Berlusconi ha una sfiga atomica. Il referendum sul nucleare si svolgerà il 12 giugno sull’onda di Fukushima, la centrale nucleare giapponese dove è in corso una catastrofe al rallentatore, nel senso che ci vorranno mesi per riacquistare (si spera) il controllo sugli impianti. Dunque al momento del voto gli elettori avranno ancora chiaramente sotto gli occhi questa apocalisse (nel significato greco di “rivelazione”) legata al pericolo nucleare.
Oltre che sul nucleare, voteremo contemporaneamente sull’acqua e sul legittimo impedimento: l’ultimo è il tema che più sta a cuore a Berlusconi.
Sull’onda di Fukushima, raggiungere il quorum non sembra più un miraggio. E chi va a votare per il nucleare difficilmente rifiuta le altre schede. E gli italiani – generalmente parlando, si intende – ultimamente non sembrano tanto propensi ad accordare il “legittimo impedimento” a Berlusconi.
Allora cosa fanno per scoraggiare la gente ad andare a votare? Dicono no all’election day (grazie, hanno sprecato 300 dei nostri milioni), ovvero all’accorpamento fra referendum e amministrative, e soprattutto spargono camomilla, anzi Valium, sul ritorno dell’Italia al nucleare.
I primi giorni dopo Fukushima, quando sembrava che la situazione fosse sì grave ma non così grave, era tutto un “Sul nucleare non si torna indietro”, “Quel che è deciso è deciso”, e soprattutto “Non bisogna farsi prendere dall’emozione”.
Adesso la musica è cambiata. Il Governo temporeggia. Dice che ci vuole una pausa di riflessione. Non si parla più di decidere dove costruire le centrali chiedendo un parere solo consultivo alle Regioni, ma anzi di tener conto del loro parere, fosse anche negativo. Che significherebbe non farle da nessuna parte, le centrali.
Più clamoroso ancora il fuori onda del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Cito le sue parole (in fondo il link): il neretto è mio.
E’ finita. Non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare, non facciamo cazzate: dobbiamo uscirne ma in maniera soft”
Adesso quindi proveranno a raccontare alla gente che, no, sul nucleare non c’è niente di deciso, e che è ancora tutto per aria. Diranno che ii Governo ha capito la lezione giapponese anche senza che gli elettori si scomodino per andare a votare.
Ma non hanno cambiato idea sul nucleare, niente affatto. Notate bene le parole del ministro: “non possiamo perdere le elezioni” a causa del nucleare. Basta estendere il ragionamento: a causa del nucleare non vogliono perdere neanche il referendum sul legittimo impedimento. E quindi adesso hanno tirato il freno a mano.
Ricordiamocene, per favore, il 12 giugno: le “pause di riflessione” sul nucleare sono solo strumentali.
Ora ci credo di più, ma noi blogger dobbiamo continuare a martellare.
RispondiElimina12 giugno 12 giugno 12 giugno 12 giugno 12 giugno
Tra l'altro, ocio per votare al nucleare, si deve votare sì - è abrogativo -. Lo dico per togliere eventuali dubbi.
In effetti, Paòlo c'è parecchia gente confusa.
RispondiEliminaA tal proposito avevo postato un articolo interessante e chiarificatore di Monia Benini, proprio due giorni fa...
http://eliotroporosa.blogspot.com/2011/03/nucleare-si-vota.html
Abbraccione
Namastè
ho gia votato in quello del 1987 , dove ho detto NO al nucleare ......il 12 giugno IO CI SARO'
RispondiEliminaCiao Valerio, sì anche io avevo già espresso la mia opinione nel '87, ma evidentemente questi signori pensano che i referendum abbiano la scadenza come le bottiglie del latte!!!
RispondiEliminaUn abbraccione ^_^
Namastè