fonte: www.terranews.it di Federico Tulli
SALUTE. Corrotti da rappresentanti di grandi case farmaceutiche, prescrivevano ai propri pazienti farmaci inutili. Il giro d’affari milionario scoperto dai Nas di Firenze. Coinvolto anche un noto medico toscano.
Pazienti malati di psoriasi trasformati da medici senza scrupoli in macchine da soldi. Il business milionario che poggiava sulla corruzione di personale sanitario da parte di intermediari di alcune case farmaceutiche è stato stroncato nella notte tra giovedì e venerdì dai carabinieri dei Nuclei antisofisticazioni e sanità (Nas) di Firenze. Secondo quanto dichiarato dagli inquirenti, con l’accusa di associazione a delinquere, abuso d’ufficio e truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale sono state iscritte al registro delle notizie di reato 21 persone. Di queste, sei sono state tratte in arresto e 15 sono ai domiciliari.
Tra loro c’è anche un professore dell’Università di Firenze ritenuto il capo dell’organizzazione. Si tratta di Torello Lotti, dermatologo con incarichi di rilievo nell’ospedale fiorentino Santa Maria Nuova, nonché presidente della Sidemast (Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse). Nelle carte dell’inchiesta denominata “Derma: affare fatto” compiono poi i nomi di rappresentanti, manager e responsabili di area riconducibili a diverse case farmaceutiche, fra cui Abbott, Jansseen Cilag, Wyeth Lederle, Schering Plough, Novartis, Morgan Pharma e Almirall. Il business si era sviluppato in alcune regioni del Centro-nord e avrebbe fruttato in tutto circa due milioni di euro grazie ad alcune società di comodo specializzate in organizzazioni di eventi, per lo più facenti capo a Lotti.
Il guadagno illecito si otteneva con una “cresta” sulle spese per i congressi farmaceutici e parte della somma veniva stornata a beneficio dei professionisti. Dallo scenario che si è aperto davanti agli occhi degli inquirenti emerge la più odiosa delle corruzioni.
Quella giocata sulla pelle di persone malate. In cambio di quel denaro, infatti, i medici prescrivevano ai propri pazienti farmaci di cui non avevano bisogno. Agivano cioè al di fuori di quanto indicato dai protocolli che fanno capo al progetto Psocare, il programma di ricerca sulla psoriasi promosso dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ai cui collabora pure la Sidemast di Lotti.
Tra loro c’è anche un professore dell’Università di Firenze ritenuto il capo dell’organizzazione. Si tratta di Torello Lotti, dermatologo con incarichi di rilievo nell’ospedale fiorentino Santa Maria Nuova, nonché presidente della Sidemast (Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse). Nelle carte dell’inchiesta denominata “Derma: affare fatto” compiono poi i nomi di rappresentanti, manager e responsabili di area riconducibili a diverse case farmaceutiche, fra cui Abbott, Jansseen Cilag, Wyeth Lederle, Schering Plough, Novartis, Morgan Pharma e Almirall. Il business si era sviluppato in alcune regioni del Centro-nord e avrebbe fruttato in tutto circa due milioni di euro grazie ad alcune società di comodo specializzate in organizzazioni di eventi, per lo più facenti capo a Lotti.
Il guadagno illecito si otteneva con una “cresta” sulle spese per i congressi farmaceutici e parte della somma veniva stornata a beneficio dei professionisti. Dallo scenario che si è aperto davanti agli occhi degli inquirenti emerge la più odiosa delle corruzioni.
Quella giocata sulla pelle di persone malate. In cambio di quel denaro, infatti, i medici prescrivevano ai propri pazienti farmaci di cui non avevano bisogno. Agivano cioè al di fuori di quanto indicato dai protocolli che fanno capo al progetto Psocare, il programma di ricerca sulla psoriasi promosso dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), ai cui collabora pure la Sidemast di Lotti.
Il dermatologo (che è anche direttore del Psocare di Firenze), ha spiegato il colonnello dei Nas di Firenze, Pier Luigi Felli, «si faceva versare somme di denaro da imprenditori di sette multinazionali farmaceutiche, per prescrivere medicinali ad alcuni pazienti in cura, al solo scopo di incrementarne le vendite». «I farmaci non erano nocivi, ma sostanzialmente “inefficaci” nella cura della psoriasi - ha spiegato in conferenza stampa il sottosegretario alla Salute Francesca Martini -. Queste patologie, che sono a lungo termine, hanno favorito la speculazione» dei medici, ha concluso Martini. Il danno ai pazienti, ignari della loro posizione, derivava quindi dal protrarsi e dal peggiorare della malattia. E sono stati alcuni di loro, insospettiti da questi “risultati”, a segnalare le proprie perplessità alle forze dell’ordine facendo scattare l’inchiesta.
Meno male che ogni tanto ne beccano qualcuno.
RispondiEliminaCi sarebbe molto di più da dire ma è meglio
trattenersi perchè è facile farsi scappare qualche insulto.
Namastè
@ MARCo
RispondiEliminaMi tremano le vene ai polsi se penso a come ignari pazienti si affidino fiduciosi a loschi figuri infilati dentro un camice immacolato, il cui unico interesse è il facile guadagno anche se illecito e sulla pelle di persone
malate, oltretutto...
ma come dici tu è meglio trattenere gli insulti...
Un abbraccione
Namastè
Ma veramente i farmaci biologici sono universalmente riconosciuti tra i farmaci più efficaci per le psoriasi più gravi, anche artropatiche...tant'è che le associazioni dei pazienti si adombrano al solo sentir parlare di possibili restrizioni al loro uso (per motivi economici).
RispondiElimina10 anni fa mia moglie è stata in cura per un'allergia dal prof. Lotti; dalle nostre parti non riuscivano a capire cosa avesse, lui ha risolto subito il problema utilizzando come farmaco la vitamina E. Sono stati gli esami che le ha fatto fare che l'hanno un po' insospettita, fu costretta ad andare in un centro privato e per 3 banalissimi esami della pelle spese la bellezza di 750 mila lire in più alle 300 mila lire che prendeva lui di visita. Oggi devo dire che ci aveva visto bene.
RispondiElimina