Fonte: www.nuovamedicina.com
tratto da: StampaLibera
LE CURE
La natura ha imparato ad adattarsi costantemente alle nuove esigenze che l’ambiente presentava. Anche noi, esseri umani, facciamo parte di questo progetto e rispondiamo ai conflitti di oggi, con gli stessi programmi di milioni di anni fa. Questi processi di adattamento che noi chiamiamo “malattie”. Anche se spesso sono legati a forti disagi, hanno lo scopo di permetterci l’adattamento alle nuove situazioni.
La natura ha previsto grazie alla DHS l’attivazione del sistema neurovegetativo che ci mette all’istante nella condizione di contrattaccare o scappare. Solo se restiamo fermi, congelati nel nostro conflitto, accumuleremo sufficiente “massa conflittuale” per avere dei sintomi abbastanza importanti da essere percepiti e/o diagnosticati. Ma in natura normalmente non accade: la bestia sa di avere un tempo limite per risolvere i suoi conflitti di “mancare del boccone essenziale” o di “sentirsi attaccato” o qualsiasi altro conflitto, perché ne va della sua vita. L’unico essere vivente che invece non considera tale evenienza è l’essere umano, e tende a rimanere nel conflitto finanche a morirne, pur di dimostrare le proprie ragioni.
La natura ha anche previsto i vari programmi SBS specifici al tipo di evento vissuto, che modificano sia la funzione che la struttura dei vari tessuti per adattarci in maniera ottimale alla nuova situazione.
Inoltre ha anche previsto l’eventualità che possiamo avere contemporaneamente troppi conflitti insormontabili, e con le “costellazioni schizofreniche” ci permette degli adattamenti comportamentali per la nostra sopravvivenza in un ambiente impossibile (chiamate “nevrosi”, “psicosi”, ecc.).
Di conseguenza la nostra “terapia aggiuntiva”, potrà essere solamente un sostegno rispettoso a questa sinfonia di processi biologici sensati in corso nel nostro organismo.
PREMESSE ALLE CURE
Queste formidabili scoperte ci portano a comprendere che siamo noi stessi attori della nostra salute e implica quindi il nostro coraggio personale di scegliere: non più 5000 ipotesi ma 5 Leggi biologiche!
Conoscere la Nuova Medicina Germanica implica un modo completamente nuovo di comprendere cosa sia ciò che comunemente definiamo “ malattia “ e di conseguenza un tipo di intervento medico clinico e terapeutico completamente diverso, modulato nel rispetto delle 5 Leggi Biologiche.
Conoscere la Nuova Medicina Germanica implica un modo completamente nuovo di comprendere cosa sia ciò che comunemente definiamo “ malattia “ e di conseguenza un tipo di intervento medico clinico e terapeutico completamente diverso, modulato nel rispetto delle 5 Leggi Biologiche.
ATTENZIONE: attualmente, queste 5 leggi scoperte dal dr. Hamer non sono ancora ufficialmente riconosciute, non esistono quindi cliniche, ospedali o luoghi di consenso dove il paziente, che decide di curarsi sulla base di queste conoscenze, possa tranquillamente ricevere le cure desiderate. A causa di questa situazione precaria e delicata, non è possibile neppure diffondere una lista dei medici e dei terapeuti che applicano la diagnostica scientifica della Nuova Medicina nell’ambito della loro professione.
Tutto ciò implica qualcosa di completamente nuovo nella posizione e nel modo di agire di chi chiede aiuto.
E’ proprio nel rispetto sia della persona che chiede aiuto, sia dell’operatore che lo offre, che si rende necessario osservare le seguenti indicazioni: 1) Non è proprio possibile, per chi sceglie di seguire questa strada, immaginare ancora di poter “affidare ciecamente la propria pelle” al medico, alla clinica o al farmaco. Sappiamo, conoscendo le 5 Leggi Biologiche, che qualsiasi segnale nel nostro corpo è il risultato di un processo che si mette in atto e si mantiene in base al nostro modo di vivere e di affrontare le cose (sempre a partire da un primo shock inaspettato). Il medico, la clinica o il farmaco, potranno sostenerci per i sintomi troppo impegnativi, ma il processo di riparazione lo fa il corpo, nella misura in cui siamo disponibili a lasciarlo fare. Il nostro compito sarà infine di trovare soluzioni diverse ai nostri conflitti per non cadere (e rimanere) intrappolati dalle recidive. 2) La premessa per poter fare un lavoro serio, è che la persona coinvolta sia convinta che la terapia seguita finora non presenti per lei una soluzione al suo problema. Questo per rispetto della persona stessa e di ciò che più profondamente crede; non può essere né spinta né convinta, altrimenti non avrebbe la forza per sostenere una scelta diversa. E in più, rimanendo a metà, sarebbe confusa e non avrebbe neppure la lucidità e la tranquillità per cogliere davvero le nuove informazioni. 3) Per le stesse ragioni è altrettanto importante che sia la persona stessa che ha il problema a mettersi in moto (e non un amico o parente) o i genitori nel caso di un minore (entrambi in accordo). Nessun altro, con tutto l’amore del mondo, può farlo al posto suo, altrimenti non avrà il vigore necessario per scegliere né per seguire la nuova strada. Sarà lei quindi a doversi informare e prendere contatto.
