martedì 1 febbraio 2011

Lampedusa: memoria migrante

Nell'isola siciliana, tra mille difficoltà, parte il progetto di un polo museale sulle migrazioni del Mediterraneo.
scritto per PeaceReporter
Sara Chiodaroli 

Sta prendendo forma il progetto del Museo della Migrazione a Lampedusa, sorto da un'idea dell'Arci locale Askavusa e dall'associazione trentina L.I.M.EN. In una recente intervista riportata da un'emittente locale, Espressione libera, Giacomo Sferlazzo - portavoce di Askavusa - passa in rassegna le varie fasi di crescita del piano del Museo.

Nel 2009, in seguito alle note manifestazioni della popolazione cittadina alle quali parteciparono i migranti reclusi nell'allora Cpt, nasce l'associazione Askavusa con l'obiettivo di inserirsi nel dibattito sull'immigrazione nell'isola e per generare una cultura differente intorno al tema sempre più strumentalizzato dalla politica governativa. Nel corso degli anni la discarica cittadina è andata arricchendosi dei reperti degli sbarchi sull'isola, i quali, una volta sequestrati dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia vi venivano accatastati in attesa della distruzione.


Nel 2005 Sferlazzo raccolse per la prima volta alcuni di quei resti; si trattava di pezzi di barche e di alcuni effetti personali ritrovati al loro interno. In quell'occasione capitò tra le sue mani un Corano in buone condizioni e decise di utilizzarlo per realizzare una delle sue opere artistiche. Da quel primo gesto di raccolta, la ricerca dei materiali dei viaggi dei migranti all'interno della discarica si trasformò in un'operazione sistematica grazie al progetto che si stava facendo strada insieme a L.I.M.EN. Il museo avrebbe ospitato tutto quello che rimaneva delle imbarcazioni: lettere, fotografie, testi religiosi e documenti d'identità.

Nonostante il progetto avviato Askavusa racconta dei problemi sorti con l'amministrazione comunale, in particolare con l'assessore al Turismo Pietro Busetta. Il Comune, infatti, dopo aver più volte taciuto ogni possibilità di collaborazione con l'associazione in merito al progetto iniziò a manifestare interesse soltanto nel settembre 2010. In un comunicato Busetta dichiarò allora che l'isola avrebbe ospitato un Museo dedicato alla Migrazione, sulla falsa riga di Ellis Island, senza tuttavia citare in alcun modo il patrocinio di Askavusa. Inoltre, in quella stessa dichiarazione, il politico locale si diceva grato al Governo per la politica adottata nei confronti del fenomeno migratorio e richiedeva allo Stato un risarcimento, quantificabile nella costruzione di un casinò, per i danni d'immagine subiti dall'isola turistica a causa degli sbarchi.

Nell'intervista Sferlazzo non solo sottolinea la scorrettezza dell'Assessore lampedusano nei confronti dei reali ideatori del museo, ma sottolinea anche l'incongruenza tra le politiche anti-migratorie da lui lodate e lo spirito che anima il progetto di un museo di questo tipo. Secondo quanto comunicato dalle amministrazioni locali, la cifra stanziata per la realizzazione dell'idea ammonterebbe a venti milioni di euro. Di nuovo Busetta precisa in una recente dichiarazione: "Vogliamo coinvolgere un architetto di fama internazionale che faccia diventare il museo delle migrazioni un monumento di arte moderna come il Guggenheim di Bilbao oltre che un simbolo di pace per tutte le sponde del Mediterraneo".

Il progetto vola alto, ma nel frattempo lo stesso Sferlazzo comunica che a Lampedusa di lacune strutturali ce ne sono parecchie. Gli edifici delle scuole elementari e medie sono fatiscenti e necessiterebbero da anni di una ristrutturazione per renderle idonee alla sicurezza dei bambini.

Intanto, il progetto continua. Oltre a esporre i materiali raccolti nella discarica, il museo ospiterà opere d'arte realizzate a partire dalla loro rielaborazione. Si tratta di un'iniziativa mirata al coinvolgimento di artisti che vorranno riflettere sul tema della migrazione integrando nel loro lavoro i materiali storici che il mare ha portato sull'isola. Attualmente sono già stati conservati i lavori creativi realizzati a Cecina al Meeting Anti-razzista 2010 con la collaborazione di L.I.M.EN. Askavusa lancia un appello a tutti gli artisti che volessero contribuire con un loro lavoro a questo recupero artistico della memoria dei migranti; gli interessati potranno contattate direttamente l'associazione all'indirizzo mail: askavusa@gmail.com.

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