tratto da Megachip
di Giacomo La Franca
Nel momento delle liberazioni e delle tragedie lungo la sponda sud del Mare Nostrum dobbiamo già guadare in avanti. Ci sta per raggiungere in casa una fiumana apocalittica di persone che avranno bisogno di tutto. Il governo italiano dovrebbe iniziare ora - visto che ancora non l’ha fatto né ha pensato di farlo - ad organizzarsi lungo le coste per accogliere in modo umano la massa che sta per arrivare dall’Africa. Com’è possibile continuare a cullarsi nel “Silvio sì, Silvio no”? Questa immobilità delle istituzioni fa pensare alla volontà di organizzare lo scontro tra poveri: poveri italiani, contro poveri nordafricani e, poi, contro poveri europei, a tutto vantaggio delle classi più ricche di ogni sponda. Cosa fa l’Europa? Quali aiuti può offrire a breve, medio e lungo termine? Maroni che combina? Il nostro esercito è pronto? Cosa serve e chi può fornire quel che serve?
Sarà peggio di un cataclisma soprattutto perché non c’è una informazione chiara e attendibile sulla vera situazione. Arriveranno navi strapiene che approderanno sulle coste. Lì in parecchi moriranno e chi sopravvivrà sarà disposto a tutto pur di salvare la pelle. E noi ancora a gigioneggiare con Ruby, la nostra via al Nord Africa …
Qui è tutto un festival mentre il Titanic affonda, anzi, approda stracolmo di disperazione. I prefetti delle località interessate hanno avuto istruzioni adeguate? E i mezzi ci sono?
Dobbiamo esser capaci di cacciare questo governo e fare fronte comune per condividere il condivisibile con chi sta per arrivare o altrimenti anche il nostro esercito sarà costretto a sparare sulla folla e saremo anche noi pronti a respingere l’irrespingibile.
Si perché, se ancora non l’avessimo capito, arrivano persone che vengono a riprendersi, con ogni mezzo, quello che noi occidentali gli abbiamo sottratto per decenni: la libertà. E nessuno potrà rimanere irresponsabile.
Così come le Rivoluzioni dell’Est Europa vent’anni fa o giù di lì cambiavano tutto, anche a Ovest, oggi le Rivoluzioni del Sud cambieranno tutto, anche a Nord, nel bene e nel male. E di fronte alle Rivoluzioni ci vuole un pensiero all’altezza, un pensiero laico, un pensiero che sa che si va oltre i mondi di appartenenza, che non si perde nelle parole di analisti geopolitici precisini e incapaci di raccontare davvero quanto avviene: occorre un pensiero profetico.
Perciò, vengono i brividi a riassaporare adesso questi versi di Pier Paolo Pasolini, scritti nel 1965, incorrotti da qualsiasi rincorsa affannosa all’attualità e per questa ragione più freschi di una qualsiasi “Ultim’ora” del tg o del web:
Profezia - da Alì dagli occhi azzurri (1965): voce di Toni Servillo.
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