Catrame sul bagnasciuga e non solo. In seguito alla marea nera nel Golfo del Messico le spiagge sono una sorta di torta millefoglie farcita di petrolio. Possono sembrare pulite, ma scavando un po’ si scoprono strati neri e bianchi sovrapposti: il petrolio portato dalle maree e la sabbia che successivamente l’ha ricoperto.
La nave Arctic Sunrise di Greepneace è andata sull’isola di Horn, al largo delle coste del Mississippi, a pochissima distanza dai siti protetti in cui le tartarughe depongono le uova.
La Bp ripete che il petrolio è stato ripulito e l’amministrazione Usa assicura che i prodotti ittici provenienti dal Golfo del Messico sono sicuri. In realtà ecco cosa ha fotografato Greenpeace.
Non tutto il petrolio rimasto nell’ambiente è finito nella millefoglie sotto la sabbia: una gran parte, dice Greenpeace, è ancora mescolato all’acqua, e causerà danni significativi e non misurabili all’ecosistema.
Intanto un nuovo blow out preventer (un’enorme valvola di sicurezza) è stato collocato sulla bocca del pozzo, in sostituzione di quello danneggiato dall’esplosione del 20 aprile.
Renderà più sicuro l’uso dei relief well tuttora in corso di scavo, attraverso i quali il pozzo che ha riversato in mare circa 79 miliardi di litri di petrolio dovrebbe essere definitivamente cementato in profondità.
sul sito di Greenpeace Usa la spedizione dell’Arctic Sunrise nel Golfo del Messico
Su Nola.com marea nera, si procede verso la chiusura definitiva del pozzo
Su Detroit Free Press i prodotti ittici sono sicuri
Le foto sono state diffuse dall’ufficio stampa di Greenpeace Italia
La nave Arctic Sunrise di Greepneace è andata sull’isola di Horn, al largo delle coste del Mississippi, a pochissima distanza dai siti protetti in cui le tartarughe depongono le uova.
La Bp ripete che il petrolio è stato ripulito e l’amministrazione Usa assicura che i prodotti ittici provenienti dal Golfo del Messico sono sicuri. In realtà ecco cosa ha fotografato Greenpeace.
Non tutto il petrolio rimasto nell’ambiente è finito nella millefoglie sotto la sabbia: una gran parte, dice Greenpeace, è ancora mescolato all’acqua, e causerà danni significativi e non misurabili all’ecosistema.
Intanto un nuovo blow out preventer (un’enorme valvola di sicurezza) è stato collocato sulla bocca del pozzo, in sostituzione di quello danneggiato dall’esplosione del 20 aprile.
Renderà più sicuro l’uso dei relief well tuttora in corso di scavo, attraverso i quali il pozzo che ha riversato in mare circa 79 miliardi di litri di petrolio dovrebbe essere definitivamente cementato in profondità.
sul sito di Greenpeace Usa la spedizione dell’Arctic Sunrise nel Golfo del Messico
Su Nola.com marea nera, si procede verso la chiusura definitiva del pozzo
Su Detroit Free Press i prodotti ittici sono sicuri
Le foto sono state diffuse dall’ufficio stampa di Greenpeace Italia
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