L’uomo normalmente è una folla. Nessuna persona di solito è una: è tanti. Ecco perché all’interno c’è tanto rumore – tante voci, tanti volti – e una lotta costante. Una parte vuole fare una cosa, un’altra parte è contraria e vuole fare qualcos’altro. È un miracolo che riusciamo a tenerci in qualche modo insieme, senza andare in pezzi. Non c’è un centro, il padrone di casa manca.
Ci sono solo i servi, e ognuno di loro cerca di diventare il padrone. Ogni servo siede sul trono per un attimo, proclama di essere il padrone, ma presto se ne va. È una scena che cambia in continuazione. Dopo la rabbia arriva il pentimento. Quando il padrone è il pentimento, ti dispiace per ciò che hai fatto. A volte c’è l’amore, a volte l’odio e la scena cambia a grande velocità. Eppure non ti rendi conto che non puoi essere tante cose diverse. Ci identifichiamo con qualsiasi cosa passi davanti ai nostri occhi. Quando c’è la nuvola della rabbia, pensiamo di essere rabbia. Quando c’è la nuvola dell’amore, pensiamo di essere amore. Quando c’è la compassione, pensiamo di essere compassione. Quando c’è tristezza, pensiamo di essere tristezza.
Non siamo nessuno di questi: siamo l’osservatore! La rabbia viene e va, ma il testimone rimane. Ricordare quel testimone ti rende sempre più integrato, perché esso è l’unico centro eterno, che non scompare mai. Solo sulla roccia eterna dell’osservazione si può costruire una vita autentica.
Ci sono solo i servi, e ognuno di loro cerca di diventare il padrone. Ogni servo siede sul trono per un attimo, proclama di essere il padrone, ma presto se ne va. È una scena che cambia in continuazione. Dopo la rabbia arriva il pentimento. Quando il padrone è il pentimento, ti dispiace per ciò che hai fatto. A volte c’è l’amore, a volte l’odio e la scena cambia a grande velocità. Eppure non ti rendi conto che non puoi essere tante cose diverse. Ci identifichiamo con qualsiasi cosa passi davanti ai nostri occhi. Quando c’è la nuvola della rabbia, pensiamo di essere rabbia. Quando c’è la nuvola dell’amore, pensiamo di essere amore. Quando c’è la compassione, pensiamo di essere compassione. Quando c’è tristezza, pensiamo di essere tristezza.
Non siamo nessuno di questi: siamo l’osservatore! La rabbia viene e va, ma il testimone rimane. Ricordare quel testimone ti rende sempre più integrato, perché esso è l’unico centro eterno, che non scompare mai. Solo sulla roccia eterna dell’osservazione si può costruire una vita autentica.
Eccezionale il punto sui "servi".
RispondiEliminaGrazie Namastè!
Lara
"Solo sulla roccia eterna dell’osservazione si può costruire una vita autentica".
RispondiEliminaVerità nuda e cruda.
Sì Lara, non sarei riuscita ad esporre meglio il concetto...
RispondiEliminaUn abbraccio
Namastè
Ciao Mr.Tambourine benvenuto :-))
RispondiEliminaeheh...è vero, una verità semplice e disarmante...
Un abbraccio
Namastè
Fantastico, siamo l'osservatore, l'unica entità certa.
RispondiEliminaQuante cose dobbiamo imparare, e poi farle nostre per infine crescere.
Grazie amica,
Namastè
eheh...essì Paolo, alla fine è questa la vera forza, osservare mantenendo il giusto distacco no?
RispondiEliminaTi abbraccio amico mio
Namastè
Grazie come sempre Rosa! la pratica della consapevolezza mi sta aprendo scenari che non credevo, credo puoi capirmi... e poi è diventato un gioco stare nel qui e ora, a volte lo dimentico e ritorno alla dualità della mente... ma che importa? L'ESSERE, come dice Osho... non ha fretta, è eterno. Rimaniamo nel qui e ora! come se fosse un gioco o meglio una sfida....
RispondiEliminaCiao Alberto ;-) sì capisco cosa intendi...
RispondiElimina"poi è diventato come un gioco"
Ma è perfetto no? Credo che sia l'approccio migliore, la troppa serietà è una pecie di malattia, un tumore maligno... :-(
Grazie a te amico mio.
Abbraccio
Namastè
Che belle parole, non le avevo mai lette, proprio queste. Molto molto vere.
RispondiEliminaSì Davide, belle davvero.
RispondiEliminaMolto spesso ricerchiamo la verità in complessi ed articolati discorsi mentre invece stà nelle parole e nelle cose più semplici.
Namastè