di Marco Barone
Il natale è arrivato.
Natale in tempo di crisi, ma natale dove ogni tanto emergono iniziative che se non relegate solo a questo giorno, ma eventualmente ripetute nel tempo, potrebbero certamente essere di buon spessore sociale.
Non mi riferisco ovviamente alla notizia che ha reso questo 25 dicembre macchiato nel sangue, ovvero al tristissimo attentato realizzato in una zona tribale pachistana alla frontiera con il Pakistan denominata Bajaur Agency quando, oltre 1.000 persone erano ferme ad un posto di controllo della polizia davanti ad un ufficio del Programma alimentare mondiale (Pam) dell'Onu nella Civil Colony di Khar, principale città della Bajaur Agency.Il bilancio dei morti e dei feriti è enorme.
Mi riferisco invece ad un comunicato della Polizia di Stato di Frontiera di Trieste.
Capi d'abbigliamento contraffatti e sequestrati dalla polizia di frontiera di Trieste lo scorso novembre, al confine italo-sloveno, saranno distribuiti a ragazzi bisognosi e ai senzatetto.
La merce, 600 giubbotti, era stata trovata all'interno di un furgone alla cui guida si trovava un cittadino ungherese e invece di essere distrutta, come prevede la prassi, verranno donati ad alcuni centri socio-assistenziali della città di Trieste per essere poi distribuiti alle persone più bisognose.
Natale in tempo di crisi, ma natale dove ogni tanto emergono iniziative che se non relegate solo a questo giorno, ma eventualmente ripetute nel tempo, potrebbero certamente essere di buon spessore sociale.
Non mi riferisco ovviamente alla notizia che ha reso questo 25 dicembre macchiato nel sangue, ovvero al tristissimo attentato realizzato in una zona tribale pachistana alla frontiera con il Pakistan denominata Bajaur Agency quando, oltre 1.000 persone erano ferme ad un posto di controllo della polizia davanti ad un ufficio del Programma alimentare mondiale (Pam) dell'Onu nella Civil Colony di Khar, principale città della Bajaur Agency.Il bilancio dei morti e dei feriti è enorme.
Mi riferisco invece ad un comunicato della Polizia di Stato di Frontiera di Trieste.
Capi d'abbigliamento contraffatti e sequestrati dalla polizia di frontiera di Trieste lo scorso novembre, al confine italo-sloveno, saranno distribuiti a ragazzi bisognosi e ai senzatetto.
La merce, 600 giubbotti, era stata trovata all'interno di un furgone alla cui guida si trovava un cittadino ungherese e invece di essere distrutta, come prevede la prassi, verranno donati ad alcuni centri socio-assistenziali della città di Trieste per essere poi distribuiti alle persone più bisognose.
La normativa attuale sul punto prevede che per quanto riguarda la merce sottoposta a sequestro nell'ambito di un procedimento penale si attribuisce all'autorità giudiziaria il potere di procedere alla distruzione non solo delle merci deperibili ma anche delle merci contraffatte e di quelle di cui è vietata la fabbricazione, il possesso e la vendita se la custodia risulta particolarmente costosa per il bilancio dello stato o pericolosa per la sicurezza, la salute o l'igiene pubblica.
Invece la Procura della Repubblica di Trieste ha valutato positivamente la richiesta avanzata dalla Polizia di Frontiera consistente appunto nel voler donare quei giubbotti in un momento economico e sociale drammatico come questo, a tutte quelle persone che vivono in condizioni precarie.
A natale si è tutti più buoni verrebbe da dire, questa iniziativa, mi auguro che verrà ripresa anche in futuro, perchè distruggere capi d'abbigliamento che per le leggi del mercato dell'economia sono considerate contraffatte, anche se magari la manodopera è sempre la stessa, è pura follia e spreco enorme.
Destinare ciò invece a chi è più debole nella società, mi sembra un bel gesto anche di buona civiltà.
Un amico mio è lì, compagni di banco tutti e cinque gli anni di liceo. Ora è un pezzo abbastanza grosso, è una persona splendida.
RispondiEliminaCiao amica, un abbraccio
Namastè
Da applausi questa iniziativa, spero che la burocrazia cambi così che diventi una regola.
RispondiEliminaper una volta il buonsenso ha prevalso su tutto il resto. Almeno così 600 persone soffriranno meno il freddo...speriamo che questo episodio venga preso ad esempio...
RispondiEliminaUn'azione molto "sana"quella che hai riportato, Namastè. Davvero un bel gesto.
RispondiEliminaCiao e grazie,
Lara
@ giardino...
RispondiEliminaSe è un tuo amico, non può che essere una splendida persona ;-))
@ Paòlo:
Davvero da ovazione... :-))
@ TuristadiMestiere:
E che il buonsenso prevalga sempre, in modo che sia natale ogni giorno :-))
@ Lara:
Hai ragione, le azioni "sane" sono quelle che ci piacciono.. ;-))
Grazie a tutti, un abbraccione forte!
Namastè
Rendiamola legge obbligatoria: le confische vanno ai più bisognosi.
RispondiEliminaIvonne
Ciao Alive2 e benvenuti :-))
RispondiEliminaSì Ivonne, sono pienamente d'accordo, sarebbe una legge appropriata ed intelligente, una vera novità per il nostro paese!
Un abbracccio.
Namastè
Concordo! Speriamo che la burocrazia sia meno ... burocrazia anche tante altre volte!
RispondiEliminaEssì Adriano, se teniamo conto poi, della mole dei sequestri in Italia dei quali non conosciamo la destinazione...beh, credo che potrebbe essere davvero una buonissima idea...burocrazia permettendo, appunto :-)
RispondiEliminaAbbraccione forte.
Namastè