di Giandiego Marigo
C'è un enorme differenza fra Rivolta e Rivoluzione, pur senza scomodare le acquisizioni bolsceviche sul termine e sulla differenza, che pure hanno avuto, ed hanno più che qualche cosa da dire in proposito.
Una rivolta è un moto più o meno spontaneo che in genere si incanala ora su questo obbiettivo ora su quello, a volte invece su nessuno, girando intorno a sé stessa infuriata e feroce come un cane che cerca la propria coda, senza una connotazione precisa, legata ad un rabbia non meglio identificata...ed arde di fuoco vivissimo, pericoloso e violento, ma breve e tutto sommato privo di molto costrutto.
Quasi sempre utile al potere per inasprire controllo e repressione.
Se chiedete a qualsiasi vostro amichetto un po' comunista cosa sia una rivoluzione, bhè ascoltandolo, al di là della possibilissima retorica, coglierete certamente la differenza.
La rivoluzione è atto cosciente, direzionale, preciso, organizzato e non necessariamente violento. Quanto meno nel suo concetto più esteso e moderno.
Nonostante gli equivoci e le sovrapposizioni fra i due termini siano moltissime ed anche se le esperienze sino ad oggi in qualche modo ci dicono che le rivoluzioni pacifiche sono rare (quasi sempre il potere non è disponible con facilità allo stravolgimento).
Bisogna pur dire che il fenomeno del rivolgimento del paradigma in modo “non violento” è cosa riuscita meglio nell'ultimo scorcio di secolo, piuttosto che prima...il che deporrebbe per la possibilità dell'uomo di salvarsi.
Se non fosse che questo primo scorcio del terzo millennio, forse proprio per rintuzzare l'acquisita intelligenza empatica dei rivoluzionari, si apre sotto un cupissima e oscura cappa di paura.
Che non predispone e non facilita essuna soluzione pacifica.
Il Potere è assolutamente... “In Campana”,pronto e vigile su queste tematiche, che anzi sono il principale obbiettivo della sua “disinformazia” e della ovvia “manipolazione mentale e culturale”.
Perchè diciamocelo al potere convengono non una, ma mille rivolte, mentre lo spaventa moltissimo anche una sola piccollissima rivoluzione.
Loro hanno bisogno di mille “Masaniello”, di migliaia di rivolte per il pane, farebbero la firma per qualche saccheggio e qualche “esproprio proletario”.
Tutto questo è previsto, sono pronti a reagire, pronti ad “usare” appropriatamente il fenomeno...anzi lo fomenteranno, perchè sarà utile ad instaurare insicurezza, paura...sarà il trucco perchè i benpensanti (pur ridotti alminimo necessario) chiedano proprio a loro la protezione di cui sentiranno sempre maggiore necessità e saranno disposti a pagarla al loro prezzo.
Stanno già facendo le prove, guarda caso in quell'Inghilterra teatro di una “rivolta”, chissà come mai. Negli ultmi tempi nel regno unito sono aumentati in modo pericolosamente esponenziale i senza tetto. Sempre più gente si aggira per le strade, senza casa, problematica che sta raggiungendo anche gli States.
C'è un enorme differenza fra Rivolta e Rivoluzione, pur senza scomodare le acquisizioni bolsceviche sul termine e sulla differenza, che pure hanno avuto, ed hanno più che qualche cosa da dire in proposito.
Una rivolta è un moto più o meno spontaneo che in genere si incanala ora su questo obbiettivo ora su quello, a volte invece su nessuno, girando intorno a sé stessa infuriata e feroce come un cane che cerca la propria coda, senza una connotazione precisa, legata ad un rabbia non meglio identificata...ed arde di fuoco vivissimo, pericoloso e violento, ma breve e tutto sommato privo di molto costrutto.
Quasi sempre utile al potere per inasprire controllo e repressione.
Se chiedete a qualsiasi vostro amichetto un po' comunista cosa sia una rivoluzione, bhè ascoltandolo, al di là della possibilissima retorica, coglierete certamente la differenza.
La rivoluzione è atto cosciente, direzionale, preciso, organizzato e non necessariamente violento. Quanto meno nel suo concetto più esteso e moderno.
