sabato 9 luglio 2011

Adesso…



I mistici di ogni epoca ci hanno ripetuto l’importanza del dare valore all’Adesso in quanto unico momento esistente.

Passato e futuro non sono che illusioni confluenti nell’Adesso, nell’unico momento in cui è possibile vivere veramente.

Ma cosa significa in realtà vivere nell’Adesso?

Molti confondono questo con il prestare attenzione pienamente a quello che facciamo, cioè ai contenuti dell’attimo presente. In realtà, ciò che i maestri chiamano l’Adesso, o presenza mentale, è una qualità, uno “spazio” che contiene ciò che accade.

Se facciamo l’errore di credere che l’Adesso si riferisca al tempo e a ciò che si manifesta in esso, non possiamo uscire dalla trappola della mente.  “Essere adesso” significa essere consapevoli. Ma di cosa? Dello spazio che accoglie la cosa, ovvero, in ultima analisi, della nostra consapevolezza.


I Veda si riferiscono a questa condizione come “Vedere il Veggente del Vedere”.

Esiste l’Adesso solo nel momento in cui siamo consapevoli. All’infuori di questa condizione esiste il normale scorrere del tempo, delle nostre preoccupazioni, delle nostre credenze, paure e via dicendo.

Nel vuoto della consapevolezza Essere ed Adesso coincidono. Noi siamo quello che siamo realmente. Spazio e tempo diventano una cosa sola. Non c’è qualcuno che fa qualcosa in un posto ad una certa ora. Esiste l’Essere e l’Essere è sempre nell’Adesso.

La mente è il luogo dove spazio e tempo, separandosi, creano l’illusione del mondo.

L’illuminazione è una condizione interiore di non-mente. E’ una condizione paradossale, illogica, perché la realtà rimane esattamente quella di sempre, ma è completamente diversa. E’ in molti modi contemporaneamente, non essendo più limitata dai nostri schemi mentali.

Per questo i maestri zen descrivono la condizione dell’illuminazione dicendo che “le montagne tornano ad essere montagne, gli alberi tornano ad essere alberi”.

La visione dell’Essere è sempre staccata dal tempo, pur vivendo pienamente la vita proprio in virtù di questa consapevolezza. Infatti è solo nella luce della consapevolezza che è possibile parlare di vera passione, di vero amore.

Tutta l’esistenza acquisisce un sapore diverso, sottile. Molte cose trovano il giusto posto in un quadro più grande. La stessa nostra vita diventa uno strumento di conoscenza, e non un motivo di preoccupazione.

Per finire, ecco un esercizio. Segui ciò che ti dico e poi rifletti su cosa senti.

Vai in un cimitero. Si  hai capito bene. Non c’è niente di tetro. La nostra cultura ha molti tabù riguardo la morte. Ma tu non preoccupartene. Vacci realmente, non limitarti ad immaginarlo. Osserva una lapide qualsiasi. Guarda la data di nascita. Guarda la data di morte. Queste due date sono separate da un trattino.

Bene, quel trattino rappresenta un’intera esistenza, un’intera vita: emozioni, amori, paure, ricordi, speranze, pensieri, sensazioni, frustrazioni, gioie e dolori… Tutto qui?  Poca cosa non credi?

Si. Tutto qui! Ma non è finita…

Adesso disegna su un foglio, o in qualunque cosa che puoi portare sempre con te, un trattino, ed ogni volta che devi affrontare situazioni sgradevoli, o senti la rabbia assalirti, o giudichi qualcosa o qualcuno, o un pensiero ossessivo ti rende furioso, prendi il foglietto e guarda quel trattino. Ecco cosa sarà la tua vita un giorno. Un trattino fra due date.

Riesci a vedere con una prospettiva nuova molte cose che ti affliggono?

La morte è una di quelle cose che riesce a scalfire il guscio dell’ego e a farci riflettere sul senso vero della vita, soprattutto se viene vissuta da vicino, da noi o da un nostro parente.
Ricorda che tutto, sempre,  ha un senso che va oltre il contenuto della tua vita, cioè di quello che ti accade nello spazio e nel tempo.

Quel trattino deve ricordarti che esiste solo l’attimo presente e che soltanto in questo spazio vuoto di consapevolezza pura puoi trovare il senso di tutta la tua vita.

Quel trattino inciso sulla carta può cambiare la tua vita per sempre.

Semplice no?

