Un interessante articolo dell’Herald Scotland avanza una tesi inquietante sul disastro ecologico attualmente in corso in Pakistan, paese massacrato da una stagione delle piogge eccezionalmente lunga e violenta.
Se la causa delle alluvioni, cioè la pioggia eccessiva, poteva essere prevista ma non certo evitata ben diversa sarebbe la situazione per quanto riguarda gli effetti: la deforestazione massiccia del territorio, infatti, avrebbe incrementato notevolmente il disastro.
Le abbondantissime piogge che scendono dalle montagne, infatti, se avessero incontrato lungo la via verso valle le foreste non avrebbero dato luogo agli enormi torrenti che vediamo in questi giorni grazie ai reportage televisivi. Il fango, infatti, sarebbe stato enormemente rallentato, e in buona parte trattenuto, dagli alberi a monte delle pianure abitate da milioni di pakistani.
Secondo l’articolo dell’Herald, che altro non fa che riportare notizie dei giornali e delle associazioni ambientaliste locali per anni tenute in silenzio dal regime, dietro la deforestazione massiccia ci sarebbe una vera e propria mafia del legname che vanterebbe persino appoggi politici di rilievo nel parlamento pakistano.
La situazione attuale, affermano i giornali locali, era abbondantemente prevedibile. Anzi, prevista: numerosi gli allarmi lanciati dagli ambientalisti e puntualmente ignorati dalle autorità. Una bomba ad orologeria che aspettava solo un innesco. Che è arrivato.
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