martedì 25 ottobre 2011

Nonna, ti spiego la crisi economica. 5 e 6

(Il Più Grande Crimine spiegato agli anziani, agli adolescenti e a persone del tutto digiune di economia)
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Paolo Barnard.info
di Paolo Barnard

Nonna: Senti, però ci sono due cose dell’altra volta che non ho capito. Tu dici che se lo Stato spende per darci tutto quello ci manca, e magari compra le cose che le fabbriche non vendono, allora tutti noi stiamo meglio. Bè, stamattina ero dal dottore per l’anca, e lui mi diceva che per l’operazione ci vogliono 7-8 mesi. Io gli ho detto: “Mio nipote dice che se lo Stato spende di più, può fare altri ospedali e assumere tutti i medici che vuole”. E sai lui cosa ha risposto? Ha risposto che è d’accordo, ma poi c’abbiamo l’inflazione. Cosa vuol dire?

P. Ah! Eccoli quelli dell’inflazione…

Nonna: Aspetta, poi c’è l’altra cosa. Ieri sera al telegiornale quella signora che fa l’industriale capo, che c’ha dei bei gioielli sempre addosso, adesso non ricordo il nome…


P. La Marcegaglia, che è il numero uno di Confindustria.

Nonna: Bravo, quella lì. Bè, ha detto che lo Stato deve assolutamente eliminare il debito pubblico, che se no le fabbriche e le industrie non fanno più soldi. Te dici il contrario, te dici che è col debito pubblico che fanno soldi, e che senza debito non ne fanno. Non capisco perché allora ha detto così.

P. Ok. Per la prima domanda, ricorda questo concetto: generalmente nel mondo del mercato se una cosa è scarsa allora costa molto, vedi l’oro, mentre se di una cosa ce n’è a vagonate, allora costa poco, vedi le cipolle. L’inflazione succede quando nel contenitore dei cittadini privati ci sono troppi soldi nelle loro tasche ma pochi prodotti da comprare. Troppi soldi sono come le vagonate di cipolle, quindi quei soldi perdono di valore. Pochi prodotti sono come l’oro, quindi aumentano di valore. Risultato: finisce che chi va al mercato coi suoi soldi che valgono di meno perché ce ne sono troppi in giro, dovrà spenderne molti per comprare le cose che scarseggiano e quindi sono aumentate di prezzo. Questa è l’inflazione. Fa conto che se prima un chilo di patate ti constava 10 soldi, ora con l’inflazione te ne costa 20. E questo ovviamente per tutti i prodotti, quindi i cittadini sono automaticamente più poveri. La gente ha molta paura dell’inflazione, giustamente. E allora quando uno come me, o come certi economisti, dice che lo Stato deve spendere di più, cioè versare più soldi nel contenitore dei cittadini privati, molti pensano: “Sì, ma poi ci saranno troppi soldi, mentre i prodotti saranno sempre quelli di numero. Ci sarà l’inflazione!”. No, nonna. Questa è una favola. Chi dice così non conosce l’economia, oppure è in malafede e lavora per le elite. Perché io ho sempre detto che lo Stato deve spendere di più, anche aumentando il suo debito con se stesso, ma deve farlo per creare posti di lavoro che sono stipendi, per creare un’istruzione di alto livello, per mantenere i cittadini in salute, per fare strade e aeroporti e telefoni e tecnologia superiori, e per comprare anche i prodotti delle aziende private. Fai la somma: più lavoratori e meglio pagati + ragazzi istruiti che lavoreranno meglio + cittadini sani e quindi meno spesa sanitaria + strutture per facilitare proprio il commercio e le industrie + aiuti alle aziende per farle progredire = più produttività nazionale. Quindi nonna, aumentano sì i soldi in giro, ma aumentano anche di pari passo i prodotti offerti, quindi niente inflazione.

Nonna: Mi sembra di aver capito, mi sembra.

