da: www.giornalettismo.com
A Stanford non si dorme: i ricercatori hanno relaizzato un dispositivo che converte in energia elettrica sia la luce che il calore solare, con il risultato di avere celle solari molto più efficienti. Il dispositivo si basa su un principio fisico scoperto e dimostrato dai ricercatori. Nel loro prototipo, la luce del sole eccita gli elettroni in un elettrodo, e il calore del sole incita gli elettroni eccitati a saltare in un altro elettrodo, generando corrente elettrica. Il dispositivo converte il 50% della luce del sole in energia elettrica mentre le comuni celle solari in silicio ne convertono circa il 15%, cioè più della metà dell’energia solare in arrivo si disperde come calore. Questo perché i materiali nelle celle solari interagiscono solo con una banda dello spettro solare e il resto dei fotoni disperdono la loro energia in calore. Utilizzando materiali sensibili a diverse bande uno sopra all’altro, si sfrutta un più ampio spettro di luce, convertendo più energia dal calore, con un’efficienza fino a circa il 40% in più.
A Stanford non si dorme: i ricercatori hanno relaizzato un dispositivo che converte in energia elettrica sia la luce che il calore solare, con il risultato di avere celle solari molto più efficienti. Il dispositivo si basa su un principio fisico scoperto e dimostrato dai ricercatori. Nel loro prototipo, la luce del sole eccita gli elettroni in un elettrodo, e il calore del sole incita gli elettroni eccitati a saltare in un altro elettrodo, generando corrente elettrica. Il dispositivo converte il 50% della luce del sole in energia elettrica mentre le comuni celle solari in silicio ne convertono circa il 15%, cioè più della metà dell’energia solare in arrivo si disperde come calore. Questo perché i materiali nelle celle solari interagiscono solo con una banda dello spettro solare e il resto dei fotoni disperdono la loro energia in calore. Utilizzando materiali sensibili a diverse bande uno sopra all’altro, si sfrutta un più ampio spettro di luce, convertendo più energia dal calore, con un’efficienza fino a circa il 40% in più.
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