Nonostante gli equivoci e le sovrapposizioni fra i due termini siano moltissime ed anche se le esperienze sino ad oggi in qualche modo ci dicono che le rivoluzioni pacifiche sono rare (quasi sempre il potere non è disponible con facilità allo stravolgimento).
Bisogna pur dire che il fenomeno del rivolgimento del paradigma in modo “non violento” è cosa riuscita meglio nell'ultimo scorcio di secolo, piuttosto che prima...il che deporrebbe per la possibilità dell'uomo di salvarsi.
Se non fosse che questo primo scorcio del terzo millennio, forse proprio per rintuzzare l'acquisita intelligenza empatica dei rivoluzionari, si apre sotto un cupissima e oscura cappa di paura.
Che non predispone e non facilita essuna soluzione pacifica.
Il Potere è assolutamente... “In Campana”,pronto e vigile su queste tematiche, che anzi sono il principale obbiettivo della sua “disinformazia” e della ovvia “manipolazione mentale e culturale”.
Perchè diciamocelo al potere convengono non una, ma mille rivolte, mentre lo spaventa moltissimo anche una sola piccollissima rivoluzione.
Loro hanno bisogno di mille “Masaniello”, di migliaia di rivolte per il pane, farebbero la firma per qualche saccheggio e qualche “esproprio proletario”.
Tutto questo è previsto, sono pronti a reagire, pronti ad “usare” appropriatamente il fenomeno...anzi lo fomenteranno, perchè sarà utile ad instaurare insicurezza, paura...sarà il trucco perchè i benpensanti (pur ridotti alminimo necessario) chiedano proprio a loro la protezione di cui sentiranno sempre maggiore necessità e saranno disposti a pagarla al loro prezzo.
Stanno già facendo le prove, guarda caso in quell'Inghilterra teatro di una “rivolta”, chissà come mai. Negli ultmi tempi nel regno unito sono aumentati in modo pericolosamente esponenziale i senza tetto. Sempre più gente si aggira per le strade, senza casa, problematica che sta raggiungendo anche gli States.
Qual'è la risposta della “culla della civiltà occidentale?”, molto semplice, la criminalizzazione della povertà! Ci si propone di mettere fuori legge gli Homeless, proprio sulla scorta dei recentissimi scontri viene reputato “pericoloso” per il “paese reale” l'aumento di questi nullafacenti, parassiti...rien ne va plus les jeux sont faits.
Cosa ne faranno?
Come applicheranno questa nuova legge?
Respingeranno seguendo la moda maroniano-italiota gli stranieri, ma poi? Molto più del 50% di questi “poveri” sono britannici...li chiuderanno in Campi di Lavoro ed Accoglienza?
Ed andiamo a chiudere perchè in fondo l'importante per chi scrive era chiarire la differenza e non per spirito polemico, ma per dare il proprio contributo alla discussione
Molti, moltissimi, sinceramente sin troppi “indignados” dell'ultima ora invocano rivoluzioni e sollevazioni popolari sulla rete...per carità io sono convinto che sia necessaria una risposta popolare e di massa tesa a “mettere a posto le cose”.
Auspicherei una bella Rivoluzione se davvero ne vedessi i segnali, ma non li vedo.
Quel che vedo sono molti neo-leader improvvisati ed autoeletti che dicono parole che non capiscono, di cui non ragionano la portata.
O peggio intellettuali ottimamente remunerati che abusano di termini esponendo altri al rischio che loro non correrranno mai.
Vedo un ridda di rivoluzionari improvvisati che si svegliano alla mattina inventandosi un nuovo appuntamento a Roma, piuttosto che davanti alle prefetture...o che so in parlamento, adducendo a giustificazione del proprio pressapochismo e della totale disorganzzazione la propria “genuina appartenenza alla società civile ed alla rivolta anti-casta”...rivolta ,appunto.
Però la Rivoluzione, con la R maiuscola, quella delle coscienze e degli spiriti, quella che cambiarebbe il colore del cielo, per adattarlo ai bisogni della gente. Quella unificante, quella che crea vera novità e cambiamento...quella, perdonatemi, ma non la vedo! Né all'orizzonte né in ipotesi.
