venerdì 3 dicembre 2010

Malattie create ad hoc, pressioni, truffe. 
Inchiesta sul business del farmaco

Dalle multinazionali alle medicine che arrivano in casa.
Marcello Brecciaroli - Federico Schiavi

Cosa sappiamo veramente delle medicine che prendiamo? Nulla o quasi, ma riponiamo la nostra fiducia nelle mani dei medici che ce le prescrivono, convinti che loro sappiano tutto, come se quel camice bianco fosse una sorta di garanzia inequivocabile. Ma è davvero cosi? Abbiamo indagato per Current TV sul business miliardario che gira attorno ai farmaci e sugli interessi delle case farmaceutiche che, troppo spesso, prendono il sopravvento sulla salute delle persone. Abbiamo analizzato le strategie di marketing usate dalle multinazionali del farmaco e conosciuto le pressioni che vengono esercitate sui medici affinché prescrivano determinati medicinali. Il risultato è l’inchiestaVanguard dal titolo Il Business farmaceutico: un’indagine che vuole porre soprattutto l’attenzione su quanto i nostri dottori siano veramente informati sulle qualità dei farmaci che ci consigliano di assumere e su quali sono i soggetti che sulla nostra salute speculano in nome del guadagno.
Il Disease Mongering è l’esempio per eccellenza: è un termine inglese che vuol dire «vendere malattie», ed è la pratica più estrema del marketing farmaceutico.
Non è possibile infatti pubblicizzare le medicine con obbligo di prescrizione e quindi l’ultima frontiera del marketing è fare pubblicità alle malattie, a volte inventandole. Il caso più eclatante è quello dell’influenza H1N1 nel 2009, la suina: una semplice influenza che crea allarmismo e panico nel mondo intero. È una pratica molto utilizzata che abbiamo cercato di analizzare. L’altro aspetto che è emerso dall’inchiesta sono le truffe ai danni del Servizio sanitario nazionale, troppo spesso al centro di fatti di cronaca a causa di medici che, in combutta con informatori scientifici del farmaco e farmacisti, commettono il reato più diffuso: il comparaggio. Un’autentica tangente che gli informatori farmaceutici pagano ai medici per far sì che prescrivano quantità notevoli dei medicinali da loro pubblicizzati. Il Sistema sanitario nazionale è l’apparato statale che richiede più soldi in assoluto: decine di miliardi di euro all’anno e controlli non sempre efficaci creano un ambiente ideale per le truffe. Per capire come si convince un medico a prescrivere un farmaco invece che un altro (magari uguale ma di una marca diversa) siamo andati a parlare con chi si occupa proprio di marketing per conto delle case farmaceutiche: manager e informatori scientifici del farmaco hanno accettato di svelarci attraverso testimonianze anonime i trucchi del loro mestiere e le collusioni spesso illecite che si creano tra i nostri dottori e i produttori di farmaci. Ne è emerso un quadro preoccupante. Spesso infatti, neanche i medici conoscono tutti gli effetti collaterali delle medicine che prescrivono, semplicemente perché gli emissari delle case farmaceutiche omettono di rivelarli per venderne di più.
Il Business farmaceutico è un’indagine sugli interessi nascosti che portano una pillola dalla fabbrica al palmo della nostra mano. Un percorso spesso fatto di dinamiche che di scientifico hanno poco o nulla e dove la nostra salute è un obiettivo marginale. Abbiamo indagato sugli effetti che le politiche di marketing delle case farmaceutiche hanno sulla spesa pubblica e abbiamo scoperto che troppe persone riescono quotidianamente ad approfittarne. In questo intricato mondo, però, ogni tanto qualche caso di eccellenza arriva ad addolcire la pillola: è il caso del ospedale San Camillo di Roma dove, grazie a nuove tecnologie e all’utilizzo di farmaci non coperti da brevetto, si riescono a tutelare sia le casse dello Stato che la salute dei pazienti.

Marcello Brecciaroli
Federico Schiavi

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