venerdì 11 giugno 2010

Se si alza una mano, poi si alzano tutte

Più di novecento volti (noti e non) compongono il muro che difende chi con il proprio lavoro è costretto a mettere a rischio la vita. Speranza Casillo lancia un progetto fotografico davvero notevole, con il quale ha già vinto il "premio speciale artista dell’anno".


Già premiato nella settima edizione del PWI, Premio Web Italiano, con il “Premio speciale artista dell’anno”, il progetto fotografico di Speranza Casillo riscuote uno straordinario successo di pubblico.
La mostra vincitrice è composta da due percorsi tematici: il primo, intitolato “Gomorra. Fotoillustrazioni di Speranza Casillo ispirate al lavoro letterario di Roberto Saviano“, è una raccolta di immagini volte a scovare ciò che è nascosto, "che è corrotto, deteriorato", fermandolo in immagini dense di pathos ritmate da elementi testuali, piccole frasi, che riprendono il best seller Gomorra. Sono, di fatto, sette elaborazioni digitali che raccontano i protagonisti del libro e dello spettacolo teatrale.
Il secondo progetto si intitola: “Se si alza una mano poi si alzano tutte”. Esso si struttura in un muro colorato da novecento volti e altrettante mani alzate costruito, scatto dopo scatto, con l’intento di “sostenere e proteggere chi mette a rischio la propria vita per la verità e la giustizia. Per l’amore della propria terra”.


Il titolo di quest’ultimo lavoro riprende una strofa della canzone “Cappotto di Legno” di Lucariello, il rapper napoletano Luca Caiazzo voce anche degli Almamegretta, scritta in collaborazione con Roberto Saviano. “E se si alza una mano s’aizan tutt’ quant, e mo sparatec’ a tutt’ quant’!”, dice il testo di quel brano che fu lanciato da Mtv per la campagna contro le mafie nel 2008. Un monito in un dialetto napoletano particolarmente stretto, intriso di un po’ di orgoglio ferito per una terra che, troppo spesso, ha girato le spalle ai proprio figli e che ancora una volta rischia di schierarsi (o di essersi già schierata?) dalla parte sbagliata.

“E se si alza una mano si alzano tutte, e adesso provate a sparare a tutti!”, recita Lucariello.


E questo è il tema di fondo della raccolta di ormai quasi mille volti e di altrettante mani alzate, e dell’intera mostra. Siamo al fianco di chi combatte contro la criminalità organizzata, lo saremo sempre, e siamo disposti a uscire da questa patina viscida di omertà che, asfittica, uccide lentamente il nostro Paese: questo è quello che quei novecento sorrisi urlano a tutta l’Italia.
Tantissimi i volti noti che hanno partecipato all’iniziativa, e che si riconoscono già sul sito, incastonati tra le centinaia di foto: Serena Dandini, Diego Bianchi, Beppe Grillo, Valerio Mastrandrea e il grandissimo magistrato napoletano Raffaele Cantone.
Il vento della libertà non soffia più dalle parti del Vesuvio, e il gesto di alzare una mano, di rendere visibile e chiaro il proprio impegno contro la camorra, o le mafie in genere, non è da poco. Lo stesso Saviano riconosce un merito altissimo al lavoro di Speranza Casillo ringraziando la fotografa e chi ha alzato la mano per aver lanciato un messaggio di solidarietà e vicinanza concreto. Per aver riportato ciascuno nel suo vivere quotidiano la lotta alla criminalità organizzata.
A troppe persone il nostro Paese ha richiesto di essere coraggiose e di combattere una battaglia di civiltà e legalità in solitudine; è ora che smettiamo di lasciarle sole, perché la parte sana di questa Italia esiste e pulsa, ma non sente di essere depositaria dei valori sociali più alti che la nostra storia le ha consegnato.
Qualcuno più saggio di me diceva: “Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione”. A volte, alzare una mano basta a far sentire in minoranza il morbo che affligge le nostre imprese, la nostra gente, la nostra economia. Così, a chi cerca di intimorire i giusti il progetto di Speranza Casillo manda un messaggio: ci sarà sempre qualcuno disposto a difenderli. Lo stesso Saviano sottolinea che: “Sono proprio gesti così che hanno innescato e innescano la mia vera protezione".

Più di novecento persone hanno già promesso: a voce alta.

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