DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD
The Telegraph
America ed Europa si trovano di fronte alla peggiore crisi dell’occupazione dagli anni ’30 e rischiano “un’esplosione di agitazioni sociali” a meno che non procedano con attenzione, ha ammonito il Fondo Monetario Internazionale.
“Il mercato del lavoro è in gravi difficoltà. La Grande Recessione si è lasciata alle spalle una terra desolata di disoccupazione”, dice Dominique Strauss-Kahn a capo dell’FMI, a Oslonel corso di un summit dell’Organizzazione Intenazionale del Lavoro (ILO).
Strauss-Khan ha detto che una doppia recessione rimane improbabile, ma ha sottolineato che il mondo non è ancora sfuggito ad una crisi sociale ben più grave. Ha sostenuto che sia un grave errore pensare che l’Occidente sia di nuovo in salvo dopo aver barcollato così vicino all’abisso lo scorso anno. “Non siamo al sicuro”, ha detto.
Un rapporto congiunto FMI-ILO dice che dall’inizio della crisi sono andati perduti 30 milioni di posti di lavoro, di cui tre quarti nelle economie più ricche. La disoccupazione globale ha raggiunto il livello di 210 milioni. “La Grande Recessione ha lasciato ferite aperte. Un’alta e duratura disoccupazione rappresenta un rischio per la stabilità delle democrazie esistenti”, ha aggiunto.
The Telegraph
America ed Europa si trovano di fronte alla peggiore crisi dell’occupazione dagli anni ’30 e rischiano “un’esplosione di agitazioni sociali” a meno che non procedano con attenzione, ha ammonito il Fondo Monetario Internazionale.
“Il mercato del lavoro è in gravi difficoltà. La Grande Recessione si è lasciata alle spalle una terra desolata di disoccupazione”, dice Dominique Strauss-Kahn a capo dell’FMI, a Oslonel corso di un summit dell’Organizzazione Intenazionale del Lavoro (ILO).
Strauss-Khan ha detto che una doppia recessione rimane improbabile, ma ha sottolineato che il mondo non è ancora sfuggito ad una crisi sociale ben più grave. Ha sostenuto che sia un grave errore pensare che l’Occidente sia di nuovo in salvo dopo aver barcollato così vicino all’abisso lo scorso anno. “Non siamo al sicuro”, ha detto.
Un rapporto congiunto FMI-ILO dice che dall’inizio della crisi sono andati perduti 30 milioni di posti di lavoro, di cui tre quarti nelle economie più ricche. La disoccupazione globale ha raggiunto il livello di 210 milioni. “La Grande Recessione ha lasciato ferite aperte. Un’alta e duratura disoccupazione rappresenta un rischio per la stabilità delle democrazie esistenti”, ha aggiunto.
Lo studio citato evidenzia che le vittime più giovani della recessione, sui ventanni o poco più, riportano danni permanenti perdendo la fiducia nelle pubbliche istituzioni. Una nuova spirale è costituita da un apparente declino della “intensità dell’occupazione per lo sviluppo” perché il contraccolpo sulla produzione provoca una minore incremento del numero di lavoratori. Per questo motivo è difficile riassorbire tutti quelli lasciati fuori dal mondo del lavoro anche se la ripresa riprende il ritmo. Il mondo dovrebbe creare 45 milioni di posti di lavori all’anno nella prossima decade solo per stare a galla.
Olivier Blanchard, il capo economista del FMI, ha detto che in passato la percentuale di lavoratori disoccupati è cresciuta ad ogni fase negativa, ma questa volta la cifre hanno visto un’impennata.
“La disoccupazione a lungo termine è fortemente allarmante: negli USA la metà dei disoccupati è stata lontano dal lavoro per oltre sei mesi, qualcosa che non avevamo visto dai tempi della Grande Depresione”, ha detto.
La Spagna ha subito il colpo più duro, con la disoccupazione vicina al 20%. Il tasso dell Gran Bretagna è salito dal 5,3% al 7,8% negli ultimi due anni, un valore lievemente migliore della media dell’Organization for Economic Cooperation and Development (OECD). Questo contrasta con gli anni ’70 e l’inizio degli ’80, quando la GB era notoriamente peggiore. Attualmente i disoccupati britanici raggiungono i 2,48 milioni.
Mr. Blanchard ha richiesto uno stimolo monetario addizionale quale prima linea di difesa se “i rischi peggiori dovessero materializzarsi”, ma ha aggiunto che le autorità non dovrebbero escludere un'altra spinta fiscale, nonostante le preoccupazioni sul debito. “Se lo stimolo fiscale aiuta ad evitare la disoccupazione strutturale, effettivavemte si paga da sé”, ha detto.
I Paesi più avanzati non dovrebbero dare una stretta alle politiche fiscali prima del 2011: restrizioni precoci indebolirebbero la ripresa ha dichiarato il rapporto, sgridando la Coalizione in Gran Bretagna, i falchi dell’opposizione in Germania, e i Repubblicani USA. Sotto il socialista francese Strauss-Kahn, il FMI ha preso un aspetto Keynesiano.
Il rapporto tocca solo marginalmente il contenzioso su come la globalizzazione consente alle aziende di impegnarsi nell’“labour arbitrage”, rilocando le fabbriche in economie a basso costo come la Cina per spedire i prodotti indietro verso l’occidente. Non approfondisce neppure le distorsioni dei mercati causati dalla politica monetaria cinese, salvo richiamare i “Paesi del surplus” a svolgere un ruolo attivo nel riequilibrio globale.
Il FMI ha detto che può esserci un legame tra l’ineguaglianza crescente all’interno delle economie occidentali e il calo della domanda.
Gli storici dicono che l’ultima volta che il divario della ricchezza raggiunse tali estremi distorti fu nel 1928-1929. Qualcuno argomenta che la concentrazione di ricchezza può causare investimenti superando la domanda, portando a sovraproduzione. Questo può schiacciare il mondo in un crollo.
Titolo originale: "IMF Fears 'Social Explosion' From World Jobs Crisis"
Fonte: http://www.telegraph.co.uk
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14.09.2010
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ETTORE MARIO BERNI
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