
Scritto per noi da Vincenzo Pierri
Un dossier sui “fattori inquinanti” e sul grado di tossicità presente in gruppi di popolazione a differente rischio di esposizione, nel napoletano e nel casertano. L’indagine epidemiologica sullo stato di salute e sui livelli di contaminazione di matrici ambientali e alimentari nella Regione Campania si chiama Sebiorec (costata in tutto 250 mila euro) e venne commissionata nel 2007 dalla giunta di Antonio Bassolino. La ricerca rappresenta uno dei più imponenti studi di biomonitoraggio umano mai fatti in Italia.
Nonostante il rapporto non usi toni emergenziali («i livelli di esposizione non sono tali da giustificare uno stato d’allarme sanitario») emergono problemi considerevoli alla luce dei dati che hanno evidenziato anomalie dei pericolosi contaminanti, noti come diossine, nel sangue (legati anche al consumo di mozzarella e verdure) e alla presenza di arsenico negli acquedotti cittadini. Ufficialmente il lavoro non è ancora stato reso noto - a dispetto della sua definitiva stesura pronta dallo scorso dicembre e frutto di mesi di studio di un pool di scienziati e medici, ricercatori dell’Istituto superiore di sanità (Iss), del Cnr, del Registro tumori e delle Asl locali. Gli esperti hanno prima analizzato 840 campioni ematici e 60 di latte materno per capire in che misura siano state assorbite le sostanze tossiche dagli abitanti di 16 città, a rischio ambientale, nelle due province campane (Napoli e Caserta).
Dati alla mano lo strato “medio” di diossine e metalli pesanti riscontrati è simile a quello di altre realtà nazionali ed europee, eppure sono evidenti i segnali di sofferenza della salute di alcune zone più contaminate rispetto ad altre. Nello specifico vengono indicati sei comuni con fattori di criticità medio– alti, luoghi in cui gli inquinanti hanno contaminato terreno, vegetali e animali, entrando così nella catena alimentare. Il rischio sanitario non è dunque trascurabile, per la presenza indesiderata di arsenico, a Villaricca e Qualiano, Caivano e Brusciano, a Giugliano (dove gli scienziati segnalano concentrazioni di mercurio) e a Napoli, zona Pianura, per la diossina tipo 2, 3, 7, 8 – T cdd, quella più pericolosa. Il degrado ambientale, derivato soprattutto dalla gestione impropria di rifiuti agricoli e industriali (quanto pesano i fumi tossici sprigionati dall’immondizia bruciata?), unito alla massiccia densità urbanistica di quest’area – secondo l’Istat 320 mila persone - hanno generato una relativa apprensione da parte degli addetti ai lavori i quali, si legge nel rapporto, prospettano in un futuro prossimo opere di bonifica delle sorgenti contaminate.

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SCARICA IL RAPPORTO (pdf): Studio_epidemiologico_Sebiorec_2010
Credit fotografie: Raffaele Scarfiglieri/Diritto di Critica 2011
A Napoli e provincia non si fa altro che rubare.
RispondiEliminaI soldi pubblici vengono spartiti tra politici e camorra. Non un euro viene speso per nulla.
Men che mai per l'ambiente.
E tutto è sotto gli occhi di tutti.
Ma Napoli è solo l'avanguardia.
Napoli è l'esempio da non seguire per tentare di continuare a vivere.
Una città senza speranze.
Il popolo continua a votare i propri tiranni.
Ciao Rosa. Grazie di quello che fai.
Caro Gianni, è drammatica la situazione...e sembra che non si riesca ad uscirne. Quel che esce dalla porta rientra dalla finestra e la zuppa è sempre quella.
RispondiEliminaTi capisco, ma spero che proprio da Napoli possa un giorno partire la riscossa.
Dalla coscienza e dalla creatività dei campani che conosco molto bene e che amo...
Un abbraccio fortissimo
Namastè
hai ragione a confidare nella creatività e nella coscienza dei campani: non esiste la rassegnazione. Io non ce la faccio. Ci sono troppe cose belle e persone perbene per mollare. Se lo facciamo, consegnamo definitivamente le chiavi di un paese alle mafie, alla corruzione, al veleno. :(
RispondiEliminaÈ così Monica, credo che ci sia sempre una possibilità.
RispondiEliminaNon sarà affatto facile, la Campania è effettivamente feudo del peggiore dei tiranni, eppure reagisce, continua a farlo e troverà la strada per il proprio riscatto, ne sono certa, bisogna però diffondere in tutto il paese la cultura della legalità, perchè tutto il paese rischia non solo una regione :-(
Un abbraccione
Namastè