giovedì 5 agosto 2010

Ecomafie al porto di Salerno?

fonte: www.italiaterranostra.it

Impunità alla luce del sole e controlli zero. Termina luglio, l’afa si attenua e si annuncia agosto: i cronisti di Italia Terra Nostra, levano le ancore dal golfo di Policastro (Scalea e Maratea) e passano al setaccio la costa salernitana, dove qualche tempo fa si erano arenati alcuni container altamente radioattivi. Il 2 agosto al termine del tour in mare a tappe forzate si attracca. A una banchina centrale del porto staziona la nave Frelon (1.699 tonnellate di stazza lorda). Proprio a ridosso del cargo maltese, si ergono due consistenti cumuli di rifiuti metallici (palabili). Alle 14,15 il contatore geiger segnala anomalie, eppure in circolazione non s’affaccia una sola divisa, tantomeno una barba segreta dell’Aisi/Aise (ex Sismi/Sisde) o un ispettore dell’azienda sanitaria locale. Tutti già in ferie mentre le organizzazioni criminali lavorano alacremente? In meno di due ore decine di camion incettano in tutta fretta la “merce” che scotta. Per caso quelle scorie sono state occultate in Basilicata? Il direttore interpella il comandante della capitaneria di Porto, capitano di vascello Claudio Mollica (che nel frattempo sostiene in una e-mail di aver smarrito il fascicolo sulla nave dei veleni denominata Despo, affondata in circostanze nebulose). Al contempo il dottor Lannes ha informato il prefetto Sabatino Marchione ed il questore Vincenzo Roca. Si attendono risposte serie anche dall’agonizzante governo Berlusconi, nonché dal ministro dell’ambiente Prestigiacomo e dal procuratore nazionale antimafia Grasso (ex sodale calcistico del condannato per mafia Marcello dell’Utri). L’autofinanziata caccia sul campo (e in mare aperto) alle prove non si arresta, mentre il dossier “Veleni nel Mare Nostrum” cresce di volume nel disinteresse generale (soprattutto politico) del Belpaese.



http://www.youtube.com/user/TerraNostraVideo

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