P. Poi nonna, l’inflazione si controlla benissimo se uno Stato è padrone veramente della sua moneta. Ad esempio: dovesse mai succedere che l’inflazione scappa di mano, come estremo rimedio lo Stato può tassare il contenitore dei cittadini, cioè sottrarre denaro dalla circolazione. Oppure può rendere più costoso prendere denaro in prestito, così di nuovo ne circolerà di meno. E può fare altre diavolerie di finanza che sono troppo difficili per te. Ma pensa a una cosa: tutti sti allarmisti dell’inflazione perché non leggono i giornali? Il Giappone oggi ha un debito pubblico che è il doppio, nonna, il doppio! di quello italiano, e quindi lo Stato giapponese ha speso tantissimo, giusto?

Nonna: Eh sì! Beati loro…

P. Ok. Sai a quanto è l’inflazione in Giappone oggi? E’ allo 0,4%. Cioè praticamente non esiste. E allora dai…

Nonna: Sì, ma allora quella tizia che comanda gli industriali e cha ha detto che se Berlusconi non paga il debito pubblico le fabbriche non guadagnano?

P. Vediamo se è vero che togliendo il debito pubblico le aziende ci guadagnano. Ti dimostro ora che è vero l’esatto contrario, come ti ho sempre detto. Ok, ripeschiamo i famosi contenitori. Tu immagina che nella nostra società di cittadini privati, cioè non Stato, ci sono tantissimi tipi di lavori, ma che si possono dividere grosso modo in due contenitori: c’è il contenitore A) che fra o vende i prodotti di consumo, e il contenitore B) che fa tutto quello che serve ad A) per produrre e vendere quelle cose, cioè fa i famosimezzi di produzione. Esempio: A) fa o vende le scarpe, i rasoi, la carne, le auto, i pettini, il vino, i vestiti ecc. ecc. B) fa le macchine per lavorare il cuoio, fa l’acciaio per le lamette e per le auto, la plastica per i pettini e per tante altre cose, i telai, produce il cotone ecc.; ma anche offre i servizi affinché i prodotti del contenitore A) si possano fare e vendere, cioè banche, assicurazioni, scuole, formazione, telefonia, comunicazioni, trasporti ecc. Sia A) che B) impiegano dei lavoratori stipendiati. Ok. Pausa e respira.

Nonna: Sì, sì, mica sono tocca nella testa, ho capito.

P. Domanda: come fa il contenitore A) a fare profitto? Tu dirai, deve vendere i prodotti di consumo. Ok. Ma io ti dico che se li vende ai suoi dipendenti quando spendono lo stipendio, A) non farà nessun profitto, perché gli ritornano indietro gli stipendi che ha appena pagato a quei dipendenti. Anzi, gliene tornano indietro anche di meno, perché non tutti i lavoratori spendono tutto lo stipendio in beni di consumo. Immagina come esempio che tutti questi industriali di A) hanno sborsato 1 milione in stipendi, e gli torna in cassa 800 mila, che profitto è? Allora: per far sì che il contenitore A) faccia profitti bisogna che possa vendere i suoi prodotti a gente a cui NON paga lo stipendio. Ok, tu mi dirai che ci sono tutti i dipendenti del contenitore B), che di sicuro useranno gli stipendi pagati da B) per comprare i beni di consumo fatti da A). Perfetto, quelli creano profitti per A), perché A) non gli paga lo stipendio. Ma il contenitore B) allora? Come fa a fare i suoi profitti?

Nonna: Bè, la gente di A) gli compra la roba, così gli ricambia il favore.