Ne mancano i presupposti, dove sarebbe l'oganizzazione, la struttura, la forza indispensabili per farla. Dove l'unità di intenti, se non riusciamo nemmeno a parlare fra noi gialli, rossi, viola, violetti, rosa-pallido, ialini, tricolori e ci muoviamo alla spicciolata, ognuno convinto d'essere depositario della verità.
Quindi attenzione ad invocare il fuoco, perchè poi quando è acceso brucia tutto...ed in genere ci guadagnano solo quelli che lo controllano o che hanno le pompe per spegnerlo.
Cosa ne faranno?
Come applicheranno questa nuova legge?
Respingeranno seguendo la moda maroniano-italiota gli stranieri, ma poi? Molto più del 50% di questi “poveri” sono britannici...li chiuderanno in Campi di Lavoro ed Accoglienza?
Ed andiamo a chiudere perchè in fondo l'importante per chi scrive era chiarire la differenza e non per spirito polemico, ma per dare il proprio contributo alla discussione
Molti, moltissimi, sinceramente sin troppi “indignados” dell'ultima ora invocano rivoluzioni e sollevazioni popolari sulla rete...per carità io sono convinto che sia necessaria una risposta popolare e di massa tesa a “mettere a posto le cose”.
Auspicherei una bella Rivoluzione se davvero ne vedessi i segnali, ma non li vedo.
Quel che vedo sono molti neo-leader improvvisati ed autoeletti che dicono parole che non capiscono, di cui non ragionano la portata.
O peggio intellettuali ottimamente remunerati che abusano di termini esponendo altri al rischio che loro non correrranno mai.
Vedo un ridda di rivoluzionari improvvisati che si svegliano alla mattina inventandosi un nuovo appuntamento a Roma, piuttosto che davanti alle prefetture...o che so in parlamento, adducendo a giustificazione del proprio pressapochismo e della totale disorganzzazione la propria “genuina appartenenza alla società civile ed alla rivolta anti-casta”...rivolta ,appunto.
Però la Rivoluzione, con la R maiuscola, quella delle coscienze e degli spiriti, quella che cambiarebbe il colore del cielo, per adattarlo ai bisogni della gente. Quella unificante, quella che crea vera novità e cambiamento...quella, perdonatemi, ma non la vedo! Né all'orizzonte né in ipotesi.
Ne mancano i presupposti, dove sarebbe l'oganizzazione, la struttura, la forza indispensabili per farla. Dove l'unità di intenti, se non riusciamo nemmeno a parlare fra noi gialli, rossi, viola, violetti, rosa-pallido, ialini, tricolori e ci muoviamo alla spicciolata, ognuno convinto d'essere depositario della verità.
Quindi attenzione ad invocare il fuoco, perchè poi quando è acceso brucia tutto...ed in genere ci guadagnano solo quelli che lo controllano o che hanno le pompe per spegnerlo.
Non voglio disilludere i giovani propugnatori della “rivoluzione domani mattina”, ma nemmeno mi pare logico proporla da una bacheca di Facebook nella convinzione demenziale che “così si faccia” e che il chiamare il mondo intero alla rivolta (ancora e sempre rivolta) sia produttivo.
Inventarsi climi islandesi o Gandhiani, dove non esiste coesione popolare, ed ancor meno un Gandhi (con buona pace dell'eroico e mai sufficientemente seguito Gaetano Ferrieri, che è un poco troppo limitato nella sua azione e nel suo carisma per essere Gandhi) egli ci chiama ad essere a Roma il 21 settembre, mentre altri ci chiamano il 10 e 11 ed altri ancora il 6...e nessuna rivoluzione è possibile in questo contesto, al di là del prezzo esobitante dei biglietti dei treni e della permanenza in una città come Roma, un povero vero non potrebbe mai essere presente a nessuno di questi ieratici appuntamenti.
L'unica cosa realmente possibile è qualche “provocazione” che potrebbe istigare ad una “rivolta”...che dopo essere stata opportunamente e, possibilmente, sanguinosamente sedata darebbe pretesto per un inasprimento della repressione.
La Rivoluzione è Altro e sottintende una organizzazione che non esiste in questo paese, semplicemente non c'è. L'Islanda, fulgido esempio, è stata molto aiutata dal fatto di essere, praticamente, una media città Italiana a livello di popolazione totale, non sottovalutiamolo.
