Si riaccende per voce dei radicali la questione della somministrazione di psicofarmaci nelle carceri.
La morte di un ventiduenne napoletano avvenuta nel carcere anconetano di Montacuto nei giorni scorsi probabilmente per la massiccia assunzione di farmaci, come i due suicidi che l'avevano preceduta, riaccende i riflettori sulla questione psicofarmaci in carcere e più in generale della sanità penitenziaria. Lo afferma, in una nota, Andrea Granata Segretario dell'Associazione Radicali Marche. "Come più volte evidenziato dai Radicali esiste un problema psicofarmaci nelle carceri italiane dato - aggiunge - da somministrazioni a fini non terapeutici ma di "sedazione istituzionale". La questione del sovraffollamento carcerario è reale e drammatica - spiega - ma rischia di essere la foglia di fico dietro la quale chi ha competenze e responsabilità della sanità penitenziaria continua a celarsi. Ove i risultati dell'autopsia disposta sul corpo del ventiduenne napoletano dovessero confermare l'ipotesi della massiccia assunzione di psicofarmaci ci attendiamo che senza alcun ulteriore indugio l'autorità giudiziaria si occupi di accertare eventuali profili di responsabilità penale".
Fonte: Agi
via www.aamterranuova.it
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