P. Eh no! Nonna. E sai perché? Pensaci bene. Quando il contenitore B), che fa i mezzi di produzione, li vende ad A) quello che accade è che il contenitore A) userà ovviamente i suoi profitti per pagare. Ma da dove vengono i profitti di A) nonna? Vengono da B)! lo abbiamo appena detto. Quindi B) si vede ritornare in tasca i suoi soldi di prima, nulla in più,  punto. Profitto zero in quel caso. Dunque, abbiamo stabilito che nelle nostre società il contenitore B) può creare profitti per A), ma questo non può creare profitti per B), impossibile. E allora? Allora si torna alla solita storia: ci vuole un contenitore esterno a B) che gli versi dentro denaro nuovo al netto… ed avendo eliminato A), come al solito ci rimane solo lo Stato con la sua spesa che può farlo (o le nazioni straniere, ma sono inaffidabili). Infatti né A) né B) pagano gli stipendi allo Stato che non ha bisogno di alcuno stipendio per comprare le cose di B), o anche quelle di A) ovviamente. Quindi lo Stato deve esserci, con la sua spesa, se no B) va in rovina, e se va in rovina B) ci va anche A) che dipende da B) per i suoi profitti. E stiamo parlando proprio di aziende e di tutti i loro lavoratori, ricorda.

Nonna: Cavoli, è vero!

P. Ma lasciami arrivare alle parole “debito statale”, per essere preciso. Lo Stato deve però comprare con la sua spesa di più di quello che toglie con le tasse ad A) e B), ovvio, se no non ci sono profitti per A) e B); se no crolla tutta quella catena virtuosa. Gli deve versare più soldi di quanto li tassi. E lo Stato versa più soldi di quanto tassi solo quando?... nonna?

Nonna: Quando?

P. Solo quando spende a DE-BI-TO, quando cioè spende più di quello che incassa (tassa). Ecco provato il fatto che, di nuovo, se si elimina la spesa dello Stato a debito è impossibile che il contenitore generale dei cittadini e delle aziende si arricchisca al netto. Chi va in tv a dirci che la nostra salvezza è nell’eliminazione del debito pubblico, o non capisce niente di economia o vuole uccidere la nostra Gallina dalle Uova d’Oro secondo il piano delle elite di cui abbiamo parlato. Punto. Ti avevo già spiegato che il debito pubblico è la ricchezza dei cittadini, ora sai che è anche il profitto delle aziende in gran parte.

Nonna: Ma sto debito, insomma, ma roba da matti... ma è proprio la nostra fortuna! E allora quella stupida di quella donna in tv cosa va a dire che si deve eliminare il debito dello Stato per fare più profitti alle industrie? Ma non le sa ste cose?

P. E’ probabile di no, ricordati che le elite hanno lavato il cervello proprio alle classi dirigenti e ai politici per uccidere la spesa a debito dello Stato, che era a nostro favore e a favore della democrazia. Li hanno indottrinati ben bene, ripensa all’esempio delle tonsille. Baci.

http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=239

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Nonna, ti spiego la crisi economica. 6 

di Paolo Barnard

(Il Più Grande Crimine spiegato agli anziani, agli adolescenti e a persone del tutto digiune di economia)

Nonna: Però ci pensavo, va bene che volevano che gli Stati non ci dessero i soldi a noi cittadini per stare tutti bene. Ma alla fine gli Stati ci sono ancora, mica li hanno aboliti. E allora perché non tornano a spendere per noi col debito buono?

P. Nonna, ”il debito buono”… che genio che sei, mi hai appena messo in mente una cosa che altrimenti non ti avrei spiegato e che è importante. Ma prima rispondo al perché gli Stati non tornano a spendere: in America, in Inghilterra, in Svezia, in Giappone, insomma, in tutti quei Paesi che hanno ancora una moneta sovrana, le elite hanno convinto i governi (a suon di soldi) e la gente di quel famoso spauracchio che dice che la spesa dello Stato è un debito terribile, è una catastrofe per tutti. E allora non spendono quanto sarebbe necessario. Qui in Europa ci hanno tolto addirittura le monete da spendere, quindi proprio siamo fritti. Ora ti spiego quella cosa importante che mi ha fatto venire in mente quando hai detto ”il debito buono”.