Pubblicato anche su Verità e democrazia
e su Neuroni Attivi
Inventarsi climi islandesi o Gandhiani, dove non esiste coesione popolare, ed ancor meno un Gandhi (con buona pace dell'eroico e mai sufficientemente seguito Gaetano Ferrieri, che è un poco troppo limitato nella sua azione e nel suo carisma per essere Gandhi) egli ci chiama ad essere a Roma il 21 settembre, mentre altri ci chiamano il 10 e 11 ed altri ancora il 6...e nessuna rivoluzione è possibile in questo contesto, al di là del prezzo esobitante dei biglietti dei treni e della permanenza in una città come Roma, un povero vero non potrebbe mai essere presente a nessuno di questi ieratici appuntamenti.
L'unica cosa realmente possibile è qualche “provocazione” che potrebbe istigare ad una “rivolta”...che dopo essere stata opportunamente e, possibilmente, sanguinosamente sedata darebbe pretesto per un inasprimento della repressione.
La Rivoluzione è Altro e sottintende una organizzazione che non esiste in questo paese, semplicemente non c'è. L'Islanda, fulgido esempio, è stata molto aiutata dal fatto di essere, praticamente, una media città Italiana a livello di popolazione totale, non sottovalutiamolo.
Pubblicato anche su Verità e democrazia
e su Neuroni Attivi
Ciao Rosa, bell'articolo, come dar torto all'autore, qualsiasi azione si voglia intraprendere, manca la base fondamentale per ogni tipo di cambiamento/rivoluzione: l'Organizzazione!
RispondiEliminaBuona giornata
La rivoluzione è totale. La rivolta parziale.
RispondiElimina# Però la Rivoluzione, con la R maiuscola, quella delle coscienze e degli spiriti, quella che cambierebbe il colore del cielo, per adattarlo ai bisogni della gente. Quella unificante, quella che crea vera novità e cambiamento...quella, perdonatemi, ma non la vedo! Né all'orizzonte né in ipotesi.
RispondiEliminaL'autore di questa “articolessa” ha perfettamente ragione perché una rivoluzione con la R maiuscola (come la vorrebbe lui) non c'è mai stata (e non ci potrà essere mai); basta aprire un libro di storia della terza media per scoprire come sono andate a finire le precedenti grandi rivoluzioni epocali: dopo massacri innominabili hanno prodotto prima Napoleone e Stalin e poi “il nulla di fatto” cioè la Restaurazione!
Quindi mi sembra quantomeno folle auspicarne un'altra stante la sua provata inutilità!
quanto alla rivolta, pur nella sua obiettiva limitatezza, sia negli intenti sia nei risultati, non sempre ha fornito ai “benpensanti” argomenti per richiedere inasprimenti degli atteggiamenti vessatori da parte dei governi che non hanno bisogno di ricorrere a questi “mezzucci” (dai più sospettosi complottisti ritenuti “fomentati” dal potere stesso): spesso ha prodotto almeno il risveglio di qualche coscienza
per evitare rivoluzioni e rivolte basterebbe una corretta istruzione nelle scuole e nelle famiglie: è l'informazione e la diffusione capillare della coscienza civile la vera rivoluzione: quella che l'utopista redattore dell'articolo auspica così bene :”Quella unificante, quella che crea vera novità e cambiamento”
ciao Rosa, scusa se cerco sempre il pelo nell'uovo (magari dando l'impressione di non essere d'accordo con le tue scelte) ma temo più di tutto la demagogia (rischio quasi inevitabile) che sovente si annida nelle dichiarazioni dei “pensatori in grande”
Namastè
Sì è così Alberto! E la rivolta spesso viene adoperata strumentalmente dal potere, attenzione però, perchè non necessariamente le due cose sono collegabili.
RispondiEliminaTi abbraccio ^^
Namastè
Sì infatti Andrea, ne' parziale ne' spontanea...siamo all'improvvisazione, il che è anche simpatico, ma molto inutile ed inefficiente!
RispondiEliminaUn abbraccione buona giornata a te ^^
Namastè
Ciao oude, premetto che l'utopico autore dell' "articolessa" trattasi di mio marito, indi per cui, vista anche, la concordanza di idee, potrei essere un poco di parte nella risposta...anzi lo sarò sicuramente ;-))
RispondiEliminaSono d'accordo con te in linea di principio, rispetto alle facili demagogie. Ma la rivoluzione di cui si parla è quella delle coscienze,
che parte dai comportamenti e dalle scelte, sempre astenendosi da forme di violenza senza senso che sono, purtroppo, la componente principale di "certe" rivolte.