E’ proprio nel rispetto sia della persona che chiede aiuto, sia dell’operatore che lo offre, che si rende necessario osservare le seguenti indicazioni: 1) Non è proprio possibile, per chi sceglie di seguire questa strada, immaginare ancora di poter “affidare ciecamente la propria pelle” al medico, alla clinica o al farmaco. Sappiamo, conoscendo le 5 Leggi Biologiche, che qualsiasi segnale nel nostro corpo è il risultato di un processo che si mette in atto e si mantiene in base al nostro modo di vivere e di affrontare le cose (sempre a partire da un primo shock inaspettato). Il medico, la clinica o il farmaco, potranno sostenerci per i sintomi troppo impegnativi, ma il processo di riparazione lo fa il corpo, nella misura in cui siamo disponibili a lasciarlo fare. Il nostro compito sarà infine di trovare soluzioni diverse ai nostri conflitti per non cadere (e rimanere) intrappolati dalle recidive. 2) La premessa per poter fare un lavoro serio, è che la persona coinvolta sia convinta che la terapia seguita finora non presenti per lei una soluzione al suo problema. Questo per rispetto della persona stessa e di ciò che più profondamente crede; non può essere né spinta né convinta, altrimenti non avrebbe la forza per sostenere una scelta diversa. E in più, rimanendo a metà, sarebbe confusa e non avrebbe neppure la lucidità e la tranquillità per cogliere davvero le nuove informazioni. 3) Per le stesse ragioni è altrettanto importante che sia la persona stessa che ha il problema a mettersi in moto (e non un amico o parente) o i genitori nel caso di un minore (entrambi in accordo). Nessun altro, con tutto l’amore del mondo, può farlo al posto suo, altrimenti non avrà il vigore necessario per scegliere né per seguire la nuova strada. Sarà lei quindi a doversi informare e prendere contatto.
E’ quindi importante che abbia letto “Introduzione alle 5 Leggi Biologiche scoperte dal dr. Hamer”. Poche pagine che permettono di avere quelle informazioni base per poter scegliere consapevolmente questa strada. Reperibile nelle librerie o presso “SecondoNatura s.r.l. “ - Fax 0187 / 42 08 58 - E-mail : ordini@nuovamedicina.comQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. .
4) Sarà di nuovo la persona stessa a chiamare la segreteria di “Secondo Parere”, dove un’operatrice appositamente preparata accoglie la sua richiesta, che viene attentamente valutata, per poter poi proporre l’operatore più idoneo al suo problema specifico. Nei casi in cui sarà possibile, si cercherà di collaborare direttamente col medico o terapeuta che lo ha in cura a condizione che applichi correttamente le 5 Leggi Biologiche. 5) E’ altrettanto importante che la persona che ha il problema possa essere sostenuta dai parenti più vicini e dal suo medico di riferimento (perlomeno nel rispetto della sua scelta). Questo per non rischiare di attivare o esasperare il “conflitto del profugo” responsabile della maggior parte degli aggravamenti sintomatici. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a leggere con attenzione anche il capitolo Implicazioni.
4) Sarà di nuovo la persona stessa a chiamare la segreteria di “Secondo Parere”, dove un’operatrice appositamente preparata accoglie la sua richiesta, che viene attentamente valutata, per poter poi proporre l’operatore più idoneo al suo problema specifico. Nei casi in cui sarà possibile, si cercherà di collaborare direttamente col medico o terapeuta che lo ha in cura a condizione che applichi correttamente le 5 Leggi Biologiche. 5) E’ altrettanto importante che la persona che ha il problema possa essere sostenuta dai parenti più vicini e dal suo medico di riferimento (perlomeno nel rispetto della sua scelta). Questo per non rischiare di attivare o esasperare il “conflitto del profugo” responsabile della maggior parte degli aggravamenti sintomatici. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a leggere con attenzione anche il capitolo Implicazioni.
LE 20 POSSIBILITA’
Le 20 possibilità
Abbiamo quindi 5 momenti diversi x 4 tessuti originari diversi: in totale 20 diverse possibilità per classificare tutti i sintomi e segni possibili.