12 commenti:

  1. semplice? dovrebbe, ma è più facile camminare sull'acqua... :)

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  2. ahahah..ciao theyogi! Già dovrebbe, il problema è che gli esseri umani sono profondamente intrisi ed affezionati alle proprie illusioni...anzi sono grandissimi produttori di illusioni.
    In realtà trovo carino l'esempio del trattino, mi piace...proprio perchè essenziale e diretto.
    Semplice, appunto ;-))

    Un abbraccione ^^
    Namastè

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  3. Ciao Rosa, bellissimo e profondo post!
    Ho cominciato a fare i trattini e mi è uscita già una greca! ;-P
    Buona serata :)

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  4. Ciao Andrea, continuiamo, caro amico...trattino dopo trattino ;-D
    ah...a proposito.... una greca fatta di questi trattini è praticamente la ruota della vita ^___^

    Una buonissima serata anche a te ^^
    Namastè

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  5. Soltanto conoscendo la data più o meno precisa
    della propria fine,permetterebbe di vivere il
    presente,come il "solo" tempo-
    Egill

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  6. Egill, anche la consapevolezza della nostra eternità lo permette. Noi siamo anime immortali che percorrono il tempo e lo spazio.
    Certo forse tu non condividi questa mia convinzione e questo ti limita in uno dei trattini...ma restare fermi al materiale, all'evidente, non è vivere l'adesso e davvero non so se conoscere la data della fine di questo percorso ci farebbe più presenti...
    Credo che non serva sapere questo, ma vivere il momento che attraversiamo mentre lo facciamo, senza aspettative, ma per quello che è esattamente quell'istante...

    Un abbraccio^^
    Namastè

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  7. Non é proprio semplice - il ragionamento qui fatto -, ma vivere di sani principi é cosa saggia e giusta!

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  8. Ciao,bel blog ,questo è il mio http://informazioneconsapevole.blogspot.com/ ,dateci un'occhiata

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  9. @Informazione Consapevole
    Ciao! Grazie, interessante anche il tuo :-))

    A presto^^
    Namastè

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  10. @Adriano
    Non è semplice, ma neppure così difficile!
    Non fermarsi nel passato e non aspettarsi nulla dal futuro. Attraversare la vita vivendola e non ragionare sul come poterla vivere se.......
    Certo, i sani pricipi sono cosa buona e giusta, il qui ed ora, però, non giudica, non separa, non divide fra il bene e il male, non conosce giusto o sbagliato. Vive...

    Un abbraccio^^
    Namastè

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  11. Ciao Rosa mi piace l'articolo e condivido i tuoi commenti ma voglio sapere cosa ne pensi della seguente mia riflessione: ho letto alcuni libri della dott.ssa Giuliana Conforto (se non hai letto niente guarda il sito) e molte altre cose ancora più estreme, e mi sono fatto la seguente opinione sulla filosofia del qui ed ora:
    è un'ottima strada per conoscere se stessi oltre al sixstema e basta perchè non può cambiare il sistema se non nel momento in cui diventiamo tutti mistici, ciò che ovviamente fino ad ora non è stato per cui alla fine risulta essere una forza forte individualmente ma passiva collettivamente ... insomma mi puzza di inganno, soprattutto quando c'è gente che ci campa. La parte oscura è fortissima ed è ovunque anche dentro di noi visto che non siamo capaci di combattere (tramite azioni e non parole) per i nostri diritti fondamentali .. chi ci provato seriamente è stato eliminato perchè alla fine era isolato. Per chi arriva a questa triste realtà la tentazione di trovare personalmente ed egoisticamente il proprio nirvana è forte ma non è, per me, questa la via giusta: CI SONO COSI TANTE AZIONI MATERIALI DA FARE PER ELIMINARE TUTTE LE INGIUSTIZIE DEL MONDO CHE NON CI SAREBBE NEMMENO IL TEMPO DI PENSARE A DIO. Cosa ne dici Rosa, si fa prima a meditare che a cambiare il mondo? Il trattino può essere pericoloso per chi non crede nell'al di là gli dà il permesso di essere egoista ...
    Non so com'è per te Rosa ma per me la salita è bella dura ... non è per niente semplice sentire il proprio cuore nella matrix.
    Come sempre complimenti per gli articoli che posti. Namastè

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  12. @Anonimo
    La meditazione non è un mezzo per cambiare il mondo è un modo per modificare sè stessi. Non ho letto dell dott.ssa Conforto, mi premurerò di farlo, ma questa assonanza fra meditazione e cambiamento dell'intorno è pretestuosa, a mio parere.
    Cambiando sè stessi l'intorno cambia di conseguenza...perchè si modifica la qualità di quello che noi facciamo e di come lo facciamo rispetto a noi stessi ed agli altri.
    Le speculazioni sulla meditazione ed il cambiamento valgono tanto quanto quelle contrarie. Permettimi un esempio.Cosa realmente hanno cambiato le infinite rivoluzioni e i continui cambiamenti materialistici che l'essere umano ha attuato sin qui? Qual'è stato il loro"anello debole" se non la qulità dello spirito di chi viveva il cambiamento ed il ritorno delle miserie umane...nei rapporti fra le persone. Dove parte la prevaricazione? Da un fuori ipotetico, oppure nasce da rapporti "interni" fra persone, per poi diventare comportamento sociale?

    La salita e ben più che dura, anche per me, ma so che posso attingere forza dall'unico luogo dove non manca mai e questo, anche grazie alla meditazione :-)

    Grazie per i tuoi interventi sempre stimolanti ^^

    Namastè

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