Al Forum "Proposte di pace- Giustizia e pace al tempo delle crisi" del 8-9-10 Giugno a Roma
"La crescita del PIL in India è al 9%, ma non si racconta come vive la gente :
negli ultimi anni ci sono stati 250.000 suicidi ."
negli ultimi anni ci sono stati 250.000 suicidi ."
da: PeaceLink
Durante i tre giorni del Forum in cui si
sono riuniti i rappresentanti di almeno centoventi associazioni per
discutere aspetti e cause delle crisi che viviamo in questi tempi si
sono succeduti anche gli interventi di organizzatori e di ospiti
previsti, ed imprevisti.
Le conclusioni e le proposte del Forum non erano ancora state presentate quando, con parole semplici e chiare , Vandana Shiva in mezz'ora è riuscita a coinvolgere tutti i presenti nel suo ragionamento che ha espresso, sviluppato e sintetizzato il tema del Forum.
È stata posta una domanda a Vandana Shiva: "Come si costruisce la pace"?
Bisogna cominciare dalle nostre menti - ha cominciato Vandana Shiva
- e dimenticare quei paradigmi di guerra che ci hanno insegnato da
bambini e che mettono tutti in concorrenza l'uno con l'altro e cosa
contro cosa. La cultura attuale ha insegnato all'uomo di dover essere
sempre pronto a difendersi in qualsiasi momento e maggiormente in tempi di crisi.
Questo atteggiamento di prevenzione e difesa è sintomo di una violenza latente
che può emergere nei modi e nei luoghi più imprevedibili. Per esempio,
nel mio paese, l' India, si è lavorato moltissimo per almeno 10 anni per
sviluppare l’agricoltura con nuove tecnologie per consentire una
produzione più abbondante, un miglior livello di vita per i produttori e
raccolti più abbondanti per sfamare la popolazione.
Queste nuove tecnologie, e il modo in cui sono state introdotte, hanno prodotto squilibri sociali
e proteste che sono sfociate in reazioni locali e, in una escalation di
violenza, hanno determinato l'omicidio di Indira Gandhi. Quindi da un
processo messo in atto con buoni propositi di crescita e di pace . è
nato un processo di violenza.
È cominciato con l'introduzione dei pesticidi in agricoltura, con gli OGM, con le reazioni di chi non accettava di cambiare le proprie consuetudini e con le pressioni dei gruppi economici che
invece volevano imporre i loro prodotti. È’ cominciato un processo, che
voleva essenzialmente portare benessere a popolazioni avvezzate a
soffrire fame e disagi da sempre, ma che invece è sfuggito di mano ed è
diventato un'arma che ha portato alla morte. Morte per l’avvelenamento dei cibi irrorati da pesticidi, morte per gli innumerevoli suicidi dei contadini che hanno visto le loro terre diventare improduttive, e che si sono ammazzati per i troppi debiti che
non avebbero mai potuto pagare. Sono tutte attività che si svolgono nei
campi più disparati della produzione e che non possono essere definite
vere armi da guerra, ma che realmente, con tutta la loro forza di
distruzione di massa, possono creare danni ben più gravi e incontrollabili di una guerra dichiarata.
L'agricoltura, che dovrebbe
essere un elemento portante di benessere, ormai è soggetta non solo alle
intemperie climatiche ma soprattutto alle restrizioni imposte dalle multinazionali che regolano i prezzi, dalle leggi che incentivano o disincentivano le produzioni, dalla criminalità mafiosa che indirizza la scelta delle coltivazioni e si è trasformata in un'arma di guerra tanto, che nel mondo ci sono almeno 2 miliardi di persone che soffrono la fame o che si alimentano con Junk Food.
Un conflitto locale minore spesso viene preso a pretesto per essere trasformato in un conflitto nazionale, sociale, religioso, razziale o viene strumentalizzato per contrastare l'immigrazione.
