tratto da: Megachip
Cinque cassette in cui è stata riscontrata la presenza di uranio impoverito sono state rinvenute sabato 26 febbraio 2011 in un deposito all'interno del poligono militare.
C'è l'uranio a Quirra. Isotopo 238, in gergo uranio arricchito . E c'è chissà da quanto tempo. Lo hanno scoperto ieri gli esperti inviati dalla Procura di Lanusei per un'ispezione nel poligono. Lo hanno trovato all'interno di alcune cassette metalliche, cinque per l'esattezza, sistemate in un deposito di materiali speciali, compreso il munizionamento rimasto inesploso dopo le esercitazioni e in attesa di una futura distruzione. Magazzino senza nessuna misura di protezione o di sicurezza, senza nessun cartello di pericolo, dove l'accesso era libero per chiunque lavori all'interno della base.
Il deposito si trova a Capo San Lorenzo, a due passi dalla spiaggia e dalla zona dove, secondo i veterinari delle Asl di Lanusei e Cagliari, si sono ammalati di leucemia 10 dei 18 pastori.
LA SVOLTA - È un autentico colpo di scena nell'inchiesta del procuratore Domenico Fiordalisi. Il deposito di Quirra è stato sequestrato e sigillato, le cinque cassette metalliche altamente radioattive (sono stati registrati valori cinque volte superiori alla norma) sono state consegnate al professor Paolo Randaccio, fisico nucleare dell'Università di Cagliari, che nel bunker dell'Ateneo le aprirà per sapere dove l'uranio 238 è contenuto. Si tratta di particolari proiettili in grado di perforare qualsiasi corazza? Oppure di pezzi di radar o di barre stabilizzatrici di missili?
L'ispezione di ieri è stata ispirata dalle denunce arrivate alla Procura di Lanusei e alla Squadra mobile di Nuoro. Gli inquirenti hanno potuto appurare che in quei magazzini diversi soldati che lavoravano come magazzinieri si erano ammalati tutti della stessa patologia: linfoma di Hodgkin. Uno dei tumori più aggressivi.
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«A Salto di Quirra cassette d'uranio »
da corriere.it.Ormai non ci sono più dubbi: nel Poligono Interforze di Perdasdefogu-Salto di Quirra (Pisq) c'è l'uranio. La svolta nell'inchiesta - aperta a metà gennaio dalla Procura di Lanusei per fare chiarezza sui numerosi casi di linfoma di Hodgkin che hanno colpito la popolazione e alcune malformazioni negli animali - è arrivata sabato, al termine delle ispezioni ordinate dal procuratore Domenico Fiordalisi in due magazzini nella base e a Capo San Lorenzo, dopo che la pioggia aveva fatto affiorare dal terreno parti di missili e di radiobersagli.
CINQUE CASSETTE - Sono state sequestrate cinque cassette metalliche dove i rilevatori hanno registrato valori di radioattività cinque volte superiori alla norma e l'intero deposito dove erano custodite. Sono stati portati via anche tutti i documenti (disposizioni interne, ordini di servizio, turni di lavoro, regolamento dei magazzini) con i quali si potranno accertare responsabilità, soprattutto sul fatto che sia all'ingresso del magazzino, sia sopra le casse, non erano stati posti i segnali necessari a distinguere la presenza di materiale radioattivo. Sabato mattina una squadra di poliziotti e vigili del fuoco specializzati, accompagnati dalla dottoressa Maria Antonietta Gatti (responsabile del Laboratorio dei biomateriali del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Modena e Reggio Emilia) e dal fisico nucleare professor Paolo Randaccio hanno fatto un sopralluogo nella base militare facendo la scoperta che forse apre definitivamente uno squarcio sull'intera vicenda. Il materiale è ora nel bunker dell'Università di Cagliari.
