi anni sono 74, le regioni interessate 19 (unica eccezione la Val d’Aosta) e 13 gli stati esteri. Legambiente in occasione della giornata Ambiente e Legalità organizzata in collaborazione con Libera, che si svolgerà domani 11 agosto a Festambiente , la manifestazione nazionale dell’associazione in corso di svolgimento nel grossetano, presenta i numeri relativi al ciclo illegale dei rifiuti confermano la gravità e l’estensione del fenomeno. In Italia - denuncia - è in atto una vera e propria ‘guerra dei rifiuti’, fatta da uno stillicidio di attentati incendiari, minacce, intimidazioni, persino omicidi collegati alla spartizione di un affare, quello della ‘monnezza’, che fa gola ai clan e non solo. Chi tocca i rifiuti brucia, dalla Campania, alla Sicilia, dalla Calabria alla Puglia, dal Lazio alla Toscana, fino alla Lombardia. ‘Un paese a rischio- commenta Enrico Fontana, di Legambiente - per il disprezzo per l’ambiente e la salute dei cittadini di molte imprese produttrici di rifiuti e dei trafficanti senza scrupoli che li smaltiscono, ovunque e in ogni modo. A rischio per l’inerzia delle istituzioni cui spetterebbe il compito di provvedere alla bonifica dei territori contaminati dai veleni che invece continuano a inquinare aree agricole e falde idriche. Un’Italia a rischio, infine, per il cinismo barbaro dei boss che trasformano la devastazione delle stesse terre in cui vivono con le loro famiglie in un’inesauribile fonte di profitti illeciti. Un’Italia dei rifiuti che vede per numero di illeciti la Campania in prima posizione, seguita da Puglia, Calabria e Sicilia. La Toscana si colloca al quinto posto prima regione non del sud’. Per questo, conclude Fontana, ‘chiediamo di estendere a tutti i paesi dell’Unione quel delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti, diventato legge in Italia nel 2001 e che ha consentito di voltare davvero pagina nella repressione di questi gravi fenomeni illegale’. E raccomanda ‘al governo e a tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione’ di ‘adottare entro il dicembre del 2010, termine ultimo fissato dall’Unione europea, la direttiva che introduce i delitti contro l’ambiente anche nel nostro codice penale’, chiedendo, ‘vista la gravita’ di quanto sta emergendo dalle indagini giudiziarie e dagli accertamenti tecnici gia’ eseguiti’, ‘una chiara e netta assunzione di responsabilita’ da parte di Confindustria e degli ordini professionali: devono impegnarsi a espellere tutti coloro che figurano come protagonisti e complici di questa vergognosa attivita’ criminale, con la quale per bieche ragioni di profitto si mette a rischio la stessa vita dei cittadini’. (IMGPress)
Negli ultimi otto anni una marea di rifiuti di ogni tipo hanno viaggiato e continuano a viaggiare illegalmente per l’Italia. Sono ben 152 e inchieste relative ai traffici illeciti con 992 ordinanze di custodia cautelare , 2.966 persone denunciate, 636 aziende coinvolte. Le procure che hanno indagato in questi anni sono 74, le regioni interessate 19 (unica eccezione la Val d’Aosta) e 13 gli stati esteri. Legambiente in occasione della giornata Ambiente e Legalità organizzata in collaborazione con Libera, che si svolgerà domani 11 agosto a Festambiente , la manifestazione nazionale dell’associazione in corso di svolgimento nel grossetano, presenta i numeri relativi al ciclo illegale dei rifiuti confermano la gravità e l’estensione del fenomeno. In Italia - denuncia - è in atto una vera e propria ‘guerra dei rifiuti’, fatta da uno stillicidio di attentati incendiari, minacce, intimidazioni, persino omicidi collegati alla spartizione di un affare, quello della ‘monnezza’, che fa gola ai clan e non solo. Chi tocca i rifiuti brucia, dalla Campania, alla Sicilia, dalla Calabria alla Puglia, dal Lazio alla Toscana, fino alla Lombardia. ‘Un paese a rischio- commenta Enrico Fontana, di Legambiente - per il disprezzo per l’ambiente e la salute dei cittadini di molte imprese produttrici di rifiuti e dei trafficanti senza scrupoli che li smaltiscono, ovunque e in ogni modo. A rischio per l’inerzia delle istituzioni cui spetterebbe il compito di provvedere alla bonifica dei territori contaminati dai veleni che invece continuano a inquinare aree agricole e falde idriche. Un’Italia a rischio, infine, per il cinismo barbaro dei boss che trasformano la devastazione delle stesse terre in cui vivono con le loro famiglie in un’inesauribile fonte di profitti illeciti. Un’Italia dei rifiuti che vede per numero di illeciti la Campania in prima posizione, seguita da Puglia, Calabria e Sicilia. La Toscana si colloca al quinto posto prima regione non del sud’. Per questo, conclude Fontana, ‘chiediamo di estendere a tutti i paesi dell’Unione quel delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti, diventato legge in Italia nel 2001 e che ha consentito di voltare davvero pagina nella repressione di questi gravi fenomeni illegale’. E raccomanda ‘al governo e a tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione’ di ‘adottare entro il dicembre del 2010, termine ultimo fissato dall’Unione europea, la direttiva che introduce i delitti contro l’ambiente anche nel nostro codice penale’, chiedendo, ‘vista la gravita’ di quanto sta emergendo dalle indagini giudiziarie e dagli accertamenti tecnici gia’ eseguiti’, ‘una chiara e netta assunzione di responsabilita’ da parte di Confindustria e degli ordini professionali: devono impegnarsi a espellere tutti coloro che figurano come protagonisti e complici di questa vergognosa attivita’ criminale, con la quale per bieche ragioni di profitto si mette a rischio la stessa vita dei cittadini’. (IMGPress)
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