tratto da: www.blogeko.it
Addio ad un’altra fetta di Amazzonia. Il Perù l’ha venduta, o meglio ha messo all’asta il diritto di estrarre e cercare idrocarburi. Gli indigeni protestano: dicono che nessuno li ha interpellati a proposito del destino della terra su cui hanno sempre vissuto.
Secondo Survival International, l’organizzazione che sostiene i diritti dei popoli tribali, attualmente il 70% dell’Amazzonia peruviana è aperto alla ricerca di idrocarburi: comprese zone abitate da tribù che non sono mai venute in contatto con l’Occidente.
A metà ottobre il Governo peruviano ha assegnato 14 concessioni per la ricerca di petrolio e gas bei bacini dei fiumi Marañon, Huallaga e Ucayali.
Se li sono aggiudicati la società cinese Sinochem (attraverso Emerald Energy); la colombiana Ecopetrol del Perú; le britanniche Hydrocarbon Exploration e Pitkin Petroleum; le spagnole Tecpetrol Internacional e Repsol-YPF.
Secondo Survival International, l’organizzazione che sostiene i diritti dei popoli tribali, attualmente il 70% dell’Amazzonia peruviana è aperto alla ricerca di idrocarburi: comprese zone abitate da tribù che non sono mai venute in contatto con l’Occidente.
A metà ottobre il Governo peruviano ha assegnato 14 concessioni per la ricerca di petrolio e gas bei bacini dei fiumi Marañon, Huallaga e Ucayali.
Se li sono aggiudicati la società cinese Sinochem (attraverso Emerald Energy); la colombiana Ecopetrol del Perú; le britanniche Hydrocarbon Exploration e Pitkin Petroleum; le spagnole Tecpetrol Internacional e Repsol-YPF.
Survival International si è fatta portavoce delle contestazioni levate dagli indigeni che vivono in queste aree. Essi sostengono di non essere stati consultati prima della cessione della loro terra alle compagnie petrolifere.
Ancora Survival International riferisce che l’organizzazioneindigena AIDESEP e il Legal Defense Institute hanno inviato al Ministero dell’Energia una lettera aperta in cui gli si chiede di chiarire se ha interpellato gli indigeni.
Lo sfruttamento del petrolio spesso è una disgrazia per i nativi dell’Amazzonia, oltre che per la natura. La settimana scorsa in Perù migliaia di indigeni hanno bloccato il fiume Marañón per protestare contro la compagnia petrolifera Pluspetrol, responsabile dello sversamento nell’ambiente di alcune centinaia di barili di petrolio nel giugno scorso. Tuttora l’acqua della zona risulta essere inquinata.
Su Living in Peru assegnate 14 concessioni petrolifere
Su Survival International Amazzonia all’asta, gli indigeni chiedono chiarimenti
Su Living in Peru il blocco del fiume Marañón
Su Earth Rights International Perù, più concessioni petrolifere significa più conflitti
Foto Flickr
http://www.blogeko.it/2010/assegnate-altre-concessioni-il-70-dellamazzonia-peruviana-e-ora-aperto-alla-ricerca-di-idrocarburi/#more-56537
Ancora Survival International riferisce che l’organizzazioneindigena AIDESEP e il Legal Defense Institute hanno inviato al Ministero dell’Energia una lettera aperta in cui gli si chiede di chiarire se ha interpellato gli indigeni.
Lo sfruttamento del petrolio spesso è una disgrazia per i nativi dell’Amazzonia, oltre che per la natura. La settimana scorsa in Perù migliaia di indigeni hanno bloccato il fiume Marañón per protestare contro la compagnia petrolifera Pluspetrol, responsabile dello sversamento nell’ambiente di alcune centinaia di barili di petrolio nel giugno scorso. Tuttora l’acqua della zona risulta essere inquinata.
Su Living in Peru assegnate 14 concessioni petrolifere
Su Survival International Amazzonia all’asta, gli indigeni chiedono chiarimenti
Su Living in Peru il blocco del fiume Marañón
Su Earth Rights International Perù, più concessioni petrolifere significa più conflitti
Foto Flickr
In pratica ci si vende i gioielli di famiglia e poi si rimane col culo per terra.
RispondiEliminaNon si fa mai abbastanza per denunciare e contrastare aberrazioni come quella da te segnalata!
RispondiElimina@ Alberto
RispondiEliminaEsatto...! Solo mi chiedo, quando tuti i gioielli saranno stati devastati irrimediabilmente, e non esisteranno più, noi che faremo? Dove andremo?
;-) Namastè
@ Adriano Maini-
RispondiEliminaCiao, benvenuto nel blog ;-)
È vero hai ragione, non è mai sufficiente e questo è frustante, però è altrettanto vero che non dobbiamo demordere nel far sentire il nostro disaccordo...almeno fino a quando sarà possibile.
A presto :-)
Namastè