di Anna Ferrigno
Dopo le vacanze estive riparte la scuola e con essa lo strascico di polemiche che ha innescato la notizia di ulteriori tagli al personale da parte del Governo. Nonostante questa politica di ridimensionamento, per la ministra Gelmini sono ancora troppi gli insegnati che gironzolano nei corridoi dei plessi scolastici.
I professori quest’anno si troveranno a fronteggiare classi con più di 30 studenti; parliamo di ragazzi della nuova generazione, cresciuti ad iPhone e ad iPad, capaci di ascoltare parlare rispondere al telefono chattare copiare fare ricerche su internet, aprendo il proprio profilo personale su facebook, e inviare un video su youtube, tutto in pochi secondi. Insomma un popolo di studenti i-tech imprevedibile e difficile da gestire per chi non è al passo con la tecnologia.
Il problema per il momento non è il cambiamento generazionale degli studenti quanto il diritto allo studio. I libri hanno un costo che oscilla intorno ai 300/500 € per il primo anno, e borsello alla mano le famiglie dovranno far fronte ad un’uscita straordinaria più alta del previsto. Secondo un’indagine condotta dal Codacons i testi scolastici sarebbero aumentati del 6% rispetto l’anno scorso. “Si prevede, infatti, che il costo supererà i 400 euro a studente e lo sforamento, che non include la spesa degli eventuali dizionari, è dovuto proprio alla riforma Gelmini che introduce nuove materie scolastiche fin dal primo anno, come ad esempio l’ insegnamento della fisica nei licei scientifici” sostiene l’associazione dei consumatori. Partono così le iniziative di compravendita dei libri usati, anche su internet.
La situazione dei precari è ben diversa. “Grazie al provvedimento sulla formazione iniziale degli insegnanti, eviteremo l’insorgenza del nuovo precariato: ci saranno tanti posti quanti sono gli spazi disponibili nella pianta organica. [...]E’ difficile fare previsioni esatte, ma secondo stime del ministero, nei prossimi anni ci saranno tanti prepensionamenti e dunque nell’arco di sei, sette anni, c’è la ragionevole certezza che gli attuali 220.000 precari potranno essere assorbiti dal sistema di istruzione” ha dichiarato la Gelmini alla presentazione delle nuove modalità per l’accesso all’insegnamento. Per la Cgil i dati forniti dalla Ministra non sarebbero veritieri. Domenico Pantaleo segretario generale del sindacato ha dichiarato che “la differenza tra quanti avevano avuto le supplenze annuali lo scorso anno e quanti l’avranno quest’anno è secondo le nostre previsione di 20.000 in meno tra docenti ed Ata. Altri 10.000 docenti saranno dichiarati in soprannumero”.
Le proteste continuano. Un presidio simbolico è stato organizzato per domenica prossima sulle due sponde dello Stretto di Messina. Qui 7mila precari protesteranno contro i tagli della legge 133 e la riforma Gelmini. Alla mobilitazione parteciperanno 7mila precari e le sigle sindacali Flc-Cgil e Cobas.
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