IL CONFLITTO DEL PROFUGO
In queste situazioni quindi, avendo il “conflitto del profugo” attivo, i nostri tubuli collettori renali aumentano istantaneamente la loro funzione di ritenzione idrica. Il liquido trattenuto confluirà prioritariamente proprio in quei tessuti che in quel momento stanno riparando, aumentando di conseguenza anche tutti i disagi dovuti all’espansione degli edemi nel nostro corpo.
La concomitanza nel nostro organismo della ritensione idrica dovuta al conflitto del profugo attivo e la fase di riparazione edematica di un qualsiasi tessuto organico sono definiti da Hamer “sindrome dei tubuli collettori”.
Tutti i forti aggravamenti dei sintomi sono quindi da attribuire quasi sempre a tale sindrome!
LA TERAPIA
Nell’applicazione pratica delle 5 leggi biologiche occorre poter distinguere tra ciò che sarebbe la terapia ottimale che consegue logicamente da queste conoscenze e cosa sia realmente fattibile nelle condizioni attuali mediche, cliniche, sociali, familiari e personali.
Il medico che applica le 5 Leggi Biologiche non è un nemico delle medicine, anche se sa che la maggior parte dei processi di madre natura sono già ottimali. Ma utilizzerà i rimedi o i medicamenti per sostenere in modo efficace il decorso del processo riparativo a livello sintomatico.
Nella maggior parte dei casi non c’è bisogno di una terapia medicamentosa di sostegno perché, con una durata conflittuale contenuta e quindi con una massa conflittuale ridotta e senza il conflitto del profugo attivo (ritenzione idrica!), di regola non ci si deve attendere nessuna particolare complicazione.
Nella maggior parte dei casi non c’è bisogno di una terapia medicamentosa di sostegno perché, con una durata conflittuale contenuta e quindi con una massa conflittuale ridotta e senza il conflitto del profugo attivo (ritenzione idrica!), di regola non ci si deve attendere nessuna particolare complicazione.
Restano tuttavia i casi che in natura avrebbero esito letale, che quindi richiedono un intervento clinico, chirurgico o medicamentoso.
Di fronte ad una diagnosi o ad un sintomo specifico, come prima cosa occorre sapere a quale tessuto originario appartiene per essere in grado di sapere precisamente, in base alla terza legge biologica, cosa stia realmente succedendo.
Le complicazioni maggiori si hanno nella fase di soluzione del conflitto, quando, in pratica, si forma l’edema (gonfiore) nel Focolaio di Hamer e nel tessuto che segna l’inizio del processo di riparazione. In qualche caso, in concomitanza del conflitto del profugo, possiamo arrivare perfino ad avere una compressione cerebrale.
Proprio in quel momento bisognerà evitare attentamente che il paziente entri in coma, a causa di questa compressione cerebrale, permettendogli di sentirsi tranquillo e accudito e risolvere così il suo conflitto del profugo (più urina). Se il paziente urina quindi sufficientemente, potrà essere inoltre aiutato con la somministrazione di sostanze simpaticotoniche per ridurre gli edemi cerebrali e organici, riducendo così anche i dolori.
Proprio in quel momento bisognerà evitare attentamente che il paziente entri in coma, a causa di questa compressione cerebrale, permettendogli di sentirsi tranquillo e accudito e risolvere così il suo conflitto del profugo (più urina). Se il paziente urina quindi sufficientemente, potrà essere inoltre aiutato con la somministrazione di sostanze simpaticotoniche per ridurre gli edemi cerebrali e organici, riducendo così anche i dolori.
La terapia, quindi, che a questo punto sarebbe meglio chiamare prassi terapeutica, deve essere in accordo con il programma SBS. Qualsiasi atto medico, ovvero qualsiasi strumento terapeutico deve essere finalizzato affinché il processo biologico possa arrivare alla fine, secondo l’antico detto: “Il medico cura, la natura guarisce”.
L’intervento, quindi, diventa un intervento sintomatico e non curativo.
L’intervento, quindi, diventa un intervento sintomatico e non curativo.
I LIMITI
Entrambi sono senza forza e stanno mettendo a rischio la loro vita.
Al contrario: la persona che non conosce ma che sente di poter avere il tempo per acquisire le informazioni e si mette in moto, potrà gestire meglio qualsiasi situazione ed anche uscire dall’ospedale “in tempo utile”.
Spippolando in qua e in là, capito qua.
RispondiEliminaMolto felice di averti incontrata.
Buona vita a te
@ il giardino di enzo-
RispondiEliminaBenvenuto! Felice della tua visita!
Sorrisi :))
Namastè