Nonna: Eh sì, mi hai detto che ci fa più ricchi…

P. Vedi nonna, nella realtà esiste una spesa dello Stato che non è tanto buona, o perlomeno che è meno buona di quella che ti dicevo. Perché bisogna capire questo: anche se è verissimo che lo Stato con la sua moneta può spendere inventandosi i soldi quasi senza limiti, è anche vero che per renderci più sicuri e benestanti tutti, deve farlo con giudizio. Cioè deve spendere per darci piena occupazione, scuole migliori, infrastrutture più moderne, stipendi migliori, pensioni dignitose a tutti ecc. Questa spesa, come tu hai giustamente detto, può essere chiamata “debito buono dello Stato”, cioè un circolo economico virtuoso per cittadini e aziende, come dicevamo le volte scorse. Ma se invece lo Stato non spende per noi in questo modo, cioè se segue quello che vogliono le elite criminali, allora tutti ci impoveriamo, anche l’economia. Ma questo causa dei fenomeni per cui poi lo Stato deve tornare a spendere lo stesso, ma solo per tappare le falle, per metterci delle pezze d’emergenza, rimediare ai pasticci sociali della nuova povertà, cioè i disoccupati o quelli che lavorano per 800 Euro e non ce la fanno a campare; o per soccorrere le aziende che falliscono ecc. E questo è un “debito cattivo dello Stato”, perché sono soldi buttati al vento e che non creano nessuna cittadinanza forte e nessuna economia fiorente.

Nonna: Quindi ste elite di delinquenti, che non vogliono che lo Stato spenda col debito, alla fine poi ci fanno spendere lo stesso, ma sono soldi buttati.

P. Esatto. Bel paradosso eh? Ma ora facciamo un riassunto delle puntate precedenti, per poi continuare. Allora nonna, le elite di potere mondiale avevano capito che lo Stato democratico, con una sua moneta che può creare senza quasi limiti, avrebbe potuto spendere più di quello che tassa i cittadini e le aziende, e renderli tutti più benestanti, moderni e istruiti. Ma cittadini che siano tutti benestanti, consapevoli e padroni del loro Stato democratico erano un pericolo mortale per le elite, che invece ci vogliono ignoranti, sempre in affanno per i soldi e spesso anche disperati, così loro possono fare i loro affari immensi e rubare la maggior parte della ricchezza comune. Così si sono inventati che la spesa dello Stato quando ci dà più soldi di quanto ci tassi (spesa a ‘debito’ buona) è terribile, che va assolutamente combattuta e hanno convinto tutti di questo. Così ci hanno fregati. Poi ci hanno nascosto che la spesa dello Stato è in realtà indispensabile sia per creare nuova ricchezza al netto nel contenitore dei cittadini privati sia per creare profitti fra le aziende. Anzi, di nuovo ci dicono che se lo Stato spende meno, noi cittadini e le aziende saremo più ricchi, che è una balla colossale. E anche qui tutti ci sono caduti. E in ultimo hanno pensato che qui in Europa potevano addirittura sottomettere gli Stati con leggi più potenti delle leggi statali, cioè le leggi della UE, e impedirgli così di spendere per noi persone togliendogli proprio le monete stesse, le lire, i marchi, i franchi ecc. E si sono inventati l’Euro…

Nonna: Ah! Ecco, quella cosa lì non mi è chiara, ci pensavo prima. Ma perché i politici italiani potevano spendere le lire come gli pareva ma non possono spendere gli Euro quanto gli pare?

P. Perché l’Euro non lo possono creare dal nulla come facevamo con le lire, i franchi, i marchi ecc. L’Euro è la moneta unica per 17 Stati d’Europa oggi, la usano tutti e 17, ma… non è loro. Ti ho già detto che il pregio di una moneta sovrana moderna è che lo Stato la crea dal nulla e che quando la spende per noi si ‘indebita’ solo con se stesso, per cui a noi cittadini arrivano quelle monete al netto, e ci rendono più ricchi. Ma oggi gli Stati che usano l’Euro devono prenderlo in prestito da dei signori privati che già l’hanno, e quello è un debito vero, non fasullo come quello di prima. Ripeto, prima, con la lira, i soldi del nostro Stato sbucavano da pezzi di carta che lo Stato firmava dal nulla, oggi gli Euro sbucano dalle banche dei tizi che lo prestano allo Stato, un bel cavolo di differenza. L’Euro è fatto da un sistema di Banche Centrali europee, e finisce subito, cioè appena sfornato, nella tasche di grandi investitori privati, che possono essere miliardari malesi, arabi, o assicurazioni tedesche, fondi di investimento brasiliani, giapponesi, italiani, turchi… chiunque sia ricco abbastanza per comprarsi gli Euro.