A volte le insurrezioni sono state utili? Certo che sì! Erano parte di un progetto più complesso e mai isolate e risolutive in sè stesse.
Anche in Islanda, evidentemente, è iniziato tutto da una rivolta civile. È però, altrettanto evidente, come ci sia grandissima differenza fra gli indigantos spagnoli ed i rivoltosi di Londra, pur partendo entrambi dalle medesime tematiche ed esigenze ed essendo entrambe inserite nel contesto Europeo.
Un abbraccio ^^
Namastè
# l'utopico autore dell' "articolessa" trattasi di mio marito
RispondiEliminadivertentissimo! Il tuo fair play è ammirevole! (sarà per questo che mi sei piaciuta subito)
la mia critica non intendeva certo suggerire che il tuo gentile consorte fosse lontano dal vero in generale; “articolessa” viene usata dai “Grandi Giornalisti” (e quindi la mia era una “ripresa”) per definire un articolo non mendace ma in qualche modo ovvio e forse inutile in quanto contribuirebbe ad aumentare “il rumore di fondo” senza portare a vere e generali conclusioni: cioè va bene come opinione personale(e come tale rispettabilissima) ma poco incisiva nel panorama dell'informazione che conta
detto questo, chiedo scusa se ho in qualche modo urtato (involontariamente) la vostra suscettibilità “familiare” ma non mi priverò in futuro né della tua ammirevole schiettezza né del “piacere” di essere, ogni tanto, un po' “bastian contrario”
con tutto il rispetto per la tua bell'anima .. Namastè!
Ahahahahah oude... ma figurati! Non hai assolutamente urtato la nostra suscettibilità "familiare" !
RispondiEliminaHo colto il senso della tua risposta, ed il tono della mia replica non era piccata, ma semmai divertita nel precisare di chi fosse lo scritto.
Trattasi, ovviamente di un parere personale del mio consorte, esposto anche sui suoi blog, limitatamente a chi lo ascolta e lo riprende...da "scribaccino e poeta", come lui ama definirsi e non certo da giornalista.
Sull'ovvietà poi, la rete è piena di richiami a "rivoluzioni" estemporanee da ribellioni del tipo : "Domani mattina ci troviamo davanti al bar Mario per fare la rivoluzione"...chiaramente l'intento era di far rilevare un'ovvietà, forse non così "metablizzata" però come dovrebbe.
Comunque i tuoi interventi da "bastian contrario" sono i benvenuti...di "yes men" ne è pieno il mondo, ne faremmo anche a meno, no?
Come già detto qualche risposta fa " Mi casa es tu casa"! Un abbraccio e alla prossima ;-))
Namastè
Ma tu guarda come sono d'accordo! Un po'meno sull'Islanda, in quanto il processo al vecchio premier mi sembra una cosa stupida ed inutile.
RispondiEliminaLa rivoluzione delle coscienze, come l'hai ben definita Tu, Rosa, dovrebbe partire dalla rivoluzione interiore, nonchè cambiamento del singolo... e ciò è già difficile di per sè, mancando a volte una base ideologica e culturale; a tutto questo s'aggiunga la problematicità di mettere insieme, in accordo tante coscienze in fase di rivoluzione... allora sì che è proprio un'utopia.
RispondiEliminaPur tuttavia continuiamo a crederci comunque in questa "non violenta" rivoluzione, rinascita delle coscienze.
Un caro abbraccio,
Mary
Ciao Adriano, si forse inutile, ma nel contesto dell'Islanda, probabilmente necessario. Alla fine il popolo ha deciso che il suo comportamento fosse "collaborazionista" e quasi sicuramente non aveva torto...magari rispondessero anche i nostri delle loro "collaborazioni".
RispondiEliminaResta l fatto che l'Islanda ha una popolazione molto bassa, più facilmente organizzabile, un'assemblea permanente può essere un organismo che ha possiblità di decidere.
Qui da noi sarebbe impossibile con quelle modalità.
