da: http://www.unimondo.org/
Per far fronte alla grave emergenza creatasi a seguito delle alluvioni che hanno colpito il Pakistan la campagna Jubelee Debt ha lanciato una petizione internazionale per chiedere ai governi e alle istituzioni internazionali di congelare immediatamente il pagamento del debito di Islamabad che ammonta a 3 miliardi (3 billion) di dollari l’anno. Queste risorse, afferma la campagna, devono poter essere impiegate subito per far fronte all’emergenza.
La Banca mondiale e la Asian Development Bank hanno promesso al Pakistan prestiti, e non doni, intorno ai tre miliardi di dollari per gli interventi post-alluvioni: "Un intervento che sortirà l'effetto di incrementare l'ingente e insostenibile debito del Pakistan che attualmente ammonta a 49 milardi di dollari" - commenta la campagna Jubelee Debt. La decisione della Banca Mondiale è stata fortemente criticata anche dalla campagna italiana CRBM. "Ogni anno il governo pakistano spende per estinguere i suoi debiti internazionali tre volte il totale dei fondi destinati alla sanità - sottolinea CRBM. Questo in un Paese dove il 38 per cento dei bambini sono sottopeso e il 60 per cento della popolazione vive sotto la soglia di povertà". Il debito complessivo di Islamabad è passato da 32 agli attuali 49 miliardi di dollari nei sette anni del regime militare del presidente Musharraf. Tra il 2001 e il 2008 l’aumento della spesa pubblica non ha portato quindi nessun beneficio alle fasce più indigenti del Paese, ma è servito solo per obiettivi e finalità militari.
Le ong italiane del network "Agire", rinnovano l'appello per la raccolta fondi per soccorrere le persone colpite dalle alluvioni."Non si arresta purtroppo l’emergenza in Pakistan e il numero di persone coinvolte continua a salire" - sottolinea un comunicato di ActionAid, una delle 11 ong di Agire.Negli ultimi giorni sono continuate le evacuazioni nel Sindh mentre la seconda ondata di piena si è spostata nella parte meridionale della provincia. Il numero dei morti ha ormai raggiunto quota 1.600 mentre i feriti sono 2.366, ma le persone direttamente colpite dalle alluvioni sono un numero drammaticamente più alto, cioè oltre 17 milioni...
Sono infatti crollate o completamente sommerse dalle acque più di 1,2 milioni di abitazioni e molti altri edifici, come 10.916 scuole; altre 6.000 sono al momento utilizzate per offrire un rifugio temporaneo agli sfollati.A destare le preoccupazioni maggiori è la situazione nel Sud del Sindh, in particolare nel distretto di Thatta, in prossimità dell’area in cui il fiume Indu entra nel Mare Arabico. Le pressioni sugli argini a Sud di Kotri non accennano a diminuire mentre le autiorità locali stanno provvedendo all’evacuazione delle città di Sujawal, Mirpur Bathoro, Shah Bundar e Jatitalukas, lungo il lato orientale del fiume. La città di Daro, sul lato occidentale del fiume, è stata inondata. Due giorni fa le autorità hanno ordinato anche l'evacuazione di Thatta. "Centinaia di migliaia di persone hanno urgente bisogno di aiuti fra cui cibo, acqua potabile e kit per l'igiene, dato che sta aumentando il numero di casi di diarrea acuta, malattie della pelle, malattie respiratorie acute e febbri" - sottolinea ActionAid.
Le ong italiane hanno ripetutamente segnalato la limitata risposta da parte della popolazione dovuta al periodo di vacanze, ma soprattutto la scarsità di iniziative da parte del Governo italiano. "Abbiamo davanti a noi l'occasione per comunicare concretamente in un'area molto problematica per la pace e per lo stesso futuro del mondo, i nostri valori di umanità, solidarietaà, convivenza, pace, creando le condizioni per un nuovo e diverso sguardo verso di noi a dispetto di qualsiasi altra affermazione, propaganda e strumentalizzazione. Ma la stiamo stupidamente perdendo" - ha denunciato Nino Sergi, presidente di Intersos che è parte del network Agire. "Dov’è la portaerei Cavour, che qui occorreva rimpiazzare con l’invio immediato di elicotteri per trasportare persone e viveri? Dov’è la Protezione Civile che nelle catastrofi naturali è preparata ad intervenire nell’immediatezza? Dov’è la Politica, che in definitiva deve assumere queste decisioni destinandovi i finanziamenti necessari?". Nonostante queste carenze le Ong di Agire sono attive sin dai primi giorni per rispondere ai bisogni delle popolazioni colpite. In modo particolare sono presenti ActionAid, Cesvi, Save the Children, Intersos e Vis con specifici interventi nei doversi distretti alluvionati.
Ieri per l'ennesima volta in poche settimane, le Nazioni Unite hanno rinnovato l'appello alla comunità internazionale a contribuire per sostenre le agenzie Onu impegna nei soccorsi agli alluvionati. L'UNICEF, la principale organizzazione dell'Onu impegnata nei soccorsi sul fronte idrico e igienico, segnala laminaccia alla salute degli sfollati, a cominciare dai bambini, i soggetti di gran lunga più vulnerabili. "Questa è una crisi sconfinata - ha detto Omar el-Hattab, responsabile per i programmi Acqua e Igiene dell'UNICEF Pakistan. "La gente non ha dove fare i propri bisogni, vive sulla strada e dunque finisce per inquinare la stessa acqua che usa per dissetarsi".
Anche l'Unicef in un comunicato evidenzia che in carenza di acqua pulita si diffondono a dismisura malaria e diarrea: la prima perché l'acqua stagnante favorisce la proliferazione delle zanzare portatrici dell'infezione, la seconda perché il delicato organismo dei più piccoli è vittima dei microbi e dei batteri contenuti nell'acqua impura. [GB]
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