Nonna: E allora lo Stato non ne può avere lo stesso quanti ne vuole?

P. No. Ascolta bene. Prima, con le lire, anche se lo Stato avesse avuto un debito con qualcuno, che problema c’era? Lo pagava inventandosi le lire, come ti ho spiegato le volte scorse. A quei tempi un riccone straniero non aveva problemi a darci i suoi soldi, cioè a comprarci un nostro titolo di Stato. Tanto aveva la certezza del rimborso, per i motivi appena detti. Inoltre, non dimenticare che per lo Stato italiano vendere titoli di Stato era una opzione, NON un obbligo per trovare soldi. I soldi se li inventava. Oggi è tutt’un’altra storia. Primo, oggi il riccone che compra un nostro titolo di Stato sa che noi per pagargli domani ciò che gli spetta dobbiamo andarci a trovare gli Euro da qualche altro riccone, cioè proprio prenderli in prestito. Secondo, di conseguenza potremmo rimanere a secco se i ricconi si rifiutano di prestarceli. Potremmo fare bancarotta e non pagare più nulla. E allora cosa succede?

Nonna: Che non ce li danno, ed è per questo che c’è la crisi. Giusto?

P. Bè, sì! Fuochino nonna. Nella realtà ce li danno, ma come garanzia vogliono almeno che gli paghiamo interessi altissimi, e anche i soldi per quelli dobbiamo trovare con altri prestiti. Ma hai ragione, da qui viene una bella fetta di crisi, perché di fatto lo Stato che usa sto maledetto Euro è sempre con l’acqua alla gola di non trovar abbastanza soldi, e deve fare i tagli, che sono crisi economica. Poi siccome questa volta il debito in Euro è VERAMENTE un debito, come ti ho detto prima, gli stessi ricconi che ce li prestano guardano il nostro debito, e se è alto si allarmano: “Oddio! Siete molto indebitati!” dicono, e si fidano ancora di meno della nostra capacità di ripagare i prestiti che ci fanno, e allora ci chiedono sempre più interessi, e questo ci fa indebitare sempre più, ma indebitarsi sempre più significa sempre più tagli, cioè SEMPRE MENO SPESA dello Stato per noi cittadini, e questo è crisi economica perché come sai ci impoverisce, e così s’innesca un circolo vizioso all’infinito. Capito la trappola?

Nonna: Oddio, no, mi ronza la testa…

P. La trappola è che questo Euro le elite lo hanno voluto apposta per mettere gli Stati Europei in crisi economica, così per gli Stati è impossibile spendere quanto sarebbe necessario per creare la famosa cittadinanza forte, benestante, istruita e democraticamente attiva. Perché più ci affossano, più ci spaventano con la crisi, più siamo con l’acqua alla gola per i sodi, meno siamo padroni di noi stessi e del nostro Stato. E loro, le elite, spadroneggiano a destra e a manca e s’intascano grandi ricchezze. Fu tutto un piano nonna. Pensa che sta moneta unica capestro la pensò un economista francese amico delle elite che tu avevi 20 anni. Era il 1943.

Nonna: Ma noi siamo proprio dei nulla, cioè proprio ci pigliano in giro come gli pare.

P. Già, e sai perché? Perché poche nonne hanno un nipote come il tuo che gli spiega in parole semplici cosa fanno i padroni del mondo veramente, e dove sono…

Nonna: Eh! Tutto perché poi vuoi le lasagne… Dì mò di no! Ma poi senti, e dov’è che sono questi delinquenti? E poi chi sono?

P. Baci nonna, passa qua la teglia, e la risposta alla prossima.

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