sabato 6 novembre 2010

Balene, obiettivo meno mille. Tokyo dà il via alla mattanza

fonte: www.terranews.it

Simone Celli 

GIAPPONE. La “caccia scientifica” dei nipponici è alle porte con l’arrivo dell’estate australe. Gli animalisti: «Per la legge internazionale è illegale». L’Australia denuncia il Paese alla Corte internazionale di giustizia.
 
Per loro l’estate australe è sinonimo di morte. Le balene dell’Oceano meridionale, minacciate dalla riapertura della caccia da parte delle flotte giapponesi, pronte a “profanare” il santuario marino che costeggia l’Antartide per ben 50 chilometri quadrati. Arpioni puntati contro i grandi cetacei, fino a toccare quota mille. Sembra la descrizione di un gioco come tanti, fatto di missioni e di punteggi. In realtà è l’obiettivo del Sol Levante: abbattere un migliaio di balene, suddivise in tre specie. Una caccia definita “scientifica”, aggettivo che agli animalisti proprio non va giù. La loro protesta contro la nuova mattanza è partita già da un paio di giorni. Capofila per l’Italia è l’Enpa, che ieri mattina, con i colleghi di Lav, Leal e Bairo, ha dato corpo al proprio dissenso riunendosi di fronte all’ambasciata del Giappone di via Quintino Sella, a Roma.
 
Il giorno? Tutt’altro che casuale: il 5 novembre è stata infatti celebrata la Giornata mondiale contro la caccia alle balene. Centocinquanta piazze sparse in tutto il mondo, dal Costa Rica al Venezuela, dagli Stati Uniti all’Egitto passando per il Sudafrica, da cui gli attivisti hanno chiesto lo stop a un massacro che dal 1986 a oggi ha già causato la morte di oltre 35 mila esemplari. Una protesta che nasce da radici solide: esiste una moratoria, decisa proprio ventiquattro anni fa dalla Commissione Internazionale Baleniera, che vieta lo sterminio di questi grandi cetacei. Carta canta, dunque, e per questo le associazioni chiedono di fermare la strage, «compiuta sotto il falso e infondato pretesto della ricerca scientifica». Perché dietro questo escamotage si nasconde un giro d’affari che non permette di sgombrare il campo dall’ipotesi del doppiogioco.
 
Per questo il mondo animalista è già sul piede di guerra. «La flotta giapponese salperà fra breve verso il santuario, ma noi speriamo che la continua pressione li incoraggi a tornare indietro», ha detto Patrick Ramage, direttore del programma balene del Fondo per il benessere degli animali (Ifaw), che ha ricordato come la legge internazionale stabilisca l’illegalità di tutto questo. «Quindi è inaccettabile che il Giappone continui a farlo, e lo è doppiamente in un santuario internazionale», ha aggiunto Ramage, complimentandosi poi con il governo australiano per aver avviato un’azione legale contro il Giappone presso la Corte internazionale di giustizia dell’Aja.
 
Il cuore della protesta è proprio l’Oceania. Due notti fa, nella baia di Sidney, in Australia, gli attivisti hanno messo in scena l’apparizione di un cetaceo, subito colpito da un arpione e “fatto morire” dissanguato. Niente più che un gioco di luci e di suoni, ma che non lascia spazio all’immaginazione. Proteste all’insegna del sangue anche ad Auckland, in Nuova Zelanda, dove alcuni manifestanti hanno sfilato fino al Parlamento indossando abiti sporchi di rosso. Sopra di loro una balena finta, mentre gli altoparlanti ne imitavano il canto.

http://www.terranews.it/news/2010/11/balene-obiettivo-meno-mille-tokyo-da-il-alla-mattanza

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