martedì 11 gennaio 2011

Orrori dell’alimentazione industriale. Uova alla diossina e altri 156 cibi alla diossina


Maiali, polli e uova alla diossina ultimamente in giro per l’Europa sono solo l’ultimo anello della catena di orrori legati al cibo industriale.
Mangiamo un sacco di schifezze, se non ve ne siete ancora accorti. Del resto, siamo ormai 7 miliardi su questo malandato pianeta, il clima impazzito mette alle corde la produzione agricola, il cibo costa sempre di più. E il desiderio di guadagnare due centesimi aggiuntivi fa il resto.
E allora si applica a 360 gradi il criterio che nonni e bisnonni contadini applicavano soltanto all’ingrasso del maiale: si inserisce di tutto nella catena alimentare.
Con la differenza che il buon, vecchio maiale si ingozzava con gli scarti di cucina. Mentre, solo negli ultimi anni, ci sono state nel mondo ben 156 segnalazioni di diossina superiori ai limiti consentiti in mangimi ed alimenti.
Come ha ricostruito Trashfood, la maggior parte delle 156 segnalazioni relative alla diossina riguardavano mangimi animali, e 56 riguardavano invece alimenti destinati all’uomo: interessati prodotti animali e vegetali, e spesso Paesi europei.

Per limitarci all’Europa e all’Italia, si comincia nel 1999 dal Belgio: diossina in polli e uova con concentrazione 500 volte superiore a quella che l’Organizzazione mondiale della Sanità indica come “tollerabile” dall’organismo umano.
Nei mangimi, la diossina compare in Germania nel 2003; ancora in Germania ma anche in Olanda e Belgio nel 2004; in Francia nel 2005.
Il 2008 è l’anno della diossina nei mangimi e nei maiali irlandesi e delle indagini per la diossina nelle mozzarelle di bufala italiane. Ma ci sono state segnalazioni di diossina anche in mangimi per pesci in Danimarca e in olio d’oliva proveniente dalla Tunisia.
Prima di arrivare alle uova & C. di questo 2011, bisogna ancora citare i fatti dell’anno scorso: diossine in olio di palma idrogenato dalla Spagna, in uova biologiche e in integratori di mangimi tedeschi, in uova francesi, in semi di girasole italiani destinati ai mangimi. E ho tagliato corto su tante segnalazioni “minori”.
Come difenderci? Bella domanda. Personalmente cerco di mangiare alimenti biologici, anche se non rappresentano certo una garanzia assoluta: dall’elenco si nota che la diossina ha colpito anche lì, visto che solo di diossina stiamo parlando.
Un’altra possibile difesa, secondo me, è cercare di acquistare alimenti-base: il meno possibile trasformati, dal momento che ogni stadio di lavorazione espone il cibo industriale a procedimenti talora innominabili.
Questo significa, ad esempio, comprare uova, farina, zucchero e burro anzichè torte e merendine già confezionate. Significa anche evitare la carne, e più in generale cercare di ridurre anche gli alimenti di origine animale.
Gli animali d’allevamento vivono una una vita di orrori, inquinano, sottraggono cibo ed acqua ad un mondo affamato ed assetato. Ma soprattutto nei loro corpi si concentrano tutte le schifezze inserite nella catena del cibo industriale. Ci avete mai pensato?

Su Trashfood 156 volte diossina


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