Buona serata Adriano ;-)
Namastè
Ciao Mary, sì non potrebbe essere che così, perchè sarebbe l'unica condizione in cui potrebbe avvenire realmente il cambiamento...altrimenti superficiale e di facciata, quindi inutile. Crederci è importante, fondamentale...solo credendoci possiamo renderla possibile.
RispondiEliminaUn abbraccione cara e buona serata ^^
Namastè
L'unica vera Rivoluzione è quella permanente, altrimenti il rischio è quello di una semplice sostituzione di potere.
RispondiEliminaLa vera definitiva Rivoluzione è l'assenza del potere.
Mantengo i miei dubbi, ma ho voglia di Rivoluzione.
Buona serata
Namastè
È vero Paolo, la Rivoluzine è uno stato di ridiscussione perenne, il termine permanente mi ricorda qualcosa, forse Trotsky e il piccone...!? Quindi lascerei perdere per un attimo, sebbene il buon Lev mi piaccia.
RispondiEliminaQuella di cui tutti sentiamo il bisogno è una rivoluzione interiore, un vero cambiamento, nei rapporti fra persone, "Quella che cambia il colore del cielo"...amico mio non sai quanto condivida questa tua esigenza!
Rispetto all'assenza del potere sono assolutamente d'accordo!
Una serata buona anche a te carissimo ^_^
Namastè
E' raro che una rivoluzione nasca senza una rivolta, senza un moto popolare, viceversa non sarebbe una vera rivoluzione, ma solo un mero cambio di potere voluto dall'alto. Per cui rivolta e rivoluzione andrebbero di pari passo, se non fosse che ad un certo punto di ogni rivolta, ecco comparire gli intellettuali che, come giustamente descritto dal bell'articolo di Marigo,indirizzano e organizzano il popolo verso determinati scopi, che spesso la storia ha dimostrato, non essere sempre gli stessi da cui il sovvolgimento traeva origine.
RispondiEliminaInvito tutti quelli a cui interessa l'argomento a partecipare alla Festa anarcosindacalista che si terrà venerdì 9, sabato 10, domenica 11 settembre in località "La Pinetina" a Riotorto, Piombino o a collegarsi al sito http://www.pietrogori.it/
Grazie Rosa
Namastè
Grazie Rosa e in questo caso grazie a tuo marito per gli ottimi spunti di riflessione dati da questo articolo.
RispondiEliminaIo sento sempre più fortemente che l'unica vera rivoluzione è quella interiore. Ed è una rivoluzione silenziosa che sempre più persone, anche in Italia, al di là di quello che potrebbe sembrare, innescano e alimentano quando cominciano a coltivarsi un orto, a smettere di mangiare carne, a spegnere la tv, a praticare forme di crescita interiore...
Alla fine le cose cambieranno, o meglio, evolveranno verso ciò che è più giusto e naturale. Il meglio che possiamo fare è evitare di contrastare questa naturale Evoluzione. Che siano rivolte o rivoluzioni, fintanto che riguardano la sfera esteriore saranno soltanto manifestazioni negative che ci allontanano da una più profonda accettazione.
T'abbraccio!
Namastè
@wiska, la rivolta pre-rivoluzionaria è passo graduale, si inserisce in un contesto "organizzato", nasce solo indirettamente dalla rabbia, ma è figlia della coscienza, almeno in linea teorica. Le rivoluzini spontanee sono, generalmente, rivoluzioni fallite.
RispondiEliminaAnche se sinceramente e putroppo, mi risulta difficile trovarne una "vincente".
Infatti, e credo di interpretare il pensiero di Giandiego, è anche questo che cerca di dire nel post... che la rivoluzione vera investe le coscienze ed entra forzatamente nella sfera dei rapporti interpersonali e dei comportamenti, che sono stati, da sempre, il limite.
Grazie a te wiska e buon sabato ^_^
Namastè
Ps. petizione firmata.
Grazie a te Rino, per avere così bene "inquadrato" il senso di quello che Giandiego voleva esprimere.
RispondiEliminaCondivido appieno il tuo pensiero, la "rivoluzione" di cui tu parli, che è quella di cui parliamo tutti, noi almeno, parte sì silenziosa, ma finisce con il fare gradissimo rumore, perchè va a colpire le basi "comportamentali" del sistema, modificando davvero.
L'evoluzione spirtuale è indispensabile perchè nonostante le nostre intenzioni pacifiche e pacifiste, essa non sarà indolore purtroppo...
Ricambio l'abbraccio, buon sabato ^_^
Namastè
La Rivoluzione è una cosa 'organizzata', altrimenti non è. E questo significa sostituire una forma di potere con un'altra.
RispondiEliminaMi piace pensare alla comunità umana come a un sistema complesso: un bel mucchio di riso su cui cadono chicchi in maniera impredittibile. Cadono, cadono, cadono sino a che avviene la frana e il sistema si riconfigura.
La cultura dell'uomo (occidentale) prova da 4000 anni a dare un ordine, e una logica, a tale caduta. Ma non so se ci è mai riuscita.
L'utopia massima, per me, è una configurazione di uomini liberi e liberamente solidali, senza carabinieri.
Dato che tutte le configurazioni possibili hanno certezza di realizzarsi, è sicuro che prima o poi anche questa avverrà, in qualche tempo e in qualche luogo.
Si deve solo trovare il sistema per esserci :)
Ciao LAV, "sostituire" è parola che poco mi piace...bada bene che non sto parlado del tuo pensiero, che mi trova d'accordo, ma della parola in sè.
RispondiEliminaLa "sostituzione" non sottende, necessariamente, un cambiamento ma semplicemente un avvicendamento e le esperienze ci hanno insegnato che se non cambia la qualità del rapporto, alla lunga la prevaricazione si ripresenta diversa, forse, nell'aspetto ma identica nel merito.
Niente male l'immagne del mucchio di riso. I valori si debbono modificare per modificare la sostanza...altrimenti nulla cambia davvero e questo avviene senza alcun dubbio per caduta di chicchi...Utopia è quella cosa che permette di pensare un mondo diverso da questo, senza non ci sarebbe alcuna azione.
Abbraccio e buon sabato ^_^
Namastè
Ciao Rosa, articolo molto bello, e anche realista al massimo. I segnali per una rivoluzione? Un sogno, come tu dici non li vedo. Al livello a cui siamo ridotti, viene tolta la casa a chi ha sempre lavorato, come quel 65 enne italiano morto in macchina dopo una vita di lavori...che schifo!
RispondiEliminaPurtroppo a fare la rivoluzione rimaniamo in pochi singoli separati, e mi chiedo hanno davvero fatto questo?
http://www.ecplanet.com/node/2617
Per me si, hanno ipnotizzato le masse in questo modo
Leggiti bene gli articoli indicati nei link per capire la storia.
preferisco l'interpretazione data da Camus ne L'uomo in rivolta, preferisco questa alla rivoluzione che sconvolge e poi crea nuovo potere; leggi nella storia la Francia, la Russia, Cuba...dove dopo fiammate rivoluzionarie i poteri che si sono formati successivamente hanno tradito e creato nuove oligarchie di oppressione.
RispondiEliminaCiao Dioniso, sì temo che ormai siano passati alla fase di "manipolazione" diretta. Credo che questo avvenga però maggiormente con il mezzo televisivo, perchè ti pone nelle condizioni di subire...di "guardare senza agire", aperto, scoperto e ricettivo, se tu sei attore di quel che ti avviene attorno è, credo, molto più difficile farlo. Ipnosi e lavaggio del cervello...è innegabile che stia succedendo!
RispondiEliminaUn abbraccio ^^
Namastè
Ciao Cirano, il cambiamento deve partire dallo spirito, dai valori personali e di relazione fra le persone. Il Potere dell'uomo sull'uomo...è quello che deve essere modificato.
RispondiEliminaUna rivoluzione che non investa una discussione sul potere è una non rivoluzione. Abbiamo moli fallimenti alle spalle? Sicuramente, ma non mi sembra che questo "rapporto di potere" sia mai stato discusso. Ci si è sempre limitati a sostituire il potere di alcuni con quello di altri...una elite, con un'altra elite...credo che la "rivoluzione" stia anche in questo modificare le premesse.
Un abbraccio ^^
Namastè
(Dayton)SI rivoluzione, rivolte, guerre,tutto da rifare, perchè rimanga tutto uguale e nulla cambiare!!!!!!
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