ORDIGNI IN MARE - Da un primo esame, il materiale potrebbe essere stato usato dall'Aeronautica tedesca durante esercitazioni effettuate negli anni '60-'70 e poi interrato dopo la bonifica, ma spetta ora agli specialisti analizzare più approfonditamente i reperti. Due settimane fa il procuratore Fiordalisi aveva ordinato il sequestro probatorio dei fondali marini davanti all'area di addestramento marino del Salto di Quirra. Sul fondale i subacquei avevano individuato numerosi ordigni a pochi metri di profondità. L'inchiesta è stata avviata per accertare se vi siano relazioni fra le esercitazioni militari effettuate nella zona e i casi di tumore e malformazioni.
DUE MILITARI - I controlli nei due magazzini sarebbero stati decisi dopo le deposizioni testimoniali di due militari, un siciliano e un campano, che hanno lavorato per due anni al Pisq, con mansioni di magazzinieri nei depositi dei materiali speciali. I due si ammalarono di linfoma non Hodgkin quando erano ancora in servizio. Sottoposti a chemioterapia, erano rientrati in servizio ma sono stati riformati dopo una recidiva delle malattia. I due ex militari avrebbero segnalato agli inquirenti anche i nomi di altri colleghi colpiti dalla stessa malattia dopo il servizio al Pisq.
«SI SPARA ANCORA» - Secondo Indipendentzia Repubrica de Sardigna, nonostante gli appelli a sospendere ogni attività per consentire lo svolgimento dell'inchiesta, nel poligono di Perdasdefogu-Salto di Quirra, si continua a sparare. Il movimento indipendentista sostiene di aver ricevuto allarmate segnalazioni dagli abitanti della zona di Quirra su numerosi tiri effettuati martedì 22 febbraio da un grosso cannone navale dal porto a mare di San Lorenzo. Anche nei giorni successivi sarebbe proseguita l'attività di sperimentazione, secondo gli indipendentisti condotta dall'Oto Melara, leader mondiale nella produzione delle artiglierie navali e veicoli blindati, munizioni guidate e sistemi antiaerei.
Fonte: http://www.corriere.it/cronache/11_febbraio_27/sardegna-uranio-poligono-perdasdefogu-quirra_53630024-426a-11e0-873c-64f8d558fc3b.shtml.
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Nota di Megachip:
Le cronache giornalistiche contengono qualche imprecisione (l'Uranio 238 non è "l'uranio arricchito"), e possono anche sviare dalla gravità di altri avvelenamenti dovuti ad altri elementi rispetto all'uranio, più scandaloso per il senso comune. Tuttavia la notizia c'è tutta ed è grave: per anni i militari hanno negato che si potessero fare ritrovamenti simili nel Poligono di Quirra. Alla prima inchiesta invece la magagna è subito scoperta. Lì la bugia è sistema, e nasconde fatti gravi. Che si tratti di uranio, di torio, di fosforo bianco, di nanoparticelle di altro tipo, c'è tutto un mondo segreto di veleni da indagare.
Restano i sigilli nel deposito del poligono di Quirra dove gli inquirenti hanno trovato l’uranio e dove si sono ammalati di tumore diversi soldati impegnati come magazzinieri. L’Aeronautica precisa: non si tratta di armi, sono pezzi di radar. Secondo l’accusa resta l’anomalia dell'altissima radioattività, cinque volte superiore alla media.
Tu figurati, ho postato su di un blog cosidetto, ecologico dove appunto si parlava del poligono di quirra, sono stato tacciato di disinformatore e di "cazzaro", scusa l'espressione romanesca, evidentemente il blog "ecologista" e disinformatore, la mia solidarietà al popolo sardo.
RispondiEliminaMah, che dire Zak? Non sempre coloro che si definiscono ecologisti lo sono davvero. Spesso si abusa del termine.
RispondiEliminaCredo che un ambientalista debba avere chiare alcune premesse, ed il rifiuto della guerra è fra queste.
Al popolo sardo va anche la mia solidarietà!
Buona serata Zak, un abbraccio.
Namastè