La primavera araba cominciò
casualmente con il ritiro di una permesso da venditore a un ambulante
tunisino e da questo piccolo incidente, ha avuto inizio una rivoluzione,
che era già nell'aria, ma che aveva bisogno di un pretesto per
iniziare. In Egitto tutto è cominciato per l'aumento
del prezzo del riso. Il prezzo del riso e del pane hanno causato un
effetto domino che ha prodotto l’aumento dei prezzi di tutti alimentari,
dei trasporti, delle case, ecc….
Anche in Siria è
cominciato tutto con la protesta degli agricoltori che avevano subito
danni dai cambiamenti climatici. I poveri contadini, che sono l'anello
più debole della catena economica e i più vulnerabili in caso di
calamità di qualsiasi genere, come il clima, sono quelli che soffrono
sempre di più. Quindi - dice Vandana Shiva - in un certo senso la
ribellione, degenerata fino alla guerra civile, con decine di migliaia
di morti è stata scatenata per "colpa del maltempo".
La globalizzazione, attuata senza nessun controllo, non ha portato nessuno dei benefici promessi ma è finita con l'essere il fattore determinante di tutte le crisi che sono più catastrofiche delle guerre dichiarate.
Tornando al mio paese l’India- ha
proseguito Vandana Shiva - la crescita del PIL è al 9%, quindi,
leggendo i dati, sembrerebbe un paese in espansione dove il benessere è a
portata di mano, sembrerebbe che a tutti vada bene, ma non si guarda
mai o non si racconta come vive la gente comune. Ad esempio, negli ultimi anni ci sono stati 250.000 suicidi( http://wownews.co.uk/news/638-250000-farmers-commit-suicide-in-india-largest-wave-of-suicides-in-history.html
) tra gli agricoltori che non riuscivano più a raccogliere dai loro
campi il necessario per sostenere se stessi e la propria famiglia.
Ad esempio, passa quasi inosservato che
un bambino su due non è alimentato quanto basta a sviluppare
completamente il proprio corpo e il proprio cervello: è la denutrizione
il primo passo che crea povertà ed infermità, che ferma l’educazione e rende l’uomo schiavo di chi ha di più e che, per questo, può sfruttare il prossimo.
Bisogna poi farsi un'altra domanda: ma è veramente così importante il consumismo?
Tutti i cibi che mangiamo e che
compriamo in un supermercato devono essere incartati, ricoperti di una
pellicola trasparente o di alluminio e spesso venduti in un contenitore
di cartone o polistirolo. Tutto questo richiede lavoro e impiego di
risorse della terra come petrolio, bauxite, carbone e alberi. Tutto
questo lavoro e questo spreco di risorse naturali è permesso, anzi previsto, dalla legge e per questo motivo si continua a violare e distruggere, senza un reale bisogno, tutte le risorse del pianeta.
E poi è naturale e spontaneo che ci
siano delle manifestazioni di protesta che chiedono di riflettere sulla
reale utilità di certe leggi che autorizzano l'uso, anzi l’abuso indiscriminato delle risorse naturali. Ma proprio queste proteste costituiscono un pretesto per distruggere anche la democrazia perché, come si è visto in molti paesi contro le proteste di gente che tenta di difendere i propri diritti, i governi inviano le truppe e applicano leggi speciali, antiterrorismo.
C'è stato e continua ad esserci un
utilizzo improprio del termine “Green Economy”, dove diventa verde tutto
quello che non serve più all'economia, quello che distrugge l'economia,
come stanno comunicando i media quando entrano nel tema del rapporto
dell’uomo con l’ecologia come si cercherà di imporre anche alla prossima
conferenza Rio+20 dove si proverà di nuovo a far credere che la
privatizzazione di tutte le risorse ambientali inclusa l’acqua, gli
alberi e la possibilità di respirare aria pura è l'unica strada per
proteggere veramente la natura.
È questa la vera guerra di oggi è la guerra contro la gente è contro il pianeta. Dopo
secoli di lotta i movimenti democratici erano riusciti a tenere
separato il potere economico da quello politico ma questo lungo processo
è stato spazzato via e distrutto dalla globalizzazione e così gli Stati sono diventati come delle aziende, delle corporation.
Poi Vandana Shiva abbassa la voce e quasi con vergogna,
fa un riferimento al Governo italiano che, come altri paesi, deve far
quadrare i conti, senza curarsi di come vivono i suoi cittadini, come
una qualsiasi azienda, senza poter tenere conto che le finalità di uno Stato non sono le stesse di una impresa commerciale.
Se non interverranno drastici cambi di
rotta, imposti dalle proteste popolari o da chi rappresenta i veri
interessi delle popolazioni, quando sarà terminata l’emergenza di queste crisi, il modello economico sarà già cambiato ed evoluto tanto che sembrerà spontanea la trasformazzione degli attuali Stati democratici in nuove forme di Stati militari che
potranno agire legalmente contro le minoranze che tenteranno di opporsi
alle scelte di governi-azienda e nessuno si potrà ribellare per la
ridotta libertà dei cittadini, come previsto dalle leggi approvate dal
governo per fermare chiunque agisca per ostacolare il profitto delle grandi organizzazioni multinazionali.
Uno dei sistemi che potrebbero rendere
l'uomo meno dipendente da questi sistemi, sempre più coercitivi dei
governi che devono imporre, per eseguire i compiti assegnati dai veri
detentori del potere (quello economico-finanziario) è quello di
riavvicinare l'uomo alla terra stringendo nuovamente quel vincolo che in
passato lo aveva sempre tenuto unito alle sue radici, che gli ha
permesso di procurarsi direttamente gli alimenti con cui sfamarsi, di restare legato al proprio territorio e ai propri simili con cui ha costituito la società.
È questo come io intendo si possa costruire la pace- termina la sua conferenza la Dr. Vandana Shiva- con la difesa dei beni comuni e delle comunità locali, orientandoci tutti verso una pace che sia dentro di noi e sia reciproca non solo con il prossimo ma anche con la natura.
In questi tempi di crisi "globale" abbiamo una grande opportunità per ridisegnare un futuro differente, senza sprechi, con più rispetto e con una nuova speranza.
Non possiamo perdere questo treno.
Dr. Vandana Shiva
Dirige il Centro per la Scienza, Tecnologia e Politica delle Risorse Naturali di Dehra Dun in India. È considerata la teorica più nota di una nuova scienza: l'ecologia sociale ed è una dei leader dell'International Forum on Globalization. Nata nel 1952 a Dehra Dun, nell'India del nord, da una famiglia progressista. Ha studiato in Inghilterra a Stati Uniti, laureandosi in fisica. Tornata in India al termine degli studi, rimase scioccata nel rivedere l'Himalaya: aveva lasciato una montagna verde e abitata da gente felice, ma dopo l'arrivo dell' "aiuto" della Banca Mondiale per la costruzione di una grande diga, quella parte dell'Himalaya era diventato un posto di miseria, di polvere e smog, dove la gente si era impoverita non solo materialmente. Abbandonata la fisica nucleare si dedicò all'ecologia.
Dirige il Centro per la Scienza, Tecnologia e Politica delle Risorse Naturali di Dehra Dun in India. È considerata la teorica più nota di una nuova scienza: l'ecologia sociale ed è una dei leader dell'International Forum on Globalization. Nata nel 1952 a Dehra Dun, nell'India del nord, da una famiglia progressista. Ha studiato in Inghilterra a Stati Uniti, laureandosi in fisica. Tornata in India al termine degli studi, rimase scioccata nel rivedere l'Himalaya: aveva lasciato una montagna verde e abitata da gente felice, ma dopo l'arrivo dell' "aiuto" della Banca Mondiale per la costruzione di una grande diga, quella parte dell'Himalaya era diventato un posto di miseria, di polvere e smog, dove la gente si era impoverita non solo materialmente. Abbandonata la fisica nucleare si dedicò